Per i disabili pure internet ha le sue invisibili barriere architettoniche

Nonostante la normativa italiana ed europea rimane ancora molto da fare per rendere internet fruibile da tutti. Eppure migliorarne l'accessibilità costituirebbe un arricchimento per l'intera comunità di utenti.

Acquistare un prodotto, prenotare un viaggio, effettuare un bonifico, scoprire quali opere d’arte potremmo ammirare in un certo museo. Per effettuare queste operazioni, ma anche molte altre, oggi non occorre più necessariamente recarsi in loco ma volendo si può stare comodamente a casa.

Basta disporre di un collegamento internet a cui accedere tramite il computer o uno smartphone. Ho appena scritto una bugia: non è sufficiente disporre di una buona connessione e di un efficiente dispositivo, bisogna anche essere messi nelle condizioni di poter entrare all’interno dei siti e delle pagine web tanto quanto di leggerne e comprenderne i loro contenuti.

Quando si parla di internet accessibile i primi utenti che ci vengono in mente sono le persone con disabilità visiva perché il mondo della Rete è composto in buona parte (ma non solo) da immagini e parole. In realtà questo tema non riguarda solo gli utenti ciechi e ipovedenti. L’accessibilità del web interessa anche le persone con disabilità motoria che devono essere messe nelle condizioni di poter navigare facilmente all’interno dei siti o delle pagine.

TUTTE LE DIFFICOLTÀ PER POTER ACCEDERE AI SERVIZI DELLA RETE

Io, ad esempio, per scrivere utilizzo la testa, non solo in senso metaforico: infatti indosso un caschetto da cui, in corrispondenza della fronte, esce un puntatore fisico con cui digito i tasti, opportunamente separati da una griglia di metallo. Come mouse uso il tastierino numerico.

La Rete dovrebbe poter essere fruibile anche da persone sorde e da chi ha difficoltà nella comprensione del linguaggio scritto e orale

Questo sistema di controllo del mouse unito alla scarsa precisione dei miei movimenti causata dal mio deficit motorio mi rende più difficoltoso, ad esempio, posizionare il cursore sui pulsanti virtuali di piccole dimensioni o rallenta la mia navigazione all’interno di un sito dove, per raggiungere l’informazione desiderata, devo cliccare su un infinito numero di link. Le informazioni che offre la Rete dovrebbero inoltre poter essere comprese e fruibili anche da persone sorde – pensiamo ai numerosi video che ormai sono parte integrante della comunicazione online – e da chi ha difficoltà nella comprensione del linguaggio scritto e orale.

L’OBBLIGO DI RENDERE FRUIBILI AI DISABILI I SITI VALE SOLO PER GLI ENTI PUBBLICI

Finora ho fatto riferimento solo alle persone disabili ma in realtà la questione riguarda tutti. Le pagine web dovrebbero poter essere fruibili anche dagli anziani, dagli stranieri che non conoscono la lingua usata nel sito che stanno visitando e da chiunque non abbia dimestichezza con l’uso di internet.

In Italia la legge Stanca impone a tutti gli enti pubblici o agli enti privati che abbiano contributi pubblici di sviluppare i loro siti internet in base a criteri di accessibilità ovvero in modo che risultino fruibili anche da coloro che utilizzano tecnologie assistive, cioè di supporto ad uno specifico tipo di disabilità.

L’Agid sta dedicando molti documenti all’accessibilità del web

Recentemente l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale) ha emanato le nuove linee guida per aggiornare le procedure di creazione e manutenzione dei siti delle pubbliche amministrazioni e l’Edf (Forum europeo sulla disabilità) sta dedicando molti documenti all’accessibilità del web. L’obbligo di legge riguarda però solo gli enti pubblici, per quanto riguarda l’accessibilità di siti e pagine di enti privati si entra davvero nel World wild web.

CHI VENDE PRODOTTI ONLINE RINUNCIA A UNA LARGA FETTA DI CLIENTI

Avete mai visitato siti in cui ci fosse la possibilità di ingrandire la dimensione dei caratteri o dessero la possibilità di aumentare il contrasto di colore tra sfondo e caratteri? Vi è mai capitato di imbattervi in pagine che proponessero la traduzione dei video ivi pubblicati in Lis (Lingua italiana dei segni)? Pur navigando molto online i siti anche solo parzialmente accessibili li conto sulla punta delle dita.

Credo che l’estrema carenza di accessibilità online sia un grave deficit tanto per le persone con disabilità quanto per gli stessi enti privati che in questo modo rinunciano a una larga fetta di utenti

La prima volta che ho visto i simboli usati per indicare la possibilità di ingrandire la dimensione delle lettere e il contrasto tra colore e sfondo è stato in Superando.it, un sito interamente dedicato al mondo della disabilità. Credo che l’estrema carenza di accessibilità online sia un grave deficit tanto per le persone con disabilità, che si vedono negare il diritto di accesso alle informazioni, quanto per gli stessi enti privati che in questo modo rinunciano a una larga fetta di platea a cui far conoscere i loro prodotti o servizi.

Pensiamo al settore delle vendite online: se il sito che pubblicizza il prodotto a scopo di venderlo non è fruibile da persone con disabilità l’azienda perderà già in partenza questi potenziali clienti. Esattamente come succede a molti esercizi commerciali fisici che presentano barriere architettoniche. Non rendere accessibile lo spazio web dedicato alla propria ditta vuol dire fare autogoal!

UN SITO ACCESSIBILE SI POSIZIONA MEGLIO NEI MOTORI DI RICERCA

In Italia ci sono circa 4 milioni di cittadini disabili quindi si tratta di una possibile perdita molto ingente. Se tutto ciò è vero alle aziende bisognerebbe spiegare che curarsi dell’accessibilità dei loro siti web non è un solo un obbligo morale ma dovrebbe rientrare anche nel loro interesse. Un sito accessibile e ben curato, infatti, aumenta i visitatori e migliora il posizionamento sui motori di ricerca.

Yeah si occupa proprio di realizzare siti accessibili a tutti gli utenti e offrire consulenza per migliorare la fruibilità di quelli già esistenti

Yeah. Questa non è solo l’esclamazione che faremmo se tutte le aziende e i soggetti privati comprendessero l’importanza di offrire il loro contributo per la creazione di una rete davvero per tutti. È anche il ramo aziendale della cooperativa sociale Quid di Verona specializzato nella fornitura di servizi per l’accessibilità e l’inclusione di persone con disabilità.

Yeah si occupa proprio di realizzare siti accessibili a tutti gli utenti e offrire consulenza per migliorare la fruibilità di quelli già esistenti. Inoltre svolge corsi di formazione per enti pubblici e privati finalizzati migliorare i loro standard in materia. Ma penso che il progetto di questa cooperativa veronese sia importante anche e soprattutto per il messaggio che sta alla base della loro attività e cioè che garantire uno spazio web accessibile è un guadagno per tutti.

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