Hong Kong, la polizia spara e ferisce due manifestanti

Due giovani attivisti pro-democrazia sono rimasti feriti in mattinata dopo uno scontro con gli agenti. Uno dei due sarebbe stato colpito al petto da alcuni colpi d'arma da fuoco.

Violenti scontri nella mattinata dell’11 novembre a Hong Kong tra polizia e manifestanti, impegnati a bloccare la circolazione stradale: almeno due persone sarebbero state colpite da colpi di pistola sparati dagli agenti a Sai Wan Ho.

Quello più grave, un ragazzo 21enne, è stato colpito da un colpo di pistola ravvicinato sparato da un agente di polizia: il ragazzo, raggiunto al petto, è stato prima soccorso e portato via che era ancora cosciente e poi operato d’urgenza. Attualmente, è in terapia intensiva dove è sotto stretta osservazione, riferiscono i media locali.

Nel frattempo per le strade dell’ex colonia britannica resta alta la tensione. Gli agenti in assetto anti sommossa hanno lanciato cinque raffiche di lacrimogeni a Pedder Street, nel cuore della città con molti uffici, tentando di disperdere i manifestanti che in piccoli gruppi stanno cercando di bloccare i mezzi trasporto creando barricate sulle principali vie in diversi distretti.

Per la terza volta in 5 mesi, da quando a giugno sono iniziate le proteste contro la legge sulle estradizioni in Cina trasformatesi poi in anti-governative e pro-democrazia, la polizia ha usato armi da fuoco con feriti. Il primo ottobre, infatti, uno studente è stato colpito al petto dopo l’assalto dei manifestanti a un gruppetto di agenti rimasto isolato, mentre pochi giorni dopo è stata la volta di un 14enne colpito alla gamba: entrambi sono stati poi arrestati.

ALTA TENSIONE DOPO LA MORTE DI UN 22ENNE

La tensione è salita dopo la morte di venerdì 8 novembre di Chow “Alex” Tsz-lok, studente di 22 anni, prima vittima delle proteste: il ragazzo è deceduto a seguito dei traumi riportati cadendo da un parcheggio, nella notte tra il 3 e 4 novembre scorsi, secondo modalità ancora tutte da chiarire mentre cercava di sfuggire all’assalto della polizia con i lacrimogeni a Tseung Kwan. Nel fine settimana si sono tenute veglie e sit-in in memoria di Chow, con la chiamata a manifestazioni spontanee e allo sciopero generale. Poi, scontri con la polizia e atti vandalici che hanno preso di mira soprattutto le stazioni della metro.

WONG: «CITTÀ IN STATO DI POLIZIA»

Durissimo il commento di Joshua Wong, leader del ‘movimento degli ombrelli’ del 2014 e tra gli attivisti più in vista del fronte pro-democrazia: «È doloroso vedere la città caduta in uno stato di polizia». In altri tweet Wong ha pubblicato immagini degli scontri tra i quali un video amatoriale in cui si vede un agente in moto che cerca di investire gli attivisti vestiti di nero.

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