Prescrizione ma non solo: il gennaio a ostacoli di Conte

Il nodo giustizia fa tremare il governo. Alle prese anche con le delicate questioni Autostrade e Ilva. Italia viva sul piede di guerra. Mentre nel M5s è tutti contro tutti.

Un gennaio a ostacoli, che avrà nella giustizia – e nella prescrizione in particolare – la prima, spinosissima tappa. Ad attendere il premier Giuseppe Conte sarà un mese infuocato. M5S, Pd e Iv viaggiano su binari lontanissimi e il rischio è che lo stallo sulla riforma Bonafede inquini sul nascere il confronto nel governo dal quale il presidente del Consiglio vuol far ripartire la sua agenda. La maggioranza resta fragile. Con l’ombra del nuovo gruppo alla Camera che, nonostante l’appello del premier a non destabilizzare, resta un’ipotesi sul tavolo. Il capo del governo arriverà al vertice sulla giustizia previsto il 7 gennaio probabilmente dopo aver completato l’insediamento di nuovi ministri alla Scuola e all’Università e Ricerca Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi. La scelta dello spacchettamento, a livello numerico, avvantaggia il Pd e, allo stesso tempo, frena la possibile richiesta di un mini-rimpasto da parte dei Dem dopo le Regionali.

IL TUTTI CONTRO TUTTI NEL MOVIMENTO 5 STELLE

Il Movimento, dal canto suo, si consola con la promozione del suo sottosegretario, la deputata Azzolina. La sua indicazione trova il gradimento dei vertici e forse scontenta l’ala ortodossa (tra i papabili c’era anche il presidente della commissione Cultura Luigi Gallo) ma non dovrebbe creare ulteriori crepe in un Movimento dove, da giorni, è in atto un tutti contro tutti. Oggi è il “dissidente” Gianluigi Paragone a parlare. «Proveranno a espellermi, certo. Forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme», attacca il senatore. Difficile, tuttavia, che Luigi Di Maio aumenti la tensione optando per espellere subito dissidenti e ritardatari sui rimborsi. Più facile che, almeno alla Camera, siano i dissidenti ad andar via.

I TIMORI DEL PREMIER

L’ipotesi del gruppo “contiano”, guidato da Lorenzo Fioramonti, resta concreta e potrebbe raccogliere almeno una decina di scontenti M5S ma, arrivare a quota 20 deputati – necessaria per avere l’ok della Camera – non è semplice. E già fioccano smentite. Su due battaglie i pentastellati si mostrano uniti. La revoca delle concessioni ad Autostrade e la riforma della prescrizione. Sul primo punto la linea di Conte sembra convergere con quella Di Maio: nessuno sconto ad Autostrade, ha spiegato il premier nell’attesa che finisca l’istruttoria. Ma lo scontro con Iv è alle porte. Il Pd, invece, è in una posizione attendista, forse anche perché, almeno dal punto di vista cronologico, il dossier Autostrade s’incrocia con quello della prescrizione, dove i Dem sono invece in trincea. L’obiettivo, per Conte, è fare in modo che il vertice del 7 non si trasformi in un’ennesima fumata nera.

SI CERCA L’ACCELERATA SULL’ILVA

«Bonafede faccia un passo di lato», è l’invito del ministro Francesco Boccia che dà al Guardisigilli due mesi di tempo per trovare un punto di caduta. «Oppure andremo avanti con la nostra proposta di legge», avvertono i dem. Sempre nella prima metà di gennaio, Conte proverà a dare un’accelerata al dossier Ilva varando contestualmente il decreto “Cantiere Taranto” che, nella strategia del governo, è parte della soluzione di rilancio dello stabilimento.

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