Nel governo è tutti contro tutti sulla prescrizione

Bonafede dice no a tempi certi per il processo penale. Il M5s preme sul Pd: «Siano leali, poniamo fine all'era Berlusconi». Ma i dem si appellano a Conte per una correzione. Mentre Italia viva è pronta a sostenere la proposta di Forza Italia, che farebbe slittare la riforma.

Se per quanto riguarda la riforma del Mes le tensioni nella maggioranza sembrano destinate a calare, continua invece lo scontro che riguarda l’entrata in vigore – a partire dal primo gennaio 2020 – della nuova legge sulla prescrizione. Il testo prevede l’interruzione dei termini dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di assoluzione, sia in caso di condanna. Oggi invece la prescrizione scatta dal giorno in cui il fatto è stato commesso e non si blocca dopo il verdetto. «Non voglio rompere con nessuno o provocare una crisi di governo», ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, «se ci sono altre proposte sono pronto a vagliarle», ma l’idea di dare tempi certi oltre i quali il processo decade «è un modo per far rientrare la prescrizione dalla finestra».

Tutto il M5s fa pressione sul Pd: «Con le minacce non si va da nessuna parte. È opportuno, invece, dimostrare chiaramente di essere leali e andare avanti in maniera compatta. Con la riforma della prescrizione abbiamo la possibilità di mettere la parola fine all’era Berlusconi, che ha fatto solo del male al nostro Paese. Siamo certi che il Pd farà la scelta giusta pensando all’interesse dei cittadini».

Ma i dem, che puntano proprio a inserire lo stop alla prescrizione in una più ampia riforma dei tempi del processo penale, attraverso il capogruppo al Senato Andrea Marcucci si appellano al premier Giuseppe Conte: «La riforma della prescrizione è nelle mani del presidente del Consiglio, non certo delle veline del M5s. Serve un intervento correttivo, decida Di Maio se vuole condividerlo con la maggioranza o lasciare che il parlamento si esprima liberamente». Il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, si dice «convinto che troveremo una soluzione». Mentre il vicesegretario Andrea Orlando segnala che «si è riaperta una vaga interlocuzione» con i pentastellati.

LEGGI ANCHE: Perché sulla prescrizione Di Maio e il governo si giocano il futuro

ITALIA VIVA MANIFESTA CONTRO LA RIFORMA BONAFEDE

Italia viva, da parte sua, ha manifestato contro la riforma voluta dal ministro Bonafede prendendo parte alla protesta delle Camere penali davanti alla Corte di Cassazione. «Sulla prescrizione noi sosteniamo la proposta di Enrico Costa», ha spiegato la capogruppo dei renziani alla Camera, Maria Elena Boschi. Ovvero la proposta di legge avanzata da Forza Italia, che sta all’opposizione e che bloccherebbe gli effetti della riforma, rinviandone l’entrata in vigore.

IL PESO DEI RENZIANI

Alla Camera i voti di Italia viva sono già stati decisivi quando si è votato sulla richiesta di procedura d’urgenza per la proposta di legge Costa, che l’Aula ha respinto. I renziani, dopo un incontro con il premier Conte, si sono astenuti. Ma avrebbero potuto far finire il voto in parità (244 sì e 244 no) o addirittura mandare sotto il governo, potendo contare su una truppa di 25 deputati.

LE COMPLESSITÀ DEL DOSSIER GIUSTIZIA

I risvolti della riforma della giustizia, del resto, sono molteplici e tutti piuttosto problematici per l’esecutivo, che ha ricevuto la delega a intervenire da parte del parlamento.

  • Il processo civile è forse l’unico settore ad avere il pieno sostegno della maggioranza giallorossa. Il testo mira a velocizzare l’iter processuale con diverse soluzioni: potenziare la negoziazione assistita, favorendo la risoluzione delle controversie fuori dai Tribunali; eliminare la mediazione obbligatoria in molte materie; potenziare il processo civile telematico, aumentandone l’efficienza; promuovere la class action.
  • Decisamente più complicata la questione del processo penale. Anche qui lo scopo dichiarato è velocizzare l’iter, partendo dalle indagini preliminari. Il Csm dovrà dettare i principi con cui selezionare le notizie di reato per dare loro un ordine di priorità. Si prevedono inoltre il rafforzamento dell’udienza preliminare, l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento relative a reati puniti con la sola pena pecuniaria o con pena alternativa e modifiche sui riti speciali.
  • Ma il punto più contestato riguarda per l’appunto la prescrizione. La riforma Bonafede prevede, come detto sopra, lo stop dei termini dopo la sentenza di primo grado. Così, per i favorevoli, si eviterebbe che il trascorrere del tempo faccia estinguere il reato in caso di ricorso in Appello e Cassazione. Ma gli oppositori sostengono che la riforma – già approvata con la cosiddetta legge Spazzacorrotti, che ne ha fissato l’entrata in vigore al primo gennaio 2020 – allungherebbe ulteriormente i tempi della giustizia e il numero dei procedimenti pendenti, aggravando la già cronica lentezza del sistema giudiziario italiano.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it