Madonna se ne frega degli haters, ma i suoi 65 anni si vedono tutti al The Celebration Tour

Con circa due ore di ritardo (con buona pace di Atm, l’azienda di trasporti milanesi che fino a poco prima dell’evento non voleva prolungare il servizio delle metro), ma alla fine è arrivata. Madonna è comparsa sul palco del Mediolanum Forum di Assago – primo appuntamento giovedì 23 novembre, si replica sabato 25 – quasi alle 22.30 (secondo il biglietto l’inizio del concerto era previsto alle 20.30) con un’apertura mozzafiato per lo zoccolo duro dei fan: Nothing really matters, singolo non di punta di quel gioiello che è l’album Ray of light. Ad applaudire la tappa meneghina del The Celebration Tour, in cui la popstar festeggia i suoi 40 anni di carriera, oltre 11 mila spettatori (compresi, tra gli altri, Giorgio Armani, Elodie, Gigi Buffon e Rocco, il figlio che la cantante ha avuto con il regista Guy Ritchie) investiti da una carrellata di hit, coreografie, costumi e chi più ne ha più ne metta. A 65 anni suonati, quanto è riuscita Madame Ciccone a tenere botta al tempo che passa?

Qua e là il dubbio che la voce fosse pre registrata c’è stato

Diversamente dagli show a cui ci ha abituato negli anni, i brani sono stati riproposti nelle loro versioni originali. E l’impressione è che, rispetto al passato, ci sia stato qualche aiutino in più: qua e là il dubbio che la voce fosse pre registrata c’è stato. Ma questo poco ha importato agli scatenatissimi sostenitori della diva di origine italiana che hanno urlato e ballato per tutto il tempo. Un pubblico variegato, forse più di quello che effettivamente compra i suoi dischi. D’altronde il mercato è cambiato. Il modo di fruire la musica anche. Ma Madonna in città è sempre un evento. Che ha richiamato i fan della prima ora, anche quelli che sono un po’ più attempati dell’artista. Poi c’era la generazione che di lei si è innamorata grazie agli exploit di fine degli Anni 90 e primi Anni 2000 (Frozen, Ray of Light, Music, Hung…). Infine i giovanissimi che, probabilmente, la conoscono in quanto icona e per le canzoni che passano in discoteca, ma che fino alla sera del 23 novembre potrebbero non avere mai sentito brani come Bedtime story, Bad Girl, Rain o quella perla di Mother and Father.

Molti, a prescindere dall’età, hanno provato a omaggiare la regina del pop anche nel look. Tra chi si è comprato le terribili magliettine vendute ai banchetti fuori dal Forum, o quelle, decisamente più decenti, del merchandising ufficiale, chi si è truccato, chi si è vestito replicando gli outfit iconici di Madonna. Insomma, c’era di tutto e di più. Certo, alcuni avrebbero rischiato il linciaggio di Carla Gozzi ed Enzo Miccio. Ma, per quello che la cantante di Like a virgin ha rappresentato e vuole rappresentare, va tutto bene. «Express yourself, don’t repress yourself (Esprimiti, non reprimere te stesso)», cantava come un mantra lei in Human Nature, canzone del 1994 che porta sul palco anche nel The Celebration Tour. Mantra che è un po’ la sua ragione, se non di vita, di carriera.

Le critiche sull’età? Lei le ha sempre bollate come «ageism»

Al netto del fatto che possa piacere o meno, va riconosciuto che – vuoi per provocazione, vuoi per scelte artistiche, vuoi per filosofia di vita – Madonna se ne è sempre infischiata degli haters nelle scelte che ha fatto. Si è sempre espressa, appunto, come riteneva meglio farlo. A volte anche con risultati, forse, non all’altezza. Oggi molti le contestano, per esempio, il fatto che a 65 anni voglia ancora competere con le ragazzine del pop. A livello di look, di attitudine e di stile musicale. Lei ha sempre bollato queste critiche come «ageism», discriminazione in base all’età. E in effetti è così. Per l’immaginario generale può risultare fuori luogo, per esempio, una donna adulta che in un videoclip lecca i piedi a un giovane rapper (come ha fatto lei con Maluma nella clip del brano Medellin). Ma stiamo parlando di una che a inizio Anni 90 ha fatto uscire un libro con foto esplicite intitolato Sex e che col backstage ci ha fatto il video promozionale del brano di punta dell’album che aveva in uscita (Erotica) andando incontro alla censura e a tutti i fastidi promozionali che potevano esserci in un’epoca in cui lo streaming e YouTube non esistevano.

I singoli che lancia non sono all’altezza del suo passato

Il tema vero è che Medellin non è Erotica. E che da anni la maggior parte dei singoli che lancia a livello mainstream non sono all’altezza del suo passato e non sono rappresentativi dei dischi che sa ancora fare (ascoltate per intero il sottovalutato Madame X per ritrovare, qui e là, la voglia di sperimentazione che l’ha contraddistinta per tanti anni). Come non è da sottovalutare che gli anni ci sono e si vedono. L’artista, come è normale che sia, anche a causa di qualche problema fisico, non balla più come negli show del passato in cui la differenza tra lei (che nel frattempo cantava) e i ballerini che la circondavano era impercettibile. Oggi l’unica cosa che ti fa dire chapeau alla Madonna danzante è la consapevolezza della sua età. Come anche la scelta di alcuni outfit può risultare stonata, uno su tutti la tutina e gli occhiali da sole con cui ha chiuso lo spettacolo.

Nel futuro meglio pensare a uno show più intimo

Per qualcuno questo potrebbe essere l’ultimo show mastodontico di Madonna prima della virata verso qualcosa più sostenibile a livello fisico e di immagine. Una virata che, comunque, per molti fan e critici è necessaria. E che la cantante è in grado di fare senza scadere nel banale. Nel 2016 per esempio ha portato in scena in due date esclusivissime Tears of a clown, uno show intimo che lei ha descritto come una fusione di musica, arte e commedia. Vestita da pagliaccio, si è esibita sulle note di una setlist fatta di canzoni che non sempre sono state servite alle radio. Tutte rilette in chiave acustica senza cambi di costume o complicati passi di danza. E l’effetto è comunque stato il classico: «Bitch, she’s Madonna», per citare una sua hit dell’ultimo decennio.