Gualtieri esulta per il rinvio della riforma del Mes

Il ministro: «Giornata positiva, abbiamo un accordo di principio». La firma slitta al 2020. Ora la parola passa al Consiglio europeo del 13 dicembre, che non sarà decisivo. Cala la tensione nella maggioranza.

Dopo un lunghissimo negoziato notturno a Bruxelles, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è soddisfatto. L’Italia, a suo giudizio, ha ottenuto le tre cose che chiedeva all’Eurogruppo sulla riforma del Mes e sulla road map verso lo Schema europeo di garanzia dei depositi bancari.

«Giornata positiva, abbiamo un accordo di principio», ha commentato il titolare del Tesoro. Soprattutto perché i partner europei hanno accettato di rinviare la firma del trattato ai primi mesi del 2020 (gennaio-febbraio) e il parlamento italiano avrà quindi tutto il tempo per esprimersi. Il rinvio della firma e il fatto che il tema potrebbe non essere oggetto del Consiglio europeo del 13 dicembre, che non sarà decisivo in quanto destinato a ricomporre le divergenze politiche fra gli Stati membri, sono due elementi che dovrebbero contribuire a far calare di molto la tensione nella maggioranza.

Il governo Conte bis dovrebbe quindi superare senza intoppi il voto in parlamento previsto l’11 dicembre sulla risoluzione che il M5s sta mettendo a punto. «Gualtieri ha tenuto fede all’accordo, non ha dato luce verde al Mes. Ora risoluzione di maggioranza in parlamento. Noi non firmiamo finché non conosceremo le altre riforme nel dettaglio. Ci vorranno mesi per capire se il pacchetto va a favore dell’Italia», ha detto il 5 dicembre il sottosegretario agli Affari europei Laura Agea, incaricata da Luigi Di Maio di mettere a punto la risoluzione.

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LE MODIFICHE ALLE CLAUSOLE DI AZIONE COLLETTIVA

Gualtieri, entrando nei dettagli, ha spiegato che sulle clausole di azione collettiva l’Italia ha ottenuto «un meccanismo che rende le cosiddette single lib cacs più simili alle double limb. Per noi è una cosa importante e questo aspetto richiederà un lavoro aggiuntivo, solo dopo il quale sarà possibile la finalizzazione dell’accordo e poi la firma e le procedure di ratifica». Tradotto, significa che il nuovo meccanismo di maggioranza semplice (single limb) deciso per rivalutare i titoli di Stato in caso di ristrutturazione del debito potrà contenere dei sotto-insiemi per garantire tutti gli investitori e non solo alcuni. La richiesta verrà accordata su base volontaria, ogni Stato potrà decidere se dotarsi oppure no di queste sub-aggregazioni.

RESPINTE LE IPOTESI DI CONDIZIONALITÀ SUL BACKSTOP

Il ministro ha inoltre sottolineato che «per il backstop sono state respinte tutte le ipotesi di condizionalità, quindi ci sarà una condivisione di risorse senza condizionalità, primo caso in Ue». Sull’Unione bancaria, tuttavia, la cosiddetta logica di pacchetto non è passata: «La discussione è stata lunga e difficile, dovremo continuare a lavorare su questo tema. Abbiamo ottenuto l’eliminazione dalla roadmap di riferimenti al trattamento prudenziale dei titoli sovrani, quindi il lavoro dovrà continuare». La ponderazione dei titoli di Stato, ha aggiunto Gualtieri, «sarebbe stata per noi assolutamente negativa e questo obiettivo è stato raggiunto, assieme alla sub-aggregazione e a quello di non raggiungere un accordo oggi, cosicché il parlamento possa esprimersi». Ma per la garanzia europea sui depositi bancari bisognerà attendere almeno il mese di giugno.

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