Accordo tra SIA e Unicocampania per i pagamenti contactless a Napoli e sui mezzi di trasporto regionali

A partire dalla seconda metà del 2020, cittadini e turisti potranno pagare il biglietto direttamente ai terminali presenti nelle stazioni della rete metropolitana, ferroviaria, funicolare e degli autobus.

Il mondo del trasporto pubblico si prepara ad affrontare una nuova sfida. Grazie all’accordo siglato tra SIA e il Consorzio Unicocampania, dalla seconda metà del 2020 partirà la sperimentazione a Napoli, Salerno, Avellino e rispettive province per i pagamenti dei biglietti dei mezzi pubblici locali tramite carte di credito e di debito contactless.

Una vera e propria rivoluzione che, a regime, consentirà ai cittadini e ai turisti che si recheranno in Campania di pagare il biglietto della rete metropolitana, ferroviaria, funicolare e degli autobus con carte dotate di tecnologia NFC, anche virtualizzate su smartphone e dispositivi wearable, in modo facile, veloce e sicuro.

L’INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA DI SIA

L’innovativo servizio si basa sull’infrastruttura tecnologica di SIA che collegherà tutti i terminali dove avvicinare le carte per accedere ai mezzi pubblici campani, nonché i circuiti di pagamento ed il sistema regionale per il calcolo delle tariffe.

Le avanzate funzionalità, a supporto dello sviluppo della Smart Mobility, permetteranno la gestione, l’autorizzazione, la contabilizzazione e la rendicontazione delle transazioni di pagamento e, al tempo stesso, consentiranno all’utente di beneficiare della miglior tariffa disponibile in base al numero di viaggi effettuati.

Grazie all’infrastruttura di SIA, inoltre, sarà possibile utilizzare la propria carta di credito come se fosse un abbonamento: una modalità innovativa a disposizione degli utenti che, dopo aver acquistato online l’abbonamento con una carta di credito contactless, potranno avvalersi della stessa carta per spostarsi sull’intera rete di trasporto pubblico campana.

INVESTIMENTI DELLA REGIONE CAMPANIA PER LO SVILUPPO TECNOLOGICO

“Il Consorzio Unicocampania è stato, fin dalla sua nascita, un precursore dell’integrazione tariffaria, realizzandone uno dei modelli più complessi, per numero di attori coinvolti ed estesi dal punto di vista territoriale – sottolinea il Presidente di Unicocampania, Gaetano Ratto – Quello spirito pioneristico non è mai andato perso e il Consorzio si appresta ad affrontare una nuova sfida, quella della EMV, in una realtà che, negli anni, è cresciuta diventando ancora più complessa visto che, accanto alla tariffa integrata, oggi il Consorzio gestisce anche gran parte di quella aziendale. Siamo pronti, quindi, nell’ambito dei più ampi investimenti che la Regione Campania sta stanziando per lo sviluppo tecnologico, ad affrontare – affiancati da un partner prestigioso come SIA – un nuovo capitolo nella lunga storia delle conquiste di Unicocampania”.

“Grazie alla tecnologia di SIA, la Campania sarà la prima regione in Italia ad adottare un sistema integrato di pagamento digitale nel trasporto pubblico. Ne siamo particolarmente fieri, perché è una ulteriore conferma del nostro contributo al percorso di innovazione che il nostro Paese ha intrapreso e su cui sta progressivamente accelerando. Presto Napoli e tutti i capoluoghi di provincia campani entreranno nel novero delle grandi città – come Milano, Venezia e Roma – che stanno utilizzando la nostra piattaforma per digitalizzare milioni di titoli di viaggio. Il pagamento elettronico entra così nella quotidianità dei cittadini e diventa, de facto, uno standard alternativo al contante”, ha dichiarato Eugenio Tornaghi, Direttore Marketing & Sales di SIA.

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Accordo tra SIA e Unicocampania per i pagamenti contactless a Napoli e sui mezzi di trasporto regionali

A partire dalla seconda metà del 2020, cittadini e turisti potranno pagare il biglietto direttamente ai terminali presenti nelle stazioni della rete metropolitana, ferroviaria, funicolare e degli autobus.

Il mondo del trasporto pubblico si prepara ad affrontare una nuova sfida. Grazie all’accordo siglato tra SIA e il Consorzio Unicocampania, dalla seconda metà del 2020 partirà la sperimentazione a Napoli, Salerno, Avellino e rispettive province per i pagamenti dei biglietti dei mezzi pubblici locali tramite carte di credito e di debito contactless.

Una vera e propria rivoluzione che, a regime, consentirà ai cittadini e ai turisti che si recheranno in Campania di pagare il biglietto della rete metropolitana, ferroviaria, funicolare e degli autobus con carte dotate di tecnologia NFC, anche virtualizzate su smartphone e dispositivi wearable, in modo facile, veloce e sicuro.

L’INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA DI SIA

L’innovativo servizio si basa sull’infrastruttura tecnologica di SIA che collegherà tutti i terminali dove avvicinare le carte per accedere ai mezzi pubblici campani, nonché i circuiti di pagamento ed il sistema regionale per il calcolo delle tariffe.

Le avanzate funzionalità, a supporto dello sviluppo della Smart Mobility, permetteranno la gestione, l’autorizzazione, la contabilizzazione e la rendicontazione delle transazioni di pagamento e, al tempo stesso, consentiranno all’utente di beneficiare della miglior tariffa disponibile in base al numero di viaggi effettuati.

Grazie all’infrastruttura di SIA, inoltre, sarà possibile utilizzare la propria carta di credito come se fosse un abbonamento: una modalità innovativa a disposizione degli utenti che, dopo aver acquistato online l’abbonamento con una carta di credito contactless, potranno avvalersi della stessa carta per spostarsi sull’intera rete di trasporto pubblico campana.

INVESTIMENTI DELLA REGIONE CAMPANIA PER LO SVILUPPO TECNOLOGICO

“Il Consorzio Unicocampania è stato, fin dalla sua nascita, un precursore dell’integrazione tariffaria, realizzandone uno dei modelli più complessi, per numero di attori coinvolti ed estesi dal punto di vista territoriale – sottolinea il Presidente di Unicocampania, Gaetano Ratto – Quello spirito pioneristico non è mai andato perso e il Consorzio si appresta ad affrontare una nuova sfida, quella della EMV, in una realtà che, negli anni, è cresciuta diventando ancora più complessa visto che, accanto alla tariffa integrata, oggi il Consorzio gestisce anche gran parte di quella aziendale. Siamo pronti, quindi, nell’ambito dei più ampi investimenti che la Regione Campania sta stanziando per lo sviluppo tecnologico, ad affrontare – affiancati da un partner prestigioso come SIA – un nuovo capitolo nella lunga storia delle conquiste di Unicocampania”.

“Grazie alla tecnologia di SIA, la Campania sarà la prima regione in Italia ad adottare un sistema integrato di pagamento digitale nel trasporto pubblico. Ne siamo particolarmente fieri, perché è una ulteriore conferma del nostro contributo al percorso di innovazione che il nostro Paese ha intrapreso e su cui sta progressivamente accelerando. Presto Napoli e tutti i capoluoghi di provincia campani entreranno nel novero delle grandi città – come Milano, Venezia e Roma – che stanno utilizzando la nostra piattaforma per digitalizzare milioni di titoli di viaggio. Il pagamento elettronico entra così nella quotidianità dei cittadini e diventa, de facto, uno standard alternativo al contante”, ha dichiarato Eugenio Tornaghi, Direttore Marketing & Sales di SIA.

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Gualtieri difende il Mes: «Preoccupazioni infondate»

Il ministro dell'Economia in audizione: «Comico sostenere che minacci la stabilità. Successo per l'Italia».

Le preoccupazioni sul Meccanismo europeo di stabilità, che «adesso in alcuni settori sembra suscitare grande interesse», sono «del tutto infondate e basate su informazioni non precise e non corrette», ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze e politiche Ue a Palazzo Madama.

«RADDOPPIANO I FONDI PER SALVARE LE BANCHE»

Il ‘backstop‘, ossia la disponibilità del Meccanismo europeo di stabilità ad essere utilizzato dal fondo per le risoluzioni bancarie, «raddoppia» i fondi disponibili per salvare le banche: si tratta dunque «di un successo per l’Italia». Che la modifica alle linee di credito precauzionali introdotta dalla riforma del Meccanismo europeo di stabilità «rappresenti una terribile innovazione che definisce due categorie di Paesi, o attenti alla stabilità finanziaria dell’Italia, lo trovo comico».

«NESSUNA RISTRUTTURAZIONE AUTOMATICA DEL DEBITO»

«Chi scrive che la riforma del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) introduce una ristrutturazione automatica del debito dice una cosa falsa», ha detto Gualtieri riferendosi all’automatismo che avrebbero voluto alcuni Paesi falchi” e su cui «c’è stato il negoziato più duro, fortunatamente concluso con la vittoria dell’Italia e di altri che hanno detto no».

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Gualtieri difende il Mes: «Preoccupazioni infondate»

Il ministro dell'Economia in audizione: «Comico sostenere che minacci la stabilità. Successo per l'Italia».

Le preoccupazioni sul Meccanismo europeo di stabilità, che «adesso in alcuni settori sembra suscitare grande interesse», sono «del tutto infondate e basate su informazioni non precise e non corrette», ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze e politiche Ue a Palazzo Madama.

«RADDOPPIANO I FONDI PER SALVARE LE BANCHE»

Il ‘backstop‘, ossia la disponibilità del Meccanismo europeo di stabilità ad essere utilizzato dal fondo per le risoluzioni bancarie, «raddoppia» i fondi disponibili per salvare le banche: si tratta dunque «di un successo per l’Italia». Che la modifica alle linee di credito precauzionali introdotta dalla riforma del Meccanismo europeo di stabilità «rappresenti una terribile innovazione che definisce due categorie di Paesi, o attenti alla stabilità finanziaria dell’Italia, lo trovo comico».

«NESSUNA RISTRUTTURAZIONE AUTOMATICA DEL DEBITO»

«Chi scrive che la riforma del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) introduce una ristrutturazione automatica del debito dice una cosa falsa», ha detto Gualtieri riferendosi all’automatismo che avrebbero voluto alcuni Paesi falchi” e su cui «c’è stato il negoziato più duro, fortunatamente concluso con la vittoria dell’Italia e di altri che hanno detto no».

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I commissari Ilva e ArcelorMittal verso un accordo per la continuità della produzione

Gli avvocati di entrambe le parti si sono detti fiduciosi dopo la prima udienza al tribunale di Milano sul ricorso d'urgenza. L'ad Morselli ha garantito il funzionamento degli impianti. Contenzioso rinviato al 20 dicembre per consentire una trattativa. Il punto.

I commissari dell’Ilva e i vertici di ArcelorMittal vanno verso un accordo per consentire la continuità della produzione negli stabilimenti italiani.

DAGLI AVVOCATI FILTRA OTTIMISMO

Gli avvocati di entrambe le parti, dopo l’udienza che si è svolta a Milano sul ricorso d’urgenza presentato dagli amministratori straordinari dell’acciaieria, hanno fatto filtrare un certo ottimismo.

CLIMA POSITIVO E UDIENZA MOLTO CORTA…

Giorgio De Nova, legale dei commissari Ilva, ha detto che «ci sono degli impegni assunti secondo quanto previsto, c’è un clima positivo e quando le udienze sono così corte… comunque c’è sempre da lavorare».

LEGGI ANCHE: L’intervento dei pm di Milano nella vicenda dell’Ilva

Anche per l’avvocato Enrico Castellani «ci sono le basi per una trattativa che possa arrivare a un accordo». E sulla stessa linea si è espresso Ferdinando Emanuele, legale di ArcelorMittal.

UDIENZA AGGIORNATA AL 20 DICEMBRE

Entrambi hanno comunque precisato che il presidente del tribunale di Milano, Claudio Marangoni, giudice davanti al quale si svolge il procedimento civile, deve fornire alla stampa un comunicato sull’udienza che è stata aggiornata al 20 dicembre.

L’AD MORSELLI: «GARANTITA LA CONTINUITÀ PRODUTTIVA»

Da fonti qualificate del tribunale è emerso poi che «l’amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli presente in aula a Milano durante l’udienza civile sul contenzioso sull’ex Ilva ha garantito il normale funzionamento degli impianti e la continuità produttiva». Questo impegno sarebbe assicurato «in pendenza di questo giudizio fino al 20 dicembre».

RINVIO PER CONSENTIRE LA TRATTATIVA

Proprio in riferimento a quella data, il presidente del tribunale di Milano Roberto Bichi ha firmato una nota in cui si dice appunto che «è stato rinviato al 20 dicembre il contenzioso civile tra ArcelorMittal e l’ex Ilva relativo al ricorso cautelare e d’urgenza presentato dai commissari contro il recesso del gruppo indiano in funzione della trattativa da svolgersi sulla base delle intese e degli impegni assunti».

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Trenitalia ha vinto la gara per l’alta velocità in Spagna

È il primo operatore privato ad accedere al mercato iberico.

Trenitalia sbarca in Spagna per i servizi alta velocità Madrid-Barcellona, Madrid-Valencia/Alicante e Madrid-Malaga/Siviglia. Il consorzio Ilsa, composto da Trenitalia ed Air Nostrum, ha infatti vinto la gara bandita da Adif, società che gestisce la rete ferroviaria spagnola. Sarà quindi il primo operatore privato a entrare nel mercato iberico. L’inizio del servizio commerciale è previsto per gennaio 2022 e avrà una durata decennale. Il consorzio Ilsa offrirà 32 collegamenti giornalieri con una flotta di 23 treni.

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Delrio contro lo spezzatino Alitalia

Si tratta della soluzione a cui Lufthansa punta da anni, anche prima dell'addio di Etihad. Ma l'ex ministro dei trasporti ora la boccia, E Buffagni annuncia: Cambieremo le norme per riorganizzarla.

«Alitalia dopo un anno e mezzo rimane ancora senza ipotesi industriali serie e si conferma quanto avevamo detto e cioè che Ferrovie dello Stato non dovevano partecipare a questa avventura. E si parla di spezzatino che sarebbe inaccettabile. Ho fiducia nel ministro ma spero che il governo ci faccia presto sapere come intende proseguire senza evocare nuove Iri», ha detto il presidente dei deputati del Pd ed ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio.

IL VICEMINSITRO BUFFAGNI: «DOBBIAMO RIORGANIZZARLA»

L’ex ministro su questo punto va d’accordo coi Cinque stelle. «Noi siamo al lavoro anche per fare alcune modifiche legislative che ci garantiscano un cambio di strategia su Alitalia. È arrivato il momento di dire basta a un buco nero che per anni ha generato solo costi», ha detto a Matera il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni. «Dobbiamo lavorare per salvare l’asset, i posti di lavoro, ma – ha aggiunto – dobbiamo riorganizzarla perché abbiamo da rispettare delle regole e degli accordi europei, ma soprattutto l’azienda ha bisogno di imprenditoria, non ha bisogno di commissari continuamente». Secondo il Viceministro, «non si può, ad esempio, non garantire il collegamento con le Isole, che oggi viene assicurato e tutta un’altra serie di peculiarità. Noi non vogliamo assolutamente fare un autogol, però non si può usare la strategia che si è usata fino ad oggi: credo che questo – ha concluso – sia largamente condiviso nel Paese».

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Leonardo da Vinci primo aeroporto al mondo ad installare le lampade Biovitae

Installate al pronto soccorso di Fiumicino, le lampade sono in grado di ridurre i rischi di infezioni per operatori e passeggeri e limitare i fenomeni di antibiotico-resistenza.

L’aeroporto Leonardo da Vinci si conferma sempre più attento all’ innovazione e servizi per i passeggeri. Lo scalo, infatti, è il primo al mondo ad aver installato presso il proprio Pronto Soccorso (sala accettazione, sala visita medica emergenza con tavolo operatorio, sala report visita, sala degenza pazienti) i dispositivi di illuminazione battericidi Biovitae, in grado di ridurre i rischi di infezioni per operatori e passeggeri e limitare i fenomeni di antibiotico-resistenza.

Biovitae è l’unica tecnologia brevettata Led che, grazie a una combinazione di frequenze luminose, uccide tutti i batteri (Gram+, Gram-, spore, muffe e funghi) e sanifica gli ambienti senza renderli sterili e senza, quindi, indebolire il sistema immunitario. Biovitae è una luce Led che, a differenza degli UV, è totalmente sicura per l’uomo e non richiede protezioni speciali. La resistenza antibiotica è, infatti, una delle più grandi emergenze sanitarie del nostro tempo.

Delle 33 mila morti che avvengono ogni anno nei Paesi dell’Ue per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, oltre diecimila si registrano nel nostro Paese. Un record negativo, stando ai dati forniti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici. Il rispetto delle norme igieniche e l’individuazione di azioni di prevenzione sono quindi sempre più importanti.

ADR A FAVORE DELLA LOTTA CONTRO LE INFEZIONI

La società Aeroporti di Roma con l’installazione di Biovitae ha deciso di intraprendere un serio cammino nella lotta alle infezioni recependo l’allarme lanciato dai ricercatori del progetto Pand Hub, realizzato dal VTT (Technical Research Centre) – principale centro di ricerca pubblico finlandese – in collaborazione, tra gli altri, con l’Università di Nottingham e lanciato nel novembre 2014 per valutare i rischi di diffusione di malattie all’interno degli hub di trasporto in tutto il mondo. Obiettivo finale del progetto triennale di ricerca, finanziato con 3,1 milioni di euro di Fondi Europei, è quello di sviluppare un modello di prevenzione e un piano d’azione in caso di crisi. Oggi a Fiumicino sono stati presentati i brillanti risultati di questa sperimentazione.

 “Grazie alla tecnologia di Biovitae – ha dichiarato l’amministratore delegato di Adr, Ugo de Carolis – l’abbattimento della carica batterica nei locali della sperimentazione è stato superiore al 60 % e gli spazi con buona igiene batterica sono quasi raddoppiati, passando dal 42 all’82%. Da oggi possiamo considerare il Pronto Soccorso dell’aeroporto di Fiumicino un luogo in cui il rischio microbiologico per passeggeri e operatori sanitari è sostanzialmente azzerato”.

“Sono molto contento che un brevetto 100% italiano sia stato adottato da ADR che, primo aeroporto al mondo, ha compreso l’importanza di fare qualcosa di concreto per la lotta alle infezioni e alla resistenza antibiotica. Spero questo sia il primo passo di una collaborazione continuativa e che questo virtuoso percorso possa essere uno stimolo per gli scali di tutto il mondo” ha dichiarato Mauro Pantaleo, amministratore delegato di P&P Patents and Technologies, società titolare del brevetto.

ADR sta valutando le opportunità di sperimentazione all’interno dei Terminal e delle aree d’imbarco e sbarco dei passeggeri.

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Il M5s si spacca sul voto alla Commissione von der Leyen

Solo 10 eurodeputati su 14 hanno appoggiato il nuovo esecutivo Ue. La capodelegazione pentastellata: «Scelte personali».

Il Movimento 5 stelle si divide nel voto alla commissione Ursula von der Leyen. Secondo quanto si apprende 10 eurodeputati pentastellati hanno appoggiato il nuovo esecutivo comunitario, due hanno votato contro e due si sono astenuti. «Il Movimento 5 stelle ha un’anima diversificata come è noto e c’è chi probabilmente non si sente a proprio agio, legittimamente. È una scelta personale, ma il M5s oggi, pur con riserve e con le dovute cautele, appoggia questa commissione», ha detto la capodelegazione del M5s al parlamento europeo Tiziana Beghin, «pur se non con un assegno in bianco, ma monitorando provvedimento per provvedimento e pur con le perplessità che abbiamo espresso durante il dibattito, abbiamo deciso di confermare il supporto. La maggioranza dei 5 stelle è a favore di questa commissione che è anche espressione del governo nazionale».

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Cosa resta della plastic tax dopo gli emendamenti alla manovra

Il Pd annuncia: «Tassa completamente rivista, con una riduzione di gettito del 70%». Quella riciclata sarà esclusa dall'imposta, assieme a tutti i dispositivi medici.

La plastic tax che verrà sarà molto più leggera rispetto ai progetti iniziali del governo giallorosso, con un gettito ridotto del 70%.

Dario Stefano, vice capogruppo al Senato del Pd e relatore della manovra, ha infatti annunciato che gli emendamenti alla legge di bilancio hanno determinato «modifiche radicali» al provvedimento, consentendo al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri «un ulteriore affinamento».

La tassa «viene completamente rivista, con una riduzione di gettito del 70%. La plastica riciclata viene esclusa dall’imposta, come è sempre stato per quella biodegradabile e compostabile. Esclusi, oltre alle siringhe, anche tutti i dispositivi medici e gli imballaggi di medicinali».

Sarà contento, sempre in casa Pd, il governatore uscente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in corsa per un nuovo mandato. Il 26 gennaio 2020 si vota e la regione vanta un primato mondiale. Lì infatti si registra la maggiore concentrazione al mondo di industrie per la produzione di macchine per il confezionamento e l’imballaggio, secondo un recente report dell’Ucima, l’associazione che raggruppa i costruttori.

Proprio Bonaccini, non a caso, aveva chiesto al governo di rivedere la plastic tax, avvertendo che in caso contrario l’Emilia-Romagna avrebbe pagato un «prezzo alto».

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Omicidio Caruana Galizia, arrestato il braccio destro del premier Muscat

Nuovi sviluppi giudiziari nelle indagini che scuotono Malta. Oltre a Schembri, finisce in prigione anche Adrian Vella , medico dell'imprenditore e re dei casinò Fenech.

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Keith Schembri, il braccio destro del premier maltese Joseph Muscat, ha passato la notte in cella dopo essere stato fermato dalla polizia in seguito all’interrogatorio e alla perquisizione dell’abitazione privata avvenuti il 26 novembre. In serata è stato fermato anche il dottor Adrian Vella, medico personale del re dei casinò e grande imprenditore Yorgen Fenech, arrestato la settimana scorsa mentre tentava la fuga da Malta a bordo di uno yacht. Vella è sospettato di aver fatto da tramite tra Fenech e Schembri.

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Papa Francesco si prende il controllore di Bankitalia per le finanze vaticane

Barbagallo nominato presidente dell'Aif. Prima era funzionario generale con l'incarico di alta consulenza al Direttorio della Banca d'Italia in materia di vigilanza bancaria e finanziaria e nei rapporti con il Single Supervisory Mechanism a Palazzo Koch.

Da consulente della vigilanza a Banca d’Italia a capo dell’Autorità di informazione del Vaticano Carmelo Barbagallo, alto funzionario di Palazzo Koch, ha varcato la riva del Teevere. Papa Francesco lo ha infatti scelto come presidente dell’Aif. Barbagallo prende il posto di René Brulhart, il cui mandato non è stato rinnovato dal pontefice, anche a seguito dell’ultimo scandalo finanziario che ha scosso il Vaticano. Barbagallo è stato finora funzionario generale con l’incarico di alta consulenza al Direttorio della Banca d’Italia in materia di vigilanza bancaria e finanziaria e nei rapporti con il Single Supervisory Mechanism.

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Perché scandali e impeachment non frenano la corsa di Trump verso il 2020

Il gradimento del tycoon non cala. Gli indecisi potrebbero rivotarlo. E questo perché l'economia continua a crescere e la disoccupazione non è mai stata così bassa. Per batterlo serve un vero scatto d'orgoglio.

I sondaggi degli ultimi giorni parlano chiaro: malgrado sia stato confermato il quid pro quo nell’Ucrainagate – l’ambasciatore Usa in Ue Gordon Sondland ha ammesso: «Dissi che avremmo potuto non dare gli aiuti militari» – la popolarità di Donald Trump non è calata significativamente.

E nonostante il bombardamento di scoop e di Breaking news che lo riguardano, la percentuale di americani favorevoli all’impeachment è rimasta stabile. Infine, le persone ancora indecise su chi votare non sono del tutto convinte che sia sbagliato votare per Trump nel 2020.

Tirando le somme viene da pensare che la strada dell’impeachment non sia poi così efficace per liberarsi del tycoon. Il motivo di tutto questo mi sfuggiva, e sono andata a leggere cosa ne pensano i talking heads.

I CRITERI CON CUI VIENE GIUDICATO UN PRESIDENTE

Ho trovato particolarmente interessanti le opinioni di Ross Douthat, editorialista del New York Times. Nel suo articolo How Trump Survives spiega come gli americani valutino un leader in base ai successi dell’economia nazionale e alla stabilità mondiale e molto meno per scandali. Douthat avalla la sua teoria ricordando gli altri due tentativi di impeachment nella storia americana: quello a Richard Nixon, uscito dalla scena politica devastato, e quello a Bill Clinton che invece è tuttora considerato da molti uno dei più importanti presidenti americani. Vero, le accuse rivolte ai due erano molto diverse – Nixon fu travolto dal Watergate, mentre Clinton mentì sotto giuramento – ma a fare la differenza furono altri fattori. Mentre durante il secondo mandato di Nixon gli Stati Uniti erano in piena crisi di petrolio, le borse perdevano valore e iniziava un periodo di recessione, l’amministrazione di Clinton era riuscita a garantire un clima di enorme sicurezza economica e mondiale. 

LA GOLDEN AGE DI TRUMP

Malgrado mi pesi ammetterlo, l’America di Donald Trump, almeno sulla carta, sta attraversano un periodo d’oro. Certo, non è tutta farina del suo sacco: il suo predecessore Barack Obama gli ha lasciato un Paese in buono stato. Ma comunque sia, l’economia va a gonfie vele e la disoccupazione non è mai stata così bassa. In poche parole, quando si sta bene fa paura cambiare le carte in tavola, anche se sono carte sporche. Le notizie sempre più allarmanti riguardo i giochi di Trump sia a Washington sia all’estero sarebbero molto più dannose per il tycoon se nel Paese si respirasse una insicurezza economica e sociale.

LEGGI ANCHE: Bloomberg, il miliardario giusto al momento sbagliato

Certamente molti americani sono basiti di fronte al fatto che il presidente abbia chiesto all’Ucraina aiuti per la sua campagna elettorale in cambio dei fondi che il Congresso aveva stanziato per limitare i danni della guerra in Crimea. È ovvio che i comportamenti scorretti di Trump nei confronti degli immigrati, delle donne, dei disabili sono da denunciare e fanno discutere. Ma gli indecisi, i cosiddetti swing voter si preoccupano più di mantenere un lavoro stabile che garantisca loro una vita agiata e dignitosa.

L’UNICA SPERANZA È UNO SCATTO D’ORGOGLIO

Ross Douthat scrive: «Nel nostro sistema, bisogna che accadano dei disastri per potersi liberare di un presidente prima della fine del suo mandato, anche se è un presidente corrotto». Ha ragione il caro signor Douthat, ma spero comunque che quando sarà il momento di votare, i democratici e gli indipendenti si mettano una bella mano sulla coscienza e si preoccupino anche del livello imbarazzante di decenza in cui è caduto un Paese così potente come l’America. 

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L’ad del Catania Lo Monaco è stato aggredito dai suoi tifosi

Il dirigente è stato colpito sul traghetto che collega Messina a Villa San Giovanni, dove si trovava per seguire la squadra rossazzurra impegnata a Potenza. Ora il club non scenderà in campo.

L‘amministratore delegato dal Catania, Pietro Lo Monaco, è stato colpito da alcuni tifosi etnei, che contestano la gestione della società, mentre si trovava sul traghetto che collega Messina e Villa San Giovanni. Lo Monaco si stava recando a Potenza per seguire la gara valida per gli ottavi di finale della Coppia Italia di Serie C. Partita che il Catania non disputerà: la squadra è rientrata a Catania. «La vile e vergognosa aggressione subita oggi dall’ad Pietro Lo Monaco da parte di ultras catanesi a bordo della nave traghetto durante il viaggio per raggiungere Potenza», spiega una nota, «già prevedibile alla luce dello striscione intimidatorio esposto in città e di quanto denunciato dal nostro amministratore delegato in occasione della conferenza stampa di ieri, ci obbliga a fermarci».

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«Le ong sbarchino nei loro Paesi»: la norma Minniti “salva” Salvini

Il tribunale dei ministri ha archiviato la posizione del leader della Lega per il caso Alan Kurdi basandosi anche sul codice di condotta voluto dall'ex ministro degli Interni Pd.

Il tribunale dei ministri che ha deciso di archiviare la posizione dell’ex titolare degli Interni Matteo Salvini ha dato una motivazione destinata a diventare un precedente importante. «La responsabilità di assegnare un “porto sicuro” alle navi con i profughi soccorsi in mare spetta allo “Stato di primo contatto”», riporta il Corriere della Sera, «che però non è sempre facile individuare, «tuttavia, volendo seguire “alla lettera” le indicazioni che si possono ricavare da convenzioni e accordi, “lo Stato di primo contatto non può che identificarsi in quello della nave che ha provveduto al salvataggio”; dunque se un’imbarcazione che ha raccolto i naufraghi batte bandiera tedesca, è alla Germania che deve rivolgersi per ottenere l’approdo».

Tra le «convenzioni e accordi» che cita il Corsera, risalta il codice di condotta per le ong dell’estate 2017 voluto dall’allora ministro Marco Minniti. Proprio in quel codice, approvato dall’Unione europea, vengono stabilite le regole sulla bandiera di riferimento della ong che ora hanno “salvato” Salvini.

La decisione del tribunale dei ministri, che ha accolto la richiesta della Procura di Roma, riguarda la vicenda della nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye alla quale fu vietato l’approdo in un porto italiano lo scorso 3 aprile. Il leader della Lega era indagato per abuso d’ufficio e rifiuto di atti di ufficio, assieme al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi e anche nei confronti del prefetto è stata decisa l’archiviazione. La nave della Ong soccorse al largo della Libia 64 migranti a bordo di un gommone in difficoltà. Dopo il no di Salvini allo sbarco, la nave rimase in mare dieci giorni: il 13 aprile fu Malta a concedere il porto sicuro e i migranti furono ridistribuiti tra Germania, Francia, Lussemburgo e Portogallo.

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Accordo tra Snam e Accenture per innovazione e sostenibilità delle reti energetiche

Le due aziende studieranno insieme soluzioni per dispositivi connessi a Internet e altre tecnologie, per ottimizzare e rendere più sostenibili le infrastrutture.

Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali, e Snam, una delle principali aziende di infrastrutture energetiche al mondo, hanno siglato oggi un memorandum di intesa per studiare e valutare soluzioni basate su tecnologie IOT (Internet of Things) allo scopo di rafforzare l’innovazione e la sostenibilità delle reti energetiche nel contesto strategico mondiale di spinta verso la transizione energetica.

L’accordo è stato siglato alla presenza del CEO di Accenture, Julie Sweet, dell’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, e del presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, Fabio Benasso.

La collaborazione rientra nell’ambito di un’ampia iniziativa portata avanti da Snam, “SnamTec, Tomorrow’s Energy Company”, che prevede al 2023 investimenti per oltre 1,4 miliardi di euro nell’innovazione e nella transizione energetica, dall’applicazione di nuove tecnologie per aumentare la sostenibilità delle reti all’impegno in settori “green” come la mobilità sostenibile, il gas rinnovabile, l’idrogeno e l’efficienza energetica.

Accenture e Snam studieranno e valuteranno soluzioni per dispositivi connessi a Internet e altre tecnologie, tra cui machine learning e intelligenza artificiale, edge e fog computing, ed advanced analytics, per ottimizzare il monitoraggio e la manutenzione delle infrastrutture e renderle più intelligenti e sostenibili, generando impatti positivi per i territori e le comunità.

Un altro obiettivo della collaborazione sarà effettuare analisi sul crescente ruolo dei gas rinnovabili come biometano e idrogeno nel mix energetico del futuro.

«La scelta della giusta strategia digitale è fondamentale per costruire un futuro a basse emissioni di CO2, aumentare la sicurezza e consolidare il coinvolgimento delle comunità locali» – afferma Julie Sweet, Ceo di Accenture. «Snam è un’azienda leader di settore e quest’iniziativa rappresenta un nuovo entusiasmante capitolo nel nostro rapporto di fiducia di lunga data. Siamo entusiasti di collaborare allo sviluppo di soluzioni che aiutino Snam e il settore ad accelerare l’innovazione e incrementare la sostenibilità.»

Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, dichiara «L’innovazione è un pilastro del progetto SnamTec, con il quale stiamo ponendo le basi dell’azienda energetica del futuro, anche attraverso accordi con operatori internazionali come Accenture. L’obiettivo è rendere la nostra rete sempre più moderna, sostenibile e integrata con i territori e le comunità, utilizzando sistemi innovativi come l’IOT per agevolare la manutenzione degli impianti e ridurre le emissioni. Proprio grazie all’impegno sull’innovazione, nel nostro nuovo piano prevediamo di ridurre del 40% le emissioni di metano al 2025 e del 40% le emissioni di CO2 equivalente entro il 2030».

Fabio Benasso, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, aggiunge: «Nel corso degli anni abbiamo costruito una solida relazione commerciale con Snam che ci ha permesso di raggiungere obiettivi ambiziosi a livello sia nazionale che internazionale. Continueremo a fornire le nostre competenze nel campo dell’energia e le nostre capacità tecnologiche per supportare il nostro partner nel complesso processo di transizione verso un’economia più moderna, prospera, competitiva e a impatto zero.»

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Sette condanne a morte per l’attacco in Bangladesh costato la vita a nove italiani

A Dacca, nel 2016, rimasero uccise complessivamente 22 persone. In un primo momento l'attacco era stato rivendicato dall'Isis.

Sette miliziani islamici sono stati condannati a morte in Bangladesh per un attacco a un caffè a Dacca in cui, nel 2016, furono uccise 22 persone, tra cui nove italiani. I sette erano accusati di appartenere all’organizzazione islamista locale Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh (Jmb). Inizialmente l’attacco, con la presa di ostaggi, era stato rivendicato dall’Isis, ma le autorità locali hanno concentrato le indagini negli ambienti jihadisti del Paese.

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L’Italia spende in pensioni il 16% del Pil

Nel nostro Paese il reddito medio delle persone con più di 65 anni è simile a quello dell'intera popolazione mentre nella media Ocse è più basso del 13%.

Un Paese in cui la distribuzione dei redditi e la spesa sociale favorisce gli anziani che non lavorano. La fotografia scattata dall’Ocse nel suo rapporto Pension at a Glance presentato il 27 novembre è chiara. Secondo l’Ocse l’Italia spende per il sistema pensionistico il 16% del Pil, il secondo livello più alto nell’area Ocse.

REDDITO DEGLI ULTRA 65ENNI IN LINEA CON QUELLO DI CHI LAVORA

Secondo l’organizzazione con sede a Parigi nel nostro Paese inoltre il reddito medio delle persone con più di 65 anni è simile a quello dell’intera popolazione mentre nella media Ocse è più basso del 13%. L’Ocse sottolinea che l’età di ritiro legale è 67 anni, tre anni superiore a quella della media Ocse ma che di recente «è andata indietro rispetto alle recenti riforme introducendo Quota 100».

ALTA ETÁ PENSIONABILE E CONTRIBUZIONE, MA RITIRO PRECOCE

Nel sistema pensionistico italiano la priorità dovrebbe essere «aumentare l’età effettiva di ritiro dal lavoro» dato che al momento è a 62 anni, di due anni circa inferiore a quella media Ocse e di cinque più bassa rispetto all’età legale di vecchiaia (67), si legge nel Rapporto Ocse. L’Ocse sottolinea che l’Italia oltre ad aver introdotto Quota 100 che consente di ritirarsi in anticipo dal lavoro, ha bloccato l’aumento dei requisiti legati all’aspettativa di vita fino al 2026 per coloro che hanno almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini e 41 e 10 mesi se donne. Inoltre non è prevista una revisione per l’età di vecchiaia nel 2021 legata all’aspettativa di vita. «Il sistema italiano – scrive l’Organizzazione – combina un’alta età pensionabile obbligatoria con un tasso di contribuzione pensionistica elevato del 33%» e ciò comporterà un tasso di sostituzione netto futuro (quando si raggiungeranno i 71 anni, ndr) molto elevato, il 92% per i lavoratori con salario medio a carriera piena contro il 59% in media nell’Ocse.

«IL RISCHIO DI BASSE PENSIONI IN FUTURO»

L’Ocse segnala inoltre che la pensione di cittadinanza ha innalzato i benefici per la vecchiaia portandoli al di sopra della media Ocse per questi schemi. In particolare l’Organizzazione ricorda le difficoltà del mercato del lavoro italiano con una percentuale di lavoro temporaneo e part time che generalmente dà guadagni più bassi, più alto rispetto alla media dei paesi Ocse. «Queste forme di lavoro – avverte – aumentano il rischio di basse pensioni future dato che il sistema italiano collega strettamente le pensioni ai contributi. Inoltre i tassi di occupazione di giovani e anziani in Italia sono ancora bassi con il 31% di giovani tra i 20 e i 24 anni al lavoro contro il 59% medio Ocse e il 54% tra i 55 e i 64 anni contro il 61% della media Ocse. Anche questo rischio di carriere incomplete pesa sulla pensione futura strettamente legata ai contributi versati. Infine l’Ocse ricorda l’alta percentuale di lavoro autonomo nel nostro Paese «Più del 20% dei lavoratori sono autonomi – si legge – a fronte del 15% nei paesi Ocse». E se nella media Ocse questi lavoratori hanno pensioni mediamente più basse del 22% rispetto ai lavoratori dipendenti in Italia c’è il divario più grande con una differenza che supera il 30%.

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Merkel sfida Macron e promette più impegno nella Nato

Il leader dell'Eliseo dichiara l'Alleanza «in morte cerebrale» e ora la cancelliera promette di rafforzarla. Berlino non vuole lasciare a Parigi il monopolio sulla discussione sul futuro della Difesa Ue.

La cancelliera Angela Merkel non vuole lasciare al socio di maggioranza europeo Emmanuel Macron il monopolio sulla discussione sul futuro della Difesa europea. «L’Europa al momento non può difendersi da sola», ha detto Merkel, parlando al Bundestag, «perciò è importante che la Germania lavori di più per la Nato e la sua unità, assumendosi più responsabilità».

L’ATTACCO DI MACRON ALLA NATO

Il 7 novembre, il presidente francese aveva dichiarato in un’intervista all’Economist che «la Nato è in morte cerebrale». Fin dalla sua elezione, il leader dell’Eliseo si è speso per far partire un serio progetto di Difesa comune europea indipendente dalla Nato. Un progetto, ça va sans dire, alla cui guida si metterebbe proprio Parigi.

IL RETROSCENA DEL NYT SULLO SCONTRO FACCIA A FACCIA

Il 24 novembre, il New York Times riportava di uno scontro proprio sulla Nato tra i due leader europei alla cena del trentennale della caduta del muro a Berlino. Il portavoce della Merkel ha smentito che una lite sia mai avvenuta. Secondo il Nyt, la cancelliera, che vuole contrastare l’idea di un’egemonia difensiva francese in Ue, avrebbe detto a Macron: «Capisco il suo desiderio di una politica distruttiva, ma sono stanca di rimettere a posto i pezzi. Devo continuamente rimettere insieme le tazze di porcellana che lei rompe, in modo che si possa sedere insieme a bere un ». Sulla Nato la Merkel ha sempre detto che l’Europa deve assumere maggiore responsabilità nella propria Difesa, «ma sempre all’interno della Nato e senza sostituirne l’impegno».

LE PRESSIONI DI TRUMP SULLE SPESE

La cancelliera ha ribadito il concetto davanti al parlamento tedesco, sostenendo che le spese per la Difesa della Germania dovrebbero arrivare al 2% «entro i primi anni trenta». «Preservare la Nato è nel nostro interesse ora ancora più che durante la guerra fredda», ha detto. La cancelliera ha anche ricordato che entro il 2024 le spese arriveranno all’1,5%. Gli Usa di Donald Trump fanno forte pressione sulla Germania e su tutti i suoi alleati (gli “scrocconi”) sul tema delle spese per la Difesa fin dall’inizio del mandato del tycoon.

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I sondaggi politici elettorali del 27 novembre 2019

La Lega si conferma saldamente al comando, ma fa registrare una battuta d'arresto. Crescita continua per Fratelli d'Italia. Lieve flessione per il Pd, stabile il M5s. La rilevazione Ixè.

Si conferma la battuta d’arresto della Lega nei sondaggi. L’ultima rilevazione condotta dall’istituto Ixè per a trasmissione di RaiTre Cartabianca ha rivelato che il partito di Matteo Salvini è sceso al 31,5% dal 31,9% dei consensi della settimana precedente.

FRATELLI D’ITALIA SUPERA LA SOGLIA DEL 10%

Boom, invece, di Fratelli d’Italia, che ha superato il 10,6 dal 9,9% dell’ultima rilevazione. Per quanto riguarda i partiti di governo, scende il Partito democratico, al 20,4% dal 21,2% della scorsa settimana, mentre il Movimento 5 stelle è sostanzialmente stabile al 16,06% dal 16,3%.

ITALIA VIVA SI CONFERMA STABILE

Stabile anche Italia viva di Matteo Renzi, che si assesta al 4,5% dal precedente 4,6%: +Europa è al 3%, la Sinistra sale al 2,2%, mentre Europa verde scende all’1%. A crescere è poi il numero degli indecisi o degli astenuti, che rappresenta il 37,6% del campione intervistato.

IL CENTRODESTRA POCO SOTTO IL 50%

Roberto Weber, presidente dell’istituto Ixè, commentando i dati ha spiegato: «Nel sondaggio si registra lo sfondamento di Fratelli d’Italia. Per un voto che Fdi dà alla Lega di Salvini, tre voti dal Carroccio si spostano sul partito di Giorgia Meloni. Quindi abbiamo questa radicalizzazione sulla destra e il centrodestra arriva a quota 49,5%». 

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La strategia di Salvini: sfida ai parlamentari M5s sul Mes

Il leader della Lega: «Si tratta di un fondo 'ammazza Stati'. Voglio vedere negli occhi i parlamentari dei Cinque Stelle quando voteranno»,

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha deciso di cavalcare la battaglia sul Mes. «Ormai è chiaro che si tratta di un fondo ‘ammazza Stati’. Voglio vedere negli occhi i parlamentari dei Cinque Stelle quando voteranno questa cambiale in bianco a favore di un istituto privato», ha affermato Salvini, parlando del Mes a margine della manifestazione degli ambulanti davanti a Montecitorio. «Su questo tema del Mes come su mille altri – aggiunge – non so se il governo sia composto da complici o da incapaci».

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Resto al Sud si apre a professionisti e under 46

Dall’8 dicembre il decreto che allarga la platea sarà operativo. I progetti dovranno essere presentati online sulla piattaforma di Invitalia

È finalmente operativa l’estensione della platea dei beneficiari della misura Resto al Sud, l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno. Il decreto attuativo firmato lo scorso agosto dai ministri per il Sud, dell’Economia e dello Sviluppo economico, è stato sottoscritto e pubblicato sulla “Gazzetta ufficiale” sabato 23 novembre e dall’8 dicembre 2019 sarà dunque operativo.

A quasi un anno dalla legge di Bilancio che aveva previsto l’ampliamento della platea dei beneficiari diventa realtà. Così anche i professionisti e agli under 46 avranno la possibilità di partecipare alla misura che prevede una dotazione finanziaria complessiva è di 1.250 milioni di euro, presentando i progetti sulla piattaforma online di Invitalia che gestisce Resto al Sud per conto del Ministero dello Sviluppo economico.

A CHI SI RIVOLGE

Le agevolazioni previste da Resto al Sud sono rivolte agli under 46 residenti, al momento della presentazione della domanda, nel Mezzogiorno, più precisamente in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia oppure che trasferiscono la residenza nelle suddette regioni dopo la comunicazione di esito positivo. La misura si rivolge, inoltre, ai professionisti e under 46 che non hanno un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento e non sono già titolari di altra attività di impresa in esercizio. Per i liberi professionisti è importante che non risultino titolari di partita IVA, nei dodici mesi antecedenti alla presentazione della domanda, per lo svolgimento di un’attività analoga a quella per cui chiedono le agevolazioni

Possono presentare richiesta di finanziamento le società, anche cooperative, le ditte individuali costituite successivamente alla data del 21 giugno 2017, o i team di persone che si costituiscono entro 60 giorni (o 120 se residenti all’estero) dopo l’esito positivo della valutazione.

LE AGEVOLAZIONI

Il finanziamento previsto da Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili (ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, programmi informatici, spesa per l’avvio dell’attività) e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e un finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi

COME PRESENTARE DOMANDA

Resto al Sud è un incentivo a sportello per cui le domande, che devono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma web di Invitalia, vengono esaminate senza graduatorie in base all’ordine cronologico di arrivo. 

Per procedere alla presentazione è necessario registrarsi ai servizi online di Invitalia compilando l’apposito form, disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) valido e attivo. Tutte le comunicazioni tra l’Agenzia e i proponenti vengono, infatti, inviate, solo via PEC. Nella domanda bisogna inserire il progetto imprenditoriale, da compilare on line, e la documentazione necessaria da allegare. Per predisporre il progetto i proponenti possono richiedere assistenza gratuita a uno dei soggetti accreditati (pubbliche amministrazioni, università, associazioni o enti del terzo settore) con Invitalia.

Le domande vengono valutate in ordine cronologico di arrivo mediamente entro due mesi dalla presentazione. Invitalia verifica il possesso dei requisiti e poi esamina nel merito le iniziative, anche attraverso un colloquio con i proponenti.

IL ROADSHOW DI RESTO AL SUD

Quattro tappe in quattro università italiane per generare cambiamento nei territori del Sud Italia, portando innovazione, valore e impatto sociale attraverso le imprese. Questa la sfida del roadshow di Resto al Sud, l’iniziativa che prende il nome di Hackathon Tour che si propone di trovare le migliori idee imprenditoriali di giovani universitari tra i 18 e i 35 anni da sviluppare attraverso un hackathon di accelerazione da finanziare con gli incentivi Resto al Sud. La prima tappa si svolge a Bari, il 29 e 30 novembre, presso l’Università Aldo Moro mentre la seconda si ferma in Calabria, a Rende, il 10 e l’11 dicembre, presso l’Università della Calabria.

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Confindustria, si complica la corsa di Bonomi

Il sostegno di Bonometti è finito in un nulla di fatto e il presidente di Assolombarda perde terreno tra le territoriali. Brescia e Lecco si sono schierate con Pasini mentre la Brianza e alcuni imprenditori milanesi guardano con favore una discesa in campo di Orsini.

La situazione in Lombardia nella corsa alla presidenza di Confindustria sta prendendo una piega difficilmente immaginabile fino a qualche mese fa dai sostenitori di Carlo Bonomi, numero uno della potente Assolombarda, nonché da chi sperava nel buon esito del sostegno di Marco Bonometti in versione king maker. L’ultima conta doveva essere fatta lo scorso 14 novembre, ma è terminata in un nulla di fatto

IL TENTATIVO DI BONOMETTI NON È ANDATO A BUON FINE

Prima del Consiglio delle territoriali lombarde, previsto nel pomeriggio, Bonometti aveva organizzato un pranzo con lo scopo di far confluire l’orientamento su una candidatura unitaria, appunto quella di Bonomi. Ma il tentativo non è andato a buon fine, perché Bergamo e Brescia non hanno partecipato al pranzo (i Consigli sono in agenda da tempo, questi pranzi sono organizzati all’ultimo momento e scontano sempre qualche defezione degli imprenditori per impegni precedenti) e perché altre territoriali hanno volutamente evitato di prendere una posizione netta. In più è emerso che i presidenti delle associazioni di Bergamo e Como non vogliono pronunciarsi prima di passare dai loro rispettivi Consigli generali. Per Bonometti il 14 novembre non è certo stata una giornata facile, perché oltre al pranzo che si è chiuso con un nulla di fatto, è arrivata anche la notizia dell’arresto di Lara Comi, l’ex eurodeputata di Forza Italia che, secondo la Dda di Milano, il presidente di Confindustria Lombardia avrebbe illecitamente finanziato.

BRESCIA E LECCO APPOGGIANO PASINI, LA BRIANZA CON ORSINI

Il gran regista deve dunque fare i conti con il fatto che nella sua corsa pro Bonomi gli sta venendo a mancare buona parte della spina dorsale della manifattura lombarda. Non ha Brescia e Lecco, che si sono schierate con Giuseppe Pasini, il presidente degli industriali bresciani che è finora l’unico a essere sceso apertamente in campo. Ha le territoriali di Como e Bergamo alla finestra (Alberto Bombassei, patron di Brembo, tiene infatti nel giusto conto anche gli orientamenti dei suoi grandi clienti della Motor Valley emiliana) mentre, sembra, che anche Mantova si stia portando su posizioni più attendiste. Senza contare la Brianza dei mobilieri o alcuni illustri imprenditori milanesi schierati con Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, o quanti nella stessa Milano si stanno attrezzando per la successione a Carlo Bonomi in Assolombarda e preferirebbero l’attuale presidente sconfitto nella corsa a Viale dell’Astronomia e quindi non in grado di avere voce in capitolo a via Pantano. 

MATTIOLI PRONTA A SCENDERE IN CAMPO PER IL DOPO BOCCIA

Pare che nel pranzo del 14 si sia anche ipotizzata la soluzione di un voto di maggioranza, che però sarebbe una molto debole per Bonomi, vista la sua golden share in termini di peso in un voto maggioritario delle territoriali lombarde. «Chi porta il pallone e fa anche le squadre funziona all’oratorio, non nel calcio professionistico», hanno commentato alcuni presidenti. Alzando lo sguardo dall’orizzonte lombardo, niente di nuovo rispetto a quanto trapelato nelle scorse settimane. Ovvero la rinuncia di Edoardo Garrone a correre per il dopo Boccia, e la conferma che Orsini e la piemontese Licia Mattioli hanno invece tutta l’intenzione di farlo.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.


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Non mi fido di Renzi ma neppure della magistratura

Un conto è la difesa del ruolo di giudici e pubblici ministeri, un altro è la fiducia cieca nel protagonismo mediatico di alcuni di loro. Ma il leader di Italia Viva faccia chiarezza sugli affari di Open e del Giglio magico.

Il Pd si astenga, come ha fatto finora, dal festeggiare per i guai giudiziari di Matteo Renzi. Eviti anche la frase retorica: «Abbiamo fiducia nella magistratura», perché ormai nessuno più crede alla sincerità e veridicità di questa affermazione.

Troppi errori giudiziari, troppe persone finite nel tritacarne che hanno persino pagato con la vita la malagiustizia, è il caso del caro Filippo Penati. E ancora, troppi scheletri sono emersi negli uffici di alcuni tribunali e procure per stare tranquilli.

Un conto è la difesa del ruolo della magistratura, un altro è la fiducia cieca nel protagonismo mediatico di molti, ripeto: molti, pubblici ministeri. Questo è un tema che va affrontato con serietà.

L’INSOSTENIBILE INVADENZA POLITICA DI CERTI MAGISTRATI

La democrazia italiana ha avuto molto da pochi magistrati, è il caso di Giovanni Falcone, ma ha anche subito l’invadenza e la voglia di potere di magistrati che hanno poi invaso la politica con ruoli apicali e con la stessa prosopopea di chi sa tutto e soprattutto è al di sopra di tutto. Abbiamo magistrati che fanno presidenti di Regioni, scrittori, che straparlano sull’universo mondo come se quella lontana laurea in Giurisprudenza li abbia resi specialisti di anatomia, di chimica, di scienze spaziali, di informatica.

Se fossi in Renzi, prima di lamentarmi del fatto che i pm che lo indagano hanno arrestato mamma e papà, mostrerei subito i conti

È l’unico gruppo corporativo che con una sola laurea pretende di sapere più chi ha studiato per una vita una materia. Se non fosse una cosa seria, si potrebbe dire che siamo di fronte a una straordinaria barzelletta italiana. Matteo Renzi, anche per questo, si trova in un bel guaio. Se fossi in lui, come non sono per fortuna, prima di lamentarmi del fatto che i pm che lo indagano hanno arrestato mamma e papà, mostrerei subito i conti. Deve essere una regola quella di rendere tracciabili tutti i finanziamenti e va affermato che tutti i finanziamenti, a meno che non nascano da uno scambio di favori, sono accettabili.

ZINGARETTI CONTRIBUISCA A FAR EMERGERE LA VERITÀ SU OPEN

L’inchiesta punta al sistema Open cogliendo il punto delicatissimo di una sorta di cassaforte che sarebbe servita al Giglio magico per ottenere e mantenere il potere attraverso dazioni di denaro e di altri benefit. È la singolare politica del consenso di questa stagione che, dal punto di vista morale, è peggiore di quella dei tempi della procura di Milano. Il Pd da parte sua ha avuto Renzi come segretario e leader indiscusso e può contribuire a rendere chiaro, per quel che risulta a Nicola Zingaretti e al suo amministratore, l’eventuale esistenza di magheggi finanziari. L’unica cosa da non fare è lasciare che i pm procedano con uno scoop al giorno rendendo irreversibile il giudizio popolare di colpevolezza senza dare all’accusato la possibilità di replica se non nel futuro processo, se mai ci sarà.

I PARTITI DI DESTRA E SINISTRA NON FESTEGGINO PER I GUAI DI RENZI

Renzi urla che siamo di fronte a un complotto per farlo fuori dalla politica. Non è escluso che sia vero. E se è vero, o semplicemente se c’è il sospetto che sia vero, la politica, di destra e di sinistra, deve far capire ai magistrati, nel rispetto dei ruoli, che non si sta qui a pettinare le bambole. Renzi però ha molto da dire sui suoi anni e su alcuni suoi amici per i quali stava costruendo carriere, per fortuna fallite sul nascere, uno è questo signor Marco Carrai che ritroviamo come un prezzemolino in tutte le inchieste in cui il renzismo è incappato.

Marco Carrai.

Non festeggi il Pd e la destra tenga tranquilli i suoi cani da guardia nelle redazioni dei quotidiani e dei talk show. Siamo appena all’inizio dello spettacolo e non sarà “l’ultimo spettacolo”. In fondo questi nuovi straordinari movimenti, le Sardine e le donne contro il femminicidio e la violenza dei maschi, dicono che la piazza sta per essere stabilmente occupata da gente perbene e che la fascisteria mandata in campo contro neri e immigrati non domina più l’immaginario collettivo.

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Imbrattate a Roma le targhe per le vittime delle leggi razziali

Erano recentemente state apposte dal Campidoglio al posto di quelle intitolate ai firmatari del manifesto della razza. La sindaca Raggi: «Una vergogna, ripuliremo subito».

Sono state imbrattate a Roma le due targhe dedicate alle vittime delle leggi razziali che la scorsa settimana per volere del Campidoglio avevano sostituito altre targhe che intitolavano le stesse strade ai firmatari del Manifesto della razza. A darne l’annuncio è stata la sindaca Virginia Raggi con un tweet. «Gesto vergognoso, ripuliamo subito», ha promesso.

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La commissione Von der Leyen alla prova del voto del parlamento europeo

Con la preferenza palese, la maggioranza Ppe, socalisti e liberali dovrebbe reggere. Il M5s ha comunque deciso di votare a favore, mentre i Verdi hanno parlato di un'astensione ragionata e qualche voto potrebbe arrivare dalle fila dei conservatori, in particolare del Pis, All'opposizione l'estrema destra, con Fdi e Lega, e la sinistra europea.

Il giorno è infine arrivato: dopo tre aspiranti commissari bocciati – della Francia, dell’Ungheria e della Romania – dopo sostituzioni in corsa, polemiche e franchi tiratori – la nuova squadra della Commissione europea – senza il commissario britannico per via della Brexit – è pronta per cercare la conferma del parlamento europeo. «Abbiamo costruito un’equipe europea eccezionale, oggi chiedo il vostro sostegno per un nuovo inizio per l’Europa», ha detto la presidente eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen in plenaria all’europarlamento. «Nei prossimi 5 anni – ha aggiunto – la nostra unione porterà avanti una trasformazione di società e economia, è la cosa giusta da fare e non sarà semplice».

La neopresidente della Commissione europea Urusula von der Leyen e il presidente uscente Jean Claude Juncker, Bruxelles, 4 luglio 2019. (Thierry Monasse/Getty Images)

M5s e PIS CON LA MAGGIORANZA PPE, SOCIALISTI E LIBERALI

Von der Leyen ha ottenuto il mandato con appena nove voti sopra la maggioranza: fondamentali dunque erano stati i voti del Movimento Cinquestelle che hanno definitivamente diviso le strade di grillini e leghisti, a Bruxelles ma anche a Roma. Per il voto sulla commissione, palese, la maggioranza Ppe, socalisti e liberali dovrebbe reggere. Il M5s ha comunque deciso di votare a favore, mentre i Verdi hanno parlato di un’astensione ragionata e qualche voto potrebbe arrivare dalle fila dei conservatori, in particolare del Pis, il partito di governo polacco. All’opposizione l’estrema destra, con Fdi e Lega, e la sinistra europea.

L’ELEZIONE IN DIRETTA

DALL’UNIONE BANCARIA AI MIGRANTI: I DOSSIER CALDI

Nel suo discorso di presentazione, la presidente tedesca ha citato alcuni dei punti del suo programma e i commissari che ha scelto per portarli a termine. «L’unione bancaria deve essere completata per rafforzare il nostro sistema finanziario e renderlo più resiliente, ho affidato questo compito a Valdis Dombrovskis la persona più giusta per questo compito», ha detto l’ex ministra della Difesa tedesca. «Ogni Stato membro dell’Ue si è impegnato per gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Paolo Gentiloni gestirà il raggiungimento degli obiettivi ne è convinto e io credo in lui».

«DOBBIAMO SPEZZARE IL SISTEMA DEI TRAFFICANTI»

«L’Europa sarà sempre un riparo per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale», ha detto la presidente eletta della Commissione Ue. «È nel nostro interesse che coloro che rimangono siano integrati nella nostri società, ma dobbiamo anche far si che coloro che non hanno il diritto di rimanere ritornino in patria – ha aggiunto -. Dobbiamo spezzare questo modello crudele dei trafficanti e dobbiamo riformare i nostri sistemi di asilo senza dimenticare i valori di solidarietà e responsabilità».

«VENEZIA SOTT’ACQUA, ORA LOTTARE CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO»

«La protezione del nostro clima è una questione esistenziale per l’Europa e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti. Vediamo Venezia sott’acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccità in Lituania; è successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico», ha detto von der Leyen.

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Per Amnesty la procura suprema egiziana è coinvolta in torture e sparizioni

Per l'organizzazione non governativa i pm responsabili di abusi regolari della legge anti terrorismo che non garantiscono un giusto processo.

La verità sulla morte di Giulio Regeni non è ancora stata scritta e intanto in un nuovo rapporto sull’Egitto diffuso il 27 novembre, Amnesty International ha accusato la Procura suprema per la sicurezza di abusare regolarmente delle norme antiterrorismo per annullare le garanzie sul giusto processo e perseguire migliaia di persone che hanno criticato il governo in modo pacifico. Il rapporto rivela quelle che Amnesty denuncia come «le complicità della Procura suprema nelle sparizioni forzate, nella privazione arbitraria della libertà, nei maltrattamenti e nelle torture».

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Le modifiche nella manovra su plastic tax e auto aziendali

Il governo pronto a un dietrofront col dimezzamento della tassa da 1 euro a 50 centesimi al chilogrammo. Il Pd preme per un ammorbidimento della tassa sulle bibite gassate. Ma resta il nodo coperture.

Al rallentatore, con coperture ancora da trovare e liti di maggioranza da dirimere. La manovra e il decreto fiscale procedono così, con un andamento che fa già annunciare nuovi slittamenti e potrebbe portare nelle prossime settimane a una tagliola dell’esame, con modifiche approvate da un ramo del parlamento e ratificate dall’altro. In una giornata senza votazioni, una lunga riunione al ministero dell’Economia non basta a risolvere i nodi aperti nel decreto fiscale: i partiti della maggioranza sono divisi sull’inasprimento del carcere agli evasori e sulla stretta per gli appalti.

ALLO STUDIO ESTENSIONE DEGLI 80 EURO

Mentre venerdì dovrebbero arrivare gli emendamenti del governo alla manovra, a partire da plastic tax e tassa sulle auto aziendali. Roberto Gualtieri annuncia che è allo studio l’ipotesi, nell’ambito del taglio del cuneo fiscale, di «estendere gli 80 euro alla fascia di redditi fino 35 mila euro e facendoli diventare i 120 euro per tutti gli altri». Il ministro spiega anche che sulle auto aziendali la misura sarà a gettito quasi zero con un «sussidio aumentato per le auto meno inquinanti» e «un parallelo e limitato aumento solo per quelle superinquinanti».

SI LAVORA AL DIMEZZAMENTO DELLA PLASTIC TAX

Il ministro lancia anche, con gli operatori del settore un piano nazionale per la plastica, mentre si lavora a un dimezzamento della tassa, che dovrebbe passare da 1 euro a 50 centesimi al chilogrammo. La misura dovrebbe anche slittare «di almeno sei mesi», secondo quanto spiega il ministro Stefano Patuanelli: «La rimoduliamo per allungarla nel tempo e limitarne l’introduzione nel primo periodo ad alcuni specifici prodotti che sono fortemente impattanti sull’ambiente come le plastiche non riciclabili».

IL PD VUOLE RIDURRE LA TASSA SULLE BIBITE

Il Pd preme anche per un ammorbidimento della tassa sulle bibite gassate, fortemente voluta dai cinque stelle e per una nuova pace fiscale con la rottamazione degli avvisi bonari. Ma in che direzione si vada si capirà probabilmente solo dopo una riunione prevista mercoledì pomeriggio al ministero. Il nodo resta quello delle coperture necessarie a ridurre l’impatto delle nuove imposte, anche perché gli spazi di bilancio sono limitati e, sebbene in ambienti parlamentari si ipotizzi la richiesta di un supplemento di flessibilità a Bruxelles, dal governo lo escludono. Anche per la “tampon tax”, ovvero l’abbassamento dell’Iva per gli assorbenti, non sarebbero stati ancora definiti i circa 200 milioni di copertura. E nuove risorse si rendono necessarie per interventi come quello annunciato dal ministro Paola De Micheli per concludere il Mose con 325 milioni e per opere idrauliche nella laguna veneziana per altri 60 milioni.

STALLO PER IL DECRETO FISCALE ALLA CAMERA

È stallo intanto per il decreto fiscale alla Camera. Restano irrisolti i nodi del carcere agli evasori e delle nuove norme sugli appalti. Per la norma che inasprisce il carcere per gli evasori e disciplina la confisca, il ministero della Giustizia avrebbe aperto ad alcune correzioni non di sostanza, ma non basterebbe agli altri partiti e in particolare a Iv, che minaccia barricate. Quanto agli appalti, si starebbe lavorando sull’ipotesi di limitare l’obbligo di ritenuta negli appalti e subappalti solo oltre un limite minimo (l’ipotesi è di 200 mila euro) e solo per la sola somministrazione di personale che riguardi aziende che siano nate da meno di tre anni.

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Il caso dell’Ong sotto accusa per i roghi in Amazzonia

Quattro volontari sono stati arrestati per aver appiccato i roghi dello scorso settembre. Ma l'associazione si difende. E parla di montatura orchestrata da Bolsonaro.

La polizia brasiliana ha arrestato quattro volontari di una Ong che combatte i roghi forestali in Amazzonia, accusandoli di aver appiccato incendi ad Alter do Chao, paradisiaca località nello Stato del Parà, per ottenere finanziamenti internazionali.

SEQUESTRATI COMPUTER E DOCUMENTI

Gli agenti hanno perquisito la sede del Progetto Salute ed Allegri (Psa) a Santarem, dove hanno sequestrato computer e documenti e arrestato i quattro volontari, tre dei quali sono attivi nella brigata antincendio di Alter do Chao. Un portavoce della polizia ha detto che sono sospettati di essere responsabili degli incendi registrati nella zona nel settembre scorso.

NEL MIRINO UN CONTRATTO COL WWF

In base a intercettazioni telefoniche, ha spiegato, la polizia ha scoperto che la Ong «aveva ottenuto un contratto con il Wwf, al quale ha venduto 40 immagini per 70 mila reais (circa 15 mila euro) e il Wwf ha ottenuto per loro donazioni, come quella dell’attore Leonardo DiCaprio, per 500 mila dollari, per combattere i roghi in Amazzonia». Il direttore del Psa, Caetano Scannavino, ha respinto le accuse, che ha definito assurde. «Sembra quasi uno scherzo, una situazione senza senso», ha detto in una conferenza stampa, aggiungendo che «ora manca solo che vadano ad arrestare i volontari che stanno pulendo le chiazze di greggio sulle spiagge».

UNA MONTATURA ORCHESTRATA DA BOLSONARO?

Il deputato Edmilson Rodrigues, del Partito Socialismo e Libertà (Psol, sinistra) ha ricordato che il presidente Jair Bolsonaro ha accusato le Ong di essere responsabili degli incendi in Amazzonia, aumentati in modo drammatico durante gli ultimi mesi. «Questa è chiaramente una montatura, una storia che stanno inventando per dare ragione a Bolsonaro», ha detto, sottolineando che «non si può permettere questa criminalizzazione dei movimenti sociali e delle Ong».

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La Borsa italiana e il valore dello spread del 27 novembre 2019

Piazza Affari apre tonica poi si attesta sulla parità. Stabile lo spread Btp-Bund. I mercati in diretta.

Apertura in positivo per la Borsa italiana nella seduta del 27 novembre 2019. L’indice Ftse Mib ha guadagnato lo 0,33% a 26.626 punti in avvio degli scambi, in linea con la giornata precedente, terminata con un +0,37%, per poi calare muovendosi attorno alla parità. In rialzo i principali listini europei: Londra segna +0,35% a 7.429 punti, Parigi lo 0,23% a 5.943 punti e Francoforte lo 0,41% a 13.291 punti.

A Piazza Affari prosegue la corsa di Buzzi (+1,6%) spinta dalle attese di maggior consumo di cemento per le opere di ripristino dei danni causati dal maltempo, tra cui il crollo del viadotto sulla A6 Torino Savona, per il quale il Gruppo Gavio (Astm +1% e Sias +1,5%) si è impegnato a porre rimedio in “3/4 mesi”, con conseguente corsa dei titoli nella vigilia. Sotto pressione la Juventus (-4%) dopo il via libera ad un aumento di capitale da 300 milioni. Giù Tim (-1,2%), Prysmian (-0,58%), ancora oggetto di prese di beneficio e Atlantia (-0,24%). In luce Ferragamo (+1,24%) e Bper (+0,71%), con lo spread in calo a 152 punti. Deboli invece Unicredit (-0,3%) e Intesa Sanpaolo (-0,15%). Ancora tensione su Astaldi (-3,37%), dopo l’avvicendamento tra i commissari a seguito delle indagini che hanno coinvolto i dimissionari Francesco Rocchi e Stefano Ambrosini.

STABILE LO SPREAD TRA BTP E BUND

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile in avvio di giornata a 153,4 punti base (154 in chiusura alla vigilia). Il tasso di interesse sul decennale italiano è pari all’1,15%.

BORSE ASIATICHE GIÙ COL CALO DEGLI UTILI CINESI

Borse contrastate in Asia e Pacifico dopo due rialzi consecutivi, in attesa del Beige Book della Fed previsto per la serata del 27 novembre. Sui listini ha pesato il dato sugli utili delle imprese cinesi, scesi in ottobre del 9,9% a 60,74 miliardi di dollari a fronte di un calo del 5,3% registrato in settembre. Tokyo ha guadagnato lo 0,28%, Taiwan lo 0,61% e Sidney lo 0,88%, mentre Shanghai ha perso lo 0,17%. Poco sopra la parità Hong Kong (+0,03%), ancora aperta insieme a Mumbai (+0,14%). In rialzo i futures sull’Europa e sugli Usa in attesa del dato sull’inflazione e del tasso di disoccupazione in Germania domani, mentre oggi è atteso il Pil trimestrale Usa.

I MERCATI IN DIRETTA

9.57 – HONG KONG CHIUDE IN RIALZO

La Borsa di Hong Kong chiude la seduta in rialzo, sostenuta anche dai solidi guadagni di Alibaba (+2,99% a 193,20 dollari Hk), sugli scudi anche nel secondo giorno di contrattazione dopo il +6,59% registrato all’esordio. L’indice Hang Seng guadagna lo 0,15%, pari a 40,08 punti, salendo a quota 26.954,00

9.50 – MILANO CAUTA: FTSE MIB A +0,05%

Piazza Affari si muove con cautela (Ftse Mib +0,05%) dopo un avvio più tonico in attesa dei dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori in Italia.

9.15 – APERTURA IN RIALZO PER LE BORSE EUROPEE

Apertura in rialzo per le principali borse europee. Londra guadagna lo 0,35% a 7.429 punti, Parigi lo 0,23% a 5.943 punti e Francoforte lo 0,41% a 13.291 punti.

9.11 – APERTURA POSITIVA PER LA BORSA DI MILANO

Avvio di seduta positivo per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha guadagnato lo 0,33% a 26.626 punti.

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