No di Hong Kong al ricorso di Wong: non sarà in Italia

L'attivista è sotto indagine per le manifestazioni e il governo dell'isola ha vietato l'espatrio: «Siamo in una crisi umanitaria, Roma ci sostenga».

L’Alta Corte di Hong Kong ha respinto il ricorso di Joshua Wong, attivista di punta pro-democrazia, contro la richiesta di espatrio per un viaggio in Europa a causa del pericolo di fuga. Lo riferisce un post sull’account di Telegram di Demosisto, il partito da lui co-fondato. Wong, libero su cauzione da fine agosto, è sotto indagine per la partecipazione a manifestazioni non autorizzate. Wong avrebbe dovuto recarsi anche in Italia, ospite il 27 novembre a Milano della Fondazione Feltrinelli.

«MODELLO DI HONG KONG VICINO AL COLLASSO»

«Privandomi della libertà di movimento, la Corte ha imposto una punizione aggiuntiva prima che sia provata la colpevolezza», ha detto Wong in un commento sui social. «È chiaro che il modello ‘un Paese, due sistemi’ sia vicino al collasso e sforzi concordati sono necessari per aiutare Hong Kong», ha poi aggiunto Wong, assicurando che continuerà a chiedere il sostegno internazionale.

«SIAMO IN UNA CRISI UMANITARIA»

«Chiediamo al governo italiano che sostenga il processo di democratizzazione, perché non stanno prendendo di mira solo i manifestanti, ma anche giornalisti, soccorritori, infermieri, dottori. Stiamo soffrendo una crisi umanitaria», ha detto l’attivista a Sky TG24 aggiungendo che «da sei mesi a oggi hanno arrestato 5 mila persone, da sabato ne sono arrestate 1.500. Questo dimostra la violazione dei diritti umani, le persone di Hong Kong sono state rapite e portate in Cina».

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