In Vaticano mille denunce di abusi sessuali in un anno: «È uno tsunami»

John Joseph Kennedy, il capo Ufficio della sezione disciplinare della Congregazione per la dottrina della fede: «Se avessi un bambino maltrattato, probabilmente smetterei di andare a messa».

Sopraffatti dalle denunce, letteralmente. L’ufficio vaticano che riceve le denunce di abusi sessuali da parte del clero ha registrato quest’anno la cifra record di 1.000 casi segnalati da tutto il mondo, anche da Paesi di cui non aveva mai sentito parlare prima, e potrebbe non essere finita qui. John Joseph Kennedy, il capo Ufficio della Sezione Disciplinare nella Congregazione per la dottrina della fede, lo ha detto all’agenzia di stampa americana Associated press, precisando che l’enorme afflusso di denunce ha “sopraffatto” il personale

«STIAMO ASSISTENDO A UNO TSUNAMI DI CASI»

Per evadere tutti i documenti relativi al 2019, il quadruplo di quanti se ne gestivano un decennio fa, il personale – ha spiegato Kennedy – «dovrebbe lavorare sette giorni alla settimana». «Stiamo effettivamente assistendo a uno tsunami di casi, al momento, in particolare da Paesi di cui non abbiamo mai sentito parlare prima», ha detto, riferendosi ai casi più eclatanti emersi in Argentina, Messico, Cile, Italia, Polonia e Stati Uniti. «Suppongo che se non fossi un prete e se avessi un bambino maltrattato, probabilmente smetterei di andare a messa», ha detto Kennedy. Ma il Vaticano – ha ricordato – si è impegnato a combattere gli abusi e ha solo bisogno di tempo per esaminare tutti i casi. «Li esamineremo dal punto di vista forense e garantiremo il giusto risultato – ha aggiunto -. Non si tratta di riconquistare la gente, perché la fede è qualcosa di molto personale. Ma almeno diamo alla gente la possibilità di dire: ‘Forse diamo alla chiesa una seconda possibilità di ascoltare il messaggio’».

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Arrestato un sacerdote nel Casertano con l’accusa di pedofilia

In manette don Michele Mottola. Dopo le prime segnalazioni, sono state decisive le registrazioni col cellulare fatte dalla vittima, una 12enne che frequentava la chiesa del paese.

Un sacerdote nel Casertano è stato arrestato con l’accusa abusi su una minore di 12 anni che frequentava la chiesa. L’arresto è stato eseguito dalla Polizia di Stato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord. A finire in manette è stato don Michele Mottola della parrocchia di Trentola Ducenta. Era stata la Diocesi di Aversa a inviare la prima segnalazione alla procura guidata da Francesco Greco sui presunti abusi commessi dal prete, che nel maggio scorso era stato sospeso dal servizio.

LE REGISTRAZIONI: «È SOLO UN GIOCO, NON FACCIAMO NIENTE DI MALE»

La ragazzina ha registrato con il telefonino gli incontri tenuti col sacerdote nella canonica della parrocchia, raccogliendo elementi rilevanti che hanno portato all’arresto dell’uomo. «Lasciami stare, non mi devi più toccare», è una delle frasi emblematiche che la piccola ha registrato mentre parlava con il prete; «è solo un gioco, non facciamo niente di male» sono le altre significative parole pronunciate invece dal sacerdote e finite nelle registrazioni consegnate dai genitori della bimba nel maggio scorso ai poliziotti del Commissariato di Aversa e fatte ascoltare alla diocesi, che ha subito sospeso don Michele dal servizio, informando la Procura di Napoli Nord. Nei confronti dell’uomo è stato avviato un processo canonico tuttora in corso.

DELLA VICENDA SI SONO OCCUPATE ANCHE LE IENE

Nel frattempo gli investigatori della Polizia di Stato guidati da Vincenzo Gallozzi hanno raccolto anche delle testimonianze. Il cerchio sulla ricostruzione della vicenda si è chiuso con l’incidente probatorio che ha messo la ragazzina e il sacerdote uno di fronte all’altro. La 12enne ha confermato che gli abusi andavano avanti da tempo, mentre don Michele si è difeso dicendo che la minore stava farneticando. Intanto i genitori della bimba si sono rivolti al programma tivù Le Iene perché la vicenda venisse fuori in tutta la sua drammaticità.

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