Le due accuse a Trump nel processo per l’impeachment

Al presidente statunitense sono contestati l'abuso di potere e l'ostruzione al Congresso. Entro il 15 dicembre il voto in commissione Giusizia, la settimana successiva quello alla Camera. Ma lo scoglio principale è il Senato.

Abuso di potere e ostruzione al Congresso: sono questi i due “articoli” che saranno messi al voto per l’impeachment del presidente statunitense Donald Trump nella vicenda dell’Ucrainagate. Lo ha annunciato il presidente della commissione Giustizia Jerrold Nadler, sostenendo che il presidente ha messo se stesso davanti al Paese minacciandone la sicurezza, corrompendo le elezioni e violando la costituzione. Secondo l’accusa, Trump avrebbe fatto pressioni su Kiev affinché venissero avviate indagini su Hunter Biden, figlio di Joe, candidato democratico alle prossime elezioni. L’obiettivo di Trump, che a queste indagini avrebbe condizionato gli aiuti militari Usa all’Ucraina, sarebbe stato quello di danneggiare il suo maggior rivale al voto del 2020.

SCHIFF (COMMISSIONE INTELLIGENCE): «CI SONO PROVE SCHIACCIANTI»

Gli articoli contestati al presidente Usa sono stati annunciati in una conferenza stampa a Capitol Hill introdotta dalla speaker Nancy Pelosi, che ha parlato di un «giorno solenne». «Il presidente Trump ha usato il potere del suo ruolo contro un Paese straniero per corrompere le nostre prossime elezioni», ha poi rincarato la dose Pelosi via Twitter, «è una continua minaccia per la nostra democrazia e la nostra sicurezza nazionale».

Alla conferenza stampa erano presenti anche i presidenti delle altre cinque commissioni della Camera che hanno partecipato all’indagine di impeachment, tra cui Adam Schiff (commissione Intelligence), che ha ripercorso le fasi della vicenda dicendo che contro Trump «sono emerse prove schiaccianti». Di tutt’altro avviso la Casa Bianca, che in una nota ha commentato: «Non c’è alcuna prova di illeciti da parte del presidente. L’impeachment è un’ingiustizia e un inganno senza precedenti».

SUBITO IL VOTO IN COMMISSIONE, ENTRO NATALE QUELLO ALLA CAMERA

Dopo un dibattito interno non esente da contrasti, i dem hanno quindi deciso di limitare le accuse all’Ucrainagate, rinunciando a contestare l’ostruzione alla giustizia con gli episodi evidenziati nel rapporto Mueller sul Russiagate. La commissione Giustizia della Camera si riunirà ora entro il 15 dicembre per votare gli articoli dell’impeachment. Poi ci sarà il voto alla Camera in sessione plenaria, probabilmente entro Natale. Voto che dovrebbe passare. Più difficile, invece, quello decisivo al Senato, dove servono i voti favorevoli dei due terzi dell’Aula, a maggioranza repubblicana.

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