Roma e Milan chiudono le porte al Corriere dello Sport dopo il caso Black Friday

I due club prendono posizione sulla prima pagina del quotidiano che ha scatenato polemiche e accuse di razzismo. Negato l'accesso ai centri tecnici fino al termine del 2019. L'Ordine dei giornalisti: «Sdegno per l'attacco ai colleghi».

Porte chiuse ai giornalisti del Corriere dello Sport fino alla fine dell’anno: lo hanno deciso Roma e Milan, dopo che il quotidiano sportivo aveva titolato nella prima pagina dell’edizione in edicola Black Friday con una foto di Lukaku e Smalling, a proposito della sfida tra Inter e Roma in programma venerdì 6 dicembre. Una scelta che aveva scatenato un vespaio di polemiche e le accuse di razzismo strisciante in arrivo anche dal Regno Unito.

«GIOCATORI, CLUB, TIFOSI E MEDIA DEVONO ESSERE UNITI CONTRO IL RAZZISMO»

I due club, in un comunicato congiunto, «condannano pubblicamente il titolo di oggi del Corriere dello Sport in prima pagina. Crediamo», si legge, «che tutti i giocatori, i club, i tifosi e i media debbano essere uniti nella lotta contro il razzismo nel mondo del calcio ed è responsabilità di tutti noi essere estremamente precisi nella scelta delle parole e dei messaggi che trasmettiamo».

«NEGATO L’ACCESSO FINO ALLA FINE DELL’ANNO»

«In risposta al titolo Black Friday pubblicato oggi dal giornale» – prosegue la nota – «la Roma e il Milan hanno deciso di negare al Corriere dello Sport l’accesso ai centri di allenamento per il resto dell’anno e hanno stabilito che i rispettivi giocatori non svolgeranno alcuna attività mediatica con il giornale durante questo periodo. Entrambi i club sono consapevoli che comunque l’articolo di giornale associato al titolo Black friday contenga un messaggio anti-razzista ed è questa la ragione per la quale sarà vietato l’accesso al Corriere dello Sport solo fino a gennaio. Restiamo totalmente impegnati nella lotta contro il razzismo».

L’ODG: «SDEGNO PER L’ATTACCO AI GIORNALISTI»

Sulla questione è intervenuto anche l’Ordine dei giornalisti, con il presidente Carlo Verna che in una nota ha commentato: «Non ci sto! Devo usare un’espressione storica nel nostro Paese per dare forza allo sdegno per ciò che sta accadendo verso i colleghi del Corriere dello Sport. Tutto quello che la Lega calcio non ha fatto e non fa contro il razzismo, con cori indecenti che impunemente si ascoltano negli stadi senza che mai una partita sia stata definitivamente fermata e senza significative sanzioni per le curve, ora si traduce in una (presunta) ‘esemplare’ squalifica per dei giornalisti che nessuna responsabilità avrebbero, ammesso che i loro capi avessero sbagliato». «A me», prosegue la nota, «non sembra proprio, forse gli inglesi, da cui sarebbe partita la polemica, si sono fermati al titolo, ma Roma e Milan, nonostante la proprietà straniera, l’italiano dovrebbero comprenderlo».

Cosa volete? Forse far dimenticare la polemica di quel dirigente della Lega calcio che piuttosto che impedire i cori razzisti voleva evitarne la percezione della gente

Carlo Verna, presidente dell’Odg

Verna ha aggiunto: «Leggo che, parlando di Lukaku e Smalling, si parla di idoli e si aggiunge che hanno imparato a stimarsi e che hanno preso posizioni forti contro il razzismo: sono i simboli di due squadre. Cosa volete? Forse far dimenticare la polemica di quel dirigente della Lega calcio che piuttosto che impedire i cori razzisti voleva evitarne la percezione della gente, con la conseguenza che il telecronista tenuto a stigmatizzarli e condannarli o l’arbitro che dovrebbe sospendere la partita siano presi per visionari da casa?». Secondo il presidente dell’Odg, «la lotta al razzismo e per il rispetto merita posizioni più serie. La sfida che lanciamo, come giornalisti, è la tolleranza zero su qualsiasi atteggiamento discriminatorio».

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