I benefit di Neymar in Arabia Saudita: potrà vivere con la compagna anche se non sono sposati


Neymar è stato convinto dall'Al Hilal ad accettare il trasferimento offrendogli uno stipendio mostruoso per due anni. Ma per il brasiliano ci sono pure una serie di benefit altrettanto top: un aereo privato, ma anche la possibilità di convivere con Bruna Biancardi. In Arabia Saudita sarebbe proibito non essendo sposati, ma come per Ronaldo si chiuderà un occhio.
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Ragazza 12enne operata d’urgenza mentre è in vacanza in Sicilia, la madre: “Qui medici eccellenti e umili”


Una 12enne della provincia di Monza e della Brianza in vacanza in Sicilia con la famiglia è stata operata d'urgenza al cuore. Ad accorgersi della gravità della situazione è stato il pediatra del villaggio turistico. "Tanti medici del nord dovrebbero venire in Sicilia a fare un bagno di umiltà", ha commentato la madre della ragazzina.
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Giorgia Meloni lascia la Puglia e va in Albania ospite del premier Edi Rama

Nell’estate in cui i turisti italiani stanno prendendo d’assalto l’Albania, non senza l’ironia del premier Edi Rama che ha paragonato gli sbarchi dei nostri connazionali sulle coste del suo Paese a quello della Vlora, Giorgia Meloni non è stata da meno. La presidente del Consiglio, che ha scelto la Puglia come meta delle sue vacanze estive, ha infatti lasciato le campagne di Ceglie Messapica alla volta dello stato balcanico, dove sarà ospite del suo omologo per una breve visita non ufficiale.

Giorgia Meloni in Albania dopo l’invito di Edi Rama

La premier è partita da Brindisi per Valona nella mattinata di lunedì 14 agosto a bordo del traghetto Prince di proprietà di una compagnia albanese. Con lei un ristretto gruppo di amici e collaboratori, il compagno Andrea Giambruno e la figlia Ginevra. Il soggiorno, che dovrebbe durare poche ore (secondo il Corriere della Sera Meloni dovrebbe tornare in Puglia già per Ferragosto), era stato anticipato dallo stesso Edi Rama che, in un’intervista al Foglio, aveva dichiarato: «Ho invitato Giorgia e la sua famiglia a trascorrere qualche giorno qui da noi, in relax. Lei mi ha detto che avrebbe fatto di tutto per passare a salutarmi, visto che soggiornerà in Puglia». Ed ecco che la premier ha fatto i bagagli ed è salpata in direzione delle coste albanesi per essere ospitata a Dhermi, la casa al mare dei primi ministri.

Gli apprezzamenti del premier albanese per la leader di Fdi

Non è ignota l’amicizia che lega Meloni e Rama che, intercettato da diversi quotidiani italiani per commentare il boom di cittadini del Belpaese che hanno scelto l’Albania per trascorrere l’estate, aveva avuto modo di esprimere il suo apprezzamento nei confronti dell’omologa, pur essendo di orientamento politico opposto al suo (è infatti leader del Partito socialista). A Libero, per esempio, aveva dichiarato: «Nella scena internazionale Giorgia ha sorpreso tutti e alla grande direi, perché si aspettavano un mostro fascista che avrebbe marciato sull’Europa e si sono trovati davanti una donna con una abilità mostruosa nel comunicare da grande europeista senza sbagliarne una. E alla Stampa: «Stravedo per Meloni, ha carisma e dice tutte le cose giuste. Io sono alto 198 cm, ma quando lei prende la parola sembra più alta di me».

 

Lecce, caos al ventennale dei Negramaro. Sangiorgi: «Non è colpa nostra»

«Negramaro, per sempre con voi». Si conclude così il video di Giuliano Sangiorgi, frontman della band salentina. Nella serata di sabato 12 agosto si è tenuto il concerto per celebrare il ventennale del gruppo, sul palco Elisa, Ariete, Aiello e Sangiovanni tra gli altri. Tra il pubblico, molti dei paganti non sono riusciti a essere tra i presenti. Nel mezzo il racconto di un sogno, quello con cui avevano immaginato il concerto nell’aeroporto di Galatina nella provincia di Lecce. In un hub del tutto innovativo, mai testato prima. Di cui oggi certamente si conosce l’inefficienza. A causa della portata delle strade, inadatte a eventi di grandi dimensioni. E di parcheggi insufficienti. Sangiorgi nel video ha commentato: «Sono profondamente triste per quello che è successo a molti di voi, ma fiducioso che possiate comprendere tutto il nostro amore».

 

Selvaggia Lucarelli: «Il più grande disastro organizzativo dell’estate»

File di chilometri per arrivare a destinazione: c’è chi è giunto nella location individuata con il concerto già iniziato da parecchio e c’è chi invece, nonostante il biglietto acquistato da mesi, ha preferito tornare a casa davanti agli ingorghi. Proteste in Rete. Malumori diffusi sui social anche per i parcheggi dislocati in aree di campagna prive di illuminazione distanti oltre un chilometro dall’aeroporto. Selvaggia Lucarelli ha commentato: «Il concerto dei Negramaro è stato a quanto pare il più grande disastro organizzativo dell’estate». Nel video Sangiorgi ha provato a chiedere scusa per quanto accaduto sabato 12 agosto: «Purtroppo abbiamo saputo dei problemi. Io in prima persona sono stato coinvolto: mia madre e i parenti per i quali avevo preso un pulmino sono arrivati quasi a metà concerto». E ancora, il frontman della band  ha raccontato: «Abbiamo pensato giorno e notte a costruire un sogno che fosse degno della vostra grandezza: di tutto quello che ci avete dato in questi anni». Il cantante, rivolgendosi ai fan, non ha nascosto la sua amarezza. Poi Sangiorgi ha concluso: «Ho sofferto e sto soffrendo con voi, per il fatto che avete messo l’anima per raggiungere il nostro concerto. Per molti non è stato possibile e spero che si possa trovare una soluzione. Ma spero anche che non si vanifichi quello che i Negramaro hanno voluto fortemente: portare quello che avremmo potuto fare in posti più consoni, abituati ai grandi eventi, a Lecce nel Salento».

Corre nudo per strada, i carabinieri lo fermano con il taser: 35enne muore in ambulanza

Un uomo di 35 anni, Simone Di Gregorio, è morto in circostanze ancora da chiarire dopo essere stato bloccato dai carabinieri con l’uso del taser. È successo a San Giovanni Teatino (provincia di Chieti): per accertare le cause del decesso sarà necessario l’esame autoptico. Al momento l’ipotesi di reato che consente di procedere è l’omicidio colposo a carico di ignoti.

Corre nudo per strada, i carabinieri lo fermano con il taser: morto un 35enne. È successo a San Giovanni Teatino, provincia di Chieti.
Taser in dotazione ai Carabinieri (Imagoeconomica).

Secondo quanto ricostruito Di Gregorio si è tolto i vestiti mentre si trovava in corso Vittorio Emanuele II, in pieno centro storico a San Giovanni Teatino. In evidente stato di agitazione, senza vestiti e con diverse ferite provocate – pare – da gesti di autolesionismo, l’uomo da lì si è diretto lungo i binari della ferrovia. A quel punto i passanti, preoccupati per la sua incolumità, hanno chiamato i carabinieri che, per bloccarlo, hanno utilizzato il taser. La pistola a impulsi elettrici non si è però rivelata efficace. Il 35enne non si è infatti fermato ed ha colpito a testate un’automobile. È stato quindi immobilizzato e caricato su un’autoambulanza, quando poco dopo è arrivato un equipaggio del 118: i sanitari per tranquillizzarlo gli hanno somministrato un farmaco calmante. Di Gregorio è poi morto durante il trasporto in ospedale.

La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo d’inchiesta

Di Gregorio, originario di Pescara, aveva problemi psichiatrici e veniva seguito per la sua patologia da una struttura specializzata. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo d’inchiesta, ipotizzandol’omicidio colposo a carico di ignoti. A coordinare le indagini la pm Marika Ponziani, che dovrà stabilire se la morte sia stata causata dalla scarica elettrica, dalla somministrazione del farmaco calmante oppure da altre ragioni, come l’assunzione di sostanze da parte del 35enne.

Suicidi nelle carceri, Nordio cita Göring: «È successo anche a Norimberga»

Sta facendo discutere l’affermazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio che, riferendosi ai due suicidi verificatisi nel carcere di Torino, ha azzardato un paragone con la morte di due gerarchi del regime nazista suicidatisi durante il processo di Norimberga.

Le dichiarazioni dopo la visita al carcere torinese

La dichiarazione è giunta dopo che il guardasigilli ha fatto visita alla struttura penitenziaria torinese, dove in poche ore due donne si sono tolte la vita. Una, Azzura Campari, aveva 28 anni e si è impiccata. L’altra, Susan John, aveva 43 anni e ha rifiutato cibo e acqua per settimane fino al sopraggiungere del decesso. Inizialmente si era parlato di sciopero della fame ma, «a quanto ho saputo, non si trattava di alcuna forma di opposizione al governo o alla politica come accaduto in altre circostanze che magari ben sapete (ndr riferimento implicito ad Alfredo Cospito)». Secondo quanto ricostruito, la donna era stata condannata per il suo coinvolgimento in un giro di sfruttamento della prostituzione e avrebbe iniziato a rifiutare cibo e acqua per chiedere di poter rivedere suo figlio di tre anni. Ma l’incontro non è avvenuto in tempo.

Il paragone di Nordio con il processo di Norimberga

Escluso l’intento politico nel gesto della detenuta, Nordio ha affermato che la responsabilità per le due morti non va attribuita alle persone incaricate di sorvegliare le donne in carcere: «Erano tutte sotto strettissima sorveglianza. Purtroppo in questi casi non c’è sorveglianza che tenga». Quindi il discutibile paragone con Robert Ley e Hermann Göring, fedelissimi di Hitler suicidatisi durante il processo di Norimberga, il procedimento ai nazisti coinvolti nella Seconda guerra mondiale e nella Shoah. In particolare, il primo si tolse la vita prima di essere giudicato, il secondo dopo essere stato condannato a morte (alla vigilia della sua esecuzione). Queste le parole di Nordio: «Persino al processo di Norimberga due imputati eccellenti, Ley e Göring, si sono suicidati, uno impiccandosi, l’altro con una pillola di cianuro, nonostante avessero lo spioncino aperto 24 ore su 24».

Tanto è bastato per accendere una polemica sui social e non solo, con decine di utenti che si sono scagliati contro il guardasigilli. Tra loro anche l’attore e comico Luca Bizzarri, che ha commentato: «”Fai così: dì che le carceri italiane sono una merda e mi raccomando non stare a fare paragoni del cazzo coi nazisti che si sono suicidati”. Non glielo ha detto nessuno».

 

Zuckerberg contro Musk, più che un ring è una baracconata (a cui crede solo la politica italiana)

La tanto strombazzata sfida in Italia tra Elon Musk e Mark Zuckerberg potrebbe finire ancor prima che i due salgano sul ring. Il ceo di Meta ha infatti allontanato l’ipotesi che si concretizzi davvero il chiacchierato incontro di arti marziali miste, accusando il patron di Twitter (X) su Threads:«Penso che siano tutti d’accordo sul fatto che Elon non sia serio», ha scritto il fondatore di Facebook. «È ora di andare avanti». Ha poi annunciato di aver proposto una data, contattando persino la presidente dell’Ufc Dana White, salvo ottenere solo scuse. Musk infatti ha millantato problemi fisici che, stando alle parole di Zuckerberg, servirebbero solo a prendere tempo. «Voglio concentrarmi su chi prende sul serio lo sport». Quindi è arrivata la replica: «Zuck è un pollo». I due insomma se le danno ma solo sui social, facendo assumere all’incontro contorni sempre più patetici: in Italia invece la politica sembra essere l’unica ad aver preso sul serio la cosa (e questo forse dovrebbe far sorgere delle domande sulla serietà della nostra politica, ma meglio sorvolare). Mentre si discute del nulla, sono arrivate infatti la candidature di Benevento e Bari Sardo per ospitare l’evento.

Musk-Zuckerberg, il botta e risposta social

Nel post su Threads, poi condiviso anche in una storia Instagram, Mark Zuckerberg ha spiegato di essersi impegnato seriamente per organizzare la sfida sul ring. «Dana White si è proposta di dare vita a una vera competizione, per beneficenza», ha scritto il Ceo di Meta. «Elon però non conferma e ora chiede anche di fare un “round di pratica” nel mio cortile». Dimostrandosi stizzito per la scarsa serietà del “collega”, ha poi passato la palla allo stesso Musk dicendo che «se volesse valutare sul serio l’evento ufficiale, sa come e dove contattarmi. Altrimenti è ora di passare oltre». Come suo solito, Musk non è rimasto in silenzio, passando al contrattacco su Twitter e dando del «pollo» al suo avversario.

Botta e risposta social fra Mark Zuckerberg e Elon Musk. Mentre i due bisticciano, la politica italiana fa a gara per ospitare l'evento.
Il botta e risposta sui social dei due magnati (Instagram e Twitter).

Non contento, il patron di Tesla e SpaceX ha anche condiviso parte di quella che sembra essere la loro chat. «Non voglio aumentare l’hype su qualcosa che non accadrà mai», si legge nel messaggio di Zuckerberg. «Decidi cosa vuoi fare o lasciamo perdere». In risposta, Musk ha invece portato l’attenzione sulla differenza di altezza fra i due, dato che supera il suo avversario di circa 15 centimetri (1 metro e 86 Elon, 1,71 Mark). «Magari sei un Bruce Lee dell’epoca moderna e troverai il modo di vincere, ma non credo».

Le candidature italiane di Benevento e Bari Sardo

Difficile dire se i due re dei social saliranno mai su un ring di Mma, ma la politica italiana sembra fare a gara per trovare una location adeguata. Dopo l’interesse del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, è intervenuto anche Clemente Mastella, sindaco di Benevento, proponendo il Teatro romano. «Può a buon diritto candidarsi per ospitare la super sfida, un evento di richiamo mondiale», ha detto il primo cittadino. «Il teatro potrebbe ospitare un altro duello che, a differenza dei tempi di Pirro e Manfredi, non porterebbe nessun lutto, ma solo un formidabile portato di notorietà e celebrità». Mastella si è detto convinto che Musk e Zuckerberg, una volta giunti a Benevento, non potrebbero esimersi dal mettere un «bel like» all’antica struttura. In parallelo è giunta anche la proposta di Bari Sardo, in provincia di Nuoro. In una lettera ai due miliardari, il sindaco Ivan Mameli ha offerto loro la Torre spagnola, parlando di un «luogo magico sicuramente all’altezza del vostro glorioso e imminente duello». E se dovesse saltare? «Ci proponiamo comunque come sede di pace».

Croazia, perse le tracce di dieci giocatori di pallamano del Burundi

Dieci giovani originari del Burundi arrivati a Fiume per partecipare al Campionato mondiale giovanile di pallamano maschile (disputato in quattro città della Croazia dal 2 al 13 agosto), hanno fatto perdere le loro tracce:  la polizia croata li sta cercando da alcuni giorni.

Croazia, perse le tracce di dieci giocatori di pallamano del Burundi: erano a Fiume per partecipare ai Mondiali giovanili.
La Nazionale juniores di pallamano del Burundi.

La fuga il giorno prima della sfida al Barhein

I giovani atleti, tutti nati nel 2006, hanno lasciato il centro studentesco di Fiume il 9 agosto, dopo avervi soggiornato durante la competizione. Il giorno successivo il Burundi avrebbe dovuto affrontare il Barhein. La Federazione croata di pallamano non ha potuto fare altro che prendere nota, «con rammarico», della sparizione dei giocatori. Di qui la decisione di squalificare la squadra e concedere allo sfidante Bahrein la vittoria a tavolino.

Il precedente delle atlete del Congo nel 2014 

Una possibile spiegazione è che i dieci giovani atleti africani siano fuggiti per chiedere asilo in Europa. C’è un precedente, sempre relativo alla Croazia e alla pallamano: nel 2014, tre atlete della Repubblica Democratica del Congo avevano fatto perdere le loro tracce dopo essere arrivate nel Paese per partecipare ai Mondiali juniores.

Sinead O’Connor progettava un biopic con Demi Moore

Sinead O’Connor, scomparsa il 26 luglio all’età di 56 anni, prima di morire stava progettando un biopic sulla sua vita. Lo rivela il Sun, secondo cui la sceneggiatura avrebbe adattato la sua autobiografia Rememberings uscita nel 2021. «Desiderava esplorare la possibilità di trasformare il suo libro di memorie in un film», ha detto una fonte anonima al quotidiano britannico. «Aveva una serie di idee su come agire». La narrazione avrebbe raccontato tre fasi differenti nella carriera della cantautrice irlandese che avrebbe avuto il volto di altrettante attrici differenti. Come ha riportato anche il Daily Mail, O’Connor aveva già individuato persino le candidate ideali per la parte in Demi Moore, Niamh Algar e Saoirse Ronan, quest’ultima quattro volte nominata ai premi Oscar. Non è chiaro se il biopic possa mai vedere la luce data la morte dell’artista.

Nel cast del film anche Saoirse Ronan e Niamh Algar per rappresentare tre fasi della sua vita. Sinead O'Connor preparava anche un album.
Sinead O’Connor durante un suo concerto nel 2013 (Getty Images).

LEGGI ANCHE: Sinead O’Connor, in migliaia ai funerali in Irlanda per l’ultimo saluto

Sinead O’Connor pensava anche a un nuovo album e un tour

Secondo le anticipazioni del Sun, Sinead O’Connor aveva scelto Moore per via del «profondo rispetto» che nutriva per lei in quanto attrice e persona. Era inoltre molto contenta di Algar, considerandola un «astro nascente» del cinema soprattutto grazie alla sua performance nella serie The Virtues. «Aveva anche amato Ronan nel film Brooklin del 2015, in cui aveva interpretato una migrante irlandese», ha proseguito la fonte del Sun. Stando alle poche anticipazioni disponibili, il film si sarebbe dovuto articolare in tre fasi distinte che però si sarebbero alternate nel corso della narrazione. «Le tre attrici avrebbero creato una versione satirica di Padre, Figlio e Spirito Santo», hanno riportato i media britannici. «Era chiaro che Sinead avesse riflettuto a lungo su come dare vita al film biografico della sua vita».

Nel cast del film anche Saoirse Ronan e Niamh Algar per rappresentare tre fasi della sua vita. Sinead O'Connor preparava anche un album.
Demi Moore alla sfilata di Versace a marzo 2023 (Getty Images).

Accanto al primo biopic, Sinead O’Connor stava anche progettando di tornare sulla scena musicale. Il Daily Mail ha infatti scoperto che erano in programma un nuovo album e un relativo tour, che avrebbe toccato le grandi città del Regno Unito e forse anche alcune location europee. L’ultima pubblicazione dell’artista di Dublino risale al 2014 con il disco I’m not Bossy, I’m the Boss, decimo progetto in studio. Il suo maggior successo è però legato al singolo Nothing Compares 2 U, incluso nell’album I Do Not Want What I Haven’t Got del 1990. Composto da Prince cinque anni prima, ha raggiunto la vetta delle classifiche mondiali e venne eletto da Billboard come miglior brano dell’anno. Dopo la morte dell’artista, è entrato per la prima volta in assoluto in classifica su Spotify, dove vanta circa 1,2 milioni di ascolti.

Meloni rivendica la tassa sugli extraprofitti: «Iniziativa che ho voluto io»

La premier Giorgia Meloni torna a parlare della tassa sugli extraprofitti, lo fa attraverso un’intervista uguale pubblicata su Corriere della sera, La Stampa e la Repubblica. Meloni rivendica l’operato del governo sulla tassazione dedicata agli istituti di credito: «Iniziativa che ho voluto io perché ritengo che si debba mandare un messaggio rispetto all’idea di uno Stato giusto, che fa le cose che si devono fare senza tempi punitivi». Poi aggiunge: «Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio. Con il consistente e prolungato aumento dei tassi da parte della Bce si rischia di penalizzare famiglie e imprese».

Tassi dei mutui in crescita, stallo sui risparmiatori: ecco come nasce il provvedimento

La premier poi chiarisce quali sono le ragioni che l’hanno indotta a varare questo provvedimento: «Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi che venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti è stato pienamente coinvolto essendo il ministro che scrive il provvedimento. In questo caso non ho fatto le riunioni che generalmente faccio, ma c’era un problema di tempi riguardo a una norma che abbiamo deciso di portare all’ultimo Cdm, sennò sarebbe slittata a settembre. È una iniziativa che ho assunto io. Punto».

Meloni rivendica la tassa sugli extraprofitti: «Iniziativa che ho voluto io»
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier Antonio Tajani (Getty)

Meloni: «Questione di metodo, provvedimenti più facili se non girano troppo»

Non sono passate inosservate le istanze di Antonio Tajani, fortemente irretito dal mancato aggiornamento sui provvedimenti immaginati dal governo rispetto alla tassazione delle banche. Il vicepremier aveva tuonato subito dopo l’approvazione della legge: «Mai più blitz del genere in consiglio dei ministri». La premier nel corso della sua intervista chiarisce: «Ci può essere sicuramente una questione di metodo. È più facile intervenire su una misura del genere se la notizia non gira troppo, quindi io mi assumo la responsabilità politica. Tutti i partiti sono sempre estremamente coinvolti, questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire. Ne ho parlato con Antonio».

Caro vacanze in Italia: costi fino al 248 per cento in più dell’Albania

In Italia i servizi turistici costano fino al 248 per cento in più rispetto alle località balneari dell’Albania. Lo afferma Consumerismo No Profit, che ha messo a confronto prezzi e tariffe delle principali mete balneari albanesi con quelle del nostro Paese.

I prezzi di una vacanza media in Albania

«Per dormire sette notti in una delle località di mare più note dell’Albania, dal 21 al 28 agosto in camera doppia, la spesa minima parte dai 175 euro a Valona fino ad arrivare ai 420 euro di Qeparo. Se si scelgono strutture esclusive o di lusso, il costo massimo raggiunge i 5.653 euro a Valona, e si attesta sui 2.300 euro nelle altre mete albanesi. Numeri molti diversi in Italia: nella stessa settimana un soggiorno parte da un minimo di 564 euro a Milano Marittima, 735 euro a San Vito Lo Capo e 889 euro a Villasimius, ma può arrivare, sempre se si scelgono strutture esclusive, a 17.378 euro a Viareggio e oltre 15 mila euro a Milano Marittima». Questa l’analisi di Consumerismo.

A tutela dei consumatori, l’associazione ha anche rilevato che «gli stabilimenti balneari in Italia costano in media il 162 per cento in più rispetto alle coste albanesi» e che l’Albania risulta più conveniente anche sul fronte della ristorazione, dove «un pasto completo a base di pesce costa in media tra i 20 e i 25 euro a persona, contro i 45/65 euro dell’Italia». Il presidente di Consumerismo Luigi Gabriele ha affermato: «Non è certo un caso se si registra un calo del 30 per cento delle presenze di connazionali presso le principali località balneari del nostro Paese, mentre le spiagge di Albania, Croazia e Spagna sono prese d’assalto dai turisti italiani».

Dentro le ragioni dell’anomalo strappo di Mancini con la Nazionale

Un Ferragosto così rimarrà nella storia. Nel lungo ponte dell’Assunzione la Nazionale azzurra si ritrova senza commissario tecnico e lo scopre via pec una domenica mattina. È stato così che Roberto Mancini ha deciso di chiamarsi fuori, affidando poi le sue ragioni a un post su Instagram. E chissà se convocherà una conferenza stampa per spiegare le cose un po’ meglio e con un minimo di richieste di chiarimento. Un testo scarno che si chiude con la mozione degli affetti nel passaggio in cui l’ormai ex commissario tecnico dice che si porterà sempre nel cuore la vittoria dell’Europeo 2020. Per adesso il cuore lo porta altrove, ma dove non si sa. Curioso notare che il precedente post nell’account Instagram sia l’ennesimo spot dell’ente turistico della Regione Marche, giusto per ricordarci che da due anni a questa parte il Mancio è un gettonatissimo personaggio da spot. Se la batte con Elisabetta Canalis e i dipendenti di Divani & Divani. Lo spot è una sequenza di immagini patinate che si apre con lo slogan “Let’s relax”. Come no?

Dentro le ragioni dell'anomalo strappo di Mancini con la Nazionale
Roberto Mancini col ministro Giuseppe Valditara durante un evento con degli studenti (Imagoeconomica).

Sirene saudite: la smentita al telefono con Gravina

Certo, i tempi cambiano. E corrono pure. Corrono per la Figc guidata da Gabriele Gravina, che entro sabato 19 agosto deve diramare le convocazioni per le gare di qualificazione all’Europeo di Germania 2024 contro Macedonia del Nord (9 settembre) e Ucraina (12 settembre). Ma corrono anche per lui, che precipitevolissimevolmente ha mollato l’incarico senza nemmeno aspettare di scavallare Ferragosto. Quanto ai motivi della decisione, le voci che circolano potranno avere conferma soltanto nelle settimane a venire. La storia del disappunto per la possibile cooptazione del difensore juventino Leonardo Bonucci nello staff della nazionale era assolutamente inconsistente e come tale si è sgonfiata in un amen. E quanto all’ipotesi di un’offerta per guidare la nazionale dell’Arabia Saudita, per il momento è soltanto un’indiscrezione che lo stesso Mancini ha smentito nel corso di una telefonata col presidente Gravina. La stessa telefonata in cui assicurava che non si sarebbe dimesso. Ancora una volta: il tempo dirà.

Dentro le ragioni dell'anomalo strappo di Mancini con la Nazionale
Roberto Mancini con Mario Draghi e Giorgio Chiellini ai tempi della vittoria dell’Europeo (Imagoeconomica).

Spalletti e la penale da 3,25 milioni: impensabile che la Figc paghi

Per il momento c’è solo da guardare a come la Figc risolverà un problema enorme, nel peggior Ferragosto della sua storia. Trovarsi così senza allenatore, alla vigilia di due partite determinanti per la qualificazione. E con una rosa molto ristretta di candidati alla sostituzione. E il fatto che da subito siano circolati i nomi dice che in federazione avessero comunque pensato all’emergenza. È già un ballottaggio fra Antonio Conte e Luciano Spalletti. Per Conte sarebbe un ritorno e dunque nel suo caso ci sarebbe il pregio di conoscere il ruolo e l’ambiente. Quella di Spalletti è invece l’ipotesi più suggestiva. Ha appena vinto lo scudetto in modo trionfale col Napoli, decidendo poi di prendersi un anno sabbatico. Ciò ha determinato un patto scritto col presidente e patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis: 3,25 milioni di euro di penale nel caso accettasse di allenare una squadra prima del 30 giugno 2024. De Laurentiis sarebbe disposto a fare un’eccezione per la Nazionale? Per il momento pare proprio di no, ma è altrettanto impensabile che la Figc paghi per liberare l’allenatore. Dovrà decidersi tutto in questi giorni, forse anche in queste ore. Di tempo non ce n’è. Altro che Let’s relax.

Media Francia: accordo Psg-Al Hilal, Neymar in partenza oggi

Il brasiliano Neymar dovrebbe partire lunedì 7 agosto 2023 per l’Arabia Saudita e sottoporsi il giorno seguente alle visite mediche con l’Al Hilal. Lo riportano i media francesi, secondo i quali è stato raggiunto un accordo totale tra il Paris Saint Germain e il club della Saudi Pro League, anche se mancherebbero alcuni piccoli dettagli da definire. L’importo del trasferimento, si spiega, sarà molto vicino ai 90 milioni di euro. L’attaccante brasiliano firmerebbe per due anni con il club saudita, con l’opzione per il terzo. Il suo stipendio dovrebbe essere intorno ai 100 milioni di euro l’anno.

Barbie senza rivali: il film di Greta Gerwig domina gli incassi e vola a 27,5 milioni

Barbie, la bambola in carne e ossa interpretata da Margot Robbie nel film live action di Greta Gerwig, resta in vetta agli incassi del weekend, raccogliendo oltre un milione e 200 mila euro e sfiorando nel complesso i 27 milioni e mezzo. Al secondo posto si conferma Shark 2 – L’abisso con 734 mila euro nel fine settimana, per un box office totale di 3,8 milioni. Invariato anche il terzo gradino del podio con Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1 che deve accontentarsi di 187 mila euro nel weekend (quasi 5 milioni il bottino complessivo).

La classifica dei 10 film più visti nel weekend 12-13 agosto 2023

Quarta piazza per il film di animazione Disney/Pixar, Elemental, che porta a casa poco più di 127 mila euro, toccando quota 6,3 milioni. Debutta in quinta posizione l’horror Demeter – Il risveglio di Dracula, con poco più di 110 mila euro, seguito da Indiana Jones e il quadrante del destino che guadagna altri 110 mila euro e raggiunge nel complesso i 6,1 milioni. In settima posizione Il mio vicino Totoro, grande classico di Hayao Miyazaki tornato al cinema dal 10 al 16 agosto con la rassegna Lucky Red Un mondo di sogni animati, con 105 mila euro. Risale all’ottavo posto L’ultima notte di Amore, il thriller di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino che ha messo a segno altri 5 mila euro, per un bottino complessivo di 3,4 milioni. Chiudono la top ten Ruby Gillman – La ragazza con i tentacoli (24 mila euro) e Le otto montagne (20 mila euro, per un totale di 5,9 milioni), in risalita di ben sette posizioni. Nel complesso il box office sconta un calo del 55 per cento, legato con ogni probabilità alle ferie d’agosto: 3 milioni e 81 mila euro rispetto ai 6,8 milioni del weekend precedente.

L’auto elettrica non convince: per gli italiani meglio ibrida

Solo il 37 per cento degli italiani è salito almeno una volta su un’auto elettrica, anche se il 68 per cento si ritiene abbastanza o molto informato sulle sue caratteristiche. L’auto ibrida è ritenuta, rispetto all’auto elettrica, la vettura più adeguata alle esigenze del futuro (47 per cento contro il 20 per cento).

Solo l’1 per cento degli intervistati possiede un’auto elettrica

Sono questi i principali risultati di un sondaggio condotto dall’Osservatorio mensile Findomestic in collaborazione con l’istituto Eumetra. Tra il campione che ha dichiarato di essere salito o aver viaggiato almeno una volta su un’auto elettrica, solamente il 5 per cento ritiene che il motore elettrico sia meno performante rispetto ad uno termico, il 23 per cento sostiene addirittura che sia più efficiente. Nella platea di intervistati, solamente l’1 per cento ha dichiarato di possedere un’auto elettrica. Il responsabile dell’Osservatorio Claudio Bardazzi ha commentato: «A frenare le vendite sono in massima parte problemi percepiti nell’ambito della ricarica: scarsa disponibilità di punti di ricarica veloci in zone urbane come pure in autostrade o superstrade, costo della corrente elettrica e modalità di ricarica troppo complicate. A cui si aggiunge, per il 52 per cento del campione intervistato, prezzi di acquisto troppo elevati e una percezione di autonomia della batteria troppo limitata (51 per cento)».

Iran: quattro arresti per l’attacco al santuario sciita

Quattro persone sono state arrestate per l’attacco di domenica 13 agosto al santuario sciita di Shahcheragh, a Shiraz, capoluogo della provincia sud-occidentale di Fars. Lo ha reso noto il capo del dipartimento provinciale di giustizia Kazem Mousavi.

Mousavi: «Le indagini continuano»

«Il principale assalitore terrorista, che è entrato dal cancello del santuario e ha aperto il fuoco sui pellegrini, è stato arrestato subito dopo l’attacco. Le indagini continuano», ha detto Mousavi, citato dall’Irna, aggiungendo che una persona è stata uccisa e altre otto sono rimaste ferite, di cui una versa in gravi condizioni. Un attacco simile si verificò nel santuario di Shahcheragh il 26 ottobre 2022, uccidendo 13 persone.

Parma, incendio in una casa per anziani e disabili: un morto e 11 intossicati

Un incendio è divampato intorno alle 5.30 di lunedì 14 agosto 2023 in una struttura protetta per anziani e disabili psichici di Parma. Il bilancio del rogo alla Casa di Arianna, gestita dalla cooperativa Avitas, è di un morto e 11 persone intossicate.

Quattro pazienti in gravi condizioni

A perdere la vita è stata una donna di 62 anni ospite della struttura, mentre sono rimasti intossicati gli altri dieci pazienti presenti nella casa protetta oltre a un operatore sanitario, tutti trasportati all’ospedale Maggiore di Parma. Secondo quanto riportato da Parma Today, quattro sono in gravi condizioni, altri quattro in condizioni di media gravità mentre altri tre hanno riportato ferite lievi. Sul luogo dell’incendio stanno ancora operando i mezzi del 118 e i vigili del fuoco (giunti con sei squadre da Parma, Sant’Ilario e Langhirano), che hanno iniziato i primi accertamenti per risalire alla causa. Presenti anche la Polizia scientifica e gli operatori dell’Ausl di Parma.

Le fiamme probabilmente partite da una camera al piano terra

Intanto la Polizia ha avviato le indagini per cercare di ricostruire le cause dell’incendio, che si sarebbe sviluppato al piano terra per poi invadere i piani superiori. Secondo le prime informazioni, le fiamme sarebbero partire da una camera, non è ancora chiaro se per un cortocircuito o per il malfunzionamento di qualche apparecchiatura.

Kyiv, respinti tre attacchi russi notturni su Odessa

Le forze di difesa di Kyiv hanno respinto nella notte tra domenica e lunedì tre attacchi russi su Odessa abbattendo 15 droni e 8 missili Calibre. Lo hanno riferito le stesse forze di difesa del sud su Telegram, nella chat delle comunicazioni si legge: «Tutti gli attacchi sono stati respinti dalle forze di difesa aerea».

Kyiv, respinti tre attacchi russi su Odessa
La città di Odessa colpita da alcuni frammenti di missili russi.

I residui dei missili esplosi hanno danneggiato un supermercato e un ostello, si contano tre feriti. I vigili del fuoco sono ancora al lavoro per spegnere gli incendi scoppiati nei due edifici colpiti. Inoltre numerose finestre sono andate in frantumi a causa dell’onda d’urto. Danneggiate anche alcune auto parcheggiate nelle vicinanze.

Yermak: «I russi sono terroristi pazzi»

Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak, è intervenuto attraverso il suo canale Telegram in merito agli attacchi delle forze russe sulla città portuale tra le più importanti d’Europa. Yermak ha utilizzato poche parole per raccontare i fatti: «Odessa. Colpi su obiettivi civili, un negozio. I commenti non sono necessari. I russi sono terroristi pazzi». Odessa, il più grande porto e base navale dell’Ucraina, è stata ripetutamente attaccata con missili e droni da quando Mosca a luglio si è ritirata da un accordo sostenuto dalle Nazioni Unite che consentiva di spedire in sicurezza il grano dai porti dell’Ucraina. Anche la vicina città portuale di Mykolaiv è stata presa di mira, con allarmi aerei che hanno suonato per tutta la notte.

Caro Ferragosto, per chi pranza a casa +330 milioni di spesa

Gli italiani che festeggeranno in casa il Ferragosto 2023 spenderanno per il pranzo tradizionale in media il 10,7 per cento in più rispetto al 2022. Chi invece opterà per il ristorante, dovrà mettere in conto rincari di circa il 5,3 per cento.

Si spenderà in media 22 euro in più rispetto al 2022

I dati arrivano da Assoutenti che, sulla base delle rilevazioni Istat, ha calcolato l’impatto dei rincari alimentari sul classico pranzo di Ferragosto in casa o al ristorante. Considerato un pranzo da otto persone realizzato in casa, la spesa, a parità di consumi, sale di circa 22 euro rispetto allo scorso anno. Su una platea potenziale di 15 milioni di famiglie, l’aggravio complessivo risulterebbe pari a 330 milioni di euro. Questo perché si registrano in Italia fortissimi incrementi dei prezzi in tutto il comparto alimentare, a partire dai prodotti tipici estivi.

Dall’olio ai formaggi, tutti gli aumenti

Per lo zucchero l’aumento annuo è del 47 per cento, per l’olio +30 per cento, per le patate, +27 per cento, per il riso +26 per cento, per i pomodori +25 per cento. Sono più costose anche bevande gassate (+18,8 per cento), bibite analcoliche (+16,9 per cento), birra (+12,9 per cento) e acqua minerale (+10,7 per cento). I listini della carne crescono solo del 6,2 per cento, ma per il pesce surgelato si spende in media l’11,6 per cento in più rispetto allo scorso anno, +18,6 per cento per il latte conservato, +12,5 per cento gli yogurt, +18,1 per cento i formaggi fusi. I piatti pronti aumentano del 10,1 per cento, salse e condimenti del 10,5 per cento, prodotti di pasticceria confezionati del 14,3 per cento. Non andrà meglio a chi sceglierà il ristorante per il pranzo di Ferragosto: le tariffe nel comparto della ristorazione registrano punte del +14,5 per cento a Viterbo, del +12,1 per cento a Brindisi e del +11,2 per cento a Benevento.

Paolo Bessegato: eta, biografia e carriera dell’attore

Paolo Bessegato, nato a Montebelluna (Veneto) il 30 marzo 1951, è un attore e doppiatore. Attualmente insegna Dizione poetica alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano.

Paolo Bessegato: biografia e carriera

Bessegato ha iniziato a fare teatro a 16 anni, recitando nel gruppo Interazione di Milano. Durante gli anni dell’università ha frequentato e si è diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Strehler. Dopo aver collaborato, tra gli altri, con Dario Fo, ha realizzato spettacoli con testi dei poeti Andrea Zanzotto, Antonio Porta, Giancarlo Majorino. Negli Anni 80 ha proseguito con la recitazione a teatro; memorabili sono le sue interpretazioni in Tartufo di Molière, prodotto dal Ctb Teatro Stabile di Brescia, ne La bottega del caffè di Goldoni-Fassbinder e ne La morte civile di Paolo Giacometti.

Paolo Bessegato, tra la carriera e la vita privata
Paolo Bessegato (Facebook).

Oltre al teatro, dove continua ha recitare, ha preso parte a numerosi film come A casa nostra, regia di Francesca Comencini (2006), Boris – Il film, regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo (2011), Il giorno in più, regia di Massimo Venier (2011), Mai Stati Uniti, regia di Carlo Vanzina (2013), Viva la libertà, regia di Roberto Andò (2013), The Startup, regia di Alessandro D’Alatri (2017) e Metti la nonna in freezer, regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi (2018). In televisione ha interpretato numerosi ruoli in serie, miniserie e film come La squadra, regia di Stefano Sollima (2003), R.I.S. 5 – Delitti imperfetti, regia di Fabio Tagliavia (2009), Atelier Fontana – Le sorelle della moda, regia di Riccardo Milani (2011), C’era una volta Studio Uno, regia di Riccardo Donna (2017), Rocco Schiavone 3, regia di Simone Spada (2019) e Un professore, regia di Alessandro D’Alatri (2021).

Paolo Bessegato: la vita privata

Essendo una persona abbastanza riservata, non è noto se attualmente sia fidanzato, sposato o single. Si sa però che dal 2005 al 2015 ha avuto una relazione con l’attrice Lunetta Savino.

Meloni contro Bonaccini: «Sull’alluvione cerca visibilità»

A quasi tre mesi dall’alluvione che colpì l’Emilia-Romagna continua il botta e risposta tra l’amministrazione regionale e il governo. Dopo giorni di accuse alla premier da parte di Stefano Bonaccini, numero uno della regione colpita dall’alluvione, Giorgia Meloni ha risposto per mezzo di una lunga lettera. La premier nel suo documento ha scritto: «Non ho avuto modo di leggere da parte sua alcuna parola di sostegno» all’azione del governo sull’alluvione, «anzi. Ho letto che Lei, nella Sua veste di presidente di Regione nonché di sub commissario alla ricostruzione, ha ripetutamente affermato che sul territorio non sarebbe arrivato sino ad oggi neanche un euro. Non bisogna cedere alla fretta ed alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità, alimentando polemiche inutili».

La rottura dopo la nomina del commissario Figliuolo

Sembrano molto lontani, insomma, i momenti immediatamente successivi all’alluvione con le visite di Meloni in Romagna. I primi sopralluoghi avvennero addirittura insieme alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Erano i giorni della reciproca esibizione, da parte di Bonaccini e Meloni, di un fair play istituzionale e di un concorde spirito di collaborazione, incrinato però non appena il governo decise di nominare (anche in quel caso fu denunciato un ritardo nella nomina) come commissario il generale Francesco Paolo Figliuolo, anziché il presidente della Regione, sconfessando, nei fatti il metodo seguito per la ricostruzione del terremoto in Emilia del 2012.

Meloni contro Bonaccini: «Sull'alluvione cerca visibilità»
Operatori della Protezione civile mentre aiutano i cittadini emiliano-romagnoli

Bonaccini: «La fretta è dei cittadini, misure del governo non funzionano»

«La fretta che Meloni mi imputa», ha replicato Bonaccini, «in realtà è quella dei nostri concittadini. Che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perché molto sarebbe già stato fatto. Purtroppo non è così, la premier può senz’altro chiedere direttamente a famiglie e imprese», rinnovandole l’invito a un confronto allo stesso tavolo per fare il punto sulle risorse e individuare soluzioni. Lo scontro è però anche sulle cifre: il governo, dice Meloni nella sua lunga lettera, ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi che l’esecutivo ribadisce è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i privati che hanno subito danni. Per questo motivo non sarebbe corretta – secondo Meloni – l’informazione secondo la quale non si sarebbe visto un euro.

Lo scontro sulle cifre e su come ricevere gli indennizzi

Una lettura che però, secondo Bonaccini, non corrisponde alla realtà. «A oggi», è la sua replica, «gli unici contributi arrivati ai cittadini sono quelli decisi da Regione e Protezione civile nazionale, mentre famiglie e imprese attendono gli indennizzi. I due Decreti adottati dal governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese». Questione, quest’ultima, che secondo Bonaccini rischia di abbattersi con effetti pesanti su una delle aree più produttive del Paese: «La stragrande maggioranza delle imprese non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile»

Andrea Pittorino: età, biografia e carriera dell’attore

Andrea Pittorino, nato a Roma il 5 settembre 2002, è un attore italiano. Ha recitato sia in televisione che al cinema per film e fiction di successo.

Andrea Pittorino: biografia e carriera

Pittorino ha debuttato sul piccolo schermo nel 2006, a soli quattro anni, interpretando il ruolo del piccolo Ambrogio, uno dei nipoti di Massimo Boldi nella fiction di Canale 4 Un ciclone in famiglia. Nel 2008 è poi entrato nel cast della miniserie tv Mogli a pezzi, regia di Alessandro Benvenuti e Vincenzo Terracciano. In seguito ha recitato nel film tv So che ritornerai, diretto da Eros Puglielli (2009), nelle vesti del figlio di Manuela Arcuri, nella fiction Le segretarie del sesto, dove ha interpretato Carletto, il figlio di Claudia Gerini e in Don Matteo. Dopo la partecipazione a Ballando con le Stelline, format figlio di Ballando con le Stelle, è tornato a recitare nella miniserie tv Dov’è mia figlia?, regia di Monica Vullo (2011). L’anno seguente ha anche preso parte a Il tredicesimo apostolo, regia di Alexis Sweet.

Andrea Pittorino, tra la carriera e la vita privata
Giulia Salerno, Asia Argento, Andrea Pittorino e altri attori al Festival di Cannes del 2014 (Getty Images).

Dopo la fiction Le tre rose di Eva 3, di Raffaele Mertes nel 2015, nel 2019 ha interpretato Davide Basile nella serie tv L’Aquila – Grandi speranze. Nel 2020 invece è entrato a far parte del film di Gabriele Muccino Gli anni più belli. Ha recitato sul grande schermo anche in Mai Stati Uniti, regia di Carlo Vanzina (2013), Incompresa, regia di Asia Argento (2014), Amori elementari di Sergio Basso (2014) e La vita possibile, regia di Ivano De Matteo (2016).

Andrea Pittorino: la vita privata

Essendo l’attore una persona molto riservata, non si sa se attualmente sia fidanzato o single. Anche dai suoi profili social, dove preferisce postare scatti riguardanti la sua carriera professionale, non è possibile intuire alcun dettaglio della vita privata.