Il negoziato sul Mes in otto date (e documenti)

Il primo cruciale accordo risale agli inizi di dicembre 2018. Un anno fa. Come si è arrivati alle decisioni di giugno e al caos di oggi sul Fondo Salva Stati, tappa dopo tappa.

La politica italiana ha dimenticato un anno intero. È il 2 dicembre 2019 e Giuseppe Conte è chiamato alle Camere a riferire di come il governo ha gestito i negoziati sul Mes, il fondo Salva Stati che dovrebbe intervenire nel caso in cui uno Stato membro dell’Ue abbia bisogno di liquidità e su i l’opposizione leghista al governo fino a. Eppure questa storia del Mes, è iniziata molto prima di quanto si possa pensare: era il 4 dicembre 2018 quando è stata sottoscritta a Bruxelles la prima, cruciale, intesa, dopo che dal 2017 la riforma era sul piatto dei governi europei (la proposta ufficiale della Commissione è di dicembre 2017). Ecco un breve riepilogo in otto date di come è andato il negoziato fin qua.

4 DICEMBRE 2018

Il 3 e 4 dicembre, a quasi un anno dalle prime proposte della Commissione Ue, l’Eurogruppo cioè l’insieme dei ministri dell’Eurozona, compreso il rappresentante del governo giallo verde, ha trovato un primo accordo sul fondo Salva Stati. Concordando su chi decide le condizioni di riforme per la ristrutturazione del debito e sull’utilizzo delle clausole di azione collettiva sui titoli di Stato per la ristrutturazione. Si tratta di due condizioni su cui ora il partito leghista esprime contrarietà.

LEGGI ANCHE: Il documento del Consiglio europeo

13 E 14 DICEMBRE 2018

Il Consiglio europeo approva la lista di condizioni per la riforma del meccanismo europeo di stabilità (MES) il 13 e 14 dicembre e il 14 dicembre le decisioni sono pubblicate sul sito della Camera dei deputati. «Su tale base, chiede all’Eurogruppo di preparare le necessarie modifiche al trattato MES (compreso il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico) entro giugno 2019», si legge sul sito di Montecitorio.

I CONTENUTI DELL’ACCORDO

L’accordo dice: «Vi è ampio sostegno per la necessità di migliorare il quadro esistente per la promozione della sostenibilità del debito nell’area dell’euro. Intendiamo introdurre clausole di azione collettiva (CAC) entro il 2022 e includere questo impegno nel Trattato MES. Se del caso, e se richiesto dallo Stato membro, il Mes può facilitare il dialogo tra i suoi membri e gli investitori privati. Questo coinvolgimento avverrebbe su base volontaria, informale, non vincolante, temporanea e riservata». La condizione della discrezionalità è stata voluta nonostante la Germania e altri Paesi del Nord volessero un meccanismo di ristrutturazione esplicito e automatico, una formula che avrebbe esposto i Paesi Ue alla speculazione anticipata dei mercati. Tuttavia il Mes è rimasto un meccanismo intergovernativo anche se dovrà gestire i memorandum dei Paesi debitori assieme alla Commissione europea.

28 DICEMBRE 2018

Il 28 dicembre del 2018 il ministro Paolo Savona ha scritto la «relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea», pubblicata sul sito del dipartimento delle politiche europee del governo e discussa con i ministri prima di essere inviata al parlamento.

LEGGI ANCHE: La relazione del ministero delle politiche europee

LA LINEA POLITICA ITALIANA

Nella relazione si legge: «Come indicato dal Presidente Juncker nel discorso sullo Stato dell’Unione del 12 settembre 2018 e formalizzato nel programma di lavoro annuale, la Commissione promuoverà l’adozione delle proposte relative alla trasformazione progressiva del meccanismo europeo di stabilità (ESM – European Stability mechanism – Fondo Salva Stati) in Fondo monetario europeo ed alla creazione nel bilancio dell’Unione di un’apposita linea di bilancio per la zona euro che comprenda: il supporto alle riforme strutturali, una funzione di stabilizzazione, un backstop per l’Unione bancaria ed uno strumento di convergenza per fornire assistenza pre-adesione agli Stati membri che si preparano per l’adozione della moneta unica. E soprattutto: «Quanto a ESM, l’Italia sarà favorevole ad iniziative volte a migliorare l’efficacia degli strumenti esistenti, rendendone possibile l’utilizzo ed evitando l’attuale effetto “stigma”. Si opporrà tuttavia all’affidamento a ESM di compiti di sorveglianza macroeconomica degli Stati membri che rappresenterebbero una duplicazione delle competenze già in capo alla Commissione europea. In questo contesto il Governo intende lanciare un dibattito sui poteri e le prerogative della Banca Centrale Europea, con particolare riguardo al ruolo di prestatore di ultima istanza e alla politica dei cambi. In questa prospettiva assumerà tutte le iniziative utili per dare vita ad un Gruppo di lavoro ad alto livello che esamini la rispondenza dell’architettura istituzionale europea vigente e della politica economica con gli obiettivi del trattato istitutivo»

Una linea politica chiara.

30 GENNAIO 2019

Il ministro Savona informa i ministri convocando per il 30 gennaio 2019 il comitato interministeriale per gli affari europei. Come si legge sul sito del dipartimento per le politiche europee:

LEGGI ANCHE: Il Comitato dei ministri

«Il 30 gennaio 2019 si è tenuto il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei presieduto dal Ministro Paolo Savona. Al centro dei lavori, le linee di azione prioritarie italiane in vista della prossima legislatura e Commissione europea e il negoziato sul quadro finanziario pluriennale. Si è tenuta in data odierna nella Sala Verde di Palazzo Chigi la terza riunione del Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) sotto la presidenza del Ministro Paolo Savona. Erano presenti i due vice presidenti del Consiglio, Ministro Matteo Salvini e Ministro Luigi Di Maio, il Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Danilo Toninelli, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Alberto Bonisoli, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e per la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefani, il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, il Ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana».

L’ESAME DELLA COMMISSIONE BILANCIO

La relazione viene dscussa anche nel consiglio dei ministri di febbraio e inviata alla Commissione Bilancio della Camera che la esamina il 6 marzo del 2019.

LEGGI ANCHE: Il calendario dell’esame delle commissioni di Montecitorio

14 GIUGNO

L’Eurogruppo trova l’accordo sulla riforma base del fondo salva Stati dopo altri mesi di negoziati. È infatti passato quasi un anno dalla proposta della commissione europea sulla riforma della zona euro: ci sono voluti mesi di negoziati per arrivare alla prima intesa di dicembre e altri sei per giugno. La bozza viene pubblicata il 14 giugno sul sito dell’Eurogruppo.

LEGGI ANCHE: L’accordo approvato dell’Eurogruppo

19 GIUGNO

Il 19 giugno il premier Giuseppe Conte tiene un’informativa alla Camera dei deputati. In un clima tesissimo, il capogruppo della Lega Riccardo Molinari rinnega tutti gli accordi presi dal governo finora. Viene votata una risoluzione di maggioranza presentata dal Molinari e dal Cinquestelel Francesco D’Uva. Che tuttavia impegna semplicemente il governo a valutare la riforma del Mes in una logica di pacchetto con i risultati dei negoziati sull’Unione bancaria e chiede di opporsi a riforme che possano avere effetti negativi sull’Italia.

LEGGI ANCHE: La risoluzione di Lega e M5s

21 GIUGNO

Il 21 giugno Giuseppe Conte partecipa al Consiglio europeo chiamato a ratificare la bozza di riforma. Le conclusioni del Consiglio europeo riaffermano la logica di pacchetto chiesta dalla risoluzione:

LEGGI ANCHE: Le conclusioni del Consiglio europeo

«Accogliamo con favore i progressi compiuti in sede di Eurogruppo sul rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, come illustrato nella lettera inviata dal presidente dell’Eurogruppo il 15 giugno 2019, e invitiamo l’Eurogruppo in formato inclusivo a proseguire i lavori su tutti gli elementi di questo pacchetto globale. Prendiamo atto dell’ampio accordo raggiunto dall’Eurogruppo: sulla revisione del trattato MES. Ci attendiamo che l’Eurogruppo prosegua i lavori in modo da consentire il raggiungimento di un accordo sull’intero pacchetto nel dicembre 2019».

9 AGOSTO 2019

Matteo Salvini decide di far cadere il governo. Ma nelle sue dichiarazioni non viene citata la questione dell’Europa, ma i no dei Cinque stelle in particolare alle opere pubbliche.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it