Strage di mormoni in Messico per mano dei cartelli della droga

Una decina di persone vittima di un'imboscata. Uccisi anche bambini e due neonati. Alcuni sono stati bruciati vivi. La zona al confine con gli Usa è infestata dai trafficanti.

Una storia che intreccia mormonismo e cartelli delle droga. Vittime una decina di mormoni americani, tra cui almeno quattro bambini e due gemelli neonati di sei mesi e le loro madri, brutalmente uccisi in Messico in una imboscata da colpi d’arma da fuoco. Alcuni di loro sono stati bruciati vivi.

AUTO BLOCCATE DA UOMINI ARMATI

La notizia è stata riportata dai media internazionali. La polizia locale ritiene che la strage sia opera dei trafficanti di droga. Il gruppo viaggiava in automobile quando è stato bloccato da uomini armati che hanno sparato e dato fuoco alla vettura.

TRUMP: «SE MESSICO HA BISOGNO, USA PRONTI A FARE IL LAVORO»

L’episodio ha anche riaperto le polemiche tra Messico e Stati Uniti. Il presidente Usa Donald Trump ha infatti commentato su twitter: «Una splendida famiglia dello Utah è finita nello scontro fra due cartelli di droga che si stavano sparando. Il risultato è stata l’uccisione di molti americani. Se il Messico ha bisogno o chiede aiuto contro questi mostri, gli Stati Uniti sono pronti a essere coinvolti e a fare il lavoro in modo veloce ed efficace».

«IL MESSICO NON HA BISOGNO DELL’INTERVENTO USA»

Ma il presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador, ha replicato a Trump: «Il Messico non ha bisogno dell’intervento americano per risolvere i suoi problemi». «Il Messico», ha affermato Obrador, spiegando che vuole comunque parlare con il leader Usa, «è pronto a lavorare con l’Fbi purché la sua indipendenza sia rispettata, e non penso che avremo bisogno di un intervento straniero».

ZONA INFESTATA DA TRAFFICANTI E BANDITI

Il massacro – secondo quanto riferito da un leader della comunità familiare di una vittima a Radio Formula, emittente messicana – è avvenuto a Rancho de la Mora, al confine tra gli Stati di Chihuahua e Sonora, vicino al confine con gli Stati Uniti, in una zona infestata dai cartelli della droga e da banditi di ogni genere.

ATTIVITÀ MISSIONARIA IN MESSICO

Il procuratore di Chihuahua, César Augusto Peniche – ha scritto il Telegraph – ha affermato che il numero delle vittime rimane «incerto». Secondo alcuni media sarebbero almeno nove, per altri oltre una decina, tutti appartenenti alla folta comunità mormone e tutti di origine statunitense, che svolgono attività missionaria per la loro chiesa in Messico.

MADRE E FIGLI CRIVELLATI DI PROIETTILI

Stando a quanto spiegato da uno dei leader della comunità e cugino di una delle vittime, Julian Lebaron, il gruppo si stava dirigendo verso il confine americano per andare a prendere un parente all’aeroporto di Phoenix, negli Stati Uniti, quando uomini armati gli hanno teso un’imboscata. I mormoni viaggiavano in un convoglio di vari automezzi. Dentro uno di questi sono stati trovati i corpi di una madre e dei suoi quattro figli con i corpi crivellati di proiettili.

ALCUNI FUGGITI, ALTRI DISPERSI

Altre due auto sono state ritrovate a una certa distanza alcune ore dopo; al loro interno i cadaveri di altre due donne e due bambini. Cinque o sei bambini sarebbero riusciti a fuggire e tornare a casa, ma altre persone, tra cui una ragazza scappata nel bosco per nascondersi, risultano dispersi. I governi di Chihuahua e Sonora hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che è stata avviata un’indagine e che ulteriori forze di sicurezza sono state inviate nell’area.

UNA COMUNITÀ TRA RELIGIONE E POLIGAMIA

Il fratello di Julian Lebaron, Benjamin Lebaron, che aveva fondato un gruppo di lotta al crimine chiamato Sos Chihuahua, era stato assassinato nel 2009. La comunità colpita è formata da discendenti di mormoni che fuggirono dagli Stati Uniti nel XIX secolo per scappare dalla repressione della poligamia, praticata nella loro religione. Molti mormoni in Messico godono della doppia cittadinanza messicana e americana.

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