Il commissario ungherese passa il test all’europarlamento

Varhelyi, designato da Budapest all'Allargamento, promosso nel nuovo "esame" a Bruxelles dopo la bocciatura del 14 novembre. Passo avanti fondamentale per la Commissione Von der Leyen.

E alla fine il candidato ungherese passò. Il commissario designato all’Allargamento, Oliver Varhelyi, è stato promosso nel suo nuovo “esame” al parlamento europeo dopo essere stato rimandato giovedì 14 novembre. È stato sostenuto dal gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) e dai Liberali di Renew Europe, oltre che dal Partito popolare europeo (Ppe).

CHIESTA UNA PRESA DI DISTANZA DAL SOVRANISMO DI ORBAN

Nelle risposte – questa volta evidentemente ritenute convincenti – ai quesiti che gli sono stati posti ha scritto: «Non sarò vincolato né influenzato da alcuna dichiarazione o posizione di alcun primo ministro di qualsivoglia Paese o rappresentante di alcun governo». I membri della commissione per gli Affari esteri del parlamento europeo gli chiedevano in particolare una presa di distanza dalle politiche sovraniste del premier magiaro Viktor Orban.

L’UNGHERESE PROMETTE «SPIRITO EUROPEO»

Varhelyi ha aggiunto che in qualità di commissario il suo «unico obiettivo è attuare le priorità politiche dell’Ue verso tutti i partner dell’allargamento e del vicinato, elaborare e attuare politiche nei Balcani occidentali e nel vicinato orientale e meridionale, sotto la guida dell’Alto rappresentante Ue e in piena collegialità in uno spirito europeo».

PASSO AVANTI FONDAMENTALE PER VON DER LEYEN

Dopo la “promozione” di Varhelyi, la presidente eletta Ursula von der Leyen può vedere presto la luce in fondo al tunnel, nella corsa a ostacoli per cercare di dare finalmente vita alla nuova Commissione europea. Il 21 novembre la Conferenza dei presidenti potrebbe dichiarare chiuso il processo delle audizioni e si potrebbe così andare dritti al voto sulla Commissione von der Leyen il 27 novembre a Strasburgo.

L’ITER: VERSO UN INSEDIAMENTO IL PRIMO DICEMBRE

In quell’occasione, la presidente eletta potrebbe essere sostenuta da forze eterogenee ed è molto probabile che nel corso della legislatura si troveranno intese trasversali tra i differenti gruppi politici su singoli temi specifici. In ogni caso, a quanto si è appreso a Bruxelles, la tedesca ha tutta l’intenzione di insediarsi il primo dicembre. E con l’ok all’ungherese è arrivato un importante passo avanti verso il suo obiettivo.

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Il commissario ungherese passa il test all’europarlamento

Varhelyi, designato da Budapest all'Allargamento, promosso nel nuovo "esame" a Bruxelles dopo la bocciatura del 14 novembre. Passo avanti fondamentale per la Commissione Von der Leyen.

E alla fine il candidato ungherese passò. Il commissario designato all’Allargamento, Oliver Varhelyi, è stato promosso nel suo nuovo “esame” al parlamento europeo dopo essere stato rimandato giovedì 14 novembre. È stato sostenuto dal gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) e dai Liberali di Renew Europe, oltre che dal Partito popolare europeo (Ppe).

CHIESTA UNA PRESA DI DISTANZA DAL SOVRANISMO DI ORBAN

Nelle risposte – questa volta evidentemente ritenute convincenti – ai quesiti che gli sono stati posti ha scritto: «Non sarò vincolato né influenzato da alcuna dichiarazione o posizione di alcun primo ministro di qualsivoglia Paese o rappresentante di alcun governo». I membri della commissione per gli Affari esteri del parlamento europeo gli chiedevano in particolare una presa di distanza dalle politiche sovraniste del premier magiaro Viktor Orban.

L’UNGHERESE PROMETTE «SPIRITO EUROPEO»

Varhelyi ha aggiunto che in qualità di commissario il suo «unico obiettivo è attuare le priorità politiche dell’Ue verso tutti i partner dell’allargamento e del vicinato, elaborare e attuare politiche nei Balcani occidentali e nel vicinato orientale e meridionale, sotto la guida dell’Alto rappresentante Ue e in piena collegialità in uno spirito europeo».

PASSO AVANTI FONDAMENTALE PER VON DER LEYEN

Dopo la “promozione” di Varhelyi, la presidente eletta Ursula von der Leyen può vedere presto la luce in fondo al tunnel, nella corsa a ostacoli per cercare di dare finalmente vita alla nuova Commissione europea. Il 21 novembre la Conferenza dei presidenti potrebbe dichiarare chiuso il processo delle audizioni e si potrebbe così andare dritti al voto sulla Commissione von der Leyen il 27 novembre a Strasburgo.

L’ITER: VERSO UN INSEDIAMENTO IL PRIMO DICEMBRE

In quell’occasione, la presidente eletta potrebbe essere sostenuta da forze eterogenee ed è molto probabile che nel corso della legislatura si troveranno intese trasversali tra i differenti gruppi politici su singoli temi specifici. In ogni caso, a quanto si è appreso a Bruxelles, la tedesca ha tutta l’intenzione di insediarsi il primo dicembre. E con l’ok all’ungherese è arrivato un importante passo avanti verso il suo obiettivo.

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