Conte mostra i muscoli sull’ex Ilva: «Saremo inflessibili»

La pentastellata Lezzi contro le retromarce sullo scudo: «Lo abbiamo abolito grazie alla Lega». Intanto il premier esclude il coinvolgimento di soggetti diversi da ArcelorMittal. E il ministro Patuanelli lancia otto accuse all'azienda su Facebook.

Il premier Giuseppe Conte ha escluso l’eventualità che nella partita sull’ex Ilva di Taranto possano entrare soggetti diversi da ArcelorMittal. «I nostri interlocutori sono quelli che ci sono ora e che devono rispettare gli impegni contrattuali», ha detto infatti il presidente del Consiglio, rispondendo alle indiscrezioni di stampa secondo cui Matteo Renzi starebbe lavorando per coinvolgere il gruppo Jindal, che guidava la cordata sconfitta nel 2017. «Pretendiamo che siano rispettati gli impegni per quanto riguarda le bonifiche ambientali, che sono un tassello fondamentale della complessa strategia industriale per la comunità e il polo industriale di Taranto», ha aggiunto il capo del governo.

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L’incontro con i vertici di ArcelorMittal è previsto per il 6 novembre: «È stato stipulato un contratto e saremo inflessibili, hanno partecipato a una gara con evidenza pubblica e in Italia si rispettano le regole». Il punto, però, è che il contratto prevede la possibilità di recesso in caso di cambiamenti rilevanti delle norme di legge, tali da mettere in discussione il piano industriale. Per ArcelorMittal, l’abolizione dello scudo penale rientra in questa casistica. Di sicuro c’è che il diritto di recesso non può essere proclamato in maniera unilaterale, ma dovrà essere accertato in Tribunale se le parti non si metteranno d’accordo.

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Sul punto è tornato anche il leader di Iv Matteo Renzi che si era proposto per far tornare Jindal a Taranto: «Nessuno di noi di Italia Viva fa nascere cordate. È evidente che qualora si arrivasse per le norme italiane a ottenere da parte di Mittal il recesso, primo classificato nella gara, si va a chiedere al secondo (Jindal, ndr), una cordata che già esisteva, non ce la siamo inventata noi. Se il primo salta ci va il secondo. Se il premier dice che Mittal deve onorare il contratto, tutti devono stare con lui, dalla parte delle istituzioni», ha dichiarato ai giornalisti a margine della presentazione di un libro a Roma.

PATUANELLI CONTRO L’AZIENDA SU FACEBOOK

Per Conte «non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione lo scudo». E mentre il Pd invita il presidente del Consiglio a riferire in parlamento in tempi brevi, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (M5s) mette sotto accusa ArcelorMittal con un lungo post su Facebook, definendola una multinazionale che «accampa scuse strumentali e prende in giro lo Stato».

Buongiorno a tutti.C’è una cosa che in Italia non cambia mai: anche quando una multinazionale accampa scuse strumentali…

Posted by Stefano Patuanelli on Tuesday, November 5, 2019

LA LEZZI RINGRAZIA LA LEGA: «GRAZIE PER LO SCUDO ABOLITO»

In Aula al Senato l’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi ha invece chiesto di non tornare indietro sullo scudo penale: «So che possono essere intraprese diverse strade, ma senza tornare indietro su quello che il Parlamento ha deciso due volte, una volta con la Lega e una con il Pd». E ha ringraziato la Lega per averlo abolito insieme: «Io sono sempre stata contraria all’ immunità e ringrazio la Lega perché grazie a loro che abbiamo abolito lo scudo. La mia posizione non è mai cambiata».

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