Alan Arkin è morto: l’attore vinse il premio Oscar per Little Miss Sunshine

Il mondo del cinema piange Alan Arkin. L’attore statunitense è morto il 29 giugno a 89 anni nella sua casa di Carlsbad, in California, circondato dalla sua famiglia. «Era una forza della natura e un talento unico», hanno scritto i figli Adam, Matthew e Anthony che hanno dato la notizia. «Era un padre, un nonno e un bisnonno amorevole che mancherà a tutti». In circa 70 anni di carriera suddivisa fra teatro e cinema, ha recitato in decine di film, ottenendo spesso il plauso della critica. Fra i riconoscimenti spicca il premio Oscar nel 2007 per la sua performance in Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris. Le sue ultime apparizioni risalgono al 2019 e al 2020, quando ha preso parte in Dumbo di Tim Burton e Spencer Confidential al fianco di Mark Wahlberg.

Addio ad Alan Arkin, attore premio Oscar e Tony Award. Celebri le performance in Little Miss Sunshine e Argo. Aveva 89 anni.
Alan Arkin con in mano l’Oscar per “Little Miss Sunshine” (Getty Images).

Alan Arkin, in carriera un Tony Award e un Oscar su quattro nomination

Prima di sbarcare sul grande schermo, Alan Arkin ha debuttato sul palcoscenico di Broadway in From the Second City nel 1961. Il suo talento ha subito catturato l’attenzione dei media e dei critici, come dimostra il Tony Award, massimo riconoscimento teatrale, ottenuto nel 1963 per la commedia Enter Laughing. Ottimo anche il suo impatto al cinema, tanto che ottenne la prima nomination ai premi Oscar già con il suo film di debutto. Nel 1966 infatti recitò nel film di Norma Jewison Arrivano i russi, arrivano i russi dove ha prestato il volto al tenente Rozanov. In quello stesso anno Arkin ricevette anche una nomination agli Emmy Awards grazie all’episodio di Abc Stage 67 dal titolo The Love Song of Barney Kempinski. Apprezzato soprattutto per il suo stile asciutto e diretto, come sottolinea Variety era in grado di interpretare al meglio sia commedie sia progetti drammatici e thriller.

Addio ad Alan Arkin, attore premio Oscar e Tony Award. Celebri le performance in Little Miss Sunshine e Argo. Aveva 89 anni.
Alan Arkin in una scena del film “Little Miss Sunshine” (Youtube).

Nel 1969 ottenne la sua seconda nomination ai premi Oscar grazie alla performance ne L’urlo del silenzio, che il New York Times definì «straordinaria, profonda e solida». Per la prima statuetta dovette attendere quasi 50 anni, dato che vinse soltanto nel 2007 con Little Miss Sunshine. Eccellente la sua versione di nonno Edwin, un anziano sboccato e dipendente dalla droga. Per il San Francisco Chronicle ha recitato in modo talmente naturale «da sembrare un’improvvisazione». Nel 2013 ha ottenuto la quarta candidatura agli Oscar grazie ad Argo, film diretto da Ben Affleck. Qui ha vestito i panni del generale Lester Seigel, un veterano reclutato da Hollywood per produrre un film di fantascienza con cui coprire il salvataggio di ostaggi americani in Iran. Ben sette le nomination ai Golden Globes, dove ha trionfato con Arrivano i russi, arrivano i russi, le ultime nel 2019 e 2020 per la serie Il metodo Kominsky.

La vita privata con tre matrimoni e altrettanti figli

Quanto alla sfera personale, Alan Arkin si è sposato tre volte. La prima nel 1955 con Jeremy Yaffe, nozze che durarono sei anni fino al divorzio nel 1961. Dall’unione nacquero i suoi primi due figli, Adam nel 1956 e Matthew nel 1960. Nel 1964 sposò invece la collega Barbara Dana da cui nel 1967 ha avuto il terzo figlio Anthony. Si è trattato del matrimonio più lungo della sua vita, dato che rimase assieme a lei fino al 1999. Quell’anno ha infatti sposato la sua terza e attuale moglie, la collega interprete Suzanne Newlander. Come ha ricordato Variety, tutti i tre figli di Arkin hanno seguito le sue orme intraprendendo una carriera nel cinema. «Quando altri bambini andavano alle partite di baseball o a pesca, papà mi portava a vedere film muti russi», aveva scherzato Adam in un’intervista alla stessa Variety.

Usa 2024, guai per DeSantis: spuntano presunti finanziamenti illegali

Nel pieno della corsa verso le presidenziali Usa 2024, Ron DeSantis, attuale governatore della Florida e principale candidato anti-Trump tra i repubblicani, viene travolto da accuse relative a finanziamenti illegali ricevuti durante la precedente campagna elettorale. Secondo quanto rivelato dai media, Friends of Ron DeSantis, cioè uno dei comitati che ha raccolto i fondi tra il 2018 e il 2022 mentre il governatore correva verso la presidenza in Florida, avrebbe ricevuto da una società con sede a Toronto, la Ecn Capital Corporation, oltre 100 mila dollari nei quattro anni di campagna elettorale. La legge federale vieta ai cittadini e agli enti stranieri di fornire contributi politici.

Ron DeSantis avrebbe ricevuto finanziamenti dal Canada in campagna elettorale: ma ricevere fondi dall'estero è illegale
Ron DeSantis parla alla folla in Texas (Getty).

In Florida donazioni politiche solo da chi ha sede negli Usa

I guai finanziari potrebbero penalizzare la corsa di DeSantis nonostante abbia tagliato da tempo i rapporti con quel Pac, acronimo per Political action committee, il modo in cui vengono chiamati i comitati. Adesso a sostegno della sua campagna per diventare il nome scelto dai repubblicani in vista delle presidenziali c’è soltanto un altro Pac, il Never back down, in cui ha trasferito 82 milioni di dollari. Ciò nonostante, la legge della Florida parla chiaro: nessuna impresa straniera può inviare capitali, nemmeno sotto forma di donazione, a scopo politico. A meno che non ci sia una sede negli Usa. Proprio questa è la risposta della Ecn, che parla di una filiale negli Stati Uniti da cui sarebbero partiti i 100 mila dollari.

Il Campiagn legal center smentisce

Non è così, però, per il Campaign legal center, l’organizzazione non profit che monitora i finanziamenti politici durante le campagne elettorali. Il Clc ha presentato una denuncia alla Commissione elettorale federale spiegando che almeno due dei quattro dirigenti di Ecn Capital e della filiale negli Usa sono cittadini canadesi. Dal Canada sarebbero partiti almeno 53 mila 506 dollari nel 2022, mentre altri contributi, secondo OpenSecrets, sarebbero partiti da Ecn Holdings e altre società collegate già nel 2018. E intanto la società canadese non risposto ai media, che non riescono a trovare alcuna informazione sul web relativa alle filiali statunitensi di cui si parla.

Ron DeSantis avrebbe ricevuto finanziamenti dal Canada in campagna elettorale: ma ricevere fondi dall'estero è illegale
Un comizione di Ron DeSantis a Philadelphia, in Pennsylvania (Getty).

Nello staff della ministra Calderone arriva Ghislana Caon, ex ufficio stampa di Raggi

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha allargato la sua squadra della comunicazione assoldando Ghislana Caon, ex raggiana, nel senso di Virginia Raggi, già sindaca di Roma in quota Movimento 5 stelle. Giornalista professionista con un passato in agenzie di stampa, Caon è entrata nella galassia M5s nel 2016. Poi è entrata nello staff della sindaca della Capitale, come ufficio stampa e con funzioni di strategia politica, comunicazione istituzionale, relazioni istituzionali e relazioni esterne e con i media. Dopo una parentesi al ministero della Transizione ecologica, è arrivata al ministero del Lavoro, ad arricchire la squadra comunicazione che vede già presenti il portavoce Ignazio Marino ed Elena Pasquini.

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Ghislana Caon assieme a Virgina Raggi ai tempi dell’esperienza in Campidoglio (Imagoeconomica).

Berlusconi, archiviato a Bari il processo Escort

Si è chiuso a causa della la morte di Silvio Berlusconi, proprio quando ormai era giunto alle ultime battute, il processo Escort in corso a Bari, nel quale l’ex premier era imputato per induzione a mentire: secondo l’accusa aveva pagato le bugie dette dall’imprenditore barese Giampaolo Tarantini ai pm che indagavano sulle ragazze portate a pagamento nella residenza private dell’allora presidente del Consiglio tra il 2008 e il 2009. Il fondatore di Forza Italia era stato rinviato a giudizio a novembre del 2018.

Silvio Berlusconi, archiviato a Bari il processo Escort: «Non doversi procedere per morte dell’imputato». Di cosa era accusato.
Silvio Berlusconi, scomparso a 86 anni (Getty Images).

Uno dei legali: «Un onore aver difeso Berlusconi»

Nella breve udienza che si è conclusa con la sentenza di non luogo a procedere da parte della giudice Valentina Tripaldi, la difesa rappresentata dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Federico Cecconi è intervenuta ricostruendo le tappe principali del processo, sostenendo che «il dibattimento ha certificato l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria e che l’escussione dei testimoni della difesa avrebbe solo ulteriormente corroborato tale insussistenza», esprimendo rammarico: «Ma oggi, il destino così ha voluto proprio quando eravamo arrivati all’ultimo metro, la conseguenza processuale è legata ad un evento molto triste». Sisto ha quindi concluso chiedendo, oltre alla chiusura del processo, che venisse messo a verbale che per lui «è stato un onore aver difeso Silvio Berlusconi».

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L’omaggio di Mediaset al suo fondatore (Imagoeconomica).

Il ruolo di Tarantini, condannato in via definitiva

Tarantini è già stato condannato in via definitiva a due anni e 10 mesi per aver portato avanti «una frenetica attività mirata a soddisfare i desiderata dell’ex premier» con donne che «si muovevano nell’esclusiva prospettiva di elargizioni economiche». La Cassazione aveva rigettato i ricorsi della procura generale di Bari e della difesa contro la sentenza con la quale il 26 settembre 2020 la Corte d’Appello aveva condannato l’imprenditore pugliese, concedendogli tra l’altro un notevole sconto rispetto alla condanna ricevuta in primo grado di sette anni e 10 mesi, grazie alla prescrizione di 14 dei 24 episodi contestati e al riconoscimento delle attenuanti generiche.

Bonus palestre e piscine 2023: a chi spetta e come richiederlo entro il 19 luglio

Dal 19 giugno 2023 è stata resa operativa la piattaforma per richiedere il bonus palestre e piscine 2023 e, così come previsto dalla normativa, potrà essere sfruttato fino al prossimo 19 luglio. Si tratta di una misura pensata in sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche che sono state costrette a chiudere nel corso del lockdown dovuto alla pandemia da Covid 19. Il contributo varia a seconda della grandezza del centro sportivo e oscilla tra un minimo di 25 mila euro e un massimo di 60 mila.

Bonus palestre e piscine 2023: cos’è e come funziona

Il bonus palestre e piscine 2023 si sostanzia in un contributo a fondo perduto erogato a chi gestisce delle strutture natatorie ed è, come detto, rivolto nello specifico alle associazioni e società sportive dilettantistiche. Le somme ricevute devono essere utilizzate necessariamente per la gestione e la manutenzione degli impianti sportivi che hanno subito delle penalizzazioni durante la pandemia.

Bonus palestre e piscine 2023: requisiti e a chi spetta

Così come deciso in sede governativa, chi richiede il bonus palestre e piscine deve rispettare alcuni requisiti:

  • deve risultare iscritto nel Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche alla data di entrata in vigore del decreto di Riparto, vale a dire il 24 marzo 2023;
  • sempre entro il 24 marzo 2023, i richiedenti devono risultare essere affiliati alle federazioni sportive, alle discipline sportive o agli enti di promozione spallaortiva;
  • avere in gestione, come proprietari, con un contratto di affitto, o con una concessione amministrativa un impianto sportivo natatorio dotato di una piscina coperta, convertibile o scoperta (in questo caso, però, è necessario che abbia un impianto di riscaldamento); la piscina coperta o convertibile deve essere lunga almeno 20 metri e avere una superficie di almeno 150 metri quadrati, mentre quelle scoperte riscaldabili devono essere lunghe almeno 25 metri e avere una superficie minima di 400 metri quadrati;
  • avere, al 24 marzo 2023, un numero di tesserati pari almeno a 30 unità.

Bonus palestre e piscine 2023: a quanto ammonta

Come detto, il valore dei contributi concessi ai beneficiari varia in base alla grandezza della piscina o della palestra richiedente. Più nello specifico, il contributo:

  • è di 25 mila euro per piscine con una superficie di 250 metri quadrati;
  • è di 40 mila euro per quelle con una superficie compresa tra i 250 ed i 399 metri quadrati;
  • è di 60 mila euro per gli impianti con superficie superiore a 399 metri quadrati.

Bonus palestre e piscine 2023: come richiederlo

Per poter ottenere il bonus occorre presentare, entro il 19 luglio 2023, un’istanza telematica al dipartimento dello Sport. Le richieste presentate verranno sottoposte ad un’istruttoria degli organismi affilianti del dipartimento e, dopo una verifica del possesso dei requisiti, lo quest’ultimo provvederà a erogare il contributo a fondo perduto attraverso un bonifico.

Stefano Fresi: età, moglie e film dell’attore

Stefano Fresi, nato a Roma il 16 luglio 1974, è un attore e musicista. Oltre ad aver recitato in numerosi film italiani, si è prestato anche al doppiaggio dando la voce e a Pumbaa ne Il re leone (2019) e a PB in Arctic – Un’avventura glaciale (2019).

Stefano Fresi: biografia e carriera

Fresi ha lasciato gli studi di Lettere a 23 anni per avvicinarsi al teatro e alla musica. Insieme alla sorella e al cognato, ha poi fondato un trio comico-musicale, i Favete Linguis. Nel 2004 ha esordito nel cast di Un medico in famiglia. Recitando nello spettacolo I tre moschettieri, Michele Placido lo notò e Fresi iniziò a interpretare il ruolo del Secco nel film drammatico Romanzo criminale (2005). Sette anni dopo è arrivato il grande successo per la recitazione in una serie di film che ebbero un buon riscontro di pubblico tra cui Viva l’Italia di Massimiliano Bruno e Smetto quando voglio di Sydney Sibilia (2014). Per quest’ultimo ruolo l’attore si è riservato una candidatura al David di Donatello. Lo stesso anno ha recitato in Ogni maledetto Natale e l’anno seguente in Noi e la Giulia di Edoardo Leo. Nel 2016 è stato nel cast di Forever Young di Fausto Brizzi mentre nel 2018 ha recitato con Paola Cortellesi nel film La Befana vien di notte. L’anno seguente è stato il protagonista di C’è tempo per la regia di Walter Veltroni.

Stefano Fresi, la carriera e la vita privata con la moglie e il figlio
Antonella Attili e Stefano Fresi al Festival del Cinema di Roma del 2022 (Getty Images).

Fresi è tornato ad affiancare Paola Cortellesi nei film Ma cosa ci dice il cervello e Figli. A inizio 2021 ha affiancato Roberto Bolle alla conduzione di Danza con me partecipando anche agli spot di Enel Energia e Parmigiano Reggiano. Nel 2022-2023 è tornato a teatro con lo spettacolo Cetra una volta con la sorella Emanuela e Toni Fornari presentandosi come i Favete Linguis.

Stefano Fresi: la vita privata

Da anni l’attore è sposato con Cristiana Polegri, anche lei impegnata nel mondo dello spettacolo. Si tratta di una doppiatrice, vocal coach e insegnante di musica e sassofono. Ha iniziato a studiare il pianoforte all’età di 10 anni per poi appassionarsi allo studio del sax alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma. Dalla loro unione è nato il figlio Lorenzo. Cristiana ha svelato che Fresi l’ha conquistata inviandole tanti messaggi: «Sia con il telefono, sia cartacei: una corrispondenza di sei mesi, con messaggi meravigliosi alla Cyrano de Bergerac».

Donna incastrata nel tapis roulant dell’aeroporto: amputata una gamba per liberarla

Una donna thailandese di 57 anni è stata suo malgrado la protagonista di un grave fatto di cronaca che sta facendo il giro del mondo. Intorno alle 9 del mattino del 29 giugno, la donna si trovava nel terminal dei voli nazionali dell’aeroporto Don Mueang di Bangkok. Avrebbe dovuto imbarcarsi poco dopo per un viaggio verso la provincia di Nakhon Si Thammarat, ma mentre si recava al gate è rimasta incastrata alla fine del tappeto mobile del Terminal 2. Sono subite intervenute le autorità e i soccorsi, per tentare di liberare la donna da quella che è diventata una trappola. E per farlo c’è stato soltanto un modo: l’amputazione della gamba rimasta bloccata all’interno dell’ingranaggio.

Una 57enne è rimasta incastrata in un tapis roulant all'aeroporto di Bangkok: tagliata la gamba
L’aeroporto internazionale Don Mueang di Bangkok (Getty).

Amputata la gamba dal ginocchio sinistro in giù

I medici della Royal Thai Air Force hanno constatato che la gamba era irrimediabilmente bloccata dagli ingranaggi e hanno deciso di operare sul posto per salvarle la vita. L’equipe ha amputato la gamba dal ginocchio sinistro in giù. La donna è stata poi trasportata d’urgenza all’ospedale più vicino. Una scena definita «straziante» da Krit Kittirattana, il figlio della 57enne. Sui social alcune foto della donna rimasta incastrata, sofferente, sono state poi rimosse dagli utenti.

Una 57enne è rimasta incastrata in un tapis roulant all'aeroporto di Bangkok: tagliata la gamba
I terminal dell’aeroporto Don Mueang vuoti (Getty).

La nota dell’aeroporto: «Profondamente dispiaciuti»

Il direttore dell’aeroporto Don Mueang ha convocato una conferenza stampa in cui ha raccontato la vicenda, mostrando solidarietà alla famiglia e spiegando che le autorità indagheranno per capire cosa sia successo sul tappeto. Poco dopo è stato diramato anche un comunicato stampa, poi pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale dello scalo. Oltre a ripercorrere quanto successo, l’aeroporto scrive che «l’uso di questa scala mobile è stato temporaneamente disabilitato» e che è stato chiesto a un team di ingegneri di investigare. Saranno controllati anche gli altri tapis roulant del Don Mueang. Al termine della nota il dipartimento Affari speciali e pubbliche relazioni scrive che «l’aeroporto è profondamente dispiaciuto per l’incidente ed è pienamente responsabile di tutti i costi di trattamento e risarcimento».

 

Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: aveva fatto battute a sfondo nazista

A soli 10 giorni dall’insediamento si è dimesso il ministro dell’Economia Vilhelm Junnila, esponente del partito di estrema destra Veri Finlandesi (Perussuomalaiset). Nel giro di pochissimo tempo si era ritrovato nell’occhio del ciclone per due motivi: una battuta a sfondo nazista e una dichiarazione sulla necessità di «aborti climatici» in Africa, entrambe risalenti al 2019.

Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: Vilhelm Junnila aveva fatto battute a sfondo nazista e parlato di aborto climatico.
Vilhelm Junnila in parlamento (Getty Images).

La battuta sul numero 88

Mercoledì 28 giugno Junnila è uscito per un soffio indenne dal voto di sfiducia, dopo che erano saltate fuori immagini risalenti a un evento a Turku nel 2019. In quell’occasione, Junnila aveva sottolineato come il numero elettorale del presidente della sezione locale del partito fosse l’88, lo stesso che lui aveva avuto alle elezioni: «Innanzitutto congratulazioni per l’ottimo numero. So che è una carta vincente. Questo 88 si riferisce, ovviamente, alle due ‘h’, ma non soffermiamoci su questo». Negli ambienti di estrema destra, il numero 88 simboleggia il saluto “Heil Hitler”, in quanto la lettera acca è l’ottava dell’alfabeto. «Spero sia chiaro a tutti che condanno fermamente e in modo assoluto l’Olocausto, l’antisemitismo e tutti gli atti antisemiti», ha detto una volta che l’infelice battuta è diventata di dominio pubblico.

Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: Vilhelm Junnila aveva fatto battute a sfondo nazista e parlato di aborto climatico.
L’esecutivo guidato da Petteri Orpo (Getty Images).

La dichiarazione sull’aborto climatico

Giovedì 29 giugno, poi, c’è stata un’altra interrogazione parlamentare riguardante alcune affermazioni sempre risalenti al 2019, “ripescate” da un verbale ufficiale. «Nelle società sottosviluppate dell’Africa, il numero di bambini può essere enorme e il problema si aggrava ulteriormente quando il cambiamento climatico li spinge, a causa della carestia, delle malattie e delle condizioni meteorologiche estreme, a cercare un posto migliore la vita in aree con un’impronta di carbonio ancora maggiore», aveva dichiarato Junnila. «Sarebbe giusto che la Finlandia si assumesse le proprie responsabilità promuovendo l’aborto climatico, un grande balzo in avanti per l’umanità». Le dimissioni di Junnila, finito al centro della bufera, rischiano di destabilizzare il fragile governo di coalizione guidato da Petteri Orpo, nato dopo settimane di trattative.

Come sta Madonna? «Tornata a casa, ma non si alza dal letto»

Dopo il ricovero e le dimissioni di mercoledì 28 giugno, Madonna è tornata nella sua casa di New York. Inizialmente sembrava che si fosse parzialmente ripresa, tanto che il suo manager, Guy Oseary, ha dichiarato nelle ore successive all’uscita dall’ospedale che «la sua salute sta migliorando». A smentire questa frase è invece il portale Tmz, che ha raggiunto fonti vicine alla cantante e parla di una Madonna in condizioni difficili, che non riesce ad alzarsi dal letto. La popstar sta male e non si è ancora ripresa dall’infezione batterica per cui è stata trasportata in terapia intensiva nei giorni scorsi.

Madonna dopo il ricovero è tornata a casa ma sta ancora male: «Non si alza dal letto»
Madonna durante i 65esimi Grammy Awards a Los Angeles (Getty).

Madonna «ha vomitato in modo incontrollabile»

Le fonti citate da Tmz raccontano che Madonna «ha vomitato in modo incontrollabile da quando è stata dimessa dall’ospedale e l’infezione sta ancora devastando il suo corpo». E anche il manager Guy Oseary è tornato sui suoi passi. Lui e chi le sta vicino le hanno consigliato di fermarsi. Il tour mondiale, che dovrebbe partire il 15 luglio da Vancouver, passando anche per il Mediolanum Forum di Assago, a Milano, il 23 e il 25 novembre, sembra adesso vicino allo stop definitivo. La popstar vorrebbe riuscire a partire e proprio lavorando per la tournée ha deciso di tenere nascosta la febbre che l’ha afflitta per oltre un mese, fino al ricovero. Sabato 24 giugno il suo corpo non ha retto ed è stata trovata priva di sensi all’interno della sua abitazione a New York.

A rischio il Celebration tour

Il Celebration tour è stato annunciato da Madonna nel gennaio 2023 e l’intenzione della celebre cantante è quella di riproporre in tutto il mondo i più grandi successi di una lunga carriera iniziata negli anni ’80. La 64enne, qualora superasse i problemi di salute, canterà in 35 città, partendo dal Nord America e da Vancouver il 15 luglio. Poi Seattle, Phoenix, Denver, Tulsa, Saint Paul, Cleveland, Detroit, Pittsburgh, Chicago, Toronto, Montreal, New York, Boston, Washington DC, Atlanta, Tampa, Miami, Houston, Dallas, Austin, Los Angeles, San Francisco e Las Vegas. In Europa arriverà ad ottobre, con quattro date a Londra, prima di Anversa, Copenaghen, Stoccolma, Barcellona, Lisbona, Parigi, Colonia, Milano (il 23 e il 25 novembre), Berlino, Amsterdam e ancora Londra. Infine il ritorno negli Usa e la chiusura, a gennaio, a Città del Messico.

Madonna dopo il ricovero è tornata a casa ma sta ancora male: «Non si alza dal letto»
Madonna nel 2018 durante gli MTV Video Music Awards (Getty).

Chi è Francesco Muglia, il neo marito di Annalisa

Francesco Muglia, il neo sposo della cantante Annalisa, è un manager di 43 anni originario di Padova. Vice presidente marketing di Costa Crociere, ha incontrato la cantante proprio durante un evento della compagnia di crociera nel 2021.

Chi è Francesco Muglia

Francesco è lontano dal mondo dello spettacolo e, proprio come Annalisa, è molto attento alla sua privacy. Di lui si conosce poco. Si sa che è nato a Padova il 23 luglio 1980 dove ha vissuto fino al diploma conseguito al Conservatorio. Grande appassionato di musica, in giovane età ha tenuto diversi concerti nella sua città decidendo poi di studiare Lettere ed avvicinarsi al marketing ed alla comunicazione. Dopo la laurea all’Università di Padova, si è trasferito a Stoccolma per specializzarsi in Comunicazione e, ritornato in Italia, si è stabilito a Milano dove ha frequentato il master in Marketing, comunicazione e sales management Publitalia ’80. Prima di approdare a Costa Crociere, Francesco ha lavorato per l’azienda Danone, sempre in qualità di manager nel settore marketing. Oltre che di musica, il manager è appassionato di sport e si tiene in forma con il nuoto, il calcetto e la corsa.

Francesco Muglia chi è il marito di Annalisa.
Francesco Muglia (Instagram).

La storia d’amore e il matrimonio con Annalisa 

Francesco e Annalisa si sono sposati in gran segreto ad Assisi, anticipando di qualche giorno la data che tutti si aspettavano. Le nozze, infatti, erano previste l’1 luglio a Tellaro, borgo di Lerici in Liguria. Ma la coppia ha celebrato la cerimonia con rito religioso, intima e riservata, giovedì 29 giugno in compagnia degli amici più stretti ed i familiari. Tutto è avvenuto nel massimo riserbo senza far trapelare indiscrezioni e foto. I due hanno sempre vissuto la loro relazione lontana dai clamori e dal gossip. Si sono conosciuti nel corso di un evento nel 2021 su una delle navi della flotta Costa Crociere e, solo negli ultimi tempi, la loro relazione è venuta alla luce.

Bonus zanzariere 2023: cos’è, come funziona, a chi spetta e come richiederlo

Mosche, zanzare e altri insetti sono indesiderati ospiti in casa, con il problema che si aggrava soprattutto in estate quando le alte temperature impongono di lasciare le finestre aperte. Per ovviare a tutto questo, una delle soluzioni più funzionali è quella di installare delle zanzariere e, anche nel 2023, i cittadini italiani potranno contare su delle agevolazioni in tal senso. Il bonus zanzariere, infatti, è stato confermato anche per quest’anno per interventi e lavori di efficientamento eseguiti all’interno della propria abitazione.

Bonus zanzariere 2023: cos’è e come funziona

Così come era anche negli scorsi anni, il bonus zanzariere 2023 si sostanzia in una detrazione fiscale che potrà essere sfruttata dai beneficiari in sede di dichiarazione dei redditi. Su Irpef e Ires (in base al soggetto beneficiario), dunque, si potrà contare su una riduzione del 50 per cento se sono state installate, nell’anno di riferimento, delle zanzariere con schermatura solare, cioè quelle che permettono di mantenere la temperatura all’interno di un’abitazione. Da quest’ultimo aspetto si evince anche come il bonus zanzariere sia strettamente collegato all’ecobonus che come obiettivo principale ha una migliore efficenza energetica degli immobili. La spesa massima consentita dal bonus per l’acquisto e l’installazione delle zanzariere è di 60 mila euro, con i cittadini che hanno tempo fino al 31 dicembre 2023 per sfruttare la misura.

Bonus zanzariere 2023: a chi spetta

Hanno accesso al bonus zanzariere i soggetti che possono vantare un diritto reale sull’immobile oggetto dei lavori, sia esso privato, commerciale o produttivo. Attenzione anche al tipo di zanzariere, in quanto non tutte sono detraibili: in base a quanto previsto dalla normativa, la detrazione spetta soltanto a chi installa, in maniera fissa, dei dispositivi con schermatura solare Gtot superiore a 0,35. Altro aspetto molto importante per accedere al bonus zanzariere è che i dispositivi devono essere di nuova installazione, ovvero montati dove non erano presenti in precedenza.

Bonus zanzariere 2023: come richiederlo

Per poter sfruttare il bonus zanzariere è necessario presentare un specifica domanda all’Enea nella quale devono essere allegati tutti i documenti necessari. A tal proposito si sottolinea che è necessario che il pagamento delle zanzariere avvenga con sistemi tracciabili, come il bonifico parlante o il bonifico postale e bancario. Per quel che riguarda la detrazione Irpef o Ires, questa viene erogata per un periodo complessivo di 10 anni in rate di pari importo.

Scannapieco punta alla vicepresidenza della Banca mondiale

Il suo obiettivo era di tornare alla Bei, di cui era vice presidente e da cui si è staccato per rispondere alla chiamata di Mario Draghi che lo voleva alla guida di Cassa depositi e prestiti. Ma il governo ha preferito puntare su Daniele Franco, l’ex ministro dell’Economia che dopo aver lasciato via XX Settembre è in attesa di una ricollocazione (avrebbe voluto sostituire Ignazio Visco in Bankitalia, ma con Fabio Panetta non c’era partita). Così ora Dario Scannapieco, sapendo che Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di riconfermargli l’incarico che scadrà nel 2024, ha messo nel mirino la poltrona di vicepresidente della Banca mondiale, dove Ajay Banga, ex presidente di Exor, è appena stato eletto presidente.

Salario minimo, le opposizioni trovano l’intesa sulla soglia a 9 euro

I partiti di opposizione hanno trovato l’intesa sul salario minimo. Pd, Movimento 5 stelle, Azione, Sinistra italiana, Europa Verde e +Europa lo hanno annunciato con una nota congiunta in cui si evidenzia come la soglia minima da cui partire è fissata a 9 euro. A firmare il documento sono Elly Schlein, Giuseppe Conte, Matteo Richetti, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi. Manca Matteo Renzi, che con il suo partito, Italia Viva, si defila: «Distanti dalle loro posizioni». Nella nota delle opposizioni si legge: «La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni».

I partiti d'opposizione, tranne Italia Viva, trovano l'accordo: la proposta prevede il salario minimo a 9 euro
Schlein, Fratoianni, Conte e Calenda, rispettivamente leader di Pd, Si, M5s e Azione, durante il congresso nazionale della Cgil (Imagoeconomica).

La nota: «Riconoscere una retribuzione proporzionata»

L’annuncio prosegue: «Vogliamo infatti sottolineare con forza la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia». Poi le proposte. I partiti chiedono che «al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore». E ancora che «a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali». Una retribuzione considerata «giusta» e che deve riguardare i subordinati, ma anche il lavoro autonomo e i parasubordinati.

Renzi dice no: «Non firmeremo»

A prendere le distanze è Italia Viva. In una nota di risposta ai partiti di opposizione, si spiega che «Matteo Renzi non firmerà la proposta sul lavoro insieme a Fratoianni, Conte e Schlein come non firmerà proposte su giustizia o fisco con Meloni e Salvini. Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa. Nel merito sul salario minimo Italia Viva aveva presentato alle elezioni un testo diverso da quello che è stato proposto dal Campo Largo e dunque in coerenza con il mandato elettorale Italia Viva proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo. Italia Viva si comporterà allo stesso modo sui prossimi disegni di legge su giustizia, su infrastrutture, su sanità. Votiamo le leggi che ci convincono ma restiamo all’opposizione di Meloni e distanti dalle posizioni sul lavoro di Fratoianni, Conte e Schlein».

I partiti d'opposizione, tranne Italia Viva, trovano l'accordo: la proposta prevede il salario minimo a 9 euro
Matteo Renzi, leader di Italia Viva (Imagoeconomica).

Ultimo giorno per la rottamazione delle cartelle: come trasmettere le domande

E’ fissata per venerdì 30 giugno, la scadenza per aderire alla definizione agevolata. Con l’adesione alla Rottamazione-quater relativa ai debiti affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022  è consentito versare solo l’importo del debito residuo. Attenzione al termine di adesione per i contribuenti che alla data del 1° maggio 2023 avevano residenza, sede legale o sede operativa nei territori interessati dai gravi eventi alluvionali. In questo caso il termine di adesione è posticipato al 30 settembre 2023.

Scade venerdì 30 giugno il termine per presentare la domanda di adesione per la rottamazione delle cartelle. Come fare per procedere.
Ufficio (foto repertorio Getty Images).

Rottamazione cartelle, come presentare le domande

Per presentare le richieste all’agenzia delle Entrate-Riscossione occorrerà procedere esclusivamente in via telematica andando sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, utilizzando l’apposito servizio disponibile nell’area pubblica, pertanto senza pin e password, o nell’area riservata, per tutti coloro che dispongono di Spid, Cie o Cns e, per gli intermediari fiscali, Entratel. Una volta entrati all’interno, basterà presentare la dichiarazione di adesione tramite la funzionalità che consente di selezionare le cartelle o gli avvisi dall’elenco dei debiti che si vogliono inserire nella domanda. Agenzia delle entrate-Riscossione procederà con l’invio della comunicazione con l’esito, l’ammontare delle somme dovute ai fini della definizione e i moduli di pagamento, entro il 30 settembre 2023.

Scontri e caos in Francia: cosa è successo

Non si placano le proteste in Francia a seguito della morte del 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto a Nanterre. Continua la rivolta delle banlieue, con scontri ovunque: sono saliti a 667 i fermati in tutto il Paese, mentre sono 249 gli agenti feriti. Incendiate auto, rifiuti e alcuni edifici. Sospesa la rete tranviaria in diverse zone: Emmanuel Macron ha fatto rientro a Parigi e ora l’opzione di instaurare lo stato d’emergenza in Francia per la rivolta delle banlieue non è più esclusa.

La morte di Nahel, colpito da un agente della polizia durante un controllo

Le proteste sono nate dall’uccisione di Nahel, avvenuta il 27 giugno a Nanterre, Comune situato nella banlieue nord-ovest di Parigi. Il 17enne stava guidando una Mercedes AMG, sulla quale si trovavano altre due persone. Quando la polizia nel corso di un controllo ha intimato l’alt, dapprima il giovane si sarebbe rifiutato di fermarsi, rimanendo però bloccato nel traffico. A quel punto gli agenti si sono riavvicinati, puntando le armi contro il guidatore: quando Nahel ha rimesso in moto l’auto, uno dei poliziotti gli ha sparato da distanza ravvicinata. Inizialmente la polizia ha dichiarato di aver agito per legittima difesa, in quanto il ragazzo avrebbe tentato di investirli. Un video, girato da un passante e diffuso sui social, mostra però tutt’altro.

Le proteste scoppiate a Nanterre si sono allargate all’intero Paese

Gli scontri a Nanterre sono iniziati subito dopo la notizia della morte di Nahel. La folla ha dato fuoco a bidoni della spazzatura e a delle automobili parcheggiate, mentre i reparti di emergenza sono stati bersaglio di alcuni petardi. Durante i disordini, sono state erette delle barricate tra i palazzi, che hanno ostacolato le operazioni dei vigili del fuoco. La protesta si è successivamente allargata a tutto il Paese: per fronteggiarle sono stati schierati 40 mila agenti, di cui 5 mila solo a Parigi. Nella capitale fermi tram e metropolitana, a Lione è entrato in azione un elicottero dei reparti speciali antisommossa, a Marsiglia evacuato il porto vecchio dopo che una manifestazione pacifica è degenerata in violenze.

La morte del 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto, ha provocato la rivolta delle banlieue. Scontri e caos in Francia: cosa è successo.
Strada di Nanterre dopo una notte di scontri (Getty Images).

Non solo scontri con la polizia: saccheggi in corso in tutta la Francia

Auto e rifiuti incendiati, autobus presi a sassate, sospesa la rete tranviaria in diverse zone. Insieme agli scontri con la polizia, sono arrivati anche i saccheggi in diversi negozi. A Parigi un centinaio di persone con il volto coperto da passamontagna hanno fatto razzia nei negozi del centro commerciale di Les Halles, nel cuore della capitale. Ma è qualcosa che sta accadendo in tutta la Francia: nel “mirino” dei manifestanti soprattutto store di abbigliamento ed elettronica.

La morte del 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto, ha provocato la rivolta delle banlieue. Scontri e caos in Francia: cosa è successo.
Una carica della polizia a Nanterre (Getty Images).

Macron è rientrato a Parigi: potrebbe proclamare lo stato di emergenza

Emmanuel Macron ha lasciato il Consiglio europeo di Bruxelles per fare rientro a Parigi, dove presiederà una nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale, convocata dopo la terza notte di violenze: verrà deciso se
proclamare o meno lo stato di emergenza. La premier Elisabeth Borne ha riferito che, «per ripristinare l’ordine repubblicano», sul tavolo ci sono «tutte le ipotesi».

L’agente, sospettato di omicidio colposo, ha chiesto perdono alla famiglia di Nahel

L’agente che ha ucciso Nahel è stato preso in custodia perché sospettato di omicidio colposo. Il poliziotto, ha fatto sapere il suo avvocato, ha chiesto perdono alla famiglia di Nahel: «Non si alza dal letto per uccidere le persone, non voleva uccidere». Il legale della famiglia di Nahel ha invece annunciato che depositerà tre denunce: una contro chi ha sparato per omicidio volontario, una per complicità contro il collega presente, e una per falsificazione di dichiarazione pubblica contro i poliziotti che «hanno affermato che il giovane aveva tentato di colpirli, cosa formalmente smentita dal video».

La morte del 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto, ha provocato la rivolta delle banlieue. Scontri e caos in Francia: cosa è successo.
“Giustizia per Nahel” (Getty Images).

L’Onu chiede alla Francia di affrontare il razzismo delle forze dell’ordine

La morte di Nahel M. ha portato anche a una più ampia discussione sulla violenza e sul razzismo della polizia transalpina, che nel 2022 ha ucciso 13 persone durante dei controlli stradali. Nel 2023 è stato il secondo episodio di questo tipo. L’Onu ha chiesto alla Francia di «affrontare seriamente i gravi problemi di razzismo e discriminazione sociale all’interno delle forze dell’ordine». Lo ha dichiarato Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.

La ministra Roccella contro i nomi per bambini ai cani: «Spia di un bisogno di avere figli»

Il cane è mio e me lo gestisco io. Potrebbe essere questo il nuovo slogan delle piazze dopo l’ennesima uscita della ministra per la Famiglia Eugenia Maria Roccella. Dopo aver pontificato su aborto e maternità, eccola tornare all’attacco. «Questo tentativo di dare i nomi dei bambini ai cani, è sintomo di un bisogno che evidentemente c’è, però viene trasferito sugli animali», ha detto intervenendo a Fenix, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia. «Serve una rivolta a difesa dell’umano. La famiglia, la filiazione, sono il cuore, sono le basi dell’umano, ma ora sono a rischio». La ministra si è accodata al pensiero del Papa che, circa un mese fa, si era rifiutato di benedire un cagnolino, condividendo la sua idea già espressa in passato: «Invece dei figli preferiscono avere cani e gatti: è l’affetto programmato, un affetto senza problemi».

Eugenia Roccella, ministra per le pari opportunità e la famiglia (foto Imagoeconomica).

Roccella, no a cani chiamati «Riccardo, Eugenio, Giovanni Maria»

La ministra ha proseguito la sua «analisi» sulla crisi della natalità nel Paese: «Il problema oggi sono proprio le basi dell’umano che sono a rischio, perché la famiglia è il cuore dell’umano. Perché sono a rischio? Io sono animalista, amo moltissimo cani e gatti, ho quattro gatti e un cane, non è una questione di ostilità nei confronti degli animali, però quando mi capita di portare il cane ai giardinetti sento il richiamo dei proprietari rispetto al proprio cagnolino e sento Giovanni, Eugenio, Riccardo, addirittura anche nomi compositi, ho sentito pure Giovanni Maria, cioè comincia a diventare effettivamente, abbastanza… una confusione non casuale perché questo tentativo di appaiare in qualche modo i nomi che si danno ai bambini, nomi umani, ai cani, è sintomo di un desiderio, di un bisogno che evidentemente c’è, un bisogno di affettività, un bisogno in qualche modo di famiglia, che però viene trasferito in maniera impropria sugli animali, sui cagnolini e così via».

La soluzione? «Una cultura a difesa dell’umano»

Eugenia Roccella ha dato una delle soluzioni per invertire la tendenza: «Manca una cultura a difesa della vita, a difesa dell’umano, che sostenga la vita, l’umano. Penso che la prima cosa che ha fatto il nostro governo, è stato proprio rimettere al centro questo problema, tornare a mettere al centro la famiglia e la natalità. La natalità era qualcosa di cui neanche si poteva parlare, famiglia e natalità sono ormai vocaboli che non sono più nel lessico internazionale, nei documenti internazionali; maternità è ad esempio una parola completamente cancellata. Noi veniamo dagli anni 60 in cui il club di Roma, l’élite intellettuale e scientifica internazionale diceva che c’era un problema di equilibrio tra le risorse e la popolazione, che c’era troppa popolazione, troppe nascite, che gli umani dovevano essere ridotti perché altrimenti non ci sarebbe stata appunto la possibilità di sfamarci, la possibilità di avere un minimo di benessere, e che quindi il problema era ridurre la natalità. E’ così è stato fatto in tutto il mondo». Una cultura definita dalla ministra come profondamente antinatalista: «La famiglia come criterio premiante, sono una mamma, sono un papà devono essere qualcosa di premiante, serve un cambiamento culturale con il coinvolgimento di tutti gli attori in gioco».

Linda Sabbadini: «L’aumento della natalità non è la soluzione»

L’intervento della Roccella arriva a due giorni esatti dall’evento che si è svolto a Roma martedì 27 giugno, dal titolo «Demografica: Popolazione, persone, natalità» durante il quale è intervenuta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat: «Parlare di calo di natalità senza considerare anche la progressiva perdita di popolazione in età lavorativa rischia di non dare quella visione di insieme necessaria per affrontare il problema nella sua interezza». Sabbadini ha parlato di «politiche miopi, prive di una visione di lungo periodo» che «hanno portato alla situazione attuale» e indica due linee di intervento: «incentivare l’occupazione femminile con politiche sociali e risolvere il problema della carenza di popolazione in età lavorativa con politiche che includano l’immigrazione, come ad esempio è stato fatto in Germania nel 2015. Non è realistico e corretto dire che il problema del calo demografico si possa risolvere solo con un aumento della natalità».

Arrestato Galtier, per l’allenatore francese accuse di discriminazione razziale e religiosa

L’allenatore francese Christophe Galtier e il suo figlio adottivo John Valovic sono stati arrestati dalla polizia a Nizza. Il provvedimento è arrivato nell’ambito delle indagini su episodi di discriminazione razziale e religiosa da parte del tecnico, che nella stagione appena conclusa ha allenato il Paris Saint-Germain, relativi ai tempi in cui era sulla panchina del Nizza. Il fermo consentirà agli inquirenti di avere Galtier e figlio a disposizione per 24 ore, poi i due verranno rilasciati oppure portati davanti al tribunale per rispondere delle accuse.

Arrestato Cristophe Galtier, l’allenatore francese del Psg è accusato di discriminazione razziale e religiosa.
L’allenatore Christophe Galtier (Getty Images).

I fatti risalirebbero all’inizio della stagione 2021/22, quando allenava il Nizza

I fatti, che risalirebbero all’inizio della stagione 2021/22, sono stati denunciati da Julien Fournier, ex direttore sportivo del Nizza, tramite un’email inviata al management di Ineos: la società, una delle più grandi aziende chimiche al mondo, è dal 2019 proprietaria del club francese che milita nella Ligue 1. Nella mail inviata al manager di Ineos Dave Brailsford, Fournier ha raccontato quanto accaduto il 9 agosto 2021: quel giorno Galtier, ribadendo un concetto appena espresso dal figlio (che è il suo procuratore), si sarebbe lamentato con il dirigente del Nizza per l’eccessiva presenza di «neri e musulmani nella squadra», cosa che andava in contrasto con «la realtà della città». Fournier aveva poi aggiunto: «Mi ha detto che era andato al ristorante e che tanti gli avevano fatto notare cheil Nizza è una squadra di neri».

Arrestato Cristophe Galtier, l’allenatore francese del Psg è accusato di discriminazione razziale e religiosa.
Christophe Galtier, ormai ex allenatore del PSG (Getty Images).

Galtier, che era stato in lizza per la panchina del Napoli, ha smentito le accuse

Il tecnico ha sempre smentito fermamente le accuse e aveva persino sporto denuncia. Diversi giocatori e dirigenti del Nizza, tra cui il presidente del club Jean-Pierre Rivère, sono già stati interrogati dagli inquirenti. Galtier, prossimo a lasciare ufficialmente la panchina del PSG, è stato in lizza per sostituire Luciano Spalletti a Napoli, ma il presidente Aurelio De Laurentiis – forse perché a conoscenza di questa vicenda – gli ha poi preferito il connazionale Rudy Garcia.

Tracy Quade, chi è la seconda moglie di Bobby Solo

Roberto Satti in arte Bobby Solo, tra i più celebri interpreti della musica italiana a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70, è convolato a nozze per due volte nel corso della sua vita: la prima fu nel 1967, quando sposò la ballerina francese Sophie Teckel; la seconda è stata nel 2005, quando si è unito con Tracy Quade.

Chi è Tracy Quade, la seconda moglie di Bobby Solo

L’attuale compagna di Bobby Solo ha oggi 52 anni (28 in meno del marito, che ne ha 80) e di lavoro fa la hostess. Di origini coreano-statunitensi, Quade ha conosciuto il marito nell’ormai lontano 1995: a quanto pare la scintilla fra i due sarebbe scoppiata immediatamente, come un vero e proprio colpo di fulmine travolgente.

Insieme a Bobby Solo Tracy Quade (che vive una vita piuttosto riservata e non ha profili social) ha avuto un figlio, Ryan, venuto al mondo nel 2013. L’artista di Una lacrima sul viso ha in realtà un totale di 5 figli da tre donne diverse: i primi tre sono Alain (nato nel 1968), Chantal (classe 1971), Muriel (nata nel 1975) avuti dalla prima moglie; il quarto figlio l’ha avuto da una breve relazione con Mimma Foti, da cui ha avuto la figlia Veronica (riconosciuta solo in un secondo momento).

Bobby Solo parla della moglie Tracy: «Quando dissi a mia madre che ci saremmo sposati pensava che fossi matto»

Oggi la coppia si divide fra l’Italia e gli Stati Uniti ed è, a quanto pare, più unita che mai. A parlare più nel dettaglio del loro splendido rapporto è stato lo stesso Bobby Solo in una recente intervista concessa a Verissimo di Silvia Toffanin, trasmissione a cui ha partecipato con la stessa moglie e il figlio Ryan. A proposito, l’artista ha raccontato: «Da ragazzino mi innamoravo delle donne mature. Forse perché ero molto legato a mia mamma e mi davano un senso di protezione, ma invece con Tracy mi sono innamorato subito ed ho sentito un senso di romanticismo. Lei era assistente di volo, andava dal New Jersey a Roma tutte le settimane e un giorno le dissi che se non avessi avuto 28 anni più di lei l’avrei sposata. Lei allora mi disse ‘perché non me lo chiedi?’ e ci siamo sposati. È molto dolce e perfetta».

Una piccola curiosità: Bobby Solo, originario del Friuli Venezia Giulia, ha rivelato che in un primo momento la madre non aveva preso bene la relazione con l’hostess, secondo il suo gusto troppo giovane (l’aveva definita solo una «putea, cioè una ragazzina). Ecco le parole dell’artista a proposito: «Quando le dissi che ci saremmo sposati mi rispose ‘Ma sei matto? questa è una ‘putea’. Tuttavia, anche lei col tempo ha cambiato idea».

Tunnel subportuale di Genova, al via i lavori: dureranno cinque anni

È stato formalizzato giovedì 29 giugno 2023 l’avvio dei lavori del tunnel subportuale di Genova, un’opera da circa 900 milioni di euro che verrà realizzata nei prossimi cinque anni. L’ufficializzazione ha avuto luogo a Palazzo San Giorgio alla presenza dei rappresentanti del Comune, della Regione Liguria, delle autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, del gruppo autostrade per l’Italia e Renzo Piano Building Workshop.

Come sarà il tunnel subportuale di Genova

Con un tracciato lungo circa 3,5 km, l’infrastruttura si sviluppa da San Benigno, a ponente, fino alla Foce, a levante, passando al di sotto del bacino portuale. È costituita da due gallerie principali separate, una per ogni direzione di marcia, del diametro esterno di scavo pari a 16 metri, con un doppio rivestimento in conci prefabbricati, per un diametro interno di circa 14 metri. Ogni galleria ospita una strada urbana di scorrimento con carreggiata a due corsie di marcia e una di emergenza con altezza minima di 4,80 m e ampiezza di piattaforma pari a 11,25 m. In corrispondenza dei tratti in curva vi è un allargamento della carreggiata di circa 1,10 metri per favorire la visibilità. La velocità limite di progetto all’interno del tunnel è pari a 70 Km/h. Sul lato di ponente, il tunnel si collega alla viabilità di Lungomare Canepa e, da questa, attraverso la strada a scorrimento veloce Guido Rossa, al casello autostradale di Genova Aeroporto (A10). Il collegamento con il casello di Genova Ovest (A7) è, invece, garantito attraverso l’allacciamento alla viabilità del nuovo nodo di San Benigno. Sul lato di levante, il raccordo alla viabilità cittadina avviene su viale Brigate Partigiane, ricalcando il collegamento attualmente garantito dalla strada Sopraelevata Aldo Moro. Nella zona centrale del Porto Antico, il nuovo tracciato si collega con un apposito svincolo all’asse viario di via Madre di Dio, dando accesso al centro città.

Il Parco della Foce diventerà il più grande della città

In superficie, il progetto porta con sé altre tre opere di rilevanza per la città: la ricongiunzione tra la Lanterna, simbolo di Genova, e l’area di Sampierdarena, l’espansione verso nord del Parco della Foce, che diventa così il parco più grande della città, e il recupero delle mura storiche di corso Aurelio Saffi nascoste negli anni dalla costruzione di una serie di sovrastrutture. Il progetto prevede anche la realizzazione di un grande parco pubblico che, circondando l’imbocco sotterraneo del tunnel, possa collegare le principali direttrici urbane, ovvero l’asse Lungomare Canepa-Via Pietro chiesa con Via Milano-Porto Antico attraverso una passeggiata ciclo-pedonale e rappresentare una seconda via d’accesso, oltre alla attuale passerella sospesa lungo le mura storiche, alla Lanterna di Genova. Il Parco della Lanterna, che si estenderà su una superficie di 6 ettari e ospiterà 800 alberi, sarà costituito da un grande piano inclinato con pendenza inferiore al 5 per cento in grado di raccordare la quota della terrazza nord sotto la Lanterna (+23.40 m s.l.m.) con via Milano (+11.60 m s.l.m.), proseguendo infine verso via Pietro Chiesa (+4.10 m s.l.m.). Le aree verdi interne al parco avranno diverse funzioni in modo da poter essere sfruttate per eventi e manifestazioni pubbliche, per lo sport libero individuale, per il gioco dei bambini e il tempo libero. Dal parco sarà soprattutto possibile riacquisire la vista del mare e di tutto il bacino portuale per gli abitanti di Sampierdarena.

 

Annalisa e Francesco Muglia si sono sposati: matrimonio segreto ad Assisi

Congratulazioni ad Annalisa Scarrone e a Francesco Muglia, che si sono sposati nelle scorse ore “a sorpresa” con una cerimonia riservata a pochi fortunati a loro molto vicini e che si è tenuta ad Assisi.

Matrimonio segreto per Annalisa ad Assisi: chi è il neo marito Francesco Muglia

La notizia delle nozze di Annalisa era stata confermata ormai diversi giorni fa grazie alle pubblicazioni di nozze apparse al Comune di Savona. Successivamente, sul Corriere della Sera erano apparse nuove indiscrezioni in anteprima che facevano riferimento ad un matrimonio previsto per sabato 1° luglio a Tellaro, nel borgo di Lerici, ma la coppia alla fine è riuscita a stupire tutti, cambiando le carte in tavola rispetto ai pettegolezzi.

La cerimonia (officiata da padre Giuseppe Sagrino) si è dunque celebrata nelle scorse ore ad Assisi, con un rito civile al quale hanno assistito per l’appunto pochissimi intimi. Terminata la celebrazione religiosa tenutasi presso la chiesa San Francesco la coppia di neo sposi ha organizzato un ricevimento a dir poco spettacolare in un ristorante della città, la Locanda del Cardinale.

Annalisa Scarrone e il manager di Costa Crociere si sono sposati in gran segreto ad Assisi, contrariamente agli ultimi rumors.
Francesco Muglia (Instagram).

Muglia, di origine padovana, è vice presidente del settore marketing di Costa Crociere. I due si sono conosciuti nel 2016, in una delle lussuose navi della flotta, nel corso di un evento a cui Annalisa aveva partecipato come guest star.

Il party insieme agli amici

Se la cerimonia è stata per un gruppo ristretto di eletti, diverso sarà il discorso per i festeggiamenti post nozze. Stando agli ultimi rumor sembra che Annalisa e Muglia abbiano organizzato un ricevimento nel borgo di Tellaro per sabato 1 luglio. Successivamente, sembra, la coppia si imbarcherà su una scialuppa in direzione Baia dell’Eco del mare: qui gli sposini accoglieranno i loro ospiti per una festa da sogno che dovrebbe includere tra gli invitati anche Chiara Ferragni, Fedez, Zucchero e tutti gli altri amici a loro più cari.

Naomi Campbell di nuovo mamma a 53 anni: è nato il secondo figlio

La top model Naomi Campbell è diventata mamma per la seconda volta. L’ha annunciato su Instagram condividendo un post con una foto che la ritrae in braccio con il suo secondogenito. «Benvenuto Babyboy» la didascalia a corredo dell’immagine.

Naomi Campbell di nuovo mamma a 53 anni

«Mio piccolo tesoro, sappi che sei amato oltre misura e circondato dall’amore dal momento in cui ci hai onorato con la tua presenza. Un vero dono di Dio», ha scritto nel dolce post su Instagram. Un pensiero di benvenuto per presentare al mondo il suo bambino del quale però non ha svelato il nome. Così come per la primogenita, Naomi Campbell ha preferito mantenere il più stretto riserbo non rivelando altri dettagli. Solo una tenerissima foto che mostra la neo mamma e le manine della sua prima figlia che tengono quella del neonato. Tantissimi i messaggi di auguri in risposta da parte dei fan, degli amici e dei colleghi. Tra questi anche quello di Donatella Versace.

Naomi Campbell (Getty Images).

La top model non ha mai nascosto il suo desiderio di diventare madre

«Non è mai troppo tardi per diventare madre», ha aggiunto Naomi al post che annuncia l’arrivo del bambino. La top model ha sempre dichiarato di volere dei figli e il suo desiderio si è esaudito per la seconda volta. Da sempre riservata circa la sua vita privata, non ha mai parlato di chi fosse il padre di sua figlia e anche in questa occasione tutto è avvenuto in gran segreto. Non è noto neanche se la top model abbia o meno un compagno. Nel 2021, quando nacque la primogenita, dichiarò a Brithish Vogue: «Non è stata adottata. È mia figlia. È la cosa migliore che abbia mai fatto».

In Russia cala la fiducia per Putin e lo zar corre ai ripari

Dopo un fine settimana ad alta tensione, in Russia sembra essere tornato tutto come prima. Vladimir Putin, che ha avviato le purghe contro i traditori, cerca ora di ricompattare la nazione. Eppure lo scenario per lo zar è cambiato. Come riporta Meduza, il livello di fiducia dei russi nei confronti del loro presidente è sceso da un minimo del 9 a un massimo del 14 per cento, a seconda della regione.

Per il Levada Center la fiducia in Putin non supera il 42 per cento

Prima della ribellione di Prigozhin, il livello di fiducia dei russi nei confronti di Putin si attestava al 78,9 per cento. Questo secondo i dati del Centro russo per lo studio dell’opinione pubblica, pubblicati dalla Tass. Il livello di approvazione dell’operato del presidente era persino salito di 1,4 punti percentuali al 76,1 per cento. E le cifre sarebbero rimaste queste: numeri molto diversi da quelli indicati dal Levada Center, organizzazione russa indipendente e non governativa, che compie sondaggi e ricerche sociologiche, (e bollata come agente straniero) secondo cui la fiducia in Putin non andrebbe oltre il 42 per cento.

Crollo della fiducia per Putin in Russia, lo zar corre ai ripari: baci e abbracci durante la visita in Daghestan.
Vladimir Putin in Daghestan (Getty Images).

Lo zar è preoccupato in vista delle elezioni presidenziali

Da -9 a -14, a seconda della regione in cui è stato effettuato il sondaggio: un calo paragonabile solo al crollo della fiducia che Putin ha dovuto fronteggiare nel 2018, quando aveva perso il 12 per cento dopo l’innalzamento dell’età pensionabile. Ad agitare i sonni dello zar, l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Russia in programma il 17 marzo 2024. Per questo Putin sta correndo ai ripari e si sta adoperando per convincere i russi che, in fondo, non è successo nulla di grave e che nessuno in realtà rema contro di lui.

Primo passo per riconquistare i russi: bagno di folla a Derbent

Dopo che gli era stato ordinato di «contrastare questo disastro nelle pubbliche relazioni e di trovare urgentemente qualcosa per dimostrare l’amore dei russi per Putin», come ha spiegato a una fonte vicina al Cremlino a Moscow Times, lo spin doctor Sergei Kiriyenko ha riempito l’agenda presidenziale di impegni. Mettendo da parte i noti timori di contagio Covid, Putin si è così concesso un bagno di folla a Derbent, città del Daghestan affacciata sul Mar Caspio. Baci, strette di mano, selfie, distanziamento sociale non pervenuto: di tutto pur di mostrare che gode del sostegno dell’intera nazione e non è stato indebolito dalla ribellione, concetti ribaditi intanto dal Cremlino.

Crollo della fiducia per Putin in Russia, lo zar corre ai ripari: baci e abbracci durante la visita in Daghestan.
L’intervento di Putin al forum di Mosca, sullo sfondo la scritta “Popolo!” (Getty Images).

Secondo step: grandi sorrisi al forum in corso a Mosca

Accolto «come una rock star» in Daghestan, come ha detto la presentatrice russa Olga Skabeyeva, Putin si è rivolto alla folla assicurando di «non aver mai avuto dubbi» durante l’ammutinamento della Wagner. Una sicurezza ostentata dal capo del Cremlino anche il 30 giugno a Mosca in occasione del forum dell’Agenzia per le iniziative strategiche dove  allo stand di NexTouch, brand che produce display touch, ha disegnando sullo schermo una faccina sorridente. Ricordando che «la Russia non è crollata a causa delle sanzioni e del ritiro delle aziende occidentali» e che, al contrario, «le opportunità per gli imprenditori si sono moltiplicate».

Un funzionario del Cremlino ha confidato che «ci sono problemi»

«Con l’occupazione di Rostov sul Don e la marcia che ha quasi raggiunto Mosca senza alcuna resistenza, si è diffusa l’idea che nessuno stia dalla parte del capo. Questo contraddice l’immagine del leader amato a livello nazionale», ha detto un funzionario russo a Moscow Times. Un’altra fonte, sempre vicina al Cremlino, ha ammesso parlando con Meduza che «ci sono problemi», spiegando che il blocco di governo intende affrontarli «aumentando la frequenza» delle apparizioni pubbliche di Putin: «Ci saranno più contatti tra il presidente e il popolo».

Marina militare, l’ufficiale Michele Savarese morto durante un corso: disposta l’autopsia

Un grave lutto sconvolge la Marina Militare: si è spento nelle scorse ore in circostanze tragiche il giovane tenente di vascello Michele Savarese. Fatale un malore avvenuto dopo che aveva effettuato in un’immersione.

Morto Michele Savarese della Marina Militare: forse un infarto

Niente lasciava presagire che dopo quell’esercitazione in mare il militare avrebbe perso la vita. Savarese, 31 anni appena, era impegnato da un paio di mesi in un duro corso per conseguire l’abilitazione per le immersioni con le quali si sarebbe occupato di pulire le carene, a non più di 15 metri di profondità.

Purtroppo intorno alle ore 10:30 di ieri, giovedì 19 giugno, qualcosa è andato terribilmente storto: Savarese è stato colpito da un malore improvviso, secondo le prime ricostruzioni potrebbe essersi trattato di un infarto fatale. A nulla è servito l’intervento tempestivo dell’unità medica presente come sempre durante simili esercitazioni per sicurezza: nonostante i tentativi di rianimarlo, Savarese è morto poco dopo.

Sul corpo del giovane, ora, sarà disposta un’autopsia per cercare di capire cosa possa averlo condotto a questa morte così improvvisa con maggior precisione.

Il cordoglio dei colleghi e del presidente della Liguria Giovanni Toti

Sono stati tantissimi, in queste ultime ore, i messaggi di cordoglio degli amici e degli ex colleghi della Marina Militare della vittima, che era originario Vico Equense (dove vive la famiglia) ma di stanza a La Spezia. A esprimere sconcerto e tristezza è stato anche lo stesso presidente della Regione Giovanni Toti, che sui social ha scritto: «Condoglianze e vicinanza da parte di tutta la Regione Liguria alla Marina militare e alla famiglia Savarese».

Molto commovente anche il post Facebook dell’ex collega Alessandro Balugani, che sul social ha condiviso una bella foto di Savarese e ha raccontato un toccante aneddoto: «Ero arrivato su nave Trieste da un paio di mesi, un giovane ufficiale mi si avvicina e mi dice: WE BALU!!! Ma sei tu?! Io: Certo che sono io, ma tu chi sei? (Ridendo) Sono Michele, Savarese ti ricordi?!. Io:Cavolo!!! e chi ti aveva riconosciuto!!! Io vi ho lasciato che eravate ragazzini e vi ritrovo uomini!!! Ci siamo abbracciati, un ragazzo d’oro. Che peccato!!! 31 anni, una vita spezzata così,il mondo a volte è troppo ingiusto. Spero che in paradiso ci sia una cambusa e un cambusiere come me, che ti lasciava riposare sui sacchi di farina, quando eri troppo stanco per l’addestramento. Oggi qui a Marinalles è stata una giornata tragica».

Canazei, pulmino finisce in una scarpata: sei feriti tra cui un bambino

Tragedia sfiorata davvero per un soffio a Canazei, dove nelle scorse ore un pulmino con diverse persone a bordo è caduto in una scarpata: sei i feriti, tra cui un bambino.

Bus cade in una scarpata a Canazei: la ricostruzione dell’incidente

Il mezzo coinvolto nel sinistro stradale è finito fuori strada mentre stava percorrendo la ss 242 che dalla valle di Fassa conduce in val Gardena, in Alto Adige. A cadere nella scarpata è stato più nello specifico un furgone appartenente allo Ski Team Fassa che a quanto sembra trasportava alcuni volontari diretti verso la parte finale del percorso della Val di Fassa running, una gara organizzata in zona. Non è ancora chiaro, almeno per il momento, cosa possa aver fatto sbandare il mezzo facendolo uscire dalla carreggiata: tra le ipotesi prese in considerazione fino ad ora c’è un malore avuto dal conducente, ma si tratta di una semplice teoria che ancora non è stata confermata.

Tra i feriti anche un bambino

Gli occupanti del furgone precipitato sulla retta sopra il ponte a Pian Schiavaneis sono poi finiti nel torrente Antermont. Immediato l’intervento dei soccorsi, che hanno dovuto trasportare 4 di loro in codice rosso in ospedale (sembra che, ad ogni modo, fossero tutti coscienti quando il mezzo è stato recuperato).

Tra gli occupanti del mezzo rimasti feriti c’è anche un ragazzino di soli 10 anni, trasportato al vicino nosocomio di Bolzano. Tutte le altre persone coinvolte, invece, hanno tra i 62 e i 67 anni e sono tutte provenienti dalla Val di Fassa.

Dopo il lancio del primo allarme, sul posto sono arrivati 4 elicotteri, due provenienti da Trento e due da Bolzano, oltre a diverse ambulanze giunte anche dalla Valle di Fiemme. Sono attualmente al lavoro sul posto per tutte le rilevazioni di routine anche i carabinieri e la polizia locale della Valle di Fassa.

Mario Virano, morto l’uomo della TAV

Mario Virano, attuale direttore generale di TELT, già presidente dell’osservatorio Torino-Lione, è morto all’età di 79 anni, dopo breve malattia. La notizia è stata confermata con una nota dalla stessa Tunnel Euralpin Lyon Turin, stretta «intorno alla famiglia dell’architetto Virano, ricordando l’uomo e il professionista che ha dedicato la sua vita alla realizzazione della nuova ferrovia Torino-Lione, promuovendo il dialogo e il confronto all’interno e all’esterna della società».

E' morto Mario Virano, l'uomo del dialogo della TAV. La notizia è stata confermata dalla TELT di cui era direttore generale.
Mario Virano, Dg TELT (foto Imagoeconomica).

Morte Mario Virano, il cordoglio del presidente della Regione 

Tra le prime persone a esprimere il proprio cordoglio per la morte di Mario Virano, vi è il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: «Con la scomparsa di Mario Virano, Torino e il Piemonte perdono un uomo di grande valore che ha dato il suo straordinario contributo nelle tante esperienze professionali e umane della sua vita, a partire dal suo impegno per arrivare alla realizzazione della Torino-Lione che oggi è un cantiere in corso e che tra pochi anni sarà completata portando il Piemonte nel cuore dell’Europa. Da oggi continueremo con ancora più determinazione con la forza del suo ricordo e con l’esempio del suo impegno».

Chi era Mario Virano

Mario Virano, classe 44, laureatosi in Architettura al Politecnico di Torino nel 1969, ha svolto negli anni attività professionale nel campo dell’architettura, dell’urbanistica e dei trasporti. Dal 2006 al 2014, ha presieduto l’Osservatorio Torino-Lione, in qualità di Commissario Straordinario del Governo. Ha svolto inoltre incarichi internazionali nel Comité de Transport Public des Communautés Européennes e nella Uitp. Virano, per un decennio, ha diretto la Eidos spa (Studi, Ricerche, Progettazione), ed è stato AD della società autostradale Sitaf spa e Consigliere di Amministrazione di ANAS.

Nel 2015, su incarico del Governo italiano, è stato direttore generale di TELT, il promotore pubblico binazionale incaricato per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Nel 2009, è stato insignito della Legion d’Onore dalla Repubblica Francese. La Camera di Commercio di Torino l’ha nominato Torinese dell’Anno 2012 e nel 2013 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale al Merito dal Presidente della Repubblica. È stato professore a contratto al Politecnico di Torino e allo IUAV di Venezia con corsi su Infrastrutture e territorio.

Previsioni meteo weekend 1-2 luglio: sabato forti temporali, domenica più sole

Che tempo farà il primo weekend di luglio 2023? Ci sarà un meteo soleggiato oppure sarà necessario armarsi di ombrello? La risposta a questa domanda è: dipende, e questo non solo da zona a zona. Se nella giornata di sabato è previsto un netto peggioramento delle condizioni generali del meteo, domenica la situazione sarà ben diversa, secondo quanto riporta 3bmeteo..

Le previsioni meteo per sabato 1° luglio: temporali diffusi sulla Penisola

Nella serata di venerdì 30 giugno un’ampia perturbazione raggiungerà il nostro Paese, spostandosi nella giornata di sabato 1° luglio nelle regioni del Levante, causando una spiccata instabilità. Il vortice di bassa pressione formatosi sopra la Ligura si sposterà dunque ben presto verso il medio-alto Adriatico, portando con sé forti rovesci e temporali. Le piogge si registreranno in questa giornata in modo particolare in Umbria, Lazio, basse Marche e Abruzzo. La bassa pressione si muoverà poi verso Molise, Campania settentrionale e Puglia. L’instabilità rimarrà ancora fino a sera inoltrata, soprattutto sulle coste del medio Adriatico. Nel frattempo anche a Nord-est si registrerà tempo piuttosto instabile, con rovesci locali su Alpi e Prealpi. Per quanto riguarda le temperature invece saranno in leggera diminuzione al Centro-nord,  mentre a Nord-ovest saranno leggermente più alte rispetto ai giorni precedenti.

Le previsioni meteo per sabato 2° luglio: torna il sole

Il vortice di bassa pressione lascerà la Penisola nella giornata di domenica, passando così ai Balcani. Le correnti settentrionali in transito sul nostro Paese spazzeranno dunque via gran parte delle nuvole, ma questo non esclude la possibilità che localmente si presenteranno ulteriori rovesci (che interesseranno in modo particolare il basso versante tirrenico).

Non è inoltre da escludere la presenza di leggere piogge sparse qua e là su Appennino, Alpi, Prealpi e sulla fascia pedemontana. Piogge isolate potrebbero presentarsi anche sui rilievi della Sardegna, nelle Murge o ancora nel Salento e nel Metapontino. Le temperature saranno in calo al Sud, mentre saranno in leggero rialzo al Centro Nord.

OpenAI viola il copyright dei romanzi? La causa di due scrittori Usa

ChatGPT è accusata di violare la legge sul copyright per addestrare il suo algoritmo. Due scrittori americani hanno fatto causa al chatbot di OpenAI in quanto ritengono che abbia analizzato e riassunto centinaia di libri senza chiedere il consenso degli autori. Ad alzare la voce sono stati Mona Awad e Paul Tremblay che ha scritto The Cabin at the End of the World, poi adattato al cinema nel film Bussano alla porta. Già a gennaio l’agenzia fotografica Getty Images aveva mosso le stesse accuse contro Stable Diffusion, generatore di arte basato sull’IA.

ChatGPT analizzerebbe centinaia di libri senza il consenso degli autori per addestrare l’algoritmo. Nessuna risposta da OpenAI e Microsoft.
Alcuni volumi sugli scaffali di una libreria (Imagoeconomica).

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In che modo ChatGPT di OpenAI avrebbe violato la legge sul copyright nell’editoria

Come ha sottolineato l’Hollywood Reporter, nel 2018 OpenAI ha alimentato GPT-1, prima versione del suo chatbot, con circa 7 mila romanzi su BookCorpus. Si trattava di una raccolta letteraria assemblata ad hoc da un team di esperti di intelligenza artificiale per creare un modello di linguaggio di grandi dimensioni. «Hanno copiato i libri dal sito Smashwords.com che ospita romanzi inediti disponibili gratuitamente per i lettori», hanno detto Awad e Tremblay. «Quei romanzi però sono in gran parte protetti da copyright». Per l’accusa, ChatGPT ha copiato i dati «senza consenso, credito o compenso per i suoi autori». Un fenomeno che si sarebbe ulteriormente allargato nel 2020 per GPT-3, la versione precedente a quella attuale.

ChatGPT analizzerebbe centinaia di libri senza il consenso degli autori per addestrare l’algoritmo. Nessuna risposta da OpenAI e Microsoft.
Uno screenshot del chatbot ChatGPT di OpenAI (Getty Images).

Come dichiarato dalla stessa OpenAI, il 15 per cento dei dati per addestrare l’algoritmo era frutto di «due corpora di libri», definiti semplicemente “Books1” e “Books2”. Secondo l’accusa, i romanzi provenivano da biblioteche ombra illegali, tra cui Library Genesis, Bibliotik e Z Library, sito pirata chiuso nel 2022. Tramite queste piattaforme, ChatGPT avrebbe avuto accesso a circa 300 mila volumi bypassando il consenso dei rispettivi autori. Dopo un periodo di addestramento, il chatbot potrebbe adesso anche generare riassunti molto accurati di tutti i romanzi, favorendo la diffusione illegale delle opere. Contattate da Reuters né OpenAI né Microsoft, che possiede parte della società, hanno ancora rilasciato commenti a riguardo.

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Truffa a nome di Maria De Filippi, Raffaella Mennoia: «Fate attenzione»

Una pagina social sta facendo circolare una pubblicità con l’immagine di Maria De Filippi con la promessa di guadagni facili. Una vera e propria truffa in merito a cui il suo braccio destro, Raffaella Mennoia, avverte: «Fate attenzione».

La truffa a nome di Maria De Filippi

Sfruttare il nome e l’immagine di personaggi famosi per fini poco leciti non è una novità e questa volta è toccato alla conduttrice. Storico volto di Canale 5, è stata utilizzata per mettere in piedi un raggiro sul web. Si legge su una pagina social aperta ad hoc: «Maria De Filippi ha ufficialmente aperto l’accesso a un programma in cui ogni italiano può guadagnare 230-480 euro. Nuovo programma con il miglior software di trading automatico». Ovviamente è tutto falso e la conduttrice non c’entra nulla. La sua notorietà è stata presa come specchio per le allodole. A renderlo noto è stata, come anticipato, Raffaella Mennoia, che ha messo in guardia gli utenti da questa pagina web che, sfruttando il nome della De Filippi, promette guadagni facili. La Mennoia ha pubblicato lo screen dell’annuncio per precisare che non c’è nessun collegamento con l’amica: «Ovviamente è una truffa, fate attenzione grazie».

Screenshot pubblicato da Raffella Mennoia (Instagram).

Nessun commento da parte della diretta interessata

Maria De Filippi, dal canto suo, non ha commentato la vicenda. Reduce del successo di Temptation Island, ripartito lunedì 26 giugno, è concentrata sul suo lavoro. Oltre al reality, la conduttrice sarà impegnata già dalle prossime settimane con le registrazioni di C’è posta per te. Ad attenderla una stagione televisiva davvero fitta che la vedrà protagonista al timone delle sue storiche trasmissioni, da Tu si que vales ad Amici al dating show Uomini e Donne.

Casal Di Principe, ragazzo di 18 anni ucciso in strada a coltellate

Si chiamava Giuseppe Turco il 18enne massacrato nella notte a colpi di coltellate a Casal di Principe, in provincia di Caserta, dopo essere stato coinvolto in una violenta lite dal tragico epilogo.

Giovane accoltellato e ucciso a Casal di Principe: litigio per colpa di una ragazza

In base alla ricostruzione degli inquirenti che si stanno occupando del drammatico caso, sembra che il ragazzo, appena maggiorenne, si fosse ritrovato in mezzo ad un’accesa discussione con un altro coetaneo del suo paese, scatenatasi proprio nella piazza centrale di Casal di Principe forse per colpa di una ragazza. Prima sono volate parole pesanti, poi si è purtroppo passati anche ai fatti: ad un certo punto infatti l’aggressore ha tirato fuori un coltello, piantandolo con violenza nell’addome di Turco, per il quale non c’è purtrppo stato nulla da fare. Il giovane ha perso la vita sul colpo: a nulla, dunque, è servito l’immediato intervento dell’ambulanza, chiamata per intervenire sul posto prima che fosse troppo tardi. Quando il 118 è arrivato, infatti, il ragazzino era già morto da qualche minuto.

La cittadina del Casertano è, comprensibilmente, sconvolta: la vittima dell’aggressione era il figlio di un artigiano molto noto e amato nella zona di Villa Literno e lo stesso Turco veniva descritto, come riporta CasertaToday, come un ragazzo vivace e sempre molto educato.

Polizia al lavoro: il sindaco chiede maggior sicurezza

Le forze dell’ordine sono impegnate in queste ore nelle ricerche del responsabile del crimine, che però deve ancora essere individuato. La speranza è che le telecamere di sorveglianza presenti in piazza possano aiutare la polizia nella ricostruzione della dinamica dell’accaduto.

Nel frattempo Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe, ha rilasciato una nota con la quale ha confermato ai suoi concittadini di essere intenzionato ad aumentare i controlli di sicurezza nel comune campano. Qui le dichiarazioni del primo cittadino: «Quanto è successo in Piazza villa ci lascia sgomenti, un ragazzo di 18 anni che perde la vita per mano di un altro giovane è una di quelle notizie che non vorremo mai sentire. Non conosciamo la dinamica di questo grave fatto di sangue; sappiamo che magistratura e forze dell’ordine stanno lavorando per definire e chiarire le modalità con cui si è arrivati alla tragica conclusione».

Il sindaco ha poi precisato: «Noi non possiamo che esprimere la nostra costernazione e la vicinanza alla comunità di villa Literno a cui apparteneva la vittima e alla sua famiglia. Ho già inviato ai responsabili dell’ordine pubblico, che già svolgono un importante lavoro sul territorio la richiesta di fare un ulteriore sforzo per garantire presidi permanenti nei luoghi di maggiore affluenza giovanile. Nel contempo ho convocato una riunione straordinaria per lunedì con le organizzazioni giovanili, per riflettere su quanto è avvenuto e verificare la possibilità con la collaborazione di tutti di mettere in campo adeguate iniziative socio culturali in grado di prevenire fenomeni di questo tipo».

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