La Corte Suprema russa ha messo al bando il movimento «estremista» Lgbt

La Corte Suprema russa ha accolto la richiesta del ministero della Giustizia di mettere fuorilegge nel Paese il movimento internazionale Lgbt, definendolo «estremista». L’udienza si è svolta a porte chiuse, come richiesto dal ministero di Mosca: i giornalisti sono stati fatti entrare solo quando il giudice Oleg Nefedov ha annunciato la sua decisione. Non è chiaro in che modo le autorità russe dimostreranno l’esistenza di un movimento Lgbt globale organizzato.

La Corte Suprema russa ha messo al bando il movimento «estremista» Lgbt dopo un'udienza a porte chiuse.
Attivisti Lgbtq all’esterno della Corte Suprema russa (Getty Images).

Per il ministero della Giustizia le attività del movimento «incitano alla discordia sociale e religiosa»

Il ministero della Giustizia, secondo cui le attività del movimento internazionale per i diritti Lgbt «incitano alla discordia sociale e religiosa» in violazione delle leggi anti-estremismo del Paese, aveva presentato la richiesta il 17 novembre. L’omosessualità è stata un reato in Russia fino al 1993 ed è stata poi considerata una malattia mentale fino al 1999. Ad oggi è severamente punito, per le persone dello stesso sesso, scambiarsi effusioni in pubblico. Il primo Gay Pride in Russia si è svolto nel 2006 e si è concluso con numerosi arresti. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha già sanzionato il Paese per violazione dei diritti umani.