Raimo: «L’incendio alla Pecora Elettrica è una dichiarazione di guerra»

Per l'assessore alla Cultura del Municipio III di Roma «è la città intera a essere sotto attacco». La libreria era stata distrutta da un rogo il 25 aprile scorso ed era stata riaperta grazie a un crowdfunding. Le voci e le paure di Centocelle.

Dopo l’attentato incendiario subito il 25 aprile scorso, la libreria antifascista La Pecora Elettrica di Roma è finita di nuovo sotto attacco.

Alla vigilia della riapertura, resa possibile grazie a una raccolta fondi che aveva coinvolto l’intero quartiere Centocelle, un secondo incendio nella notte tra il 5 e il 6 novembre ha guastato la festa. I proprietari Danilo Ruggeri e Alessandra Artusi questa volta non vogliono proprio parlare: «Non abbiamo niente da dichiarare», si limita a dire Ruggeri, «adesso tocca alle istituzioni».

L’INTERVENTO DEL MINISTRO FRANCESCHINI

In tarda mattinata è arrivato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per dimostrare la vicinanza del governo. «Quando vengono bruciati i libri il fatto è ancora più grave per questo lo Stato deve esserci», ha detto il ministro. «Ho parlato con il ministro dell’Interno Lamorgese che mi ha detto che convocherà un consiglio di sicurezza per il quartiere di Centocelle e in particolare per questa via visto che anche il mese scorso un’altro locale ha subito un attentato simile». 

La Pecora Elettrica, libreria antifascista, doveva riaprire il 7 novembre.

RAIMO: «È UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA»

Solo l’8 ottobre scorso, infatti, un altro incendio aveva devastato una pizzeria a soli 50 metri dalla Pecora Elettrica. «Sembra un romanzo», dice il proprietario del locale Valerio Pasqualucci, «invece è la realtà che viviamo tutti i giorni. Non si può stare così con la paura. E se succede anche a noi che dovremmo riaprire tra un mese? Che facciamo?». I carabinieri stanno seguendo le indagini ma per ora confermano solo l’origine dolosa dell’incendio: non ci sono piste di alcun tipo. «È chiaro che è un attacco alla città non alla Pecora Elettrica», ha detto a Lettera43.it Christian Raimo, scrittore e assessore alla Cultura del Municipio III. «Un criminale che fa una cosa del genere sa il rischio che si prende. C’è tentata strage, è un caso che diventa nazionale. Se lo fai vuol dire che è una dichiarazione di guerra».

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