Cos’è l’animazione sospesa, la nuova frontiera della chirurgia

Consiste nel rallentare i parametri vitali del paziente e sostituire il sangue con una soluzione salina fredda. Le cose da sapere sulla tecnica sperimentata con successo negli Usa.

Abbassare la temperatura corporea del paziente, rallentandone le funzioni vitali, per dare ai chirurghi il tempo di intervenire: non è fantascienza, ma una tecnica innovativa sperimentata al Centro medico dell’università del Maryland, chiamata “animazione sospesa”. A dare la notizia è stato il settimanale di divulgazione scientifica inglese New Scientist.

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UNA PRATICA UTILIZZATA SOLTANTO NEI CASI GRAVI

Nell’animazione sospesa il sangue del paziente viene sostituito, a cuore fermo, da una soluzione salina fredda. Questa blocca l’attività cellulare del corpo, evitando i danni ai tessuti derivanti dalla scarsa ossigenazione. Viene utilizzata soltanto nei casi molto gravi, come nei traumi da arma da fuoco, quando il soggetto versa già in condizioni di parziale dissanguamento. Durante la procedura, il respiro e il battito cardiaco sono ancora rilevabili, ma soltanto con apposite strumentazioni di misura.

I PRIMI ESPERIMENTI SU CANI E TOPI

Il primo esperimento riuscito di animazione sospesa è stato condotto su un gruppo di topi nel laboratorio del biochimico americano Mark Roth. Gli animali sono stati introdotti in una camera contenente 80 ppm (parti per milione) di acido solfidrico per un periodo di sei ore, fino ad abbassare la loro temperatura intorno ai 13 gradi. Un altro tentativo è stato condotto nel 2005, questa volta da un gruppo di scienziati dell’Università di Pittsburgh. Gli animali in questione, dei cani, sono stati rianimati dopo tre ore di morte clinica, ma alcuni di loro hanno riscontrato notevoli danni al sistema nervoso. La sperimentazione sull’uomo è invece recentissima ed è stata messa in pratica, per la prima volta, al Centro medico dell’università del Maryland.

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A METÀ TRA LA SCIENZA E LA FANTASCIENZA

A partire dal XX secolo, l’animazione sospesa è diventato un tòpos della letteratura di fantascienza, utilizzato come artificio narrativo per giustificare la sopravvivenza dei personaggi per lunghi intervalli di tempo. Tuttavia, recentemente, l’idea è stata presa sul serio con l’obiettivo di condurre viaggi interstellari, della durata di centinaia o anche di migliaia di anni.

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L’allarme di 11 mila ricercatori sull’emergenza climatica

Si parla di «indicibili sofferenze umane» se l'uomo non modificherà le sue attività. I rimedi? Rinnovabili, meno inquinamento, riduzione del consumo di carne, economia carbon free. Lo studio che dà ragione a Greta.

Quindi Greta ha ragione. Ora che la Terra sia in piena «emergenza climatica» non lo sostiene solo quella che, secondo i detrattori, è una ragazzina svedese manovrata da chissà chi e che dovrebbe tornare a scuola, ma anche uno studio sulla rivista BioScience firmato da più di 11 mila ricercatori di 153 Paesi, tra cui circa 250 italiani.

ECCESSIVE EMISSIONI DI GAS SERRA

Si parla di «indicibili sofferenze umane» che saranno inevitabili senza cambiamenti profondi e duraturi nelle attività dell’uomo che contribuiscono alle emissioni di gas serra e al surriscaldamento globale. Greta davanti ai leader mondiali all’Onu aveva detto: «Siamo all’inizio di una estinzione di massa e tutto quello di cui siete capaci di fare è parlare di denaro e di favole di un’eterna crescita economica». La dichiarazione di allarme è basata sull’analisi di 40 anni di dati scientifici. I ricercatori propongono sei misure urgenti per fare fronte ai danni della febbre del Pianeta.

È un obbligo morale per noi scienziati lanciare un chiaro allarme all’umanità in presenza di una minaccia catastrofica

I primi firmatari della sono Thomas Newsome, dell’Università australiana di Sydney, William Ripple e Christopher Wolf, dell’Università statale americana dell’Oregon, Phoebe Barnard, dell’Università sudafricana di Cape Town e William Moomaw, dell’Università americana Tuft. Gli esperti scrivono: «È un obbligo morale per noi scienziati lanciare un chiaro allarme all’umanità in presenza di una minaccia catastrofica».

I SEGNALI PREOCCUPANTI: ALBERI, ANIMALI E GHIACCI

Gli scienziati hanno puntato il dito su diversi «segnali dell’attività umana», come la riduzione globale della copertura degli alberi e della crescita delle popolazioni animali o lo scioglimento dei ghiacci.

I RIMEDI: MENO CARNE E CARBONIO

Sei gli obiettivi chiave per gli scienziati: la riforma del settore energetico puntando sulle rinnovabili, la riduzione degli inquinanti, la salvaguardia degli ecosistemi naturali, quella delle popolazioni garantendo più giustizia sociale ed economica, l’ottimizzazione delle risorse alimentari riducendo il consumo di carne, e il passaggio a una economia “carbon free“, senza emissioni di carbonio.

LA SPERANZA: MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DEI GIOVANI

Secondo lo studio «occorrono profonde trasformazioni dei modi in cui le società globali funzionano e interagiscono con gli ecosistemi naturali». Gli scienziati sottolineano anche la presenza di segnali positivi e incoraggianti, come una maggiore consapevolezza dei rischi legati ai mutamenti del clima, soprattutto tra gli studenti e le giovani generazioni. Infine, la conclusione: «Molti cittadini stanno chiedendo un cambiamento per sostenere la vita sul nostro Pianeta, la nostra sola casa e diverse comunità, Stati e province, città e imprese stanno iniziando a rispondere».

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