Il grande dietrofront del governo su plastic tax e auto aziendali

Verso il dimezzamento della tassa sulla plastica. Con introduzione a metà 2020 e nuovi prodotti esentati. Mentre Conte ammette: «Facciamo ammenda, rimoduliamo la misura sulle macchine». Che dovrebbe prevedere degli incentivi per certi modelli.

Due misure cardine di quella che doveva essere una manovra green sono state già smontate. E riguardano plastica e auto aziendali. Dopo polemiche e contestazioni nel governo, si va infatti verso il dimezzamento della controversa plastic tax e un ampliamento dei prodotti esentati dal nuovo prelievo.

ESCLUSI PRODOTTI CON UNA PARTE RICICLATA

A essere esclusi dovrebbero essere non solo i prodotti compostabili, ma anche quelli con una parte riciclata. La misura, contenuta nella legge di bilancio, è pronta a essere rivista nel corso dell’esame parlamentare e il governo ha già più volte assicurato che è disposto a modificarla.

IMPOSTA DI SICURO SULLE PLASTICHE NON SMALTIBILI

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in audizione in commissione Industria al Senato ha confermato questo orientamento: «Inizialmente la plastic tax era prevista al primo gennaio. Ho chiesto esplicitamente che fosse traslata almeno di sei mesi e visto che comunque incide probabilmente in modo troppo rapido sul nostro sistema produttivo la rimoduliamo per allungarla nel tempo e limitarne l’introduzione nel primo periodo ad alcuni specifici prodotti che sono fortemente impattanti sull’ambiente e che riguardano per esempio le plastiche non riciclabili».

CONTE AMMETTE: «FACCIAMO AMMENDA SULLE AUTO AZIENDALI»

L’altro tema caldo è quello dell’imposta sulle auto aziendali. Il premier Giuseppe Conte alla conferenza Aci ha spiegato: «Dobbiamo fare ammenda, con umiltà ci siamo messi al lavoro per rimodulare la misura fino a svuotarne l’effetto negativo che potrebbe avere sul sistema produttivo».

PERCEPITA UNA CRITICITÀ

Patuanelli ha poi detto che bisogna lavorare verso «l’incentivazione su un tipo di auto e non la penalizzazione di altre. Ci sarà una rimodulazione perché abbiamo percepito una criticità».

SALTA LA STRETTA SUGLI STUDI DENTISTICI

Niente da fare invece per la proposta del Movimento 5 stelle, formalizzata con un emendamento alla manovra, che puntava a una stretta nei confronti degli studi dentistici con titolari non medici chiedendo che queste società potessero essere costituite solo tra professionisti iscritti all’Albo. La commissione Bilancio del Senato l’ha ha giudicata inammissibile per materia salvando invece, al momento, il bonus per le cure dentali per le fasce più deboli.

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