Liliana e Nilde, vittime del maschilismo impotente

C'è una banda di sovranisti, ieri berlusconiani oggi salviniani, che se la prendono con due grandi donne. Ma più che giornalisti sono conformisti del pensiero unico cattivista impegnati nell'impresa titanica di far sembrare il leader della Lega una persona intelligente. Ridateci una destra vera.

Ciò che mi colpisce nel giornalismo di destra conformista è la viltà. Oggi per esempio Pietro Senaldi replica a Filippo Facci difendendo la storia di Liliana Segre per attaccare coloro che Liliana Segre hanno difeso dagli energumeni di destra che la insultano. Lo fa anche citando quell’antisemitismo di sinistra che alligna nelle file dei sostenitori della causa palestinese. Ormai stiamo arrivando al punto che gli arnesi più di destra e che hanno alle spalle, nella loro storia, l’ignominia della Shoah, salgono in cattedra per quattro scalmanati idioti che difendono i palestinesi aggredendo la Brigata ebraica e insultando gli ebrei e Israele.

L’IGNORANZA DILAGA E COLPISCE ANCHE PARISI

L’ignoranza dilaga se persino Stefano Parisi, che è uomo di qualità, ha scritto un post in cui pretende che si canti l’inno americano per celebrare la liberazione dai lager dimenticando che i maggiori campi di concentramento furono espugnati dall’Armata rossa. I tempi sono questi e il conformismo sovranista porta all’analfabetismo di ritorno anche brave persone.

Stessa sorte è toccata alla cara Nilde Iotti, probabilmente il miglior presidente della Camera che abbiamo avuto. La Nilde è stata una giovane dirigente partigiana, seria, competente, combattiva, che conobbe Palmiro Togliatti quando si era già aperta una strada nella politica di allora, politica durissima dove la selezione era feroce, e se ne innamorò riamata per tutta la vita.

NILDE, PREPARATISSIMA E INTEGERRIMA

Il partito, per regole di cui ci si deve tuttora vergognare, costrinse i due innamorati a una lunga vita clandestina, fino a che il rapporto non venne portato alla luce e il capo del partito e la deputata preparatissima e integerrima poterono mostrare il loro amore e l’amore per la bambina adottata, sorella di una vittima di una violenza poliziesca.

nilde iotti
Palmiro Togliatti e Nilde Iotti. (Ansa)

CHE MISERABILE COMMENTO SULLE EMILIANE-ROMAGNOLE

Ora questa banda di conformisti sovranisti, ieri berlusconiani oggi salviniani domani chissà, ha avuto la genialità, di fronte a uno sceneggiato televisivo, di vantare le qualità “di letto” della Nilde e allorché la reazione delle donne si è rivelata vigorosa, vilmente hanno degradato la loro osservazione allargando queste qualità al tipico femminino emiliano-romagnolo. Miserabili. Anche perché non per caso se la prendono con due donne, Liliana e Nilde, nel loro maschilismo da impotenti.

MOSTRUOSITÀ QUOTIDIANE A COLPI DI FAKE NEWS

Come al solito scagliano la pietra e nascondono la mano. Questo gruppo di facinorosi di destra, a cui si è aggiunto anche Alessandro Sallusti dopo anni di sofferente solitudine nel periodo anti-salviniano di Silvio Berlusconi, ha occupato un paio di reti televisive, produce mostruosità quotidiane con fake news e insulti a tutto spiano, cerea allarme e timori. Non hanno neppure quella qualità professionale che ebbe negli anni difficili del Dopoguerra quella stampa di destra che radunò brillantissime teste di corsivisti e scrittori e di inviate coraggiose come Gianna Preda (Maria Giovanna Pazzagli era il suo vero nome), eroina giornalistica dell’anticomunismo.

Un drappello di giornalisti che, col culo al caldo, è impegnato nell’impresa titanica di far sembrare Salvini una persona intelligente

Oggi abbiamo un drappello – e dal punto di vita militare si dice “drappello” perché è guidato da militari di grado inferiore – che, col culo al caldo e senza i rischi che correva la Preda, è impegnato nell’impresa titanica di far sembrare Salvini una persona intelligente.

VOLTAGABBANA PRIMA GIUSTIZIALISTI E POI GARANTISTI

Io ho coltivato amicizie a destra, ho frequentato e frequento intellettuali di destra, leggo i libri che loro leggono. Ma non riesco ad appassionarmi alla propaganda di questi quattro voltagabbana giustizialisti e poi garantisti, craxiani e poi berlusconiani, salviniani e conformisti del pensiero unico cattivista.

GIORDANO NON È FUNARI, MA SOLO UNA MACCHIETTA

Ormai sono all’ultimo giro di ballo. Mario Giordano non è Gianfranco Funari. Fra qualche anno neppure Blob si occuperà di un vecchio giornalista de il Giornale autore di severi editoriali liberisti trasformatosi oggi in una macchietta televisiva sguaiata e priva di ingegno. Voglio una destra vera, anche con quelli cattivi e cattive, non personaggetti coltivati negli studi televisivi compulsando gli ascolti.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it