Bocciato l’emendamento contro il reddito di cittadinanza ai terroristi

Forza Italia voleva togliere l'assegno a chi lo percepisce mentre sta scontando ancora la pena: «Specialmente per reati come l'omicidio, la pedofilia, la violenza sessuale». La maggioranza ha respinto la proposta di modifica.

Mentre si discute sull’efficacia del reddito di cittadinanza c’è una delicata questione proprio legata alla misura bandiera del Movimento 5 stelle introdotta dal governo gialloverde che rischia di diventare un caso politico. Quella dell’assegno percepito dai condannati per terrorismo. Che dovrebbe restare così com’è.

PROPOSTA DELL’AZZURRA GIAMMANCO

Gabriella Giammanco, vice presidente del gruppo Forza Italia al Senato, ha infatti spiegato che l’emendamento che ha presentato alla legge di Bilancio per togliere il reddito a certi tipi di condannati è stato respinto dalla maggioranza in Commissione: «Ora dovranno giustificarlo agli italiani».

I CASI DI CRONACA TRA CONTRABBANDIERI E PORSCHE

La Giammanco ha detto che «il reddito di cittadinanza è una misura che fa acqua da tutte le parti, come i casi di cronaca (tra contrabbandieri di sigarette e spacciatori con la Porsche pagati dallo Stato, ndr) hanno dimostrato. Tra tutte le falle credo che la più ingiusta e assurda sia quella che consente ai terroristi di percepirlo mentre stanno ancora scontando la loro pena».

LA POLEMICA PER LA VICENDA DELL’EX BR

A settembre 2019 fece discutere la vicenda di Federica Saraceni, ex brigatista, agli arresti domiciliari e col reddito di cittadinanza. Ma per l’Inps era tutto in regola: i requisiti reddituali, patrimoniali e occupazionali c’erano.

Ci sarebbe stato un risparmio per le casse dello Stato che sarebbe andato al fondo per le politiche attive del lavoro


Gabriella Giammanco di Forza Italia

Ora la parlamentare azzurra voleva privare dell’assegno «chi si è macchiato di reati particolarmente odiosi, come l’omicidio, la pedofilia, la violenza sessuale». Ma «la bocciatura dell’emendamento è surreale, considerato anche il fatto che avrebbe comportato un risparmio per le casse dello Stato che sarebbe andato al fondo per le politiche attive del lavoro. Una scelta simbolica, ma anche etica, un aiuto concreto ai tanti lavoratori disoccupati che non cercano elemosine ma un lavoro vero».

DI MAIO: «CHI CRITICA LA MISURA NON CONOSCE LA VITA REALE»

Il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio però da sempre difende il provvedimento, come quando ha postato il messaggio che gli ha inviato una donna di 39 anni: «Ogni giorno talk-show, tg e pseudo-opinionisti fanno a gara per attaccare il reddito di cittadinanza e lo fanno perché non conoscono la vita reale, perché non sanno cosa vuol dire non avere i soldi per curarsi o curare il proprio figlio, perché non gli sono mai mancati i soldi per mangiare».

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