Amici di Maria De Filippi, analisi di un format sempre uguale a se stesso e garanzia di successo

Nulla cambi, perché tutto resti uguale. Sembra che i tempi del Gattopardo, almeno in televisione, siano passati. Perché se Tomasi di Lampedusa elevava a statuto di classico il concetto del gattopardismo, appunto un cambiamento apparente ed esteriore atto a lasciare che tutto rimanga immutato, Maria De Filippi, che della televisione contemporanea e volendo anche di quella del passato prossimo è regina incontrastata, ha stabilito che lasciare tutto com’è è il miglior modo per continuare a raccogliere risultati a dir poco incredibili, anche perché nel mentre tutto intorno a lei sembra sia arrivata l’apocalisse. Basta guardare a quel che succede nel programma Amici, talent in onda su Canale 5 ormai da tempo immemore: quella che sta scaldando i motori in queste settimane è l’edizione numero 23, se si contano anche le varie sfumature come Saranno famosi, Amici di Maria De Filippi e affini, una specie di standard che, a differenza di quanto succede nel jazz, non prevede né improvvisazioni né variazioni, ma la pedissequa riproposizione del sempre uguale a se stessa.

Molti concorrenti di Amici destinati al dimenticatoio

Cambiano giusto i nomi dei concorrenti, che spesso essendo solo nomi si ripropongono pure, ma come se Maria De Filippi fosse il colonnello Lobanovskij, mitico allenatore della nazionale sovietica quando ancora esisteva l’Urss, ideatore del calcio totale un attimo prima che questo divenisse pop per piede di Johan Cruijff e i suoi colleghi olandesi: i vari ruoli restano sempre gli stessi, portati a casa eseguendo ordini precisi, senza uscire dai binari e, ahiloro, con un destino segnato e molto spesso infelice, il dimenticatoio lì dietro l’angolo per la stragrande maggioranza dei concorrenti.

C’è quindi la ragazza che canta, caruccia di viso, voce limpida e potente, che però è totalmente o quasi priva di empatia. C’è il ragazzo ribelle, che fa perdere la testa alle colleghe concorrenti e a buona parte del pubblico femminile da casa. C’è qualcuno che ha già un piccolo fan club, perché magari ha già mosso i primi passi dentro un altro talent – X Factor – senza incontrare fortuna, o perché è passato da Sanremo Giovani o dal mercato, sempre e comunque in necessità di passare da Maria per avere su di sé qualche istante di celebrità. C’è, spesso ma non sempre, un vincitore predestinato, che non necessariamente poi sarà quello a avere maggior successo fuori di lì: ricordiamo che Amici non è solo un programma rivolto al canto, ma anche al ballo – chi scrive nulla sa di ballo e nulla vuole sapere – anche perché il successo, ultimamente, a chi passa da Amici arriva un po’ dopo esserci passato, e se così non è risulta solo perché il cammino verso quelle vette era già stato intrapreso da tempo.

Elodie e Annalisa, il successo dopo essersi lasciate il talent alle spalle

Penso, a tal proposito, a quel che è accaduto a Irama, arrivato da Maria dopo essersi abbondantemente messo in evidenza, a Sanremo come nel mercato, o a Gaia, anche lei già vista: suo un secondo posto a X Factor, l’apertura di un tour per Giorgia, alcuni  brani che erano anche passati per radio. Ma penso soprattutto alle due regine incontrastate del mercato pop femminile del momento. No, non sto parlando di Emma e Alessandra Amoroso, che sembrano ancora molto, se non troppo attaccate al cordone ombelicale che le lega a Maria De Filippi, l’una ora a girare per piccoli club con la scusa del “stiamo vicini vicini”, l’altra ferma al palo dopo la nota vicenda del video sfottò su TikTok. Parlo di Elodie e Annalisa, due non vincitrici di Amici – nelle loro edizioni hanno vinto rispettivamente tale Lele e Virginio, oggi autore di Laura Pausini -, artiste che hanno sì ottenuto il successo mainstream, ma lo hanno ottenuto dopo essersi lasciate Amici alle spalle, definitivamente, un po’ come del resto è successo a Marco Mengoni o ai Maneskin rispetto a X Factor.

Amici di Maria De Filippi, analisi di un format sempre uguale a se stesso e garanzia di successo
Annalisa (Getty).

Angelina Mango, oggi una delle più amate sulla scena pop

Per certi versi, sempre attenti a non brindare prima della mezzanotte, penso anche ad Angelina Mango, anche lei approdata a Amici quando già era sul mercato, ma grazie a Amici, lei sì, esplosa con Ci pensiamo domani, oggi come oggi una delle artiste più amate sulla scena pop, anche lei non vincitrice dell’ultima edizione (stesso copione di Sangiovanni, a sua volta già attenzionato, esploso subito essere uscito di lì e oggi un po’ appannato).

La categoria ormai fissa dei “figli di”

Angelina Mango, che è un vero talento, è per altro appartenente a un’altra categoria ormai fissa nel copione, quella dei figli di: lei del mai abbastanza compianto e celebrato Pino Mango, oltre che della strepitosa voce post Antonella Ruggero dei Matia Bazar, Laura Valente. L’anno prima c’era Lda, a sua volta talentuoso figlio di Gigi D’Alessio, quest’anno tale Holden, figlio di Paolo Carta, meglio noto come Mr Pausini, in quanto compagno di Laura.

Spariti Antonino, Sergio Sylvestre, Deborah Iurato, Moreno…

Perché Amici è una piece teatrale che va in replica con un copione fisso, e quando una piece funziona (Amici è un programma televisivo, non una agenzia di scouting) cambiarla in corsa sarebbe come rinunciare a un successo assicurato, forse addirittura darsi direttamente la zappa sui piedi. Quindi via di gare, amori, amicizie, pianti e critiche durissime ricevute sul campo, la voce neutra di Maria a riportare il tutto nell’alveo del nazional popolare, la carriera musicale è qualcosa di serio che si costruisce con sudore e fatica, ma alla fine arriva il successo. Poco importa allora se, su qualche centinaio di concorrenti passati da quelle parti, molti dei vincitori compresi, poco o nulla è rimasto a livello di percezione del pubblico: si pensi a nomi che sembravano destinati a fare sfaceli – che so? – Antonino, Sergio Sylvestre, Deborah Iurato, Moreno, ma anche gli stessi The Kolors, campioni di ascolti questa estate, ma per aver azzeccato una canzone come Italo Disco quando ormai la loro vittoria a Amici era stata quasi dimenticata e la loro carriera sembrava sulla via del declino.

Marco Carta, Valerio Scanu e Denis Fantina bruciati

Si pensi a Andrea Urso, Gerardo Pulli, Marco Carta, riemerso recentemente solo per faccende inerenti alla cronaca, Valerio Scanu, passato dal fare Anna Oxa a Tale e quale show a essere sparito dagli orizzonti, eccenzion fatta per i giornali di cronaca rosa, questo dopo aver contribuito a diventare memabile l’inciso «a far l’amore in tutti i luoghi, in tutti i laghi», in verità del talentuoso cantautore PierDavide Carone. Via via si arriva fino a Denis Fantina o Giulia Ottonello, per non dire di chi non ha vinto. Troppi nomi bruciati come meduse lasciate su un sasso sotto il solleone.

Rimane la compagnia di giro dei coach

Quello che rimane, per citare un romanzo di Paula Fox, è la compagnia di giro dei coach, e chi avrebbe anche sognato che un giorno su quelle poltrone si sarebbero seduti artisti come Elisa o J-Ax, per dire. Oggi invece abbiamo Lorella Cuccarini a vedersela con i miracolati Rudy Zerbi e Anna Pettinelli. È rimasta anche la compagnia dei giornalisti con paletta in mano, rinominati in Rete «gli amici a quattro zampe», a ragione, tutti a beneficiare della luce dei riflettori, oltre che del bacio benevolo di Maria, nostra Signora della televisione. Nulla cambi perché tutto resti uguale, tanto gli ascolti ci saranno e l’anno prossimo ci troveremo qui a dire le stesse cose sulla 24esima edizione.