Poste: l’Antitrust apre un’istruttoria per pratica scorretta nel recapito delle raccomandate

L'Autorità ipotizza una pratica commerciale scorretta: gli avvisi di giacenza dei plichi sarebbero spesso depositati nelle cassette dei destinatari senza accertare la loro presenza in casa.

Poste nel mirino dell’Antitrust. Martedì i funzionari hanno svolto ispezioni nelle sedi della società, con l’ausilio della Guardia di Finanza dopo l’avvio di un’istruttoria «per accertare una presunta pratica commerciale scorretta, posta in essere nell’ambito del servizio di recapito della corrispondenza e, in particolare delle raccomandate». L’ipotesi, ha spiegato l’Autorità «è che il cliente/mittente che decida di rivolgersi a Poste per inviare una raccomandata possa essere ingannevolmente indotto ad acquistare un servizio pubblicizzato da claim che ne enfatizzano determinate caratteristiche che, nella sua concreta erogazione non vengono, poi, rispettate».

AVVISO DI GIACENZA SPESSO DEPOSITATO SENZA ACCERTARE LA PRESENZA DEL DESTINATARIO

In particolare per quanto riguarda il recapito della corrispondenza, il Garante ha sottolineato «che l’avviso di giacenza del plico raccomandato verrebbe spesso depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio. Costringendo quindi il destinatario che voglia entrare in possesso del plico a esperire procedure alternative previste da Poste, con uno slittamento dei tempi di consegna e un dispendio di tempo ed energie che non sarebbe necessario qualora il tentativo di consegna venisse realmente effettuato».

POSSIBILI MESSAGGI INGANNEVOLI CIRCA IL RITIRO DIGITALE

Secondo l’Antitrust, Poste, inoltre, avrebbe veicolato «messaggi ingannevoli riguardo al servizio di Ritiro digitale, vale a dire la versione evoluta della consegna fisica, delle raccomandate, con riferimento alle relative condizioni economiche e di utilizzo».

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