Il governo delle tasse rimangiate

Conte dopo il vertice-fiume sulla manovra: «Azzerato il prelievo sulle auto aziendali». Plastic tax ridotta a 50 centesimi al chilo e rinviata a luglio. Mentre la sugar tax partirà soltanto a ottobre. Il premier: «Nessuno dica più che siamo l'esecutivo delle imposte». Ma preoccupano i tempi contingentati in parlamento.

Azzerata la tassa sulle auto aziendali, dimezzata (50 centesimi al chilo) quella sulla plastica, che partirà dal primo luglio. Mentre la sugar tax viene rinviata a ottobre, così le imprese «avranno tutto il tempo per riformulare le loro linee produttive e rielaborare le loro strategie». Il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa, ha confermato che la maggioranza ha trovato un accordo sulla manovra. «Nessuno dica più che siamo il governo delle tasse», ha scandito il presidente del Consiglio, «sarebbe una bugia inoppugnabile». Coperture alternative potrebbero arrivare da una nuova stretta sui giochi: allo studio un prelievo del 15% sulle vincite superiori a 25 euro.

AUMENTO DELL’IRES SOLO SUI CONCESSIONARI DEI TRASPORTI

Un’altra importante novità riguarda la Robin tax, ovvero l’aumento dell’Ires del 3% per le società concessionarie di servizi pubblici. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che la platea è stata fortemente riddotta. L’aumento, infatti, «riguarderà solo i concessionari dei trasporti», ad esempio Autostrade per l’Italia, per «limitare l’impatto di questa misura sui cittadini».

IL COLLOQUIO FRA CONTE E MATTARELLA

Conte ha chiarito anche la natura del colloquio al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella: «Era un incontro già programmato da tempo, rientra nelle mie abitudini aggiornare ogni tanto il Capo dello Stato. C’è stato anche un rapido ragguaglio sullo stato della manovra, ma nessun accenno alla tenuta della maggioranza».

IL RISCHIO DI “ESAUTORARE” LA CAMERA

Tuttavia, alle innegabili fibrillazioni interne alla compagine di governo (Italia viva ha già fatto sapere che «per noi è una priorità cancellare del tutto plastic tax e sugar tax, lavoreremo per questo nei prossimi mesi»), si somma il rischio di un esame compresso della legge di bilancio in parlamento. I tempi sono talmente stretti che le modifiche potrebbero essere concentrate tutte al Senato, mentre la Camera rischia di non toccare palla. In altre parole, Montecitorio dovrebbe limitarsi a ratificare il testo licenziato da Palazzo Madama senza intervenire, altrimenti sarebbe necessario un ulteriore passaggio al Senato per il quale non c’è più tempo.

SOLO 25 GIORNI PER EVITARE L’ESERCIZIO PROVVISORIO

Le opposizioni già minacciano ricorsi alla Consulta e sul punto anche i partiti che sostengono il governo avrebbero opinioni divergenti. Di sicuro c’è che per evitare l’esercizio provvisorio ci sono solo 25 giorni, da qui al 31 dicembre. Dunque nel vertice a Palazzo Chigi, e verosimilmente anche nel colloquio fra Conte e Mattarella, si sono affrontate questioni di calendario che però non sono affatto meramente formali, visto che riguardano gli equilibri di potere fra le due Camere.

LA LEGA SUL PIEDE DI GUERRA

È possibile che gli emendamenti presentati e votati dai senatori a partire dal 7 dicembre vengano in parte condivisi con i deputati, chiamati a “travasare” le loro istanze. Ma la Lega e le altre forze di centrodestra sono pronte a dare battaglia. Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio a Montecitorio, ha dichiarato: «Non vorrei che il governo volesse procedere con un maxi-emendamento al Senato, chiudere lì il testo e farlo arrivare alla Camera con la fiducia. Non ci sarebbero precedenti, e allora altro che l’intervento della Consulta dell’anno scorso…».

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Il governo delle tasse rimangiate

Conte dopo il vertice-fiume sulla manovra: «Azzerato il prelievo sulle auto aziendali». Plastic tax ridotta a 50 centesimi al chilo e rinviata a luglio. Mentre la sugar tax partirà soltanto a ottobre. Il premier: «Nessuno dica più che siamo l'esecutivo delle imposte». Ma preoccupano i tempi contingentati in parlamento.

Azzerata la tassa sulle auto aziendali, dimezzata (50 centesimi al chilo) quella sulla plastica, che partirà dal primo luglio. Mentre la sugar tax viene rinviata a ottobre, così le imprese «avranno tutto il tempo per riformulare le loro linee produttive e rielaborare le loro strategie». Il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa, ha confermato che la maggioranza ha trovato un accordo sulla manovra. «Nessuno dica più che siamo il governo delle tasse», ha scandito il presidente del Consiglio, «sarebbe una bugia inoppugnabile». Coperture alternative potrebbero arrivare da una nuova stretta sui giochi: allo studio un prelievo del 15% sulle vincite superiori a 25 euro.

AUMENTO DELL’IRES SOLO SUI CONCESSIONARI DEI TRASPORTI

Un’altra importante novità riguarda la Robin tax, ovvero l’aumento dell’Ires del 3% per le società concessionarie di servizi pubblici. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che la platea è stata fortemente riddotta. L’aumento, infatti, «riguarderà solo i concessionari dei trasporti», ad esempio Autostrade per l’Italia, per «limitare l’impatto di questa misura sui cittadini».

IL COLLOQUIO FRA CONTE E MATTARELLA

Conte ha chiarito anche la natura del colloquio al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella: «Era un incontro già programmato da tempo, rientra nelle mie abitudini aggiornare ogni tanto il Capo dello Stato. C’è stato anche un rapido ragguaglio sullo stato della manovra, ma nessun accenno alla tenuta della maggioranza».

IL RISCHIO DI “ESAUTORARE” LA CAMERA

Tuttavia, alle innegabili fibrillazioni interne alla compagine di governo (Italia viva ha già fatto sapere che «per noi è una priorità cancellare del tutto plastic tax e sugar tax, lavoreremo per questo nei prossimi mesi»), si somma il rischio di un esame compresso della legge di bilancio in parlamento. I tempi sono talmente stretti che le modifiche potrebbero essere concentrate tutte al Senato, mentre la Camera rischia di non toccare palla. In altre parole, Montecitorio dovrebbe limitarsi a ratificare il testo licenziato da Palazzo Madama senza intervenire, altrimenti sarebbe necessario un ulteriore passaggio al Senato per il quale non c’è più tempo.

SOLO 25 GIORNI PER EVITARE L’ESERCIZIO PROVVISORIO

Le opposizioni già minacciano ricorsi alla Consulta e sul punto anche i partiti che sostengono il governo avrebbero opinioni divergenti. Di sicuro c’è che per evitare l’esercizio provvisorio ci sono solo 25 giorni, da qui al 31 dicembre. Dunque nel vertice a Palazzo Chigi, e verosimilmente anche nel colloquio fra Conte e Mattarella, si sono affrontate questioni di calendario che però non sono affatto meramente formali, visto che riguardano gli equilibri di potere fra le due Camere.

LA LEGA SUL PIEDE DI GUERRA

È possibile che gli emendamenti presentati e votati dai senatori a partire dal 7 dicembre vengano in parte condivisi con i deputati, chiamati a “travasare” le loro istanze. Ma la Lega e le altre forze di centrodestra sono pronte a dare battaglia. Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio a Montecitorio, ha dichiarato: «Non vorrei che il governo volesse procedere con un maxi-emendamento al Senato, chiudere lì il testo e farlo arrivare alla Camera con la fiducia. Non ci sarebbero precedenti, e allora altro che l’intervento della Consulta dell’anno scorso…».

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