Traffico europeo di beni archeologici: 123 persone indagate

La Procura di Crotone ha disposto 23 misure cautelari nell'ambito di un indagine per scavi non autorizzati. Secondo gli inquirenti c'era un sistema che permetteva di esportare beni trafugati in tutta Europa.

É in corso sul territorio nazionale e in alcuni Paesi esteri un’operazione dei carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale, diretta dalla Procura della Repubblica di Crotone, che stanno eseguendo 23 misure cautelari contro i presunti componenti di una holding criminale che gestiva un ingente traffico di beni archeologici. I reperti, provento di scavi clandestini in Calabria, venivano esportati illecitamente fuori dall’Italia.

123 PERSONE INDAGATE

Nelle carte dell’inchiesta della Procura ci sono complessivamente 123 indagati. Quattro delle persone coinvolte nell’inchiesta, secondo quanto riferito dai carabinieri, sono domiciliate all’estero. Le indagini, avviate nel 2017, hanno permesso di recuperare numerosi reperti archeologici, per un valore di alcuni milioni di euro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma stamattina, alle 10:30, nella sede del Comando provinciale carabinieri di Crotone, alla presenza del Procuratore Giuseppe Capoccia.

FRANCESCHINI: SUCCESSO DI ECCELLENZA

Subito dopo la notizia degli arresti è arrivato il plauso del ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini: «Grazie a sofisticate tecniche investigative e alla collaborazione di Europol e delle forze di polizia estere competenti, in Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Serbia, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha condotto a termine con successo una vasta operazione di contrasto al traffico illecito di reperti archeologici dalla Calabria al Nord Italia e verso l’estero recuperando migliaia di beni e sequestrando materiali utilizzati per gli scavi clandestini. Un’operazione che dimostra ancora una volta l’eccellenza del Comando dei Carabinieri che opera dal 1969 a difesa del patrimonio culturale italiano», ha scritto in una nota. «A loro, alla Procura Crotone che ha diretto le indagini e a tutti i soggetti che vi hanno partecipato», ha concluso, «va il plauso del governo italiano».

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