Champions: pareggio per il Napoli, con l’Union Berlino finisce 1-1

Occasione sprecata in Champions League per il Napoli. Allo stadio Maradona, la squadra di Garcia fa 1-1 con l’Union Berlino, fanalino di coda nel gruppo C, ma resta comunque in corsa per la qualificazione agli ottavi. Il capitano del Napoli Di Matteo: «Dovevamo gestire meglio il vantaggio, invece abbiamo battuto questo angolo velocemente e non eravamo in posizione dietro. Non si può prendere quella ripartenza, queste partite si decidono con gli episodi. È un pareggio che non ci sta, ci dispiace per i nostri tifosi perché anche oggi in casa non siamo riusciti a portare a casa la vittoria, ma ora faremo di tutto nelle ultime due gare di Champions per portare a casa la qualificazione». Il Napoli è ora a quota sette punti, con il Braga a quattro punti di distanza; primo punto nel girone per l’Union Berlino.

Annullato il gol di Anguissa

I campioni d’Italia ci provano da subito con Zielinski e Natan, fermato dal palo. Il Var annulla il gol di AndréFrank Zambo Anguissa, ma è  Matteo Politano al 39′ del primo tempo a portare in vantaggio il Napoli. Al 7′ della ripresa l’Union strappa il pari (e il primo punto) grazie alla rete di Fofana. Il Napoli ha perso solo due delle ultime 15 partite della fase a gironi di Champions League (10V, 3N), segnando in media 2.4 gol a partita nel periodo (36 reti in 15 match).

Garcia: «Non ho nulla da rimproverare»

«Ho visto il mio Napoli provarci in tutti i modi per segnare il secondo gol, questa sera non siamo riusciti per errori sulla finalizzazione o l’ultimo passaggio, ma non ho nulla da rimproverare ai ragazzi a parte di quella ripartenza per il gol subita sul nostro corner». È la dichiarazione del tecnico del Napoli Rudi Garcia, che non boccia i suoi dopo il pareggio in casa contro l’Union Berlino.

Vaticano: «Sì al battesimo per persone transessuali e figli di coppie gay»

Le persone transessuali potranno chiedere e ricevere il battesimo, ma non solo. Potranno essere padrini, madrine e testimoni di nozze in chiesa. Sì anche a padrini omosessuali che convivono con un’altra persona, unica condizione che conducano “una vita conforme alla fede“. Sono le indicazioni che arrivano dal Dicastero per la dottrina della fede, guidato dal cardinale Victor Manuel Fernandez, in risposta ad alcuni quesiti che erano stati inviati a luglio 2023 da mons. José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile. Le domande riguardavano la possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive.

No al rischio di “pubblico scandalo”

«Un transessuale, che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso» – recita l’indicazione del Vaticano riportata dall’Ansa – «può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli. Nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il Battesimo».

La “prudenza pastorale”

Un trans potrà essere anche testimone di nozze o padrino di un battezzato: «a determinate condizioni, si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso. Non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo». È stato inoltre affrontato anche il problema dei genitori gay o di quelli che hanno avuto il figlio attraverso la gestazione per altri. «Due persone omoaffettive» – ha chiesto al Vaticano il vescovo del Brasile – «possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?». La risposta del Dicastero della Fede: «Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica».

La Sapienza, occupata la facoltà di Scienze politiche: chiesto il ritiro della mozione pro Israele

La facoltà di Scienze politiche all’università La Sapienza di Roma è stata occupata. Ad annunciarlo, gli studenti di Cambiare Rotta. All’ingresso uno striscione con scritto Scipol occupata e le bandiere della Palestina. Le richieste sono state diffuse in una nota: «Vogliamo che la mozione votata all’unanimità dal Senato accademico sia revocata, che la Sapienza smetta di sostenere il regime di apartheid israeliano, che tronchi gli accordi con quel governo e con tutte le istituzioni che sorgono sui territori occupati».

Proteste anche a Venezia e a Milano

Oltre alla Sapienza di Roma, dove ci sono stati attimi di tensione tra studenti e forze dell’ordine, anche all’università statale di Milano cinque studenti sono entrati all’improvviso nell’aula magna dell’ateneo dove era in corso l’Annual Meeting della 4Eu+ European University Alliance, e sono saliti con un megafono sul palco dove hanno esposto uno striscione spiegando di non volere “essere complici del genocidio del popolo palestinese”. A Venezia invece il collettivo universitario Liberi Saperi Critici è tornato in presidio nella sede centrale dell’Università Ca’ Foscari dopo l’occupazione dello scorso giovedì.

Il flash mob a Napoli

Un flash mob di studenti di diversi atenei napoletani si è tenuto davanti a Palazzo Giusso, sede dell’università l’Orientale di Napoli, occupato da martedì 7 novembre in solidarietà con il popolo palestinese. Sui social, Clelia Li Vigni, studentessa e candidata ricercatrice alla Normale di Pisa, si è fatta promotrice di un appello firmato da circa 160 tra allievi, docenti e impiegati dell’ateneo in cui si esprime «forte preoccupazione per gli incessanti bombardamenti di Gaza. Per porre fine alla violenza si deve porre fine alla sua causa principale: l’apartheid e l’occupazione israeliana dei territori palestinesi». Sono circa duecento gli studenti che hanno occupato il cortile del Palazzo del Bo di Padova, storica sede dell’Università degli Studi, manifestando in favore della Palestina con vari cartelli e striscioni.

Cosa cambierebbe ai Campi Flegrei in caso di passaggio al livello di allerta arancione


Il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci ha paventato in più di una occasione il passaggio dell'allerta nei Campi Flegrei da gialla ad arancione. Al momento l'allerta resta gialla, ma nel caso si dovesse innalzare ci sarebbero conseguenze logistiche per l'allontanamento degli abitanti e l'evacuazione di ospedali, Rsa e carceri, ma anche conseguenze dal punto di vista economico e sociale.
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Alluvione, Figliuolo ai sindaci: «Più voglia di fare polemica che di rimboccarsi le maniche»

«A volte i pubblici amministratori hanno più voglia di fare polemica che di rimboccarsi le maniche». Sono le parole del commissario per la ricostruzione sul territorio delle Regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche, Francesco Paolo Figliuolo, intervenuto nella mattinata di mercoledì 8 novembre a Castenaso, in provincia di Bologna, per un incontro con il Comune e un sopralluogo sui territori.

«Chiedete i rimborsi che ve li diamo»

«Dei 290 milioni di somma urgenza» – ha dichiarato – «ho erogato solamente poco più di 60,5 milioni, perché i Comuni devono fare il loro lavoro che è semplicissimo. Il mio vuole essere uno sprone: chiedete i rimborsi che ve li diamo». Al centro delle parole del generale anche l’ordinanza sui rimborsi. «Quando si porta un’ordinanza in registrazione alla corte dei conti bisogna fare il perimetro finanziario. Se le polemiche arrivano da qualcuno che è stato insieme a noi a costruire questa ordinanza, sembra quasi uno schiaffo a chi si impegna». E ancora: «Il rimborso arriva a coprire la totalità del danno asseverato, dimostrato e riconosciuto, con una dinamica da 20 mila euro subito, poi 40 mila, poi ulteriori in funzione delle risorse».

Gasparri e il video in cui mostra carota e cognac: la replica di Ranucci e le reazioni

Dopo la diffusione del video in cui il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, in commissione di Vigilanza durante l’audizione del conduttore di Report Sigfrido Ranucci e del direttore dell’approfondimento Rai, Paolo Corsini, ha mostrato una carota come regalo per il giornalista, sono state numerose le reazioni sui social delle ultime ore. A scatenarle le frasi di Gasparri: «Le ho portato un cognac se ha bisogno di farsi coraggio, ho visto che si è fatto accompagnare, ma noi qui non mangiamo nessuno», aggiungendo dopo aver tirato fuori una carota: «L’ho portata, se qualcuno ha paura della commissione di Vigilanza».

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Il conduttore di Report: «Mi poteva portare una rosa e un thermos di caffè»

«Gasparri non conosce i miei gusti perché io sono astemio e non bevo. Bevo tanto caffè, mi poteva portare una rosa e un thermos di caffè. Io ho preso seriamente quella convocazione e per questo ho portato fatti e dati relativi ai costi e all’andamento di Report», ha scritto Ranucci sui social. «Vorrei consigliare a Gasparri di cambiare fruttivendolo perché la carota non aveva un bell’aspetto».

«Un teatrino imbarazzante»

«Dalla destra uno spettacolo pietoso», scrive sui social il capo delegazione del Pd al Parlamento europero, Brando Benifei, aggiungendo: «Il vicepresidente della Camera Gasparri si è lanciato in teatrini imbarazzanti. La mia solidarietà al direttore Ranucci, sottoposto a questa pagliacciata per aver approfondito vicende come quella di Santanché e La Russa».

«La foto si commenta da sola»

Parla di “Paese sotto regime di polizia” l’ex inviato de Le Iene e deputato Ismaele La Vardera, che prosegue: «Portare in una commissione politica un giornalista e interrogarlo per delle scelte legate al suo ruolo è una cosa gravissima. Che dire poi del signore a sinistra tale Maurizio Gasparri? La foto si commenta da sola». Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 Stelle, la definisce invece «una brutta pagina per l’importante organo di cui anche io faccio parte» che si è consumata nella commissione di Vigilanza Rai. E ancora “vergogna”, “disgustoso”, “patetico”, si legge nei vari commenti al video di Gasparri, anche se c’è chi la prende con ironia: «Mai visto un ortaggio brandire una carota?».

 

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