Lagarde diplomatica con Schaeuble: inizio soft per la presidente Bce

La numero uno dell'Eurotower a Berlino, in casa dell'ex ministro delle finanze tedesco, non cita né la politica monetaria né la necessità di uno sforzo di bilancio. Ma con tutta probabilità sta giocando di tattica.

I richiami alla necessità di aumentare lo sforzo di bilancio non si sono sentiti. Christine Lagarde, alla sua prima uscita dal presidente della Bce, esordisce a Berlino di fronte a Wolfgang Schaeuble. Ma anziché svelare subito le sue carte spingendo per uno stimolo di bilancio, preferisce la diplomazia con uno dei referenti dell’austerity tedesca, che potrebbe rivelarsi decisivo nei prossimi mesi.

«IL SEGNO DI UN VERO UOMO DI STATO»

Durante un intervento a Berlino in lode all’ex ministro delle Finanze, ora potente presidente del Bundestag, la neopresidente della Bce ha ricordato i negoziati durissimi vissuti insieme (il pensiero va alla crisi della Grecia) ma non ha toccato esplicitamente né la politica monetaria, come atteso, né la politica di bilancio, come qualcuno invece si sarebbe aspettato. Ha riconosciuto a Schaeuble di portare «il segno di un vero uomo di Stato: la capacità di esaminare profondamente ciò che va fatto, evitando false certezze».

UN GIOCO DI TATTICA

L’ex direttrice generale del Fmi, insomma, di fronte a Schaeuble, in una Berlino sempre più critica delle politiche espansive della Bce che Lagarde eredita da Draghi, prende alla larga l’argomento scottante su cui era già intervenuta nei giorni scorsi chiedendo a Germania e Olanda di farsi avanti con uno stimolo di bilancio per sostenere l’Europa. Un esordio sotto tono, anche se diversi osservatori notano che l’approccio soft (già visto all’Europarlamento quando Lagarde non ha sottoscritto convintamente il ‘whatever it takes di Draghi) probabilmente sta giocando di tattica.

RICERCA DEL CONSENSO DIETRO LE QUINTE

Ha bisogno, cioè, di ammorbidire l’establishment tedesco per cercare di convincerlo a non osteggiare con troppa forza le mosse della Bce, specie se dovesse rendersi necessario un ulteriore rilancio del quantitative easing di fronte al rischio di recessione. E di cercare il consenso, dietro le quinte, per l’eventualità di uno stimolo di bilancio per la crescita che vada oltre i 54 miliardi per il clima di investimento messi sul piatto dalla cancelliera Merkel. Con Schaeuble funziona così e Lagarde l’ha imparato negli anni della grande crisi, riuscendo a costruire con lui una relazione cordiale nonostante posizioni diametralmente opposte sull’opportunità di ristrutturare il debito ellenico: il politico tedesco – con una Cdu alle prese con l’affermazione della Afd che la spinge a destra – non ama le sorprese.

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