Anche Romano Prodi dà il suo sostegno alle Sardine

L'ex presidente del Consiglio spende parole di elogio per il neonato movimento: «Chiedono toni civili, la gente è stufa delle tensioni».

Dopo l’ennesimo successo di piazza per le Sardine arriva anche un “endorsement” di peso, quello dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. «La gente è perplessa sulle tensioni che si hanno: d’altra parte non avevo mai visto in vita mia una grande manifestazione che inneggia alla civiltà dei toni», ha detto Prodi parlando dei pienoni fatti registrare dalle Sardine. «Questo quindi vuol dire che la durezza del dibattito, indipendentemente dai contenuto del dibattito, comincia a stancare», ha aggiunto l’ex premier a margine di un convegno a Firenze su Carlo Azeglio Ciampi.

SANTORI: «UNA FAKE NEWS I MIEI LEGAMI CON PRODI»

Intanto, l’ideatore del movimento, Mattia Santori, ha respinto le illazioni sulla sua presunta vicinanza proprio a Prodi. «I miei legami con Prodi? Una fake news montata ad arte», ha detto Santori a PoliticaPresse, il forum di LaPresse. «Un giornale è andato a spulciare il mio profilo Facebook in cui dicevo che, per lavoro, lo avevo intervistato. Sotto quell’articolo è arrivata una serie di insulti semplicemente perché si parlava di Prodi».

QUELLE SARDINE CHE APRIRONO LA STRADA ALL’EX PREMIER

Ironia della sorte, ad aprire la strada di Palazzo Chigi all’ex presidente del Consiglio furono proprio delle sardine. Il cosiddetto “patto delle sardine” fu infatti l’accordo col quale il 22 dicembre 1994 Umberto Bossi, Massimo D’Alema e Rocco Buttiglione si accordarono per far cadere il primo governo Berlusconi. Come ricordato dallo stesso Bossi, i tre “cospiratori” si erano trovati nella casa del leader leghista alla periferia di Roma: «A un certo punto chiesi: avete fame?» La risposta fu un sì piuttosto timido: avevano capito che in quella casa non c’era da aspettarsi una gran cena. Oltretutto non si vedeva l’ombra di una colf, o di un cuoco. Andai in cucina, aprii il frigorifero e ci trovai una confezione di pancarrè, alcune scatole di sardine e tre o quattro lattine di birra e Coca Cola. Piazzai tutto sul tavolo, aprii lo scatolame e cominciai a mettere insieme qualcosa di simile a dei tramezzini». I tre politici firmarono così il “patto delle sardine”, sancendo la fine dell’esperienza a palazzo Chigi del Cav e l’arrivo del tecnico Lamberto Dini, a sua volta precursore del governo Prodi.

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