Le rotte dell’immigrazione clandestina che preoccupano il Marocco

A Rabat la questione migratoria sta diventando sempre più urgente. Gli ultimi naufragi agitano la monarchia. Che fatica a gestire gli arrivi dal Sahara occidentale. Il reportage.

Nel mezzo della notte, almeno un paio di enormi barconi di legno chiamati Kayoko prendono il largo dalla spiaggia di Nador, nel Nord del Marocco, una delle città della regione del Rif. «Ormai succede sempre più spesso, nonostante siano stati intensificati i controlli», racconta un membro della direzione generale della Sicurezza nazionale. A Rabat, la questione migratoria sta diventando sempre più urgente e, sebbene per mesi non sia stata considerata una emergenza, ora le cose stanno cambiando.

UN TERZO DELLE VITTIME DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA È MAROCCHINO

A scuotere gli apparati della monarchia sono stati gli ultimi morti denunciati dalla Ong Alarm Phone: a metà dicembre sono stati recuperati sette cadaveri, almeno 20 i dispersi su 63 persone che sono state tratte in salvo. «Si parla sempre di Libia e di Tunisia ma mai di Marocco. Eppure è anche dalle nostre coste che si comincia a partire in massa», spiega Amal El Ouassif, assistente di ricerca in Relazioni internazionali e Geopolitica presso il Centro politico per il Nuovo Sud del Marocco. Un recente rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha rivelato che i marocchini rappresentano oltre un terzo delle vittime dell’immigrazione clandestina e circa otto vittime su 10 non vengono recuperate. Secondo i dati raccolti nel rapporto, relativi al 2019, 425 persone sono annegate durante la navigazione tra Marocco e di Spagna e Italia, 240 migranti sono morti nelle acque dell’Oceano Atlantico nel tentativo di raggiungere le coste delle Isole Canarie spagnole. Ancora,146 persone sono morte nell’affondamento di barche nello stretto di Gibilterra e 228 nel Mare di Albran, l’area del mare tra Al Hoceima e Oujda nel Nord-Est del Marocco verso il Sud-Ovest dell’Andalusia, che si estende tra le province di Granada e Almeria.

Molte rotte migratorie dall’Africa sub-sahariana terminano qui in Marocco, sono migranti che attraversano il Sahara occidentale. Arrivano dal Mali, dal Niger, dalla Mauritania

Amal El Ouassif, Centro Politico per il Nuovo Sud del Marocco

«Molte rotte migratorie dall’Africa sub-sahariana terminano qui in Marocco», spiega Amal, «e sono migranti che attraversano il Sahara occidentale. Arrivano dal Mali, dal Niger, dalla Mauritania dove i carovanieri sono diventati trafficanti di uomini». Questa tratta è poco raccontata ma milioni di storie arrivano ugualmente sulle spiagge del Marocco, sulle coste di Nador ma anche di Al Hoseyma, sempre nella zona del Rif, e di Larache, porto nel Nord del Paese. In quelle zone sono stati intensificati i controlli e proprio qualche notte fa sono state bloccate 25 persone pronte a salpare. Dalla direzione generale della Sicurezza Nazionale hanno fatto sapere di aver arrestato una persona sospettata di essere collegata a un’organizzazione che gestisce l’immigrazione clandestina. «L’attenzione sui migranti irregolari che arrivano in Marocco è cresciuta via via che è cresciuta la forza dei gruppi terroristici del Niger, del Ciad e del Mali legati prima all’Aqmi, Al Qaeda del Maghreb islamico, e poi all’Isis», dice Amal El Oussif.

LA GERMANIA APRE LE PORTE ALL’IMMIGRAZIONE REGOLARE

Ai migranti irregolari si aggiungono poi i marocchini che vogliono partire per i problemi che attanagliano il Paese, mancanza di lavoro e povertà. In questo contesto, la Germania starebbe per varare una nuova legge sull’immigrazione legale destinata a coloro che dispongono di certificati di formazione professionale, così da superare la carenza di manodopera qualificata del Paese. Lo ha fatto sapere l’Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca a Rabat che in una nota ha incoraggiato l’immigrazione legale per dare un stop a quella clandestina. L’ambasciatore tedesco in Marocco, Goets Schmidt Prem, ha confermato che la Germania nel 2020 aprirà nuove porte all’immigrazione legale dal Marocco.

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I partiti pro e contro Salvini sul caso Gregoretti

L'ex ministro è in maggioranza. Anche Italia Viva voterà contro lui. Il centrodestra non basta a evitare l'autorizzazione a procedere.

L’inizio del confronto in Senato sul caso Gregoretti che riguarda Matteo Salvini si avvicina. Mercoledì 8 gennaio inizia nella Giunta per le immunità l’esame della richiesta di autorizzazione a procedere, su cui il voto è fissato per il 20 gennaio. E gli schieramenti che ormai sembrano essersi delineati non portano certo buone notizie per l’ex ministro dell’Interno.

SALVINI IN MINORANZA

Dalla parte di Salvini si schiera solo il centrodestra, una minoranza tanto nella Giunta per le immunità quanto in Aula. Persino l’ipotesi di un voto favorevole da parte di Italia Viva è sfumata il 4 gennaio, con le dichiarazioni del coordinatore nazionale, Ettore Rosato. «Salvini nella sua memoria ci ha spiegato che il caso Gregoretti è identico a quello della Diciotti. Quindi noi ci comporteremo in modo identico, votando anche stavolta a favore dell’autorizzazione al processo contro Salvini». Linea identica per il Pd, tesi opposta ma stessa conclusione per il Movimento 5 stelle, secondo il quale «il caso Gregoretti è completamente diverso da quello della Diciotti, quando votammo a favore di Salvini, quindi ora voteremo contro di lui». Anche l’ex M5s, Gregorio De Falco, membro della Giunta, ha spiegato in punta di diritto la diversità dei due casi appoggiando per una volta le tesi del movimento in cui ha militato.

FORZA ITALIA CON L’EX MINISTRO

Dalla parte di Salvini c’è Forza Italia. «Le piroette di Renzi tra garantismo e giustizialismo non ci sorprendono più, ma qui c’è in ballo una questione più grande: consegnare infatti un ex ministro dell’Interno nelle mani della magistratura per aver seguito la linea della fermezza sulla immigrazione clandestina che faceva parte del programma di governo significherebbe la capitolazione finale della politica», ha affermato la capogruppo azzurra in Senato Anna Maria Bernini. Per la presidente dei deputati forzisti Mariastella Gelmini, invece, il M5s usa «due pesi e due misure sulla base della convenienza» e «non è quello di cui l’Italia ha bisogno». Per solidarizzare con il leader leghista, Francesco Giro ha proposto il doppio tesseramento Fi-Lega, ma sui social è stato insultato dal responsabile dei Giovani di Fi e amministratore milanese, Marco Bettetti. Tra la base di Forza Italia, infatti, non tutti salverebbero Salvini, a cui viene attribuita la colpa di aver fagocitato il partito di Berlusconi.

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I partiti pro e contro Salvini sul caso Gregoretti

L'ex ministro è in maggioranza. Anche Italia Viva voterà contro lui. Il centrodestra non basta a evitare l'autorizzazione a procedere.

L’inizio del confronto in Senato sul caso Gregoretti che riguarda Matteo Salvini si avvicina. Mercoledì 8 gennaio inizia nella Giunta per le immunità l’esame della richiesta di autorizzazione a procedere, su cui il voto è fissato per il 20 gennaio. E gli schieramenti che ormai sembrano essersi delineati non portano certo buone notizie per l’ex ministro dell’Interno.

SALVINI IN MINORANZA

Dalla parte di Salvini si schiera solo il centrodestra, una minoranza tanto nella Giunta per le immunità quanto in Aula. Persino l’ipotesi di un voto favorevole da parte di Italia Viva è sfumata il 4 gennaio, con le dichiarazioni del coordinatore nazionale, Ettore Rosato. «Salvini nella sua memoria ci ha spiegato che il caso Gregoretti è identico a quello della Diciotti. Quindi noi ci comporteremo in modo identico, votando anche stavolta a favore dell’autorizzazione al processo contro Salvini». Linea identica per il Pd, tesi opposta ma stessa conclusione per il Movimento 5 stelle, secondo il quale «il caso Gregoretti è completamente diverso da quello della Diciotti, quando votammo a favore di Salvini, quindi ora voteremo contro di lui». Anche l’ex M5s, Gregorio De Falco, membro della Giunta, ha spiegato in punta di diritto la diversità dei due casi appoggiando per una volta le tesi del movimento in cui ha militato.

FORZA ITALIA CON L’EX MINISTRO

Dalla parte di Salvini c’è Forza Italia. «Le piroette di Renzi tra garantismo e giustizialismo non ci sorprendono più, ma qui c’è in ballo una questione più grande: consegnare infatti un ex ministro dell’Interno nelle mani della magistratura per aver seguito la linea della fermezza sulla immigrazione clandestina che faceva parte del programma di governo significherebbe la capitolazione finale della politica», ha affermato la capogruppo azzurra in Senato Anna Maria Bernini. Per la presidente dei deputati forzisti Mariastella Gelmini, invece, il M5s usa «due pesi e due misure sulla base della convenienza» e «non è quello di cui l’Italia ha bisogno». Per solidarizzare con il leader leghista, Francesco Giro ha proposto il doppio tesseramento Fi-Lega, ma sui social è stato insultato dal responsabile dei Giovani di Fi e amministratore milanese, Marco Bettetti. Tra la base di Forza Italia, infatti, non tutti salverebbero Salvini, a cui viene attribuita la colpa di aver fagocitato il partito di Berlusconi.

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Il debutto in corteo a Napoli delle Sardine nere

Circa 200 membri del Movimento migranti e rifugiati di Napoli scendono in piazza per chiedere il riconoscimento del permesso di soggiorno.

Hanno deciso di farsi chiamare ‘sardine nere’ gli oltre 200 membri del Movimento migranti e rifugiati di Napoli che hanno fatto il loro esordio sabato 7 dicembre manifestando in corteo per chiedere l’accelerazione dei tempi della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, il rapido rilascio dei permessi di soggiorno. Il corteo si è diretto verso piazza Municipio ed è stato raggiunto dal Senatore Gregorio De Falco.

ABBIAMO OTTENUTO UNA PRIMA VITTORIA! Aggiornamenti del Movimento Migranti e Rifugiati Napoli dall'incontro con la questura!Il corteo si è diretto a piazza Municipio e ci ha raggiunto il Senatore De Falco!

Posted by Ex OPG Occupato – Je so' pazzo on Saturday, December 7, 2019

CONTRO SALVINI E LAMORGESE

Mostrando manifesti contro l’ex ministro Salvini e contro l’attuale titolare del Viminale, Lamorgese, i migranti sono partiti in corteo da Piazza Garibaldi diretti verso la Questura. All’altezza di Via Mezzocannone c’è stata una deviazione verso la zona turistica dei Decumani. «Cambiano i governi e ministri dell’Interno, ma non cambiano le politiche contro i migranti, i rifugiati e le fasce più deboli della popolazione», hanno affermato il Movimento Migranti e Rifugiati Napoli e l’Ex-Opg Je so’ Pazzo. «Le nostre vite non possono più aspettare, scendiamo in piazza per richiedere l’immediata abrogazione dei decreti sicurezza e contro le procedure dell’Ufficio immigrazione della questura di Napoli, che attraverso la macchina della burocrazia continua a tenere in un limbo giuridico la vita di centinaia di persone e non garantisce ai richiedenti protezione internazionale di accedere all’istituto della protezione internazionale come sancito dalla Costituzione e dalle leggi attualmente in vigore».

L’IMPORTANZA DEL PERMESSO DI SOGGIORNO

Avere il permesso di soggiorno, hanno affermato gli organizzatori, «significa poter accedere al sistema sanitario, all’istruzione, al riconoscimento dei figli; avere il permesso di soggiorno significa poter contrattare un giusto salario sul posto di lavoro e una possibilità in più per ribellarsi allo sfruttamento, significa potersi spostare liberamente sul territorio, significa avere l’opportunità di condurre una vita dignitosa e non essere condannati a vivere come fantasmi nei ghetti delle nostre città». Nel lanciare l’iniziativa su Facebook, l’Ex Opg di Napoli ha spiegato: «Chi sono le Sardine nere? Sono tutte quelle sardine che non sono potute scendere nelle piazze italiane di queste ultime settimane, perché considerate diverse dalle altre Sardine».

🐟LE SARDINE NERE ARRIVANO A NAPOLI!✊🏽Sabato 7 Dicembre dalle ore 10:00 da Piazza Garibaldi partirà il corteo delle…

Posted by Ex OPG Occupato – Je so' pazzo on Friday, December 6, 2019

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L’Inps ha sbloccato il reddito di cittadinanza per gli immigrati extracomunitari

Ma gli aventi diritto che provengono da una lista di 19 Paesi dovranno produrre una documentazione aggiuntiva.

Si sblocca la procedura per l’erogazione del reddito di cittadinanza alle famiglie di extracomunitari che ne hanno diritto. Lo chiarisce l’Inps spiegando che il decreto del ministero del Lavoro di concerto con gli Esteri ha definito l’ambito di applicazione della norma sui documenti da produrre per ottenere la carta Rdc. Solo i cittadini provenienti da 19 Paesi dovranno produrre la documentazione aggiuntiva mentre per gli altri, se ci sono i requisiti, si sblocca la domanda e arriva la carta. Con cadenza quindicinale arriveranno anche gli arretrati

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La battaglia per cambiare la Bossi-Fini torna alla Camera

La proposta popolare di legge "Ero straniero" all'esame dell'Aula. Prevede la possibilità di permessi di soggiorno regolari per gli immigrati economici.

La prossima settimana riprende alla Camera l’esame della proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero, che modificherebbe la legge Bossi-Fini sull’immigrazione (in vigore dal 2002) prevedendo la possibilità di permessi di soggiorno regolari per immigrati economici. Lo ha annunciato il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5s). «Ripartono la prossima settimana», ha detto Brescia, «le audizioni sulla proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero”».

LA LEGGE PROMUOVE L’IMMIGRAZIONE REGOLARE

Il testo era stato presentato nell’ottobre 2017 e incardinato nel giugno 2018 in commissione Affari costituzionali fa con la sola illustrazione del testo da parte del relatore Riccardo Magi (+Europa). «Promuovere l’immigrazione regolare, in raccordo con i settori produttivi del Paese», ha detto Brescia, «deve essere una risposta strutturale per contrastare illegalità e lavoro nero. Noi diciamo no alle sanatorie del passato e con queste audizioni apriamo in parlamento il cantiere per un’immigrazione capace di produrre ricchezza per lo Stato e per le nostre imprese».

IL FLUSSO NON SODDISFA LA DOMANDA DEL MERCATO DEL LAVORO

«Sono tanti a sostenere», ha proseguito, «che il decreto flussi annuale non garantisce più i fabbisogni del mercato del lavoro. Lo dimostrano i dati: a inizio luglio erano più di 44 mila le domande presentate per i lavoratori stagionali a fronte di 18 mila ingressi autorizzati. Domani con un question time in commissione chiederò al Ministero dell’Interno un aggiornamento sul numero di domande presentate. La realtà parla sempre più forte della propaganda» conclude Brescia.

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