Eni, i diritti umani al centro con “Eni For Human Rights”

La società guidata da Claudio Descalzi ha pubblicato il primo report che fornisce informazioni dettagliate sul suo impegno in materia di diritti umani. Nel 2018 formati oltre diecimila dipendenti.

I diritti umani prima di tutto. Evidentemente è la priorità anche di Eni, che in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani ha rilasciato un documento di 96 pagine, “Eni For Human Rights”, che fornisce informazioni trasparenti e concrete sul suo impegno per il rispetto dei diritti umani. Il rapporto rende conto delle attività portate avanti in questo ambito e si basa sul lavoro svolto negli ultimi anni con la collaborazione e il contributo di esperti internazionali e organizzazioni di settore. I numeri dell’impegno sono cresciuti di anno in anno, a partire dalla formazione di una cultura aziendale comune sul tema dei diritti umani. A tal punto che, solo nel 2018, sono state erogate 10.653 ore di lezione sui diritti umani a oltre 10.557 persone Eni: di cui 164 in classe e 10.489 da remoto. “Questo documento mostra come il rispetto dei diritti umani sia integrato in ogni nostra attività, coinvolgendo le oltre 30.000 persone Eni e definendo il modo in cui ci relazioniamo con i nostri partner e fornitori, oltre che con le comunità locali che ci ospitano”, ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. “L’integrazione del rispetto dei diritti umani è un processo in continua evoluzione: per questo ci impegniamo per il miglioramento continuo e crediamo che la trasparenza e la responsabilità supportino i nostri sforzi per salvaguardare e diffondere una cultura dei diritti umani”, ha quindi aggiunto Descalzi.

ENI AL TOP GLOBALE PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

A novembre 2019, Eni si è classificata nel top 4% tra le 200 società valutate dal Corporate Human Rights Benchmark (CHRB) ed è risultata essere best performer nella sezione “Company Human Rights Practices”. A settembre 2019, Eni è stata confermata tra le imprese Global Compact LEAD  individuate per l’elevato livello di impegno nell’iniziativa Global Compact delle Nazioni Unite – un movimento globale di aziende e stakeholder che si assumono responsabilità condivise per creare un futuro sostenibile.

ENI ANNUNCIA LA SUA NUOVA MISSION

Come dichiara la società attraverso i suoi canali ufficiali, il rispetto dei diritti umani è il prerequisito per sostenere una transizione energetica equa ed è radicato nel modello di business di Eni. Salvaguardare la dignità di tutti è fondamentale per poter operare nel lungo periodo e supportare lo sviluppo dei paesi ospitanti. L’approccio di Eni ai diritti umani è un elemento centrale della nuova missione aziendale, ispirata dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). A dicembre 2018 il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Dichiarazione Eni sul rispetto dei Diritti Umani che, seguendo i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGPs), riflette le questioni più rilevanti (salienti) in materia di diritti umani dell’azienda. Il top management di Eni è attivamente impegnato nella sua promozione.

LA DUE DILIGENCE SUI DIRITTI UMANI

Inoltre, Eni ha sviluppato un’ampia gamma di processi e strumenti per valutare i rischi e gestire gli impatti e le questioni rilevanti in materia di diritti umani, in particolare in merito al lavoro, la catena di fornitura, i rapporti con le comunità e le attività di security. La società si impegna a progettare, implementare e rendicontare il proprio processo di Due diligence sui diritti umani. Per trasformare questa visione in azioni concrete, Eni ha messo in atto iniziative e programmi di sensibilizzazione e formazione con il supporto del top management. Ad esempio, il programma di formazione erogato da Eni negli ultimi 3 anni ha visto la partecipazione di 31.000 persone, mentre il 100% dei fornitori è stato valutato in linea con i parametri di responsabilità sociale.

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