A Genova 8 mila sardine in piazza contro il sovranismo

Nuovo pienone con giovani, anziani, bambini e e famiglie in piazza per dire no all'odio e al populismo. Cantando De André e Bella Ciao.

Giovani, anziani, bambini,famiglie, studenti e professionisti, con in mano sardine di tutte le dimensioni e di tutti i colori. Sono 8 mila le Sardine di Genova, scese in piazza nella serata del 28 novembre. «No al sovranismo, al populismo, no all’odio, no al razzismo, no alla discriminazione», dice Roberto Revelli, un educatore che per primo ha lanciato l’evento su Facebook due settimane fa.

STRISCIONI E CANZONI DI DE ANDRÉ

Tanti gli striscioni ,come quello tenuto in mano dagli
organizzatori, «voi non avete fermato il vento, gli avete fatto
perdere tempo” che cita Fabrizio De André. E anche: «Più sardine
meno beline«, «I pesci non chiudono gli occhi» e «Genova non
abbocca». «La Costituzione non è un reato ed è per questo che
siamo qua stasera» – dicono gli organizzatori – «perché ci
riconosciamo nei valori della Carta, che è il nostro unico
slogan». Le sardine cantano Creuza de ma di De André, Bella Ciao
e gli Inti-illimani, ma anche l’inno di Mameli. «Genova è solo
antifascista», intona la piazza.

TRA LORO IL PRETE SIMBOLO DELL’ACCOGLIENZA

In tanti si passano il microfono: «Vogliamo che il diritto all’istruzione, alla sanità, al lavoro, siano per tutti, per tutti, nessuno escluso e siamo qua perché noi non escludiamo nessuno, perché siamo liberi, democratici, e
antifascisti», spiegano. Tra loro anche don Paolo Farinella,
prete simbolo dell’accoglienza a Genova che aveva ricoperto la
porta della sua chiesa a San Torpete con le coperte termiche che
vengono date ai migranti salvati sui barconi: «Non voglio
annegare in un barile di sardine» – dice alla piazza – «ma voglio
che le sardine anneghino tutto quello che ci sta impedendo di
essere un Paese civile».

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A Genova 8 mila sardine in piazza contro il sovranismo

Nuovo pienone con giovani, anziani, bambini e e famiglie in piazza per dire no all'odio e al populismo. Cantando De André e Bella Ciao.

Giovani, anziani, bambini,famiglie, studenti e professionisti, con in mano sardine di tutte le dimensioni e di tutti i colori. Sono 8 mila le Sardine di Genova, scese in piazza nella serata del 28 novembre. «No al sovranismo, al populismo, no all’odio, no al razzismo, no alla discriminazione», dice Roberto Revelli, un educatore che per primo ha lanciato l’evento su Facebook due settimane fa.

STRISCIONI E CANZONI DI DE ANDRÉ

Tanti gli striscioni ,come quello tenuto in mano dagli
organizzatori, «voi non avete fermato il vento, gli avete fatto
perdere tempo” che cita Fabrizio De André. E anche: «Più sardine
meno beline«, «I pesci non chiudono gli occhi» e «Genova non
abbocca». «La Costituzione non è un reato ed è per questo che
siamo qua stasera» – dicono gli organizzatori – «perché ci
riconosciamo nei valori della Carta, che è il nostro unico
slogan». Le sardine cantano Creuza de ma di De André, Bella Ciao
e gli Inti-illimani, ma anche l’inno di Mameli. «Genova è solo
antifascista», intona la piazza.

TRA LORO IL PRETE SIMBOLO DELL’ACCOGLIENZA

In tanti si passano il microfono: «Vogliamo che il diritto all’istruzione, alla sanità, al lavoro, siano per tutti, per tutti, nessuno escluso e siamo qua perché noi non escludiamo nessuno, perché siamo liberi, democratici, e
antifascisti», spiegano. Tra loro anche don Paolo Farinella,
prete simbolo dell’accoglienza a Genova che aveva ricoperto la
porta della sua chiesa a San Torpete con le coperte termiche che
vengono date ai migranti salvati sui barconi: «Non voglio
annegare in un barile di sardine» – dice alla piazza – «ma voglio
che le sardine anneghino tutto quello che ci sta impedendo di
essere un Paese civile».

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