Zingaretti e le sardine salvino la Puglia da Emiliano

L'Ilva, la xylella, ora la Banca popolare di Bari: la regione è sull'orlo del baratro, per colpa di una classe dirigente immobile e vanesia. Il segretario dem intervenga. E la piazza gli dia una mano.

Sono pugliese ma non è solo questa la ragione per cui mi voglio occupare dell’ultima disgrazia di questa regione, la Banca popolare di Bari, salvata il 15 dicembre da un decreto del governo Conte. Voglio far solo due osservazioni. La prima è che se la Puglia perde la sua eccentricità e diventa come quasi tutte le altre regioni meridionali, la battaglia per il Sud diventa impossibile. La seconda riguarda da vicino una parte politica, quella per la quale voto. Nell’arco di pochi anni, tutti segnati da una prevalenza del centrosinistra nelle maggiori città e nella regione, la Puglia ha avuto tre guai evitabili. Penso all’Ilva di Taranto, penso alla xylella, penso al dramma in corso della banca popolare.

UNA SITUAZIONE LASCIATA DEGENERARE

Il caso dell’Ilva riguarda migliaia di famiglie di operai non solo di Taranto e altre migliaia di famiglie della città che temono per la propria salute e per quella dei propri figli. La xylella riguarda il “giacimento di petrolio” della regione, cioè quella larga, meravigliosa distesa di ulivi che producono, per quantità e qualità, fra le migliori tipologie di olive e soprattutto di olio extra-vergine. Infine la Banca popolare di Bari in cui si sono riconosciuti molti risparmiatori e che interessa, come raggio d’azione, gran parte dell’economia pugliese. È esagerato dire che siamo di fronte a un burrone che si è aperto? No, non esageriamo. Soprattutto non esageriamo se diciamo che questo burrone non si è spalancato sotto i nostri piedi nel giro di poco tempo. La situazione è stata colpevolmente lasciata degenerare. Anche per l’ultimo caso, quello della banca popolare, siamo di fronte a una vicenda che è esplosa oggi ma che si sapeva sarebbe esplosa. Lo sapeva soprattutto la classe dirigente.

È mai possibile che Emiliano abbia attraversato la vita pubblica per decenni e mai si sia reso conto dei drammatici problemi che aveva di fronte?

Ovviamente qui mi interessa mettere l’accento sulla classe dirigente che governa anche se non si può dire che quella di opposizione abbia dato buona prova di sé. Taranto, uliveti e Popolare di Bari sono i tre banchi di prova non superati da chi ha governato la Puglia ad ogni livello, presidenti di regione, sindaci, ministri/e, consiglieri regionali e comunali compresi. Un fallimento totale e mi dispiace mettere nel calderone il bravo sindaco di Bari. La Puglia ha la classe dirigente più immobile, è dominata da poche figure egemoni che si sentono al di sopra delle critiche e, temo, delle leggi. Quando hanno preso decisioni, penso all’Ilva e alla xylella, hanno sbagliato gravemente. Non dovremo fare l’analisi del voto fra qualche mese, se il centrodestra, azzeccando il/la candidato/a, vincerà le prossime regionali. Come è possibile votare per i personaggi proposti dal Pd? È mai possibile che Michele Emiliano abbia attraversato la vita pubblica per decenni e mai si sia reso conto dei drammatici problemi che aveva di fronte ovvero abbia preso, come per la xylella e l’Ilva decisioni sbagliate, gravemente e colpevolmente sbagliate?

SE NON SI FANNO LE PULIZIE, LA REGIONE È PERSA

Non sente Emiliano che è arrivato il momento di salutare a centrocampo e di andare negli spogliatori e con lui la sua competitrice Elena Gentile, ex assessora alla sanità regionale ed eurodeputata e l’altro consigliere regionale, Fabiano Amati, anche lui da anni al vertice del potere? A casa, andate a casa. Leggiamo analisi sofisticate sulle ragioni delle sconfitte della sinistra. E se mettessimo in conto che perde perché in certe situazioni è del tutto incapace di affrontare e risolvere problemi complessi, perché spesso li complica di più, perché, come nel caso della Popolare, è complice o silente di fronte a banchieri avventurosi? Il fatto è che questi leader della sinistra non hanno tempo da perdere con i problemi dovendo occuparsi della propria immagine, in realtà molto sfigurata. Non so se ci sono sardine in Puglia. Non so che cosa pensi di fare Nicola Zingaretti. So che se non si fanno le grandi pulizie in Puglia, la regione è persa. Bisogna trovare altre figure pubbliche, più giovani, più generose, più capaci meno vanesie. Ci sono, ce ne sono quante ne volete, ma, per favore, Zingaretti commissari il Pd e le sardine aiutino questa gigantesca operazione di rinnovamento.

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Allerta meteo da Nord a Sud: temporali in tutta Italia

Allarme rosso in Calabria, Basilicata e Sicilia. Rischio nubifragi e allagamenti a Roma, maree eccezionali previste a Venezia. Neve sull'arco alpino sopra i 1.200 metri. Il quadro del maltempo nella giornata del 12 novembre.

Una forte perturbazione sta portando temporali in tutta Italia, da Nord a Sud. Per la giornata del 12 novembre la Protezione civile ha diramato l’allerta rossa su gran parte della Calabria, sui settori costieri della Basilicata e sulla Sicilia orientale. Allerta arancione per la Puglia e per i restanti settori di Basilicata, Calabria e Sicilia. Gialla su Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania e settori di Lombardia, Veneto, Toscana e Sardegna.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL NORD

Per l’Italia del Nord le previsioni meteo annunciano un 12 novembre ambivalente: nelle regioni occidentali (Liguria, Piemonte e Val d’Aosta) non sono previste piogge significative, anche se il cielo resterà grigio. Il grosso delle precipitazioni si abbatterà invece sulle regioni orientali (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), piogge lievi su Lombardia ed Emilia-Romagna. Prevista neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Nel corso della giornata la tendenza si confermerà, per poi attenuarsi a partire dalla tarda mattinata del 13 novembre. A Venezia sono possibili maree eccezionali: martedì mattina è previsto un picco di 140 centimetri, martedì sera di 145 centimetri, mercoledì mattina di 145 centimetri.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL CENTRO

Il 12 novembre sarà molto nuvoloso anche sul Centro Italia. Le piogge potranno assumere carattere temporalesco su Sardegna, Umbria e regioni tirreniche. Per quanto riguarda in particolare la Sardegna, a causa di un ciclone sul Mediterraneo occidentale sono attesi pioggia, vento e mareggiate fino a sera. Nel Lazio le precipitazioni più intense colpiranno le province di Viterbo, Latina, Frosinone e Roma, con il rischio concreto di nubifragi e locali allagamenti. Anche sulla Capitale sussiste quindi la possibilità di violenti rovesci specie durante il pomeriggio di martedì, accompagnati da raffiche di vento in prevalenza dai quadranti meridionali.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL SUD

L’ondata di maltempo colpirà soprattutto le regioni del Sud, con allerta rossa per Calabria, Basilicata e Sicilia orientale, dove sarà elevato il rischio di fenomeni alluvionali. Forti venti di scirocco accompagneranno piogge intense, in risalita dal Mar Mediterraneo verso la Sicilia, a partire dalla serata di lunedì 11 novembre, con mareggiate e onde alte fino a quattro metri su tutte le coste esposte. In sole sei ore potrebbero cadere fino a 80 millimetri d’acqua, ovvero 80 litri d’acqua su una superficie di un metro quadrato. Non sono da escludere anche grandinate e locali trombe d’aria soprattutto a Ragusa, Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Catania. Nella notte e nelle prime ore del 12 novembre lo spostamento del minimo depressionario dalla Tunisia al Mar Tirreno farà sì che le intense precipitazioni si concentreranno tra la Sicilia orientale e la Calabria ionica, dove potranno verificarsi alluvioni e allagamenti. Il maltempo sarà associato anche in questo caso a forti venti di scirocco, sia sul Mar Ionio, sia sulle vette appenniniche della Sila e dell’Aspromonte. La situazione andrà migliorando nel corso della mattinata di martedì.

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Allerta meteo da Nord a Sud: temporali in tutta Italia

Allarme rosso in Calabria, Basilicata e Sicilia. Rischio nubifragi e allagamenti a Roma, maree eccezionali previste a Venezia. Neve sull'arco alpino sopra i 1.200 metri. Il quadro del maltempo nella giornata del 12 novembre.

Una forte perturbazione sta portando temporali in tutta Italia, da Nord a Sud. Per la giornata del 12 novembre la Protezione civile ha diramato l’allerta rossa su gran parte della Calabria, sui settori costieri della Basilicata e sulla Sicilia orientale. Allerta arancione per la Puglia e per i restanti settori di Basilicata, Calabria e Sicilia. Gialla su Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania e settori di Lombardia, Veneto, Toscana e Sardegna.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL NORD

Per l’Italia del Nord le previsioni meteo annunciano un 12 novembre ambivalente: nelle regioni occidentali (Liguria, Piemonte e Val d’Aosta) non sono previste piogge significative, anche se il cielo resterà grigio. Il grosso delle precipitazioni si abbatterà invece sulle regioni orientali (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), piogge lievi su Lombardia ed Emilia-Romagna. Prevista neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Nel corso della giornata la tendenza si confermerà, per poi attenuarsi a partire dalla tarda mattinata del 13 novembre. A Venezia sono possibili maree eccezionali: martedì mattina è previsto un picco di 140 centimetri, martedì sera di 145 centimetri, mercoledì mattina di 145 centimetri.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL CENTRO

Il 12 novembre sarà molto nuvoloso anche sul Centro Italia. Le piogge potranno assumere carattere temporalesco su Sardegna, Umbria e regioni tirreniche. Per quanto riguarda in particolare la Sardegna, a causa di un ciclone sul Mediterraneo occidentale sono attesi pioggia, vento e mareggiate fino a sera. Nel Lazio le precipitazioni più intense colpiranno le province di Viterbo, Latina, Frosinone e Roma, con il rischio concreto di nubifragi e locali allagamenti. Anche sulla Capitale sussiste quindi la possibilità di violenti rovesci specie durante il pomeriggio di martedì, accompagnati da raffiche di vento in prevalenza dai quadranti meridionali.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL SUD

L’ondata di maltempo colpirà soprattutto le regioni del Sud, con allerta rossa per Calabria, Basilicata e Sicilia orientale, dove sarà elevato il rischio di fenomeni alluvionali. Forti venti di scirocco accompagneranno piogge intense, in risalita dal Mar Mediterraneo verso la Sicilia, a partire dalla serata di lunedì 11 novembre, con mareggiate e onde alte fino a quattro metri su tutte le coste esposte. In sole sei ore potrebbero cadere fino a 80 millimetri d’acqua, ovvero 80 litri d’acqua su una superficie di un metro quadrato. Non sono da escludere anche grandinate e locali trombe d’aria soprattutto a Ragusa, Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Catania. Nella notte e nelle prime ore del 12 novembre lo spostamento del minimo depressionario dalla Tunisia al Mar Tirreno farà sì che le intense precipitazioni si concentreranno tra la Sicilia orientale e la Calabria ionica, dove potranno verificarsi alluvioni e allagamenti. Il maltempo sarà associato anche in questo caso a forti venti di scirocco, sia sul Mar Ionio, sia sulle vette appenniniche della Sila e dell’Aspromonte. La situazione andrà migliorando nel corso della mattinata di martedì.

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Vedo il dramma dell’ex Ilva di Taranto e odio questi politicanti

La città culla del movimento operaio pugliese ha conosciuto ben prima del fenomeno Salvini e 5 stelle l’irruenza selvatica di un populismo straccione che ha distrutto ogni connessione cittadina. E ora è in mano a incapaci locali e nazionali. Ecco perché da qui deve partire la riscossa di una vera e nuova sinistra.

Leggo le tragiche notizie sull’ex Ilva di Taranto e mi vengono tanti pensieri. Uno è per Alessandro Leogrande, giovane, straordinario intellettuale, morto due anni fa che tanto scrisse su Taranto con una lucidità e una passione incredibili. Non l’ho mai conosciuto, e solo da poco tempo sto leggendo tutto ciò che ha scritto. Sono testi fondamentali. Uno straordinario cronista che ha spiegato una crisi industriale, una città lasciata sola, la deriva di un popolo, la débâcle di una classe dirigente. Se ci fosse oggi, e tutti noi avremmo voluto che ci fosse, avrebbe scritto articoli da levare la pelle a tutti questi ciarlatani che affollano la politica italiana e pugliese.

LEGGI ANCHE: La storia infinita della crisi dell’Ilva di Taranto in cinque tappe

IL TIRA E MOLLA SULL’ACCIAIO HA STRONCATO TARANTO

L’altro pensiero che mi viene in mente è per la mia povera Puglia. Una regione straordinaria. Una eccentricità nel Mezzogiorno, la definì Antonio Gramsci. E tuttora lo è. Si fabbricano addirittura aerei, ci sono imprese in ogni settore, università importanti, è uno straordinario set cinematografico (merito di tanti e soprattutto di Nichi Vendola), è meta di vacanzieri generalmente soddisfatti. In Puglia, però, c’è la più grande crisi industriale italiana con questo tira e molla sull’acciaio che ha stroncato una città che non sa scegliere fra il lavoro e la salute (ma perché bisogna fare questa scelta?). 

LEGGI ANCHE: Chi è Lucia Morselli, la lady d’acciaio che vuole restituire l’ex Ilva allo Stato

IN PUGLIA LA SINISTRA È SPARITA

In Puglia la risorsa maggiore, l’oliveto, è stata distrutta, o quasi, in una gran parte del Salento per una malattia come la xylella che i governanti e qualche magistrato volevano curare con una specie di “modello Panzironi” applicato all’agricoltura. In Puglia la sinistra è sparita perché se l’è presa un uomo gigantesco, fisicamente, pieno di vita, disinvolto come Matteo Salvini, e cinico come Luigi Di Maio, che ha annichilito amici e avversari e ha ammorbato l’aria con alleanze politicamente torbide che sono il vero cancro della democrazia meridionale. Questo signore si chiama Michele Emiliano. Simpatico è simpatico, ma sotto il suo regno Italsider e xylella sono diventati un dramma inaccettabile. Sono convinto che almeno sull’Italsider vi siano colpe anche di Vendola che comunque ora è fuori dalla politica. Emiliano è invece lì, pronto a chiedere un altro mandato per finire di sfasciare quello che è rimasto in piedi.

La mia speranza è che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di fare e che dopo Leogrande, sulla strada tracciata da lui, ci siano tanti giovani che prendano la sua bandiera 

Quando ho chiesto a Nicola Zingaretti di sciogliere il suo partito  chiamando forze nuove per fondarne un altro, pensavo proprio a una azione che ci liberasse degli Emiliano, senza cacciarli ma solamente costringendoli a fare da soli. Il dramma pugliese è che a destra c’è addirittura peggio. È lo stesso dramma emiliano-romagnolo con quella improbabile candidata leghista contrapposta a un diligente funzionario del Pd.

IL DRAMMA DI UNA CITTÀ DIMENTICATA

Tutti questi pensieri però si fermano di fronte al tema che sanguina. Taranto è una città dimenticata, ma è stata una delle più belle e operose città del Paese. Per un lungo tratto è stata più importante di Bari, di Lecce, era una vera Capitale: ha avuto operai, classe media, eccellenze navali militari, addirittura ha due mari e infine ha creato anche un modo di cucinare il pesce che solo ora nel Salento copiano, appropriandosene. Taranto è una città che trova le tracce della sua esistenza talmente lontano nella storia che solo per questo andrebbe rispettata. Taranto ha conosciuto ben prima del fenomeno Salvini e 5 stelle l’irruenza selvatica di un populismo straccione che ha distrutto ogni connessione cittadina. Taranto era la città del movimento operaio pugliese, con i suoi dirigenti duri e spesso schematici ma vere rocce a tutela del popolo. Taranto oggi è nelle mani di un gruppo di incapaci, locali e nazionali, del movimento 5 stelle che vuole fare esperimenti su di lei. Ve lo ripeto: voi non sapete che cos’è Taranto per il Paese come vi siete dimenticati cos’era Genova per il Paese.

DAL SUD E DA TARANTO DEVE PARTIRE LA RISCOSSA

Noi abbiamo il dovere di difendere le nostre città industriali, dobbiamo metterle al centro dell’attenzione nazionale, dobbiamo curare quelle popolazioni come figli preferiti. Ma è dal Sud, da Taranto e da altri territori che deve partire la riscossa. Non bisogna spettarsi niente dal Nord per come è politicamente ora. Non bisogna aspettarsi niente da una classe dirigente indigena che non ha mantenuto un solo impegno. Non possiamo assistere a un voto meridionale che rischia di andare ai nemici del Mezzogiorno o in un non lontano futuro alle liste neo-borboniche. La mia speranza è che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di fare e che dopo Leogrande, sulla strada tracciata da lui, ci siano tanti giovani che prendano la sua bandiera

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