Viva le Sardine ma anche i ragazzi del Virgilio

A Roma nessuno sembra pensare al destino dell'edificio scolastico che non si può e non si deve regalare alla speculazione. Solo i liceali se ne interessano nell’omertà di forze politiche e di intellettuali che discettano di occupazione si-occupazione no.

Il “caso” del Liceo Virgilio di Roma merita una tribuna nazionale. La ebbe lo scorso anno e quello precedente perché, durante una occupazione, scrisse un cronista fantasioso di un giornale locale, si erano girati filmini porno che la polizia non ha mai trovato e venne vandalizzato l’istituto con danni stimanti in cifre immensamente inferiori a quelle accertate dagli agenti.

Si discusse anche sulla legittimità delle occupazione e alcuni autorevoli esponenti del centro-sinistra, fra questi credo Francesco Rutelli, sostennero che il liceo Virgilio era una scuola soffocata dal sinistrismo dei suoi studenti al punto che conveniva ritirare i propri figli.

Sul Corriere della sera apparvero due interviste contrapposte, una mia, a viso aperto, a difesa dei ragazzi e delle ragazze e una di una genitrice che mantenne il segreto sul proprio nome, come una pentita di Cosa Nostra. Oggi e forse per un giorno ancora quel liceo è occupato. Ed è cominciato l’ambaradan mediatico guidato dal Messaggero e da un suo cronista col manganello.

ESISTONO MODALITÀ DI LOTTA CAPACI DI CREARE CONSENSO

Non sono un tifoso delle occupazioni scolastiche perché negano diritti a chi a scuola vuole andare. In situazioni eccezionali le forme di lotta possono essere anche molto dure, ma in tempi normali ricorrere alla forma di lotta più dura è un errore. D’altra parte i movimenti moderni, fino alle Sardine, alla coraggiosissime donne cilene e al movimento contro il femminicidio, hanno inventato modalità di lotta assai più efficaci verso la pubblica opinione, in grado di allargare il consenso e non di restringerlo. È per questo che se fossi stato studente avrei detto no all’occupazione. La stessa occupazione si sta svolgendo però con ospiti preziosi, da Michela Murgia a Marco Damilano, che arricchiscono culturalmente ragazzi e ragazze.

GLI STUDENTI DEL VIRGILIO CONTRO GLI SPECULATORI

Il tema che ai più sfugge è che a differenza di tutte le altre lotte studentesche, quella del Virgilio è una lotta per la difesa della città. Chi non è di Roma deve sapere che questo liceo affaccia su un lato sulla bellissima via Giulia e dall’altro sul Lungotevere. È una posizione che attira le voglie di speculatori che preferirebbero che la scuola chiudesse e che quell’edificio diventasse un albergo di lusso.

Difendere quell’edificio scolastico è una straordinaria battaglia cittadina che fanno solo gli studenti

Roma non è priva di palazzinari, alcuni di questi sono proprietari di giornali che non hanno mai scoperto uno scandalo cittadino salvo chiedere alla polizia di manganellare adolescenti per mostrare l’ingovernabilità di quella scuola, spingere alla non iscrizione e via via costringere ad abbandonarla così che possa cadere nelle mani di speculatori. Difendere quell’edificio scolastico è una straordinaria battaglia cittadina che fanno solo – ripeto – solo gli studenti nell’omertà di forze politiche e di intellettuali che discettano di occupazione si-occupazione no.

Il liceo Virgilio di Roma durante l’occupazione (foto Cecilia Fabiano-LaPresse).

SE SONO GLI ADOLESCENT GLI UNICI CON UN SENSO CIVICO

Per fortuna il commissariato di zona ha dimostrato in questi anni di avere i nervi saldi e di saper decidere fuori dal circo mediatico giudiziario. Tuttavia è normale che il direttore e il cronista del Messaggero incitino all’assalto poliziesco contro minorenni? È normale che in città nessuno voglia occuparsi di garantire la destinazione pubblica di un edificio che non si può e non si deve regalare alla speculazione? Io scrivo queste cose in evidente conflitto di interesse perché mio figlio è lì. Lui sa come la penso sulle occupazioni. Ma sa che lui e le sue compagne e i suoi compagni avranno, anche nel dissenso sulle forme di lotta, sempre la mia ammirazione per come difendono questa città che altri lasciano andare verso l’ingordigia di speculatori e le trombette di giornalisti privi di senso civico.

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