Di Maio tra taglio delle tasse e sintonia col Pd

Rimandare lo ius soli e tagliare le tasse. Sono le due “priorità” di Luigi Di Maio in vista dei prossimi..

Rimandare lo ius soli e tagliare le tasse. Sono le due “priorità” di Luigi Di Maio in vista dei prossimi lavori del governo. Il ministro degli Esteri, ospite di Rtl, ha parlato a tutto tondo delle prossime mosse del governo e dei rapporti non semplici con il Partito democratico.

SINTONIA CON CONTE SUL TAGLIO DELLE TASSE

Per quanto riguarda la partita della manovra, che sta affrontando il passaggio parlamentare, il leader grillino si è limitato a dire di sostenere le posizioni del premier Conte sulla pressione fiscale: «Sento di poter accogliere l’appello del presidente consiglio, che ha detto: dobbiamo fare di più sull’abbassamento tasse, è un obiettivo ambizioso però io ci sto», ha spiegato Di Maio. «Dobbiamo ridurre le tasse aumentando il taglio degli sprechi, oggi pomeriggio ho una riunione con i ministri del movimento, abbiamo delle idee da mettere sul tavolo».

«BENE IL LAVORO IL PD, MA RIMANDIAMO LO IUS SOLI»

Per quanto riguarda il rapporto coi dem il titolare della Farnesina ha spiegato che «stiamo lavorando bene sui punti concreti come la legge di bilancio, abbiamo mantenuto la promessa di non aumentare l’iva, tolto il superticket, aumentiamo un pochino il netto in busta paga. Quando si tratta di affrontare temi concreti il governo provvede e anche i gruppi parlamentari stanno lavorando bene». Dove però manca l’intesa è lo ius soli: «Chiaro che abbiamo l’Italia sott’acqua, a causa del dissesto idrogeologico, il problema dei cambiamenti climatici e la corruzione, un’emergenza come la questione Ilva…in questo momento se sento che rilanciano temi» come lo ius soli «credo di avere il diritto di essere sconcertato perché la priorità è l’emergenza dei lavoratori che rischiano di perdere posto. Lo Ius soli non è neanche nel programma di governo», ha tagliato corto.

«MAI PIÙ UN CONTRATTO CON LA LEGA»

Di Maio ha poi chiarito quanto conti un “contratto di governo“: «è più efficace, anche con il Pd siamo forze che hanno storie diverse, il contratto ti permette di scrivere cosa fare e cosa no», in particolare rispondendo ad una domanda sulla formula del contratto di governo stilato con il leader della Lega Matteo Salvini. Con il quale però Di Maio ha assicurato di aver chiuso l’esperienza politica: «Nella vita come in politica io mi fido fino a prova contraria: l’8 agosto è arrivata la prova di slealtà nei confronti del paese, la prova è arrivata e con me ha chiuso».

INACCETTABILE CHE TRENTA MANTENGA LA CASA

Di Maio ha affrontato anche un’altra grana, tutta interna al M5s, quella della casa dell’ex minitra Elisabetta Trenta: «Questa cosa dal mio punto di vista non è accettabile, ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi».

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