La premier estone Kaja Kallas nei guai: i media chiedono le dimissioni

Editoriali apparsi oggi sui tre principali quotidiani estoni – Eesti Pevalhet, Postimees e Ohtuleht – chiedono unanimamente le dimissioni della prima ministra Kaja Kallas. La richiesta arriva sulla scia delle rivelazioni secondo cui Stark logistics, una società di trasporti di cui il marito della premier è azionista, avrebbe continuato fino a oggi a realizzare profitti con la Russia. In un primo momento, Kallas aveva negato di essere a conoscenza dei rapporti dell’azienda con la Russia.

Kallas ha negato la fondatezza delle accuse

Giovedì 24 agosto, nel corso di una conferenza stampa, Kallas ha quindi negato la fondatezza delle accuse dichiarando che Stark Logistics avrebbe interrotto la sua attività in Russia nel mese di settembre. La stampa ha tuttavia confutato le dichiarazioni della prima ministra dimostrando che l’azienda sta mettendo in atto un piano di sviluppo dei trasporti verso la Russia. Nonostante i rapporti commerciali di Stark logistics con la Russia non configurino un’infrazione delle sanzioni europee nei confronti della Russia, i quotidiani hanno contestato a Kallas un atteggiamento costantemente evasivo mischiato a palesi menzogne.

British Museum: il direttore Hartwig Fischer si è dimesso

Il direttore del British Museum Hartwig Fischer si è dimesso dopo la serie di furti di manufatti negli ultimi anni che ha evidenziato gravi carenze in termini di sicurezza. «Ho presentato le mie dimissioni e lascerò l’incarico non appena il consiglio avrà stabilito un accordo di leadership ad interim. Questo rimarrà in vigore fino alla scelta di un nuovo direttore». George Osborne, l’ex cancelliere che ora è il presidente degli amministratori del museo, ha detto che le dimissioni sono state accettate.

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«Il museo non ha risposto in modo esauriente»

«La responsabilità di questo fallimento spetta in ultima analisi al direttore», ha dichiarato, aggiungendo che «il museo non ha risposto in modo così esauriente come avrebbe dovuto». Secondo Fischer «La situazione in cui si trova il museo è della massima gravità. Credo sinceramente che supererà questo momento e ne uscirà più forte, ma purtroppo sono giunto alla conclusione che la mia presenza si sta rivelando una distrazione». Nella parte finale della nota diffusa dalla BBC ha affermato: «Negli ultimi sette anni ho avuto il privilegio di lavorare con alcuni dei dipendenti pubblici più talentuosi e dedicati. Il British Museum è un’istituzione straordinaria ed è stato l’onore della mia vita guidarlo».

Stalingrad stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 25 agosto 2023 andrà in onda il film Stalingrad sul canale Rai Movie alle ore 21.10. Si tratta di un film drammatico diretto da Fedor Bondarchuk su sceneggiatura di Ilya Tilkin e Sergei Snezhkin. Nel cast ci sono Thomas Kretschman, Pyotr Fyodorov e Sergei Bondarchuk.

Stasera su Rai Movie andrà in onda il film Stalingrado, ecco trama, cast e curiosità di questa pellicola russa.
Una scena del film (Twitter).

Stalingrad, trama e cast del film stasera 25 agosto 2023 su Rai Movie

La trama racconta ciò che accadde nel 1942 a Stalingrado, in Russia. Le truppe naziste per conquistare il territorio sovietico decidono di invadere la città, eliminando cittadini e truppe nemiche. Dopo un attacco iniziale devastante e numerose perdite subite, i soldati sovietici decidono di ritirarsi all’interno di un edificio sul fiume Volga. Lì iniziano a costruire una fortezza e cercare di organizzarsi contro gli attacchi dei nazisti. Tutti coloro che si trovano all’interno dell’edificio hanno una storia difficile alle spalle e un motivo in più per combattere contro il nemico.

Il soldato Chavnov ha assistito allo sterminio della sua famiglia, Polyakov ha visto morire la moglie e il figlio e il soldato Nikiforov ha dovuto abbandonare i suoi sogni di promettente carriera per diventare un combattente. In questo gruppo di soldati ci sono anche il ricognitore Sergey e il capitano Gromov (Pyotr Fodorov) che cercano di organizzare la difesa ed eventualmente passare al contrattacco. Al gruppo di soldati, inaspettatamente, si aggiunge anche Katya, una giovane di 17 anni che ha deciso di non abbandonare l’edificio dopo che i nazisti hanno ucciso la sua famiglia. Questo gruppo compirà delle geste eroica che verranno ricordate per sempre per il loro coraggio.

Stalingrad, 5 curiosità sul film stasera 25 agosto 2023 su Rai Movie

Stalingrad, il primo film russo in IMAX

Questa pellicola è stata la prima produzione russa in assoluto a essere completata con la tecnica IMAX 3D. Si tratta anche della prima produzione IMAX non statunitense. Comunque, non è il primo film russo a essere in 3D. Questo primato appartiene all’opera Concert di Alexander Andrievsky che debuttò addirittura nel 1941.

Stalingrad, una location speciale per il film

La location del film rievoca la casa di Pavlov dell’antica Stalingrado. Si tratta di un simbolo russo e il film ha voluto omaggiare tale luogo oltre al coraggio che ebbero i soldati che combatterono nella battaglia.

Stalingrad, un set impegnativo per le riprese

Il set utilizzato per le riprese venne costruito vicino San Pietroburgo. L’obiettivo era quello di riprodurre tutti gli aspetti della città di Stalingrado. Ci vollero ben 6 mesi per costruire questo set e vennero impiegati ben 4 milioni di dollari per completare la costruzione.

Stasera su Rai Movie andrà in onda il film Stalingrado, ecco trama, cast e curiosità di questa pellicola russa.
I protagonisti del lungometraggio (Twitter).

Stalingrad, la sceneggiatura è stata realizzata in modo dettagliato

Lo sceneggiatore Ilya Tilkin ha voluto scrivere la sceneggiatura basandosi su elementi reali. Non ha preso spunto da romanzi o libri ma si è basato sui diari di Stalingrado scritti dai soldati che parteciparono alla battaglia. Tilkin si è aiutato anche dagli archivi presenti nei musei che raccontavano i dettagli della battaglia.

Stalingrad, alcuni attori avevano già recitato in un film dallo stesso titolo

Curiosamente, alcuni attori presenti nel cast avevano già recitato in un film chiamato Stalingrad. Thomas Kretschman aveva preso parte alla produzione tedesca omonima del 1993 mentre Fedor Bondarchuk e Andrey Smolyakov avevano partecipato al film Stalingrad del 1990, una produzione sovietica.

Tutti lo sanno stasera su Rai 3: trama, cast e curiosità

Stasera 25 agosto 2023 andrà in onda il film Tutti lo sanno alle ore 21.20 sul canale Rai 3. Si tratta di un film drammatico diretto da Ashgar Farhadi, regista che ha scritto anche la sceneggiatura. Nel cast ci sono Javier Bardem, Penelope Cruz, Ricardo Darin e Imma Cuesta.

Tutti lo sanno, stasera su Rai 3, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola in onda questa sera 25 agosto.
Una scena tratta dal film (Twitter).

Tutti lo sanno, trama e cast del film stasera 25 agosto 2023 su Rai 3

La trama racconta la storia di Laura (Penelope Cruz) una donna che vive a Buenos Aires e conduce una vita infelice. Infatti, la donna è sposata con un uomo che non ama più, Alejandro (Ricardo Darin), e ha due figli. Tuttavia, Laura ha l’occasione per scappare da questa situazione, perché deve ritornare nel suo paese d’origine, la Spagna, e assistere al matrimonio della sorella Ana (Imma Cuesta) in un piccolo paesino della provincia di Madrid. Qui Laura ritroverà la sua famiglia con la quale ha un rapporto molto complicato.

Oltre a ciò, per la donna ci sarà l’opportunità di incontrare Paco (Javier Bardem), suo grande amore della giovinezza che non ha mai dimenticato. Tutto sembra procedere per il meglio ma durante i festeggiamenti del matrimonio, sparisce Irene, la figlia adolescente di Laura. Subito si comprende che si tratta di un rapimento perché a Laura viene recapitata una richiesta di riscatto. Mentre la donna coinvolgerà il poliziotto in pensione Jorge (Jose Angel Engido) nelle indagini, vecchi segreti verranno rivelati. Infatti, Laura parlerà con Paco e gli spiegherà che Irene è in realtà sua figlia. Questa rivelazione potrebbe essere la chiave per risolvere il rapimento e anche Bea (Barbara Lennie), la moglie di Paco, potrebbe essere coinvolta nel crimine per vendicarsi di torti subiti in passato.

Tutti lo sanno, 5 curiosità sul film stasera 25 agosto 2023 su Rai 3

Tutti lo sanno, le tante nomination senza nessun premio

La pellicola ha ottenuto ben 8 nomination ai Premi Goya, il principale premio cinematografico della Spagna. Nonostante il plauso della critica, in realtà il film non ha ottenuto nessuna vittoria nelle categorie nominate.

Tutti lo sanno, la presentazione al festival di Cannes

Il film è stato presentato come film d’apertura del festival di Cannes. Si tratta del secondo film in lingua spagnola ad aprire il festival di Cannes dopo La Mala Educacion di Pedro Almodovar del 2004.

Tutti lo sanno, le riprese in una piccola location spagnola

Le riprese sono state realizzate in Torrelaguna. Si tratta di una piccola cittadina che si trova in Spagna, a diversi metri a nord di Madrid.

Tutti lo sanno, la coppia di attori protagonisti legati nella vita reale

Javier Bardem e Penelope Cruz sono i due attori protagonisti di questa produzione. I due sono sposati nella vita reale e vivono insieme come marito e moglie dal 2010. Bardem e la Cruz avevano già recitato insieme nel film di Woody Allen Vicky, Cristina, Barcelona.

Tutti lo sanno, stasera su Rai 3, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola in onda questa sera 25 agosto.
Javier Bardem e Penelope Cruz nel film (Twitter).

Tutti lo sanno, il regista aveva sospeso la produzione

Il regista Farhadi aveva sospeso la produzione del film a un certo punto. Questo perché doveva ritornare nel suo paese natale, l’Iran, e dirigere il film del 2018 The Salesman. Curiosamente, dopo aver finito le riprese del progetto spagnolo con Javier Bardem e Penelope Cruz, il film non è mai stato distribuito nei cinema dell’Iran.

Il postino suona sempre due volte stasera su Iris: trama, cast e curiosità

Stasera 25 agosto 2023 andrà in onda sul canale Iris alle ore 21.00 il film Il postino suona sempre due volte. Si tratta di un lungometraggio drammatico e giallo diretto da Bob Rafelson su sceneggiatura di David Mamet. Nel cast ci sono Jack Nicholson, Jessica Lange, John Colicos e Michael Lerner.

Stasera su Iris andrà in onda il film intitolato Il Postino suona sempre due volte, ecco trama, cast e curiosità.
I due attori protagonisti (Twitter).

Il postino suona sempre due volte, trama e cast del film stasera 25 agosto 2023 su Iris

La trama racconta la storia di Frank Chamber (Jack Nicholson) un uomo che è considerato uno dei tanti perdenti americani. Infatti, dopo il crollo della borsa di Wall Street, l’uomo si guadagna da vivere attraverso piccole truffe ed espedienti vari. Frank inoltre è un vagabondo, non si stabilisce in una sola città ma cerca sempre di trovare un luogo dove poter avere fortuna e mettere a segno i suoi inganni. Un giorno, arriva a Santa Barbara, in California e si ferma nella località di Twin Oaks. Qui decide di sostare in una tavola calda con annessa stazione di rifornimento.

Fa la conoscenza di Nick Papadakis (John Colicos), un uomo di origini greche che gestisce la tavola calda e la stazione di rifornimento. Nick propone a Frank di fermarsi presso la sua stazione e di lavorare come meccanico. In realtà, Frank non è allettato da questa proposta di lavoro ma ha messo gli occhi su Cora Papadakis (Jessica Lange) moglie bellissima del gestore della stazione di rifornimento. Anche Cora è attratta da Nick perché vede in lui una seconda possibilità, visto che desidera liberarsi del marito molto più grande di lei e dai modi rozzi e brutali. I due diventeranno complici e studieranno un piano per avere una nuova chance nella loro vita.

Il postino suona sempre due volte, 5 curiosità sul film stasera 25 agosto 2023 su Iris

Il postino suona sempre due volte, la prima opera per lo sceneggiatore

David Mamet ha scritto la sceneggiatura del film. Si tratta del primo lavoro per questo autore che nel corso della sua carriera ha firmato la sceneggiatura di opere come Il verdetto, Gli intoccabili, Americani e Sesso & Potere.

Il postino suona sempre due volte, il ruolo dell’attrice scelto mesi prima

Quando iniziarono i provini per il casting per il ruolo della protagonista femminile, il regista Bob Rafelson scrisse in una busta sigillata il nome dell’attrice che lui avrebbe scelto. Diversi mesi dopo, il ruolo andò a Jessica Lange e si scoprì che il nome all’interno della busta era proprio quello dell’attrice.

Stasera su Iris andrà in onda il film intitolato Il Postino suona sempre due volte, ecco trama, cast e curiosità.
Una scena del film (Twitter).

Il postino suona sempre due volte, il soggetto non è originale

In realtà, il soggetto del film non è originale ma è tratto da un romanzo omonimo di James M. Cain. Inoltre, questa non è neanche il primo adattamento cinematografico dell’opera, visto che sono stati tratti ben 4 film da tale libro.

Il postino suona sempre due volte, il film che ha rivoluzionato la censura in Irlanda

Il film venne proposto in Irlanda senza censure nel 1981. Questo rappresentò uno storico precedente per il paese, che prima di tale evento era conosciuto per avere una censura particolarmente severa e rigida.

Il postino suona sempre due volte, la collaborazione tra Jack Nicholson e il regista 

Non è l’unica volta che Jack Nicholson e il regista Bob Rafelson collaborano insieme. I due hanno collaborato anche ai film Sogni Perduti, Cinque pezzi facili, Il re dei giardini di Marvin, La gatta e la volpe e Blood and Wine – Sangue e vino.

Alluvione Emilia-Romagna, parrucchieri in Venezuela donano parte del proprio stipendio

Una donazione per i parrucchieri romagnoli colpiti dai danni dell’alluvione è arrivata da un gruppo di colleghe venezuelane. Il filo di solidarietà stretto tra Cesena e Caracas dal 2016 ha spinto una decina di giovani acconciatrici del Venezuela a impegnarsi in una raccolta fondi, non appena venute a conoscenza del dramma del 16 maggio in Romagna. Si tratta di una piccola somma, ma che per le parrucchiere venezuelane è frutto di grande impegno: c’è chi ha scelto di privarsi di una parte dello stipendio e chi ha organizzato iniziative specifiche, come l’offerta di un caffè caldo alla fermata dell’autobus al mattino, con l’obiettivo di devolvere il ricavato ai parrucchieri di Cesena.

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Cesena e Caracas unite da sette anni

Il legame tra le due realtà è nato ormai sette anni fa quando l’associazione cesenate Orizzonti organizzò un incontro con i rappresentanti dell’associazione parrucchieri di Confartigianato alla quale prese parte anche l’associazione venezuelana Trabajo y Persona, impegnata nella formazione di giovani e donne in situazioni vulnerabili. In quell’occasione, alcuni parrucchieri romagnoli rimasero molto colpiti dalle storie delle allieve acconciatrici di Caracas e decisero di aiutarle con il progetto La bellezza fa beneficenza. Lo stipendio medio di un’acconciatrice in Venezuela è pari a 30 euro mensili e sono riuscite a devolvere circa 200 euro tramite l’associazione Trabajo y Persona.

Alejandro Marius: «Per loro un enorme sacrificio»

A raccontare la storia è stato il presidente Alejandro Marius: «L’iniziativa è stata intrapresa dall’insegnante Gloria Rattia che, insieme alle studentesse parrucchiere della città di Maracay ha organizzato diverse manifestazioni di solidarietà con lo scopo di raccogliere fondi per Cesena. L’ammontare non permette neanche in minima parte di aiutare un solo parrucchiere, ma per queste donne ha rappresentato un enorme sacrificio». Ieri, in Comune a Cesena la consegna della somma donata: «L’altruismo delle parrucchiere venezuelane, che con fatica alla fine del mese raggiungono un guadagno dignitoso, ci emoziona e ci onora», ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico Luca Ferrini. Sarà un’acconciatrice, scelta da Confartigianato cesenate tra quelle che hanno subito danni per l’alluvione, a ricevere il dono prezioso delle colleghe venezuelane.

Inps: a 33 mila famiglie il messaggio di stop al reddito di cittadinanza

Circa 33 mila famiglie stanno ricevendo la comunicazione, tramite sms o email, che li informa di aver fruito – ad agosto – della settima mensilità del reddito di cittadinanza, limite da cui scatta lo stop al beneficio. Sono nuclei senza minori, disabili o over 60. Lo fa sapere l’Inps, ricordando che i destinatari di questo messaggio, e chi lo ha già ricevuto a luglio o lo riceverà, dal primo settembre possono presentare la domanda per il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) e, se hanno i requisiti, potranno essere avviati a un percorso di professionalizzazione e inserimento lavorativo e per 12 mesi ricevere 350 euro mensili.

Controesodo del fine settimana, traffico da bollino rosso: Anas prevede 11 milioni di veicoli sulle strade

Il weekend del 26 e 27 agosto si preannuncia molto intenso per tutti gli automobilisti che nelle prossime ore si rimetteranno al volante per il controesodo di questa estate 2023. Il quarto e ultimo weekend di questo agosto sarà a quanto pare piuttosto complesso.

L’avviso dell’Anas: weekend da bollino rosso, 11 milioni di veicoli sulle strade

Secondo quanto riporta Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane) tra le giornate di sabato 26 e domenica 27 agosto ben 11 milioni di italiani si rimetteranno alla guida per fare ritorno dalle vacanze estive, con picchi di quasi mezzo milione per quanto riguarda le ore di punta. Attenzione anche per tutti i conducenti di mezzi pesanti, che dovranno rispettare il divieto di transito previsto dalle ore 8 alle ore 16 di sabato e dalle ore 7 alle ore 22 di domenica. I dati riferiti da Anas rispetto al traffico medio sulle strade italiane nel mese di agosto 2023, inoltre, segnano un aumento del 2 per cento rispetto all’anno precedente.

Le strade osservate speciali

Gli automobilisti dovrebbero aspettarsi importanti rallentamenti nel corso del fine settimana in modo particolare sulla A2 “Autostrada del Mediterraneo” in carreggiata Nord, dove si segnalano possibili criticità soprattutto a livello del nodo di Pontecagnano-Battipaglia. Massima attenzione anche per quanti riguarda la statale 16 “Adriatica” in direzione Nord dalla Puglia fino ad arrivare al Veneto, la strada statale 7 “Appia” tra la Campania e il Lazio, la strada statale 36 “Del Lago di Como e dello Spluga”, la statale 148 “Pontina” nel Lazio e infine il Grande Raccordo Anulare di Roma . Sul GRA in modo particolare Anas segnala criticità nella serata di domenica 27 agosto. Anas, in aggiunto, ha comunicato con una nota di aver effettuato negli ultimi giorni interventi per 113 incidenti e 564 soccorsi stradali. La società ha inoltre sottolineato che su alcune aree circostanti alle strade di sua competenza sono stati segnalati ben 11 incendi, tutti al Sud e concentrati in modo specifico nel Salento.

Calenda attacca il campo largo: «Per me non è mai esistito. Non posso governare con i 5 stelle»

Carlo Calenda torna a parlare del campo largo e lo fa nel suo stile tranchant. Il segretario di Azione, ospite de «Gli incontri del principe» a Viareggio ha commentato: «Il campo largo per me non è mai esistito e non esisterà mai». E poi ha aggiunto: «Non posso governare con i 5 Stelle, non ci ho mai governato in vita mia, non condivido niente di quello che dicono, ritengo che dove hanno governato hanno fatto disastri. Per me il campo largo non è mai esistito». Un commento che sembra rappresentare l’ennesima stoccata all’ex alleato Matteo Renzi, con cui ormai i rapporti sono ampiamente deteriorati. Tanto più ora che i gruppi parlamentari sono ufficialmente pronti alla separazione, nonostante siano stati eletti insieme il 25 settembre del 2022. Renzi, come noto, aveva sostenuto la nascita del secondo governo Conte. Salvo poi ritirare dall’esecutivo la delegazione di Italia viva composta dalle ministre Bonetti e Bellanova e dal sottosegretario Scalfarotto.

Calenda, il ritorno a sinistra e il malumore delle ex forziste Gelmini e Carfagna

Il messaggio di Calenda ha anche il ruolo di rasserenare i suoi compagni di viaggio rispetto a un’ipotetica alleanza. Non è passato sotto traccia il tentativo continuo di flirt del segretario di Azione con i suoi ex compagni del Partito democratico. Il lavoro sul fronte unico per la realizzazione del salario minimo ha portato Calenda ad aprirsi spesso ai dem, invitandoli a un confronto. Richiesta arrivata anche in maniera plateale. Interesse che al contrario dal Nazareno non hanno accolto con altrettanta soddisfazione, anzi. Sebbene non stia attraversando un momento florido, il Pd di Elly Schlein sembra avere le idee chiare sulla linea politica da seguire. E su quali siano i suoi alleati. Gli interlocutori sono il Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, i centristi sono ormai un ricordo. Sull’altro fronte, il disperato tentativo di ricucire con la sinistra è parso indigesto agli ex esponenti di Forza Italia che avevano sposato il percorso di Azione immaginandosi un Terzo Polo politico. Non solo Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, anche il referente per gli affari della giustizia Enrico Costa si era speso negli scorsi giorni per evidenziare le differenze nei confronti dei dem. Calenda ha subito smentito l’ipotesi di un suo «ritorno a casa», apostrofando il Giornale e Il Fatto Quotidiano che ne avevano paventato l’ipotesi. Rimane però l’ostacolo del 4 per cento alle Europee, sbarramento difficile da superare senza quella confederazione che oltre due milioni di italiani avevano scelto meno di un anno fa.

Morto durante un’escursione il manager Federico Dossena: il cane lo veglia bloccando i soccorsi

Il mondo dell’imprenditoria milanese è in lutto per la morte improvvisa di Federico Dossena, manager morto all’età di 57 anni, all’improvviso, mentre si trovava a passeggiare in montagna.

Il manager Federico Dossena muore per malore in Val Rendena

L’imprenditore, direttore generale di Ecopneus, si trovava al momento del malore che gli è stato fatale in Val Rendena, in provincia di Trento, impegnato in una scampagnata estiva. Stando alle prime ricostruzioni, sembra che Dossena avesse raggiunto il sentiero 213, lungo la strada che da Pelugo porta al Carè Alto, quando all’improvviso si è sentito male e si è accasciato. A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti, che l’hanno visto agonizzare a terra. Accanto all’uomo c’era il suo fidato cane, Kelly, che ha però impedito a chiunque di avvicinarsi. Una volta arrivati sul posto, i soccorritori hanno infatti dovuto affrontare la furia dell’animale, che ha così complicato le operazioni. Gli operatori sanitari sono dunque dovuti ritornare nella vicina Tione alla ricerca di un veterinario che sedasse la cagnolina. Solo a quel punto i medici hanno potuto provare ad aiutare l’uomo, che però era purtroppo già morto nel frattempo.

Il ricordo dell’azienda: «La sua scomparsa un fulmine a ciel sereno»

La Ecopneus, che si occupa di pneumatici, ha voluto così ricordare Dossena, che in passato aveva anche collaborato con il gruppo Mondadori: «La sua scomparsa ha colto tutti come un fulmine nel cielo sereno di questa fine di estate e di ferie, che per Federico Dossena, 57enne, è stata anche un’estate di lavoro: ha trascorso la seconda settimana di agosto in Australia, per una serie di incontri con i massimi rappresentanti istituzionali. Dal primo luglio 2021 Federico Dossena è stato Direttore Generale di Ecopneus, ne ha saputo raccogliere l’autorevolezza, l’esperienza ed ha cominciato a costruirne il futuro, in anni anche difficili per il settore. Ha saputo entrare in questo mondo, nuovo per lui che amava ricordare che veniva ‘dal mondo della carta’, lavorando sodo, motivando e coinvolgendo tutta la struttura, di cui ha sempre riconosciuto il grande valore e dedizione».

Violenza di gruppo a Palermo, il prefetto vuole rafforzare i controlli sulla movida

«Metteremo in campo azioni per un maggiore controllo sulla movida e in particolar modo sulla Vucciria. Il rione in questo momento a Palermo è il maggiore centro di afflusso dei giovani. È chiaro che la nostra attenzione si è concentrata sulla movida per tante segnalazioni al di là del fatto gravissimo che si è verificato e che poteva verificarsi in ogni altra parte della città». Lo ha detto il prefetto Maria Teresa Cucinotta dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dopo la violenza di gruppo a Palermo che ha portato all’arresto di sette giovani. Al comitato hanno preso parte anche i vertici delle forze dell’ordine e gli assessori comunali Maurizio Carta e Carolina Varchi. «Noi pensiamo di rafforzare i presidi che già sono presenti nelle piazze di Palermo della movida», ha aggiunto il prefetto. Che ha continuato: «Alla Vucciria abbiamo pensato di organizzare un nuovo presidio di forze dell’ordine accompagnato da un’azione sinergica con il Comune che deve regolamentare la presenza dei locali accompagnata dalla repressione degli abusivi che già in passato abbiamo già contrastato con diversi sequestri».

Duncan Laurence ha sposato il compagno: nel 2019 aveva “soffiato” a Mahmood la vittoria a Eurovision

L’artista olandese Duncan Laurence ha annunciato via social di essere convolato a nozze con il suo storico compagno Jordan de Moor. Il cantante, classe 1994, è molto noto in giro per l’Europa per aver trionfato all’edizione 2019 della gara musicale Eurovision Song Contest, con il brano Arcade.

Duncan Laurence si sposa con il fidanzato: le immagini della cerimonia

Laurence ha condiviso la bella notizia con i suoi fan tramite il suo profilo Instagram, pubblicando all’interno di un carosello diversi scatti del grande giorno. Le foto ritraggono Laurence e Garfield intenti a scambiarsi le promesse matrimoniali, a passeggiare nella grande tenuta dove si è svolta la cerimonia (il castello di Häringe, in Svezia). Tra i messaggi ricevuti dai follower spunta l’ex vincitrice di ESC, Conchita Wurst.

L’artista che ha “soffiato” la vittoria a Eurovision Song Contest 2019 a Mahmood

In molti fan dell’Eurovision Song Contest si ricordano di Laurence per la sua vittoria all’edizione 2019 del concorso musicale grazie alla ballad Arcade. Il brano ha vinto la competizione, svoltasi a Tel Aviv, con un totale di 492 punti, assegnati come sempre da un lato dalle giurie nazionali e dall’altro dal televoto. L’artista olandese è stato così in grado di soffiare per un pelo la vittoria al nostro Mahmood, secondo classificato al concorso con il brano Soldi (che alla fine riuscì a conquistare un totale di 465 punti, 27 in meno rispetto a Duncan Laurence).

Duncan Laurence è convolato a nozze con lo storico compagno Jordan de Moor: ecco le immagini della cerimonia.
Mahmood (Getty).

Parlando del pezzo di Mahmood e al brano portato in gara a ESC, Laurence aveva commentato: «La mia canzone preferita di quest’anno? Io stesso voterei per il pezzo italiano. Mahmood è un grande artista con una bella canzone. Com’è nata la mia canzone? Arcade è stata scritta da me circa due anni fa, nel periodo del conservatorio, mi sono seduto al piano e ho iniziato a giocherellare con accordi, parole e melodie, ripensando alla storia di una persona cara, deceduta quando ero più giovane. Una storia triste, quella di una donna che ha sempre creduto nel ritorno del proprio amato, attendendo invano il suo ritorno, e la cui speranza è tramontata definitivamente con la sua morte».

Sorpreso ad appiccare un incendio nel Reatino, arrestato

È stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della forestale di Rieti un 55enne intento ad appiccare dolosamente fiamme sul ciglio della strada in prossimità di vegetazione secca, causando un vero e proprio incendio boschivo, domato dai Vigili del Fuoco solo in tarda notte. La stazione carabinieri della forestale di Rivodutri (Ri), competente nel territorio del comune di Cantalice, aveva già avuto a che fare in passato con quello che sembrerebbe essere un piromane, con precedenti nello specifico reato di incendio boschivo. Coadiuvati dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale e Agroalimentare del Gruppo Carabinieri Forestale e dall’Arma territoriale di Rieti, i militari non hanno esitato ad arrestare il soggetto. Già nel pomeriggio di giovedì 24 agosto, si era sviluppato nelle immediate vicinanze un incendio boschivo, di chiara matrice dolosa. Le indagini quindi proseguiranno, per determinare responsabilità e movente, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Rieti. La pena prevista dal codice penale per chi causa un incendio boschivo può arrivare a un massimo di cinque anni di reclusione se di natura colposa e fino a 10 se l’incendio è stato cagionato per dolo.

In Danimarca sarà vietato bruciare il Corano in pubblico

Il governo della Danimarca ha deciso di proibire da questo momento in poi i roghi del Corano, il libro sacro dell’Islam, nei luoghi pubblici. A comunicarlo è stato in forma ufficiale il ministero della Giustizia dopo aver assistito ai diversi atti dimostrativi che hanno avuto luogo nei mesi scorsi.

Fino a due anni di carcere per chi si macchia del crimine

A proposito della decisione, il ministro della Giustizia Peter Hummelgaard ha comunicato che sarà proposta la reclusione in carcere fino a due anni per «trattamento improprio» di testi religiosi di ampia rilevanza; i più fortunati invece potrebbero cavarsela con una semplice multa, per quanto salata. «Si tratta di azioni insensate il cui unico scopo è creare discordia e odio», ha precisato il politico danese. Questo tipo di disposizione, in ogni caso, non verrà applicata solo ed esclusivamente al Corano: la norma sarà infatti applicabile anche nei casi di profanazione pubblica della Bibbia, di altri simboli religiosi come il crocifisso o della Torah, il testo sacro della religione ebraica. Parlando poi del rogo del Corano in modo specifico, il Guardasigilli danese ha inoltre dichiarato che si tratta di un «atto sostanzialmente sprezzante e antipatico […] che danneggia la Danimarca e gli interessi danesi».

Cosa prevede la legge creata ad hoc dalla Danimarca

Il nuovo testo verrà presto inserito nel capitolo 12 del codice penale danese, quello che si occupa della sicurezza nazionale. «Questo è il cuore e la motivazione di ciò che stiamo facendo»., ha precisato Hummelgaard. «Non possiamo continuare a stare a guardare mentre alcuni individui fanno di tutto per provocare reazioni violente«, ha poi precisato. Le nuove misure adottate dalla Danimarca nascono in modo particolare alla luce degli ultimi eventi nel Paese che hanno scatenato le polemiche di nazioni come Turchia e Iraq. Sembra, inoltre, che anche la vicina Svezia stia valutando la possibilità di vietare simili proteste.

Commenti anti-trans durante un concerto, Carlos Santana si scusa

Carlos Santana si è scusato per i commenti anti transgender durante un concerto in New Jersey. I fatti risalgono a luglio, tuttavia il video con le sue dichiarazioni è apparso solo di recente sui social media. Nella clip circolata online si vede infatti il celebre chitarrista dichiarare: «Quando Dio ci ha creati, prima che uscissimo dal grembo materno, sapevamo chi eravamo e cosa eravamo. Poi più tardi alcuni hanno iniziato a vedere delle cose e  a credere che potevano essere qualcosa di diverso che suonava bene, pur sapendo che non è giusto. Perché una donna è una donna e un uomo è un uomo e basta. Questo è tutto. Qualunque cosa tu voglia fare in casa tua, sono affari tuoi. A me va bene. Dave Chappelle ha tutto il mio supporto». Qui il video incriminato.

Le scuse di Carlos Santana su Facebook: «Mi dispiace per le mie parole insensibili»

L’artista messicano, travolto dalle critiche, ha prima di tutto cercato in qualche modo di giustificarsi, dichiarando in un’intervista concessa a Billboard: «Io ho rispetto di tutti, ma ho il mio obiettivo personale, che mi sforzo di raggiungere ogni giorno. Voglio onorare e rispettare gli ideali e le convinzioni di tutte le persone, siano esse Lgbtq o meno. Questo però è il pianeta del libero arbitrio e a tutti noi è stato fatto questo regalo, la libertà di pensiero. Ora perseguirò questo obiettivo: essere felice e divertirmi, e affinché tutti credano in ciò che vogliono e lo seguano nel proprio cuore senza paura. Cresciamo e impariamo a far risplendere la nostra luce con amore. Pace per tutti».

Qualche settimana fa Carlos Santana si era reso protagonista di commenti transfobici durante un concerto: ora sono arrivate le scuse.
Carlos Santana (Getty).

Carlos Santana è poi tornato poche ore dopo a parlare della questione, con delle scuse più ufficiali rivolte alla comunità Lgbtq e a chiunque avesse potuto turbare. L’artista ha così precisato: «Mi dispiace per l’insensibilità delle mie parole. Non riflettono il fatto che intendo onorare e rispettare tutti gli ideali e tutte le convinzioni. Comprendo che quello che ho detto ha offeso delle persone, non era mia intenzione farlo. Mi scuso sinceramente con la comunità transgender e con chiunque io abbia offeso».

Controesodo salato con caro-voli, traghetti e benzina

È l’estate del caro-prezzi quella che sta per concludersi in questo week end per altri milioni di italiani (11 milioni in strada nel fine settimana secondo Anas) dopo il controesodo successivo al 15 agosto. Chi, per esempio, dovesse cercare ora un volo per tornare dalla Sardegna o dalla Sicilia il 27 agosto, ha verificato Assoutenti, si troverebbe a sborsare anche oltre 300 euro (la tratta più cara rintracciata è la Cagliari-Bologna da 390 euro). Ma anche chi rientrerà in auto avrà l’ormai scontata sorpresa di trovare in autostrada a self service la benzina ben oltre i 2 euro al litro (2,020 la rilevazione Mimit di venerdì 25 agosto) e anche in città i prezzi medi non scherzano: il prezzo medio più alto self per la benzina tra le diverse regioni è ancora in Basilicata a 1,972 euro. E punte fino a 2,798 euro si registrano sulla A21 Torino-Piacenza per la benzina servita. Non va meglio per chi sceglie il traghetto dalle isole: per un biglietto Palermo-Genova (spiega per esempio Assoutenti) per 2 adulti, 2 figli e auto si spendono, il 27 agosto, 801 euro. E rincari si segnalano anche per i treni: secondo l’ultimo dato Istat di luglio l’aumento è infatti dello 0,9% mensile e del 3% annuo. Ma almeno il parcheggio? No: è aumentato del 2,1% annuo.

Venezia, sette film americani per il Leone

Altro che festival paneuropeo come era stato annunciato alla vigilia, Venezia quest’anno mostra la bandiera a stelle e strisce in ben sette film sui ventitré in concorso e l’America è così il Paese più rappresentato, seguito solo dall’Italia con sei film. Ecco i magnifici sette di questa 80/a edizione: Origin di Ava DuVernay; The Killer di David Fincher; Priscilla di Sofia Coppola; Maestro di Bradley Cooper; Ferrari di Michael Mann; Povere Creature! di Yorgos Lanthimos e, infine, Memory di Michael Franco. Tanti i temi: dal razzismo al delitto, da Elvis Presley a Leonard Bernstein, dal mito della Ferrari all’inquieta Bella Baxter di Yorgos Lanthimos.

Di cosa parlano i film americani in lizza per il Leone d’Oro a Venezia 2023

Origin di Ava DuVernay, prima regista afroamericana a partecipare al concorso di Venezia, parla di razzismo negli States e delle origini dell’ingiustizia nei confronti degli afroamericani. Come indica didascalicamente il titolo The Killer di David Fincher racconta di un assassino professionista (Michael Fassbender), un uomo dal carattere solitario, freddo e minuzioso. Ma a un certo punto qualcosa in lui si spezza e la sua freddezza sembra venir meno. C’è poi l’attesissimo Priscilla di Sofia Coppola, adattamento del libro autobiografico Elvis and Me di Priscilla Beaulieu Presley pubblicato nel 1985. Ancora musica, ma di tutt’altro genere, nel film Maestro con Bradley Cooper, biopic di Leonard Bernstein, compositore statunitense e direttore d’orchestra figlio di ebrei polacchi emigrati in America e vero enfant prodige della musica. Polemiche per la protesi al naso che Cooper avrebbe utilizzato per ricalcare meglio lo stereotipo dell’ebreo. Il mito del padre del Cavallino rosso è al centro invece di Ferrari, film diretto da Michael Mann, e ambientato nell’estate del 1957. In Povere Creature! del sulfureo Yorgos Lanthimos c’è invece la storia di Bella Baxter (Emma Stone), donna moderna con una sessualità molto spigliata per il suo tempo. Infine Memory di Michel Franco, con la storia di una coppia innamorata, che prova a costruire una relazione mentre si ritrova ad affrontare traumi e demenza.

Tijl De Decker morto a 22 anni: il ciclista belga si è scontrato con un’auto

Tijl De Decker, ciclista belga di 22 anni, è morto dopo due giorni d’agonia. Il 23 agosto scorso il corridore della Lotto-Dstny si è scontrato con un’auto durante un allenamento a Lier. Dopo essere stato trasportato all’ospedale di Lierre, ad Anversa, è stato sottoposto a un primo intervento chirurgico. Poi il trasferimento all’ospedale universitario, dov’è morto oggi a distanza di 48 ore. Un dramma per il mondo del ciclismo, che perde una delle sue promesse. De Decker nello scorso marzo ha vinto la Parigi-Roubaix Under 23.

Tijl De Decker morto a 22 anni il ciclista belga si è scontrato con un'auto
De Decker esulta dopo la vittoria (Instagram).

Il comunicato della Lotto-Dstny: «Tijl ha perso la sua battaglia»

L’annuncio è arrivato direttamente dalla Lotto-Dstny, squadra belga che il prossimo anno avrebbe fatto debuttare De Decker tra i professionisti. Su Twitter il profilo ufficiale scrive: «È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Tijl De Decker, a seguito di un incidente in allenamento mercoledì scorso. La squadra ha il cuore spezzato da questa notizia e invia tutto il suo amore e i suoi pensieri alla famiglia e ai suoi cari di Tijl in questo momento incredibilmente difficile». Poco prima è stato inviato il comunicato ufficiale: «Nonostante i migliori sforzi del personale dell’ospedale, Tijl non è riuscito a farcela e questa mattina ha perso la sua battaglia».

Heulot: «Lo ricorderemo sempre come un giovane talentuoso»

A parlare è stato anche il Ceo della squadra, Stéphane Heulot: «Siamo devastati dalla perdita. Tijl aveva mostrato grandi progressi quest’anno e abbiamo creduto nel suo margine di crescita. Passare al team professionistico sarebbe stata una scelta logica. Sfortunatamente non diventerà mai professionista e lo ricorderemo sempre come un giovane talentuoso, un ragazzo cordiale e amichevole». Si tratta della seconda tragedia che sconvolge il mondo del ciclismo in pochi mesi. Il 16 giugno scorso a morire è stato il ciclista svizzero Gino Mäder, caduto in un burrone durante una discesa al Giro di Svizzera.

Tijl De Decker morto a 22 anni il ciclista belga si è scontrato con un'auto
Il 22enne al traguardo della Parigi-Roubaix U23 (Instagram).

Gruppo San Donato si espande a livello europeo: acquisita la maggioranza di AHoP

Gruppo San Donato, in collaborazione con GKSD S.r.l. , annuncia la stipula di un accordo per l’acquisizione di una quota di maggioranza in American Heart Of Poland, AHoP, il principale fornitore indipendente di cure cardiovascolari in Europa, nonché uno dei tre principali fornitori di servizi sanitari privati in Polonia con il più grande complesso di riabilitazione medica/spa. Grazie a questa importante intesa, il Gruppo San Donato, il più grande gruppo privato della sanità italiana, rafforza ulteriormente la sua posizione di leader del settore sanitario europeo, in linea con l’obiettivo strategico di sostenerne il consolidamento.

Dall’accordo nasce un’eccellenza nella cura delle malattie cardiovascolari

L’accordo darà origine ad un’eccellenza nel trattamento delle malattie cardiovascolari, contribuendo a migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, della ricerca medica e dell’istruzione in Europa. La collaborazione tra le società sarà profondamente sinergica grazie alla complementarità delle loro aree di competenza, come ad esempio l’espansione del modello di business in Polonia facendo leva sull’esperienza di GSD, il miglioramento della ricerca di medici altamente qualificati, la collaborazione in materia di ricerca e sviluppo, l’accesso ad un’avanzata istruzione e formazione sanitaria, lo scambio di know-how e di best practice, la creazione di un gruppo di acquisto di apparecchiature medico-sanitarie. Inoltre, essa favorirà un ulteriore consolidamento sia in Polonia che in Europa.

GSD cura 5,4 milioni di pazienti l’anno

GSD è il più grande gruppo sanitario privato italiano e il primo in Europa per cure intensive, formazione medica e ricerca. Con 56 centri medici, ospedali universitari e di ricerca leader a livello mondiale e un avanzato polo universitario (l’Università Vita Salute San Raffaele, che ha ben 22 programmi di master e dottorati di ricerca), oltre a una ricerca medica che si colloca tra le prime 10 su scala mondiale (per citazioni di ricerca sanitaria), GSD è il pioniere della terapia genica e cellulare a livello globale. Il Gruppo San Donato cura oltre 5,4 milioni di pazienti all’anno, effettuando oltre 14 milioni di procedure e impiegando oltre 27.000 medici.

AHoP è il principale fornitore di servizi sanitari privati in Polonia

GKSD in Italia gestisce un portfolio diversificato di società che generano valore aggiunto per i suoi stakeholder facendo leva sul suo know-how unico, che si concentra su diversi settori, tra cui quello immobiliare, ingegneristico, energetico, degli appalti e dei servizi di consulenza sanitaria. AHoP, grazie al suo management, è diventata il principale fornitore di servizi sanitari privati in Polonia, offrendo cure mediche e riabilitative di alto livello al settore sanitario pubblico, con una crescita organica dei ricavi di oltre 2,5 volte negli ultimi 3 anni, raggiungendo ad oggi circa 250 milioni di euro. L’azienda sta pianificando di accelerare il consolidamento del mercato per incrementare ulteriormente la crescita del gruppo: la strategia del management prevede un ulteriore raddoppio delle attività con investimenti superiori a 1 miliardo di PLN (circa 225 milioni di euro) per fornire ai pazienti un’assistenza medica di livello mondiale.

Gli standard di qualità di AHoP

AHoP è riconosciuta per aver raggiunto i più alti standard di qualità grazie ad un personale competente ed esperto. Con 77 sedi (20 reparti di cardiologia, 2 di chirurgia vascolare, 4 di riabilitazione, 22 ambulatori, punti di diagnostica e laboratorio) e il supporto di oltre 3.780 collaboratori di qualità, tra cui 1.200 medici, il gruppo rimane concentrato sul sostegno al sistema sanitario pubblico in Polonia. AHoP è specializzata nelle malattie legate all’invecchiamento della popolazione, con trattamenti complessi che vanno dalle operazioni di alto livello a programmi di riabilitazione e cure ambulatoriali e diagnostiche. Operando nelle aree rurali, il gruppo è in grado di offrire assistenza al 78% della popolazione della Polonia. AHoP è partner e fornitore del Ministero della Salute e del Fondo Nazionale per la Salute, con un focus principale sulle malattie cardiovascolari, che includono più del 12% dei casi gravi gestiti dall’azienda in tutta la Polonia.

GSD e GKSD sono state supportate nell’operazione da BNP Paribas (in qualità di Sole Financial Advisor), LEK Consulting, Deloitte, GKSD Advisory e Rymarz Zdort Maruta per la consulenza legale. Gli azionisti di AHoP sono stati supportati da PWC (Corporate Finance and Transaction Services) e Clifford Chance, mentre Dentons ha fornito consulenza legale al management. La transazione è soggetta all’autorizzazione dell’Ufficio per la concorrenza e la protezione dei consumatori in Polonia.

Rotelli: «Polonia economia importante»

Paolo Rotelli, Presidente dell’Università Vita-Salute San Raffaele e Vicepresidente del Gruppo San Donato, ha dichiarato: «Lo sviluppo di un’assistenza sanitaria di qualità, il progresso della ricerca in campo sanitario e un’istruzione di qualità supportata dall’avanzamento e dall’innovazione della tecnologia rimangono gli obiettivi principali del Gruppo San Donato. La Polonia è un’economia importante e GSD non vede l’ora di espandere e migliorare la qualità delle cure nel Paese».

Ghribi: «Ora collaborazioni in energia e infrastrutture»

Kamel Ghribi, Presidente di GKSD S.r.l., ha dichiarato: «L’ingresso del Gruppo in Polonia consentirà anche una maggiore collaborazione in altri settori, tra cui l’energia e le infrastrutture, che sono anch’essi un obiettivo chiave per GKSD S.r.l., e si dimostra sempre più efficace la partnership tra GSD e GKSD nell’espansione internazionale del Gruppo».

Szlachta: «GSD ottimo partner»

Adam Szlachta, CEO del Gruppo AHoP, ha dichiarato: «Negli ultimi anni abbiamo sostituito tutte le principali apparecchiature mediche e investito in due nuovi ospedali generali per portare la nostra base di asset a livello mondiale. Siamo molto orgogliosi che GSD abbia apprezzato la qualità dell’assistenza medica e che ci sosterrà nell’ulteriore crescita organica e tramite M&A. GSD è un ottimo partner per gli investimenti futuri e porta un incredibile know-how per migliorare gli standard medici in Polonia in stretta collaborazione con NFZ. Sono pienamente convinto che la partnership tra GSD e AHoP si tradurrà nel fornire ai cittadini polacchi i migliori servizi sanitari».

Buszman: «Sosteniamo l’espansione della medicina moderna»

Il professor Pawel Buszman, Fondatore di AHoP, ha dichiarato: «In qualità di fondatore di AHoP, creata nel 2000, sono molto lieto che il nostro gruppo sanitario si unisca alla riconosciuta rete ospedaliera internazionale del Gruppo San Donato. Inoltre, è importante che il suo ulteriore sviluppo venga sostenuto dal gruppo GKSD S.r.l. Negli ultimi 23 anni abbiamo sviluppato servizi cardiovascolari integrati e di alta qualità per i cittadini polacchi sparsi in tutto il Paese, supportati da una ricerca scientifica all’avanguardia. Come parte del nuovo gruppo internazionale, l’esperienza del nostro personale contribuirà a sostenere l’ulteriore espansione della medicina moderna nel mondo».

Czyż: «Contribuito a salvare molte vite»

Zbigniew Czyż, Fondatore di AHoP, ha aggiunto: «Sono molto orgoglioso del management e vorrei ringraziare tutti i dipendenti e i partner di AHoP per aver creato una realtà sanitaria così incredibile. Abbiamo contribuito a salvare numerose vite, e sono sicuro che il futuro dei pazienti del gruppo sarà ancora più luminoso».

Sosna: «Partnership farà accelerare lo sviluppo di AHoP»

Rafal Sosna, tra i principali azionisti, ha commentato: «Grazie alla professionalizzazione e all’innovazione, AHoP è diventata uno dei principali operatori del mercato sanitario polacco. Sono certo che la partnership con GKSD non farà che accelerare il percorso di sviluppo dell’azienda, e guardo con fiducia al futuro di AHoP».

Il calcio e la sindrome saudita: perché l’assalto dei petrodollari ci sta facendo ammattire

La scalata saudita nel calcio si fa inarrestabile e le reazioni da parte europea sono sempre più isteriche. Manifestano una paura scomposta, perché emotivamente sregolata ma anche colma di incoerenze. Quei petrodollari intimoriscono, ma al tempo stesso sono ambiti. La solita doppia morale, poiché li si valuta a seconda che schiaccino nell’angolo di una concorrenza non sostenibile o che diano ossigeno a finanze asfittiche. Ma al di là dell’incoerenza, cosa davvero fa paura di questa massiccia dimostrazione di forza finanziaria saudita?

Il calcio e la sindrome saudita: perché l'assalto dei petrodollari ci sta facendo perdere il lume
Cristiano Ronaldo gioca nell’Al-Nasrr (Getty).

In gioco ci sono potere politico ed egemonia culturale

Risposta semplice: si ha paura di perdere centralità. Che significa veder dissolvere non soltanto potere economico e politico, ma anche egemonia culturale, facoltà di dettare l’agenda delle priorità, governare i processi di mutamento. Detto in termini semplificati: è la paura di essere provincializzati. Una prospettiva difficile da accettare, ma che si espande nel mondo del calcio (e dello sport in generale) in piena coerenza con quanto sta accadendo nel vasto scacchiere globale della politica e dell’economia, col possibile allargamento dei Brics di cui proprio i sauditi dovrebbero essere parte. Una paura umanamente giustificabile, ma che comunque non servirà a cambiare la direzione delle cose. Né lo farà l’atteggiamento spocchioso da nobili in decadenza che guardano con terrore alle nuove élite. Tanto più se quelle nuove élite stanno usando il medesimo mezzo dei nobili in decadenza per acquisire posizione di supremazia: la forza del capitale.

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Il principe saudita Mohammad bin Salman (Getty).

L’inarrestabile scalata: golf, cricket, Formula 1, tennis…

Partiamo da un assunto: i sauditi si stanno prendendo non soltanto il calcio, ma lo sport intero. Si annettono il golf con la Liv Golf, si apprestano a fare altrettanto col cricket, hanno messo le mani sul vasto fenomeno degli e-sport, vogliono il secondo Gran Premio annuale di Formula 1 (dopo l’appuntamento fisso a Gedda) da far disputare nella città futuristica di Neom, nella stessa Neom ospiteranno i Giochi invernali asiatici del 2029, hanno appena soffiato la Next Gen di tennis a Milano. Avrebbero voluto anche il Mondiale di calcio 2030, ma infine hanno deciso di desistere per puntare all’edizione di quattro anni dopo.

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Sergej Milinkovic-Savic dell’Al-Hilal (Getty).

L’economia dell’intrattenimento sarà cruciale come le rinnovabili

Dunque si tratta di un’espansione a tutto campo, che vede lo sport come un pezzo strategico nel campo dell’economia dell’intrattenimento. Che è anche una delle economie cruciali del XXI secolo, unitamente a quella delle energie rinnovabili. Il piano strategico di sviluppo nazionale, Vision 2030, consegna allo sport grossa parte delle ambizioni di fare dell’Arabia Saudita una potenza globale non soltanto sul piano economico, ma anche sul piano culturale e degli stili di vita.

Il calcio, una macchina da debito schiacciata dal suo gigantismo

In un contesto strategico del genere, il calcio non poteva che essere il bersaglio grosso. Grosso e fragile. Perché il movimento calcistico globale è una macchina produttrice di debito, a rischio di rimanere schiacciata dal suo stesso gigantismo. E dunque se arriva un attore capace di iniettare denaro nel movimento, per di più in quantità esagerate, viene ben accolto. Ma che succede se chi inietta il denaro nel movimento vuol comprarsi il movimento stesso, escludendo chi fin qui lo ha controllato? La risposta sarebbe semplicissima: se succede è perché è inevitabile che succeda. Si tratta di una fra le tante applicazioni della spietata e darwinista logica del mercato. Chi ha inventato questa logica? Pietoso silenzio.

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Karim Benzema dell’Al-Ittihād (Getty).

A colmare lo scarto di appeal ci pensa il più convincente degli argomenti

I sauditi comprano adesso come compravano negli anni passati. Con una differenza, tuttavia. Che negli anni passati compravano calciatori a fine carriera, ciò che faceva del loro campionato un cimitero degli elefanti. Invece adesso vogliono il meglio. Calciatori nel pieno dell’attività, pronti a trasferirsi in un campionato non ancora di prima fascia, convinti dal richiamo irresistibile del denaro. Ancora una volta, si tratta dell’applicazione di una logica elementare: il soggetto più ricco si prende il meglio disponibile sul mercato, e se c’è da colmare uno scarto di appeal (campionato nazionale non seducente) lo si colma col più convincente degli argomenti. Storicamente le società calcistiche europee hanno fatto incetta di talento estero applicando questo schema. E così hanno costruito un vantaggio competitivo (l’Europa come terra calcistica di approdo) che però adesso non è più sufficiente.

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Firmino e, dietro di lui, Mendy, Demiral e Ibanez, tutti dell’Al-Ahli (Getty).

Gabri Veiga testimonia il definitivo mutamento di mentalità

Né basta rivendicare la superiore qualità delle principali leghe europee rispetto al campionato saudita, per provare a arginare la tendenza. Perché se un giovane come lo spagnolo Gabri Veiga, con tutta una carriera davanti a sé, preferisce la Saudi Professional League (Spl) alla Serie A (il Napoli, nella fattispecie), significa che non è più nemmeno una questione di superiore offerta economica. Piuttosto, si è avuto un lento ma costante mutamento della mentalità che investe i calciatori in primis. E i calciatori di quest’ultima generazione hanno un’idea completamente diversa dello sviluppo di carriera. Un’idea post-agonistica, che privilegia la realizzazione economica a quella sportiva. E chissà che un giorno non si scopra un rovesciamento del ciclo: coi calciatori migliori che vengono a chiudere la carriera in Europa dopo aver gonfiato il conto in banca a Riad e dintorni.

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Gabri Veiga del Celta Vigo: ha preferito l’Al Ahli al Napoli (Getty).

L’argomento (fuori luogo) della Superlega: era un livello sovranazionale

In queste settimane di confusione da rischio provincializzazione è capitato di sentire tirare in ballo argomenti sommamente forzosi. Spicca la recriminazione sulla mancata realizzazione della Superlega per club, vista come una soluzione meno peggio della scalata saudita. A questo argomento rispondiamo con un interrogativo: ma che ci azzecca? La Superlega doveva essere un’organizzazione sovranazionale (con relativa competizione) che avrebbe impattato sull’Uefa e indebolito i campionati nazionali. Qui invece siamo in presenza di una lega nazionale che si sta espandendo, fino a minacciare le principali leghe europee. La Saudi Pro League non sarà mai una Superlega, magari non arriverà mai a essere nemmeno una lega del massimo livello sul piano internazionale. Riproduce piuttosto uno schema da Nba, con la centralizzazione della governance dei club e delle decisioni, ma rimane una lega nazionale. Qualcuno si sente di strepitare contro la Nba? Aggiungiamo: se la Superlega fosse partita, i sauditi si sarebbero comprati pure quella. Amen.

Il no per Salah e i timori della Premier League: perdere il primato

Già che è stata menzionata la Nba, giusto deviare sulla Premier League inglese. Che è la Nba del calcio e perciò si ritiene seriamente minacciata dalla Saudi Pro League. Il rifiuto del Liverpool di cedere Mohammed Salah all’Al-Ittihad è stato accompagnato dalla precisazione che il calciatore non verrà ceduto ai sauditi indipendentemente dall’offerta. Domanda: non verrà ceduto perché ritenuto indispensabile, o perché non lo si vuol cedere ai sauditi? L’interrogativo apre scenari che riguardano proprio la Premier. Per il momento la massima lega inglese non vede minacciato dagli arabi il primato calcistico globale, ma a lungo andare la corsa finanziaria al rialzo potrebbe rivelarsi sanguinosa. In questo momento sono proprio gli inglesi a temere più di tutti la forza dei sauditi, anche perché sanno che toccherebbe a loro sfidarli. Ma come farebbero? I sauditi li hanno in casa, come proprietari del Newcastle United. Saranno anni molto difficili per la Premier.

Il calcio e la sindrome saudita: perché l'assalto dei petrodollari ci sta facendo perdere il lume
Momo Salah è stato dichiarato incedibile dal Liverpool (Getty).

Esiste una soluzione? Forse solo accettare le regole e abituarsi

Ma allora come si può rimediare? Francamente non vediamo quali possano essere i rimedi. Ribadiamo: se la logica è quella del mercato, promossa nel calcio proprio dagli europei, bisogna accettarla. E aspettare di vedere quanto durerà l’ondata saudita. Abbiamo visto tramontare l’epoca degli oligarchi russi, e poi esplodere la bolla cinese dopo soli due anni dal suo avvio. Quanto vorranno e potranno ancora spendere i sauditi per assicurarsi il controllo del giocattolo? Questo è il vero interrogativo. Tutto il resto è paura di provincializzazione. Passerà con l’abitudine.