Una firma per aprire alla condivisione: una casa e un orto solidale


Le famiglie italiane stanno portando il peso di un inizio anno molto difficile. Aiutarle è indispensabile. A Reggio Emilia c’è la Locanda San Francesco che ospita le famiglie e i singoli in un percorso di crescita solidale verso una nuova emancipazione mentre vicino a Faenza la “Terra Promessa” diventa “Terra Condivisa” per contrastare l’emarginazione e la disoccupazione, grazie alla firma dell’8xmille per la Chiesa cattolica.
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Una firma per il benessere dei più fragili: anziani e malati


Sono un milione e 400mila in Italia le persone che soffrono di demenza cognitiva. Solo nel Lazio sono 38mila e hanno bisogno di aiuto per tutto, insieme ai loro familiari costretti ad accettare di non essere riconosciuti. A Roma grazie all’8xmille nel 2017 è nata Casa Wanda, un luogo sicuro dedicato ai malati gravi di Alzheimer per accompagnare anche la famiglia in questo percorso di perdita e di riscoperta.
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Una firma che ha un risvolto potente: prendersi cura del mondo


Può sostenere una mensa per i poveri, può dare assistenza agli ammalati di Alzheimer e ai loro familiari, può dar vita a un orto sociale dove l’inclusione porta frutto. Destinare l’8xmille è un gesto semplice ma potente: una firma sulla dichiarazione dei redditi che non costa nulla, ma dà molto a chi ha deciso di dedicarsi agli altri e lo fa anche a nome nostro. Scopri come puoi prenderti cura del prossimo.
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Cattolica, al Vaticano non piace la cacciata di Minali

La revoca delle deleghe all'ad ha irritato la Cei. E tutto fa presumere che la decisione sia stata presa dalla compagnia assicurativa veronese senza coinvolgere un cliente importante come la Conferenza Episcopale.

Manca solo che lo scomunichino. Le alte gerarchie della Chiesa hanno preso molto male la cacciata dalla tolda di comando di Cattolica Assicurazioni dell’amministratore delegato Alberto Minali – molto stimato a tutti i livelli vaticani, da Verona a Roma – da parte del presidente Paolo Bedoni, che pure da una vita si muove con disinvoltura in alcuni ambienti curiali. 

LA REAZIONE DELLA CEI

Oltre al rammarico, espresso con toni accorati, dal vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, che verso Bedoni non ha mai nutrito particolare simpatia e accondiscendenza, la reazione più pesante è stata quella della Cei. La Conferenza Episcopale è infatti seguita sul piano della gestione dei suoi beni patrimoniali da quella Banor Sim, con sedi a Milano e Torino, di cui fanno parte gli azionisti che hanno preso carta e penna e scritto al cda di Cattolica per chiedere lumi circa la defenestrazione, fin qui immotivata, di Minali. 

LA RICHIESTA DI SPIEGAZIONI RISPEDITA AL MITTENTE

La lettera, arrivata per il tramite dello studio legale Grimaldi, era firmata da Massimo Cagliero, amministratore delegato di Banor Sim, e da Francesco Brioschi, già presidente di Banknord (il vecchio nome di Banor) e attualmente al vertice di Sofia Holding, rappresentanti in modo diretto e indiretto di una quota di capitale di Cattolica di oltre il doppio del 2,5% necessario per statuto a poter chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria. Una richiesta gentile ma perentoria, peraltro respinta al mittente dalla compagnia assicurativa veronese, che fa presumere che questi soci si siano messi sul piede di guerra nei confronti di Bedoni. Possibile che lo abbia fatto senza aver almeno avvertito, se non coinvolto nella decisione di procedere, un cliente così importante come la Cei? Tutto fa presumere di no.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

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