I deputati del M5s pronti a sfiduciare il capo politico Di Maio

Parlamentari pentastellati sul piede di guerra per le posizioni più radicali del ministro degli Esteri. Battaglia sul ritorno di Di Battista e i torni accesi sul Mes.

I mal di pancia e i malumori in casa M5s sono tutt’altro che sotto controllo. Secondo Repubblica in casa grillina sarebbe circolato un messaggio molto duro dei deputati per mettere in guardia il capo politico: «Se i toni non cambiano, se a guidare le danze dev’essere Alessandro Di Battista e i retroscena che ci danno pronti per il voto non vengono smentiti, faremo firmare a tutti un documento per sfiduciare il capo politico».

Secondo la ricostruzione di Repubblica l’ultimatum al ministro degli Esteri sarebbe partito dopo la riunione del 4 dicembre tra i 14 capigruppo nelle diverse commissioni dei parlamentari pentastellato. A inasprire ancora di più i toni è stata la battaglia sul Mes. Molti deputati non hanno mandato giù il tentativo di Di Maio di andare allo scontro dato che il mandato era di trattare con il resto della maggioranza.

A preoccupare è anche l’attivismo e il ritorno di Di Battista, sancito proprio dallo stesso leader a diversi esponenti del Movimento: «Se volete che mi dimetta, dopo di me c’è solo Alessandro». I deputati in un certo senso hanno fatto loro la linea dettata dal fondatore Beppe Grillo che da mesi spinge per legarsi al Pd all’interno del centrosinistra in ottica anti-sovranista.

LA MANCANZA DI UN’ALTERNATIVA

I dissidenti anti-Di Maio, però, sono ancora orfani di un leader alternativo. Si era pensato all’attuale ministro Stefano Patuanelli, già capo gruppo del Movimento al Senato sia perché in sintonia col fondatore, che in buoni rapporti con la famiglia Casaleggio, Gianroberto prima e Davide ora. Ma Patuanelli ha respinto le lusinghe al mittente dicendo di non essere disponibile.

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