Contrabbando di sigarette, illegali 5 sigarette su 100

Lo studio di Intellegit e British American Tobacco Italia illustra il danno erariale di 730 milioni di euro in Italia. Napoli regina del fenomeno

Ben 5,5 sigarette su 100 consumate in Italia sono di provenienza illecita (rispetto ai primi 9 mesi del 2019). Questi i dati che emergono dalla chiara fotografia scattata dallo studio integrato sul contrabbando di sigarette in Italia, giunto alla sua terza edizione su scala nazionale, presentato oggi, 5 dicembre 2019 a Roma presso Terrazza Civita e realizzato da Intellegit, start-up sulla sicurezza dell’Università degli Studi di Trento, con il contributo di British American Tobacco (BAT) Italia

“Flussi, rotte e luoghi del contrabbando di sigarette: le principali caratteristiche dei traffici illeciti in Italia” è questo il titolo dello studio curato da Andrea Di Nicola, professore di Criminologia e Giuseppe Espa, professore di Statistica Economica, fondatori di Intellegit. Un focus che, incrociando i più recenti dati disponibili dalle diverse fonti (Sun Report KPMG, Empty Pack Survey, Mystery Shopper, Istat, Guardia di Finanza, dati BAT), propone un’analisi dettagliata delle rotte, dei punti di transito, dei luoghi di consumo e di sequestro delle sigarette di contrabbando in Italia oltre che un approfondimento su alcune delle città più rappresentative del fenomeno, tra cui Napoli definita la “regina del contrabbando”

Presenti all’incontro, moderato dal giornalista Marco Ludovico, oltre ai curatori dell’indagine anche il Senatore Vincenzo Presutto, il Gen. B. Gabriele Failla, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli e Roberta Palazzetti, Presidente e AD di BAT Italia.

CONTRABBANDO, UN DANNO EUROPEO

Un fenomeno criminale molto complesso quello del contrabbando delle sigarette che genera ingenti danni per l’Erario. Si stima infatti che le perdite per le casse dello Stato italiano (IVA e accise mai versate) siano state di circa 730 milioni di euro nel solo 2018. Danno che si ripercuote anche sulla salute dei cittadini, sulla sicurezza del Paese e dell’Unione Europea che in media all’anno perde circa 10 miliardi. Si perché non parliamo dell’Italia come un caso isolato ma come anello di una catena più ampia che posiziona il nostro Paese al 19° posto in Europa (prima la Grecia con il 24%, seguono Irlanda al 21%, Lettonia al 20% e Francia al 14%). Un fenomeno che si conferma sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti e che appare fortemente legato ai differenziali di prezzo dei prodotti leciti che in altri Paesi, come Ucraina e Bielorussia, arrivano a costare 4,26/4,35 euro in meno rispetto al prezzo medio di un pacchetto in vendita nel mercato legale in Italia (circa 4,90 euro). 

NAPOLI, REGINA DEL CONTRABBANDO

Il Sud Italia detiene il triste primato di terra per eccellenza del contrabbando delle sigarette in Italia. Senza dubbio, come dimostra lo studio, la città più impattata è Napoli, storicamente considerata la capitale italiana del contrabbando di sigarette, dove oggi circa 1 pacchetto su 4 è di origine illecita. Secondo i dati dello studio, l’incidenza del contrabbando a Napoli risulta di gran lunga superiore rispetto alla media nazionale, con picchi che vanno oltre il 50% nel 2015 e 2016 e, comunque, mai al di sotto del 10%. Dalla metà del 2018 si registra un trend in lieve calo. Al secondo posto della classifica nera Trieste (poco oltre il 20%), in virtù della vicinanza con il confine con la Slovenia in cui un pacchetto costa in media 1,25€ in meno rispetto all’Italia. A seguire Casoria (20% circa), Torre del Greco e Giugliano in Campania

DA DOVE PROVENGONO LE SIGARETTE ILLECITE?

I pacchetti di sigarette che arrivano in Italia di contrabbando provengono principalmente dal canale duty free (circa il 40%), quelli che sono privi del tassello fiscale. Inoltre, le sigarette illecite arrivano dall’Ucraina (11,4% del totale) e transitano attraverso hub in Polonia e Romania, trasportate prevalentemente su gomma, prima di raggiungere l’Emilia-Romagna (via Trieste), dove vengono smistate e spedite in tutta Italia. I flussi provenienti da altri Paesi come Spagna e Grecia seguono, invece, le rotte via mare, entrando attraverso i porti siciliani o quelli del versante adriatico (come Ancona, Bari e Brindisi).

ARRIVA COMBAT, L’APP CHE RICONOSCE I MARCHI CONTRAFFATTI

Quest’anno, partendo dall’importante lavoro di catalogazione di tutti i marchi di illicit whites realizzato lo scorso anno e che ancora oggi rappresenta un unicum a livello Europeo, è stata creata da Intellegit l’app COMBAT che permetterà alle forze dell’ordine di identificare, catalogare, trovare, raccogliere e condividere ogni informazione utile relativa a questa tipologia di pacchetti di contrabbando, come ad esempio il marchio “Regina” che nel 2018 rappresentava il 15% del mercato illegale Italiano.

BAT Italia ha donato durante la presentazione dello studio la app sviluppata da Intellegit alla Guardia di Finanza di Napoli grazie alla quale i finanzieri potranno consultare agevolmente il catalogo, costruito ad hoc, contenente dettagli su ciascun marchio di contrabbando rilevato in Italia. COMBAT propone, inoltre, un modulo attraverso il quale le forze dell’ordine potranno inviare segnalazioni georiferite sul ritrovamento di potenziali illicit whites non ancora contenute nel catalogo o di altri marchi, con trasmissione delle informazioni alla banca dati e conseguente aggiornamento del database centrale. Tra i marchi noti spicca Marlboro, che da meno del 19% nel 2017 ha raggiunto il 29% del totale del mercato illegale italiano nei primi 6 mesi del 2019. 

PUBBLICO E PRIVATO INSIEME PER CONTRASTO E PREVENZIONE 

«Grazie allo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e alle politiche equilibrate del regolatore, il contrabbando di sigarette in Italia oggi non raggiunge i livelli di Grecia (24%), Irlanda (21%) o Inghilterra (20%) ma si assesta su livelli più bassi, ovvero tra il 5% ed il 7% – ha commentato Roberta Palazzetti, Presidente e Amministratore Delegato di BAT Italia – Purtroppo però le ultime rilevazioni confermano ancora una volta come si tratti di un fenomeno che reagisce in modo immediato agli incrementi di prezzo sul mercato legale. In particolare, a seguito degli aumenti di prezzo dell’industria seguiti al recente incremento delle accise così come definito dalla legge di bilancio 2018, si è registrato nel 3° trimestre 2019 un innalzamento dell’incidenza dell’illecito dal 4,9% al 6,2%. La legge di Bilancio attualmente in discussione sembra prevedere anche quest’anno ulteriori sacrifici per il nostro settore senza considerare, apparentemente, l’inevitabile conseguenza di favorire così il mercato illecito che in Italia, in media, priva l’Erario di circa 800 milioni l’anno. Forze dell’ordine e magistratura svolgono quotidianamente un’eccellente e straordinaria opera di contrasto, ma servono strumenti e dotazioni idonee: forse è qui che lo Stato dovrebbe investire risorse, invece di puntare a fare cassa solo sul settore legale delle sigarette, così come potrebbe soddisfare l’esigenza di stabilizzazione o incremento del gettito attraverso incrementi fiscali rivolti ad altri prodotti del settore come quelli a tabacco riscaldato, anche perché il rischio è che la coperta si riveli essere troppo corta. Con inevitabili ricadute sulla filiera tabacchicola che, grazie ai suoi 50.000 lavoratori e alle sue 3.000 aziende agricole in tutto il territorio nazionale, fornisce un importante contributo alle finanze dello Stato. E con il tabacco che, tra accise e Iva, assicura un gettito pari a circa 14 miliardi di euro l’anno. Da diversi anni sosteniamo la necessità di un approccio integrato tra pubblico e privato per realizzare efficaci attività di contrasto e prevenzione, e siamo orgogliosi della nostra continua e concreta collaborazione con la Guardia di Finanza e la Direzione Nazionale Antimafia per supportare le Istituzioni nella lotta all’illegalità e ai traffici illeciti».  

BAT E GUARDIA DI FINANZA, UNA PROFICUA COLLABORAZIONE

Nel corso dell’evento British American Tobacco Italia ha consegnato al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli anche 5 autovetture, nel quadro del protocollo d’intesa che sancisce una lunga e proficua collaborazione tra BAT e le forze dell’ordine. Un accordo avviato nel 2015 e che al 2021 prevede la donazione complessiva di 35 auto, con l’obiettivo di contribuire fattivamente a potenziare le attività di prevenzione e di contrasto.

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