Disegnata una svastica sulla targa alla partigiana Tina Costa

Un altro oltraggio alla memoria del simbolo della Resistanza, morta nel marzo del 2019.

Una svastica ha danneggiato la targa che ricorda la partigiana e sindacalista Tina Costa a Roma, nel quartiere di Cinecittà, che inaugurata 20 giorni fa ha già subito un altro atto vandalico. Il gesto «vergognoso e oltraggioso contro una protagonista della nostra Repubblica», è stato fermamente condannato dalle istituzioni locali e dal mondo della politica.

I MESSAGGI DI ZINGARETTI E RAGGI

«Tina, nessuno può dimenticare la sua incredibile tenacia e non saranno quattro idioti ad infangarne la memoria». Così su Facebook Nicola Zingaretti, segretario del Pd e presidente della regione Lazio, mentre la sindaca Virginia Raggi ha definito una «vergogna» l’atto vandalico che sarà prontamente ripulita: «È la seconda volta che la targa per la partigiana Costa viene imbrattata con svastiche. L’avevo già fatta ripulire dopo l’episodio di qualche giorno fa. Domani faremo altrettanto e abbiamo già denunciato il fatto al comandante della polizia locale chiedendo di tenere più sotto controllo la zona» , ha detto la presidente del municipio VII di Roma Monica Lozzi.

UNA VITA DA ANTIFASCISTA

«Questa mattina», hanno raccontato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Prc-Sinistra Europea, Vito Meloni, segretario della Federazione di Roma, e Giuseppe Carroccia, segretario del circolo Luigi Longo, «i compagni del circolo Luigi Longo di Rifondazione Comunista sono immediatamente intervenuti apponendo sopra al macabro simbolo nazista un cartello con la frase di Tina che è stata vigliaccamente imbrattata: ‘Sarò in piazza fino a quando avrò l’ultimo respiro perché so di essere dalla parte del giusto e che le mie idee sono condivise da tanti’. Tina – morta il 20 marzo 2019 a 93 anni – fino all’ultimo giorno è stata una militante dell’Anpi e di Rifondazione Comunista come Gennaro Di Paola che è venuto a mancare ieri a Massa Vesuviana. Erano giovanissimi quando entrarono nelle fila della Resistenza e non hanno mai smesso di testimoniare con la loro militanza la fedeltà ai principi di libertà e giustizia sociale dell’antifascismo».

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Dal Mibact 15 mln per creare il Museo nazionale Resistenza a Milano

Il ministro Franceschini, insieme al sindaco Sala hanno annunciato l'intenzione di creare la nuova istallazione in piazzale Baiamonti nella seconda piramide di Herzog.

Nascerà a Milano il Museo nazionale della Resistenza. Lo hanno annunciato il ministro dei Beni e Attività Culturali, Dario Franceschini, insieme al sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

Il museo avrà sede in piazzale Baiamonti nella seconda piramide di Herzog, che verrà realizzata di fronte a quella già esistente dove ha sede la Fondazione Feltrinelli.

Il ministero dei Beni culturali stanzierà altri 15 milioni di euro per il progetto che si aggiungono ai 2,5 milioni già stanziati in passato.

CHIUSA LA POLEMICA SULLA SEDE

L’annuncio ha così chiuso le polemiche sulla sede del museo, che in un primo momento doveva essere realizzato nella Casa della Memoria di Milano, luogo considerato troppo piccolo per un progetto di tale importanza, visto anche che Milano è città medaglia d’oro della Resistenza. Per questo Anpi, insieme ad altre associazioni, aveva inviato nei mesi scorsi una lettera al ministero dei Beni culturali, con la senatrice a vita Liliana Segre come prima firmataria, per chiedere che venisse trovata una sede adeguata per il museo.

SALA: «I FONDI BASTERANNO»

«Eravamo consapevoli che il progetto come era stato pensato non andava bene», ha detto Sala. «Questo museo sarà un progetto di prestigio per Milano e importante per il Paese». Lo spazio che lo sarà di 2.500 metri quadrati, il sindaco non ha dettato ancora i tempi della realizzazione. «Ho avvertito l’architetto Jacques Herzog di questa decisione stamattina e ovviamente era entusiasta, così come Liliana Segre», ha aggiunto il primo cittadino. «Ringraziamo il governo per questo intervento. Di fronte al prestigio di questo museo però nessuno si tirerà indietro, i fondi basteranno crediamo per costruire» la struttura «e i contenuti del museo. Si tratta però di trovare le formule per velocizzare e procedere in modo spedito».

VIA LIBERA ANCHE DELLA REGIONE

Il ministro Franceschini ha poi spiegato che ci sarà il «pieno coinvolgimento» nel progetto dell’Istituto Parri, dell’Anpi e «abbiamo parlato con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha dato il suo interesse e tutto sarà sotto forma di fondazione, una forma partecipativa e aperta».

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