Il Brighton non vince da 6 partite in Premier League e dopo il pareggio interno col modesto Sheffield United il tecnico italiano si è sfogato contro gli arbitri inglesi: "L'80% di loro non mi piace". Continua a leggere
Il pallonetto scagliato dal difensore nella porta del Frosinone entra nella storia del calcio italiano. Mkhitrayan che ha servito a Dimarco il passaggio decisivo ci scherza sopra. "Federico non voleva... magari voleva fare un passaggio". Continua a leggere
Due 22enni veneti, Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, sono stati visti l'ultima volta sabato 11 novembre al centro commerciale Nave De Vero di Marghera alle 20. La giovane ha mandato un ultimo messaggio alla sorella alle 22.43, poi le famiglie non hanno più avuto notizie. I cellulari dei ragazzi risultano spenti. Continua a leggere
“È una polemica sterile, non credo proprio che il mio ruolo possa aver avuto chissà quale influenza”, spiega il senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio a chi pensa che la figlia abbia avuto la meglio il titolo perché favorita dal ruolo parlamentare del padre. “Francesca non ha nessuna intenzione di fare politica”. Continua a leggere
L'Inter batto 2-0 il Frosinone grazie ai gol di Dimarco nel finale del primo tempo e di Calhanoglu su calcio di rigore nella ripresa. I nerazzurri scavalcano la Juventus e si riportano in vetta alla classifica. Continua a leggere
Raphael Dwamena era già crollato due volte in campo, ma il defibrillatore sottocutaneo impiantatogli nel 2020 gli aveva salvato la vita. L'anno scorso la decisione rilevatasi fatale di farsi togliere il dispositivo dal petto - con un'operazione complessa, quasi senza precedenti in medicina - nonostante la sua famiglia, i suoi amici o il suo agente lo supplicassero di non farlo: "Quando sento i medici mi viene da ridere". Continua a leggere
La 27enne di Pedrengo è indagata per l'infanticidio dei due figli, morti uno dopo l'altro quando avevano solo pochi mesi. Per chi indaga sarebbero stati ambedue soffocati dalla madre: "Era incapace di sopportare il loro pianto" Continua a leggere
Le anticipazioni della seconda puntata di Lea - I nostri figli in onda domenica 19 novembre alle ore 21:25 su Rai1. Cosa succederà nei nuovi episodi della seconda stagione con Anna Valle, Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür. Continua a leggere
Il tecnico della Roma fa una riflessione lapalissiana sul pareggio con la Lazio: meglio prendere un punto contro una diretta avversaria per la zona Champions che perdere e lasciargliene tre. Poi attacca arbitro e un avversario in particolare. Continua a leggere
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Napoli per l'anniversario dell'Università Federico II. Il piano viabilità del Comune. Continua a leggere
È morto nella notte uno dei due feriti dell'incidente avvenuto sabato 11 novembre a Ormelle, in provincia di Treviso. La vittima si chiamava Davinder Kumar e aveva 26 anni. Sul colpo erano deceduti un 35enne e un 27enne. Lotta tra la vita e la morte un quarto passeggero di 23 anni. Continua a leggere
La madre di Alessia Pifferi, accusata di omicidio volontario per aver lasciato morire di stenti la figlia nel luglio del 2022, riporta in aula un episodio del passato. "Quando Diana aveva 42 di febbre Alessia è andata in vacanza in Costa Azzurra. Non rispondeva al telefono, ed è tornata a Milano giorni dopo" Continua a leggere
Un gol annullato a Cristante in avvio di match. Il palo di Luis Alberto. Le parate di Rui Patricio. Sono i tre momenti come fiammate che hanno acceso il derby della Capitale. Roma a -3 dalla zona Champions, Lazio a -4. Continua a leggere
Alvaro Morata in collegamento con Verissimo ricorda lo spavento vissuto quando, lo scorso gennaio, la moglie Alice Campello ha rischiato la vita dopo aver dato alla luce la figlia Bella. “Aveva solo 28 anni e tutta la vita davanti. I medici mi hanno detto che l’importante era che i bambini avessero ancora una mamma”. Continua a leggere
Alcuni giovani con il volto coperto hanno bloccato un tram a Firenze e lo hanno imbrattato con vernice spray. Il conducente è stato costretto a fermare la corsa e a far scendere i passeggeri. Non ci sono state rivendicazioni ma si sospettano gruppi dell'area dell'antagonismo sociale. Continua a leggere
Cinque militari statunitensi sono morti nello schianto di un aereo nel Mediterraneo orientale durante un'esercitazione. Lo ha annunciato il Comando europeo degli Stati Uniti in un comunicato. Ancora non si conoscono la dinamica e le cause dell'incidente avvenuto il 10 novembre. Continua a leggere
Un gesto del presidente nell'intervallo di Napoli-Empoli è valso come un esonero. La rosa dei nomi per il nuovo tecnico al posto di Garcia è sul tavolo. La prima certezza è che mercoledì prossimo, alla ripresa degli allenamenti, non si udirà più l'accento francese. Continua a leggere
Nina Moric a Verissimo racconta l’infezione che l’ha costretta ad un intervento di urgenza al seno. Poi parla del rapporto ritrovato con il figlio Carlos Corona. “Lui sta bene, non ha nessun problema”, assicura. “Come tutti i ragazzi sensibili ha avuto un crollo. Oggi il nostro rapporto è ritrovato". Continua a leggere
Si è presentato oggi pomeriggio ai Carabinieri l'uomo che la notte scorsa ha investito un pedone di 38 anni in via Morgantini a Milano (San Siro) senza poi fermarsi a soccorrerlo. Ancora critiche le condizioni della vittima. Continua a leggere
L'agguato è avvenuto all'ora di pranzo nella zona conosciuta come "quadrilatero delle carceri": la vittima un 42enne raggiunto da un colpo di pistola ad una gamba. Continua a leggere
Il pubblico dell'Atp di Torino riserva un'ovazione incredibile a Sinner, che ha battuto Tsitsipas. L'azzurro sorride e ringrazia per i cori da stadio ricevuti: "È stata una roba pazzesca". Continua a leggere
Un filo rosso collega la prossima inaugurazione della stagione del Teatro alla Scala, Don Carlo, a quella che l’ha preceduta, Boris Godunov. Il dettaglio non è stato finora sottolineato come merita, ma l’elemento comune è chiaro: sia Verdi che Musorgskij in queste opere attribuiscono una decisa dimensione politica ai soggetti storici che avevano scelto di mettere in musica. Il legame fra i due lavori, del resto, è anche nella loro genesi. La prima rappresentazione di Don Carlo avvenne all’Opéra di Parigi l’11 marzo 1867 e due anni più tardi il compositore russo iniziò a scrivere il Boris. Prima di mettersi al lavoro, all’inizio di quel 1869, aveva assistito a San Pietroburgo al capolavoro verdiano. Come ha osservato lo storico della musica Michele Girardi, la comune tematica di fondo riguarda «le logiche spietate dei detentori di un potere assoluto che disintegra l’aspirazione alla felicità individuale e collettiva degli oppressi».
Il Don Carlos, titolo originale, è l’ultima incursione verdiana nella drammaturgia di Schiller
Don Carlo fu composto su commissione dell’Opéra di Parigi e rappresentato in occasione dell’Esposizione Universale del 1867. Nacque quindi come Don Carlos, su libretto in francese di François-Joseph Mery e Camille du Locle. Ultima incursione verdiana nella drammaturgia di Friedrich Schiller – e unica in età matura dopo Giovanna d’Arco, I masnadieri e Luisa Miller – l’opera costituisce di fatto anche una delle ultime e più importanti affermazioni del cosiddetto “grand-opéra” nato a Parigi ormai mezzo secolo prima, con la sua suddivisione in cinque atti, lo spazio concesso a grandi e spettacolari scene di massa, la presenza di un ampio inserto dedicato alla danza. Al suo apparire il lavoro fu salutato da un discreto ma non travolgente successo. E già iniziavano a circolare fra i critici gli addebiti di “wagnerismo” che cinque anni più tardi per Aida sarebbero diventati parere quasi generale. Tuttavia, si trattava pur sempre dell’ultima novità di uno dei massimi autori di teatro per musica, e subito se ne ebbero rappresentazioni in Italia (con il libretto tradotto da Achille de Lauzières) e in Europa.
Le modifiche apportate alla versione italiana
Con la versione in italiano (il titolo era diventato Don Carlo) cominciarono anche le modifiche da parte di Verdi: già significative quelle realizzate per l’approdo al San Carlo di Napoli nel 1872, fondamentali e radicali quelle che oltre un decennio più tardi furono approntate per le rappresentazioni alla Scala nel gennaio del 1884. Fu allora che venne tagliato il primo atto della versione iniziale dalla partitura. Si tratta del cosiddetto “atto francese”, che si svolge nella foresta di Fontainebleau e che peraltro non esiste in Schiller ma è proprio solo del libretto francese. Contiene, oltre a sofisticate pagine corali, un’aria di Don Carlo, erede al trono di Spagna e un duetto di questi con Elisabetta di Valois, sua promessa sposa di un tempo ora costretta dalla ragion di Stato a convolare con il padre di lui, il re di Spagna Filippo II. Dal taglio venne salvata solo l’Aria, inserita nel secondo atto (che diventava il primo). Verdi non era certo il tipo che si faceva imporre cambiamenti così importanti e infatti nel suo epistolario si trovano ripetute considerazioni positive sulla versione in quattro atti. Sta di fatto che appena un paio di anni più tardi, a Modena, non è chiaro con quanta diretta partecipazione del compositore, l’atto francese fu riesumato, naturalmente sempre in italiano. E l’Aria di Don Carlo tornò al suo posto originale. Se si aggiunge che una cinquantina di anni fa sono emerse dagli archivi dell’Opéra varie pagine della partitura iniziale, che il compositore stesso aveva tagliato in occasione della prima rappresentazione assoluta (almeno un quarto d’ora di musica, forse di più), si ha il quadro del complesso percorso creativo verdiano in Don Carlo.
La versione 1884 in quattro atti aprirà la stagione della Scala con Chailly sul podio e la regia di Lluís Pasqual
Dal punto di vista rappresentativo, oggi le opzioni restano principalmente due: la versione parigina del 1867 (in francese, cinque atti, con i ballabili) e la versione scaligera del 1884 (in italiano, quattro atti, senza ballabili); in alternativa a quest’ultima, c’è la versione modenese, in italiano ma con il recupero dell’atto francese. Negli Anni 80 sulla questione si erano divisi due fra i maggiori studiosi italiani, Massimo Mila e Fedele d’Amico, peraltro concordi nel ritenere quest’opera uno dei maggiori raggiungimenti dell’arte di Verdi. Mila era a favore della versione in cinque atti, d’Amico di quella in quattro atti. A 40 anni di distanza, pare di poter dire che il confronto sia stato vinto da quest’ultimo. Secondo l’archivio del sito specializzato Operabase.com, dai primi anni Duemila la versione francese in cinque atti è stata proposta solo una volta, nel 2004 all’Opera di Roma. Quella in italiano in quattro atti è largamente maggioritaria e anche frequente in maniera confortante: se ne contano 23 apparizioni nei teatri di 13 città, con Firenze in prima fila (quattro allestimenti) seguita da Milano con tre. Negli ultimi tempi se ne sono avute edizioni ragguardevoli alla Fenice di Venezia (2019, regia di Robert Carsen, direttore Myung-Whun Chung), a Firenze e a Napoli (meno di un anno fa). Fra l’altro, Don Carlo torna a essere l’opera del 7 dicembre scaligero a 15 anni dall’ultima volta che inaugurò la stagione milanese, nel 2008, direttore Daniele Gatti, regista Stéphane Braunschweig. L’ormai imminente nuova proposta milanese della versione 1884 in quattro atti vedrà sul podio Riccardo Chailly, mentre la regia sarà dello spagnolo Lluís Pasqual. Cast di notevole livello, con René Pape (Filippo), Luca Salsi (Posa), Francesco Meli (l’Infante), l’immancabile Anna Netrebko (Elisabetta) ed Elina Garanča (Eboli).
Con il suo spirito cupo e violento, il Don Carlo è una sorta di annuncio del decadentismo
L’opera è dominata da uno spirito cupo e violento, che rende drammaticamente vana ogni speranza. Il cattolicissimo re Filippo II opprime i protestanti dei Paesi Bassi e li manda al rogo sobillato dalla Santa Inquisizione, e intanto si arrovella perché la moglie Elisabetta di Valois non lo ama. Lei era stata promessa al figlio di Filippo, Don Carlo, ed è lui che ama, riamata. Un rapporto platonico ma ugualmente dal peso insostenibile, che resterà sempre e solo ideale, mentre la marchesa di Eboli cerca a sua volta di conquistare l’amletico Infante di Spagna, salvo confessare – per poi essere mandata in esilio – di essere l’amante del re. Il marchese di Posa, amico fedele di Don Carlo, si oppone alle politiche assolutiste di Filippo, ma non riesce a salvare i protestanti di Fiandra e finirà ucciso dagli archibugi del Sant’Uffizio, pur essendo stimato dal monarca. Il loro duetto nel primo atto, la pagina che più è stata rielaborata da Verdi, è uno dei culmini di tutta l’opera, come lo è l’intero terz’atto, aperto dalla formidabile aria di Filippo, Ella giammai m’amò. Il clima è torbido, la tinta oscura; totale la libertà dalle forme tradizionali del canto operistico, ammaliante la sottigliezza della scrittura strumentale. Non a caso Mila vedeva in questo capolavoro una sorta di annuncio del decadentismo, in grado di fare piazza pulita dei vani tentativi di rivoluzionare il genere operistico da parte della Scapigliatura. E non c’è da stupirsi se nella versione 1884 l’Infante di Spagna, che il padre ha deciso di consegnare al boia, alla fine letteralmente svanisce mentre si trova nella cripta del nonno Carlo V, in un’atmosfera quasi esoterica.
L’attualità drammatica dell’opera e il pessimismo di Verdi sulle umane sorti
Con i suoi personaggi dalla psicologia complessa, dipinta realisticamente fra dilemmi interiori e umanissime contraddizioni; con l’impari confronto fra gli individui e una ragion di Stato che non si ferma di fronte alla ferocia e al delitto; con la sua durissima rappresentazione della guerra in nome della religione, condotta fino agli omicidi rituali degli autodafé imposti dall’Inquisizione; con l’evidenza drammatica di come l’assolutismo soffochi non solo la libertà, ma anche l’aspirazione a essa, Don Carlo appare oggi drammaticamente attuale. È davvero un’opera profondamente politica, dominata dal radicale pessimismo del compositore sulle umane sorti, che non concede soverchie speranze neanche a chi vi assiste nel XXI secolo, dopo le illusioni sulla “fine della storia”. La storia non è affatto finita, e Verdi ce lo ricorda con una musica capace come poche di parlare sia al cuore che alla mente.
Hamas ha sospeso i negoziati sugli ostaggi a causa degli attacchi dell’esercito israeliano nella zona dell’ospedale al-Shifa di Gaza. Lo ha detto un funzionario palestinese alla Reuters. Nella giornata del 12 novembre il viceministro della Sanità di Hamas ha affermato che un raid dell’Idf ha distrutto un edificio della struttura, dove migliaia di medici, pazienti e sfollati sono intrappolati senza elettricità e con le scorte in diminuzione. Due neonati sono morti e altri 38 rischierebbero la vita nell’ospedale. A tal proposito, Benyamin Netanyahu ha detto che Israele ha offerto carburante alla principale struttura ospedaliera di Gaza, che però avrebbe rifiutato.
L’ospedale al-Quds non è più operativo, resta solo quello di al-Ahli
È ormai da giorni che vanno avanti i combattimenti nella città di Gaza. Anche (e soprattutto) nei pressi degli ospedali, dove secondo l’esercito di Tel Aviv trovano riparo i miliziani di Hamas. La Mezzaluna rossa palestinese ha annunciato su X che l’ospedale al-Quds non più operativo: «La cessazione dei servizi è dovuta all’esaurimento del carburante disponibile e all’interruzione dell’energia elettrica». L’ospedale al-Ahli sarebbe adesso l’unico funzionante nella Striscia, seppur ben oltre la sua capacità.
Combattimenti nel campo profughi di al-Shati
Combattimenti in corso nel campo profughi di al-Shati a Gaza. Lo riferisce l’esercito israeliano, sottolineando che i combattenti di Hamas hanno aperto il fuoco sui soldati che stavano evacuando dei civili. Nel corso della giornata l’Idf ha concesso pause tattiche delle attività militari per quattro ore a Jabaliya e nel vicino centro abitato di Izbat Malien, per l’evacuazione di civili.
In salvo in Egitto decine di persone con doppia cittadinanza
Diverse decine di stranieri e persone con doppia cittadinanza, oltre a palestinesi feriti, sono stati evacuati dalla Striscia di Gaza verso l’Egitto, secondo quanto riportato da entrambi i lati del confine. Una cinquantina le persone con doppia nazionalità arrivate a Rafah, secondo il canale Alqahera News, vicino ai servizi segreti egiziani. Tra coloro che hanno lasciato Gaza attraverso Rafah titolari di passaporti polacchi, rumeni e russi.
Additionally…
An IDF UAV struck a terrorist cell that attempted to launch anti-tank missiles toward northern Israel overnight.
A terrorist cell embedded in a civilian area in Lebanon intended to open fire toward Israeli territory. Watch the IDF's strike in response: pic.twitter.com/622SXi5tQ7
Nuovi attacchi di Hezbollah dal Libano, colpite tre località
Nuovi attacchi con razzi anticarro sono stati lanciati dagli Hezbollah dal Libano del sud dopo quello contro l’altura di Dovev, dove sette israeliani sono rimasti feriti, uno dei quali in condizioni molto gravi. In seguito, riferiscono fonti locali, altri razzi anticarro sono stati lanciati verso le località di Zarit, Yifatch e Aramshe. In alcune zone dell’Alta Galilea la popolazione ha avuto ordine di restare nei rifugi.
Gli Usa chiedono chiarimenti a Israele sul post-guerra
Gli Stati Uniti hanno chiesto chiarimenti in merito alle dichiarazioni del primo ministro Netanyahu, secondo il quale Israele manterrà la responsabilità della sicurezza a Gaza per un periodo indefinito dopo la guerra. Lo ha confermato una fonte americana a Times of Israel.
Una psichiatra del carcere Lorusso e Cutugno di Torino è stata iscritta nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo in relazione alla morte - avvenuta nell'estate del 2022 - del 24enne Alessandro Gaffoglio. Continua a leggere
Cher in un'intervista a Verissimo parla del successo della sua carriera, del sogno di diventare cantante iniziato da bambina nonostante molte difficoltà e dell'amicizia che per 50 anni l'ha legata a Tina Turner: "Sapevo che non sarei mai stata al sui livello, ma abbiamo trascorso insieme momenti bellissimi". Continua a leggere