Cosa dicono le nuove testimonianze nel processo Ruby ter

L'architetto Redaelli ha testimoniato che due ospiti di Berlusconi vivevano in ville a Bernareggio senza pagare affitti e utente. E una di loro minacciava il Cav di parlare coi giornalisti.

Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, due delle giovani ospiti alle serate a luci rosse nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi, anni fa andarono a vivere «in comodato d’uso» e senza nemmeno «pagare le utenze» in due ville realizzate dall”archistar’ Mario Botta a Bernareggio, nel Monzese, comprate dal leader di FI «per circa 800mila euro l’una, per un totale di 1,6 milioni».

Lo ha raccontato, testimoniando nel processo milanese sul caso ‘Ruby ter‘, a carico tra gli altri dello stesso ex premier, l’architetto Ivo Redaelli spiegando che Guerra «dava in escandescenze» in quel periodo e che gli disse che se l’ex Cavaliere «non le dava i soldi che chiedeva lo minacciava di andare dai giornalisti con dei video».

Berlusconi, stando alla testimonianza di Redaelli (il caso delle ville era emerso nelle indagini) che ha spiegato di essere “amico” dell’ex premier, «si sentiva molto triste, è una persona sensibile, aiuterebbe chiunque, le vedeva in mezzo alla strada, senza lavoro dopo lo scandalo, sperava si rifacessero una vita».

VILLE ACQUISTATE NEL 2010

Redaelli ha spiegato, infatti, che Berlusconi nel 2010 «mi chiese di selezionare degli immobili, perché voleva fare un investimento immobiliare» e «io gli proposi quelle due ville di Botta». Dopo che lui le acquistò, «seppi che in una era andata ad abitare Guerra e nell’altra Sorcinelli». Redaelli ha raccontato anche che Guerra «mi telefonava per dirmi che non funzionavano le cose, per me era una fatica, perché era successo questo scandalo (delle serate ad Arcore, ndr) che l’aveva innervosita, dava in escandescenze anche per la rottura di una lampadina». E ancora: «Da un parte c’era una persona che stimo, Berlusconi, dall’altra queste persone che facevano scene da pazze per qualsiasi cosa, forse perché non avevano più un lavoro, avevano sbalzi d’umore».

«BERLUSCONI SI SENTIVA MORALMENTE IN DEBITO»

Il testimone, ha poi aggiunto, che fu lui a proporre per loro la formula del comodato d’uso «per regolarizzare e dare forma giuridica» alla presenza delle ragazze nelle ville. Ha detto ancora che lui pagava le utenze e poi si faceva rimborsare dal ragioniere di fiducia di Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Berlusconi, ha aggiunto il teste, «mi disse che si sentiva moralmente in debito con loro, sperava che potessero ricominciare una vita normale, io davo consigli per tutelare tutti».

PRESSIONI PER OTTENERE SOLDI DAL CAV

Già in un verbale in fase di indagini Redaelli aveva parlato di «forti pressioni da Guerra a Berlusconi» per ottenere soldi e delle sue reazioni di “rabbia” se non li otteneva. Ha spiegato, poi, di non sapere cosa contenessero i «video» di cui parlava Guerra, che gli diceva che avrebbe “cantato” coi giornalisti. Prima aveva testimoniato anche il titolare di un’agenzia investigativa che ha raccontato di aver incassato soldi in contanti da Karima El Mahroug, anche lei imputata per corruzione in atti giudiziari, per spiare anni fa il suo allora compagno Luca Risso, perché era «gelosa».

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Ruby ter, una teste: «Pagò più di 50 mila euro per una vacanza alle Maldive»

Secondo la titolare di un'agenzia viaggi Karima El Mahrough versò la cifra in contanti chiedendo tutti i comfort. Per il suo compleanno in un locale di Milano «spesi 6 mila euro».

Vacanze extra lusso alle Maldive e spese faraoniche in ristoranti. Tutto pagato da Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, «in contanti». Denaro che, secondo i pm, sarebbe stato fornito alla donna da Silvio Berlusconi, tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter. È quello che emerge dalle ultime testimonianze della titolare di un’agenzia di viaggi e di una ristoratrice.

QUEI «50 MILA EURO PAGATI IN CONTANTI»

«È stata sicuramente una situazione unica per me, ha pagato tutto in contanti, era un viaggio che costava molto, oltre 50 mila euro, mi pare», ha detto la prima testimone parlando di una vacanza fatta cinque anni fa da El Mahroug. Già a verbale nelle indagini nel 2015 la testimone aveva raccontato del viaggio organizzato per Ruby, sua figlia, la baby sitter e il compagno dell’epoca Luca Risso e pagato «tra i 55 mila e i 60 mila euro». Lunedì 11 novembre ha aggiunto: «Volevano avere tutti i comfort». «Voleva una bella struttura alle Maldive, le ho proposte soluzioni decisamente costose, lei mi ha chiesto di viaggiare in business assieme al compagno e l’economy per la tata e la bimba». Di certo, ha proseguito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano in aula col collega Luca Gaglio, non era una «modalità normale pagare in contanti, io ho portato la busta coi soldi al tour operator».

LA FESTA DI COMPLEANNO DA 6 MILA EURO

Un’altra teste, titolare di un ristorante a Milano, ha raccontato che la giovane marocchina pagò «6 mila euro in contanti» per la sua festa di compleanno nel locale. Il preventivo per «75 coperti, una torta da 750 euro» era di 8.800 euro, ma poi Ruby alla fine verso in tutto «6 mila euro in contanti». La ristoratrice, poi, ha raccontato di essere diventata all’epoca «amica» di Ruby che frequentava spesso il suo locale in centro. Ai pm che le hanno chiesto se le risultasse che Karima «facesse qualche lavoro», la teste ha risposto: «No, mai saputo. Si occupava della bimba. Diceva che le sarebbe piaciuto aprire un ristorante».

SECONDO I PM RUBY AVREBBE INCASSATO DA BERLUSCONI TRA I 5 E I 7 MILIONI

Dalle indagini, sempre sul capitolo ‘spese’, erano emersi già diversi dettagli, tra cui i casi delle «banconote da 500 euro» tirate fuori in discoteca da Ruby e date a un dj «per fargli mettere una canzone a fine serata», degli «abiti su misura» per Daniele Leo, altro suo compagno, fino al «personale di servizio» per sbrigare le faccende domestiche in casa e al «noleggio auto con conducente». Ruby, secondo le indagini dei pm, avrebbe incassato tra i 5 e i 7 milioni di euro da Berlusconi, parte dei quali sarebbero serviti anche per l’acquisto di un ristorante con annesso pastificio e due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen, in Messico.

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