A Hong Kong manifestanti di nuovo in piazza e chiedono aiuto a Trump

Non si ferma la protesta pro-democrazia. In molti hanno marciato con bandiere americane e slogan in favore del tycoon. Intanto Pechino critica l'Onu per le parole di Michelle Bachelet.

Anche il primo dicembre i manifestanti di Hong Kong sono scesi in piazza per protestare a favore della democrazia. Un ritorno che fa seguito alle due settimane di pausa elettorale. Non sono mancate neanche questa volta attimi di tensione con le forze dell’ordine. In particolare nella tarda notte dove un gruppo di facinorosi è entrato in contatto con la polizia. Lo scontro è stato inevitabile ma non ci sarebbero stati feriti.

L’APPELLO A DONALD TRUMP

Nel corso della manifestazione, oltre agli immancabili slogan contro la censura cinese, in molti hanno marciato con la bandiera americana posta sui cappelli o disegnata sulle maschere che coprono i volti. Ci sono stati anche svariati ed espliciti appelli a Donald Trump. Tra i più gettonati quello in cui si chiedeva al presidente degli Stati Uniti d’America di liberare Hong Kong dal gioco cinese. Mentre un altro recitava «Make Hong Kong Great Again», rimodellando in chiave asiatica il motto con cui il tycoon ha vinto le elezioni presidenziali (Make America Great Again). Alcune centinaia di dimostranti si sono simbolicamente anche diretti al consolato Usa.

PECHINO ATTACCA L’ONU

Intanto Pechino ha accusato l’Alto commissario Onu per i Diritti dell’Uomo, Michelle Bachelet, di «fomentare la violenza radicale a Hong Kong». Bachelet in un editoriale apparso sul South China Morning Post nella giornata di sabato 30 novembre, aveva raccomandato che la governatrice Carrie Lam avviasse un’indagine imparziale sulla polizia per «uso eccessivo della forza» contro i manifestanti e contestualmente aprisse una linea di dialogo con il movimento di protesta per risolvere la crisi. Immediata la replica della Cina che attraverso l’ambasciata di Ginevra, dove si trova la sede dell’agenzia Onu, ha accusato Michelle Bachelet di «esercitare pressione sul governo (autonomo) e avrà il risultato di fomentare i facinorosi a condurre azioni di violenza ancora più radicale».

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