X Factor, brillano solo Davide e Sofia

Non c'è niente da fare: sono loro due i veri talenti di questa edizione. Nonostante tutor incapaci che in alcuni casi arrivano persino a sabotarli. Le pagelle.

A X Factor c’è chi fa la maglia. Lo fa vedere Cattelan in persona e, più che di ironia, sa tanto di mettere le mani avanti. Sferruzzando sferruzzando, comunque, si consuma la matassa che porta alla finale ormai tra un mese: proprio così, aspettando Godot XF si consuma nell’attesa di qualcosa che non viene. Perché non c’è. La gioventù degli aspiranti ha bisogno di esempi, e XF questa volta apre con Gianna Nannini, in magico collegamento, vedi un po’, da Berlino: sembra proprio lì, la fanno duettare virtualmente coi concorrenti. Ma che distanza! Non continenti ma mondi diversi.

GIANNA NANNINI, UNA VERA RAGAZZA DELL’EUROPA

Gianna porta addosso, sul completo giallo, tutta la sua età, una storia cominciata quando i dischi si facevano in tutt’altro modo e così gli artisti e così il successo, che giungeva costruito con orgoglio, ostinazione, presunzione nel proprio talento.

Gianna Nannini super ospite in ologramma (da Facebook).

Nannini, di cui parliamo diffusamente altrove, presenta il nuovo singolo che introduce il nuovo album e lo fa con l’energia stropicciata e maramalda di sempre: ancora non ha smesso di crederci e “la differenza” la fa eccome, particolarmente in questa serata (7). Perché quella cosa, quel Godot che a XF non viene, o ce l’hai o è meglio andare a pescare, come dice Keith Richards. Prendessero nota i ragazzi del talent, per quel che potrà servire. Gianna è una ragazza dell’Europa di 60 anni, ma il futuro di domani, di questa sera, cosa porta? Davide e Sofia dimostrano ogni settimana di avere quel qualcosa, le carte in regola: ai tempi, li avrebbero costruiti come artisti, oggi un talent li lancia o li brucia? Li fa volare una sola stagione e poi li consegna a un repertorio infame? E la risposta, credeteci, mette i brividi.

IN GIURIA SI SALVA GIUSTO MARA

ALESSANDRO CATTELAN: 6. Lui è facile da “votare”: è un regolarista, non rischia, non sbraca, non crea, non distrugge, non è simpatico, non è antipatico, non è cattivo, non è buono. Oggi solo questo possiamo dirti, quel che non sei, quel che non vuoi. Chissà chissà chi sei, Cattelan, chissà che sarai, chissà che sarà di te. E di noi, che ti subiamo.

MARA MAIONCHI: 6-. Lei invece si fa complicata da soppesare, perché ormai è larger than talent. Intanto, vecchia volpona truccata da rezdora, si trascina i suoi Nicola, i suoi Eugenio, come le catene di Jackob Marley.

MALIKA AYANE: 4. Ecco, lei sì che è cresciuta lungo la strada di XF. Cresciuta nel birignao, nel modo di ciacolare affettato e peraltro incomprensibile: ma parlet cume te manget, no con quel cicaleccio all’insù, dai, che non hai fatto niente in carriera. Ha bruciato tutti i suoi, le rimane Davide che è obiettivamente inaffondabile, ma lei è un disastro, una carie, anche se fa la pubblicità dell’igiene orale, uau, hey.

SFERA EBBASTA: 4. Ciao raga, come state, hai spuaccuato, mi sei piaciuto, cioè che siete bravi lo sapete. Difficile, anche questo, da giudicare. Impossibile. Inutile. È molto affezionato alle sue idee, forse perché ne ha così poche, e le ripete immutabili, a tutti, tutte le volte. Tipo un fissato.

SAMUEL: 4. Il nostro Monsù Travet, col suo ragionieristico piglio, perde finalmente qualcosa, i noiosi sopravvalutati Seawards, e sarebbe forse il più complicato da valutare: quindi la finiamo qui ebbasta, anche perché, yahwn. Viene un tal botta di sonno, yahwn, che le dita cascano sulla tastiera e non riusciamo più a scr….

MABEL: 5. Figlia di Neneh Cherry, e di conseguenza nipote (adottiva) di Don: la classe non è acqua, buon sangue non mente? Certo, però la canzoncina che roba da far cascare le palle e tutto, anche perché dappertutto rimbalza. Una domanda, ma è solo stratruccata o è già sfatta e rifatta alla sua età? Perché mette un po’ terrore, eh.

DAVIDE E SOFIA: GLI INAFFONDABILI

DAVIDE ROSSI (Don’t stop me now, Queen): 8 ½. Ricordare sempre che 16 anni ha, questo. E Freddie Mercury nelle corde vocali. Dico Freddie: che gli vuoi dire? Come talento, qui è il più puro – e versatile, anche. Mara non capisce dove vada a parare, per la semplice ragione che è vecchia. E sì che dovrebbe saperlo, che andrà a parare dove un vero mentore, mica la Ayane, lo porta. Speriamo bene, perché rovinarlo sarebbe un crimine.

GIORDANA PETRALIA (Highest in the room, Travis Scott): 5. Se le danno un pezzo uscito da una settimana, c’è puzza di sinergie, insomma di manfrine pubblicitarie; se la spingono avanti, (s)ballottaggio dopo sballottaggio, è perché deve arrivare a presentare un inedito di Sia, e siamo sempre lì: girala come vuoi, ma questa piagnona di formidabile ha solo le spinte. Fossi uno degli altri, m’incazzerei di brutto, ma chi vuoi che osi ammetterlo? Ma una che al talent vive di autotune, che roba è?

I Sierra ripropongono i RHCP (da Facebook).

SIERRA (Snow -Hey on Red Hot Chili Peppers): 3. Trapper che canta ha fatto l’uovo. Per la carbonara, così rimpianta da che non stanno a Roma, Monte Sacro. Uomini duri. Anche noi dobbiamo essere duri per reggere la loro rottura di palle, tanto più patetica in quanto infantile riscrittura dei Red Hot. Piccola roba da talent. «Non serve combattere». Infatti, meglio farsi di schiuma, che con gli sponsor giusti magari ti dice bene e diventi i nuovi Fedez e J-Ax. Madò, che raccomandatoni, anche questi.

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NICOLA CAVALLARO (90min, Salmo): 5/6. Io un parà con le unghie smaltate mica l’avevo mai visto. Ma, soprattutto, non ne avevo mai visto uno struggersi tanto con la fidanza via Skype, manco fosse in Afghanistan. Invece sta a Monza. De ceteribus, se invece che alle follie di Mara si desse, che so, al grindcore, con quella grattugia che sforza in gola, forse troverebbe infine la sua strada.

Nicola Cavallaro canta 90 min di Salmo (da Facebook).

EUGENIO CAMPAGNA (Delicate, Damien Rice): 5-. Che non si può più nominare col nome d’arte forse perché è lo stesso di uno sponsor di peso del programma. «Troppo bravo» dice Mara, la quale, non dimentichiamolo mai, ha scoperto Tiziano Ferro, punto esclamativo. Se lo dice lei.

BOODA (M.I.L.F. $, Fergie): 5 ½. Sai chi mi ricordano? Sai er sor Mario Brega padre di “Ruggiero” in Un sacco forte? «Ah Ruggiè: com’è che facevi co’ ‘sta bbatteria?». E giù un bombardamento a tappeto che i trashmetallari se lo sognano. «Ah papà, e bbasta, sempre co’ ‘sta violenza, e che ppalle!».

I Booda (da Facebook).

SEAWARDS (Feel, inedito): 4. Sarà anche colpa del rag. Samuel che gli fa su un arrangiamento esangue ma questi due son proprio sciapi insipidi desalati anodini surgelati: loro e la loro canzoncina. Escono, infine, allo sballottaggio con Giordana l’arpa che uccide, effettivamente più tonica.

L’esibiziomne di Sofia Tornambene (da Facebook).

SOFIA TORNAMBENE (Papaoutai, Stromae): 7 ½. Mostrificarla come una maschera di morte da cabaret di Raimondo Vianello è roba implausibile e non ci credo manco se mi ammazzano che è farina del sacco vuoto di Sfera. Ma questa bambina d’oro salva sempre tutto, ribalta una potenziale sciagura in chiave elettropoo/world in qualcosa di fresco e intrigante. Mille volte lo abbiam detto, ha un talento naturale nell’entrare in ogni pezzo. Il voto, alto, si spiega in questo senso.


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