Il generale Chiapperini spiega come procede la controffensiva ucraina dopo l’accerchiamento di Bakhmut


L'intervista di Fanpage.it al generale Luigi Chiapperini sulla controffensiva ucraina dopo che Kiev ha annunciato di aver accerchiato Bakhmut con i russi in trappola: "Morire per questa città per i russi e gli ucraini ha un senso, anche se terribile. Se dovessero riuscire a isolarla completamente, le forze circondate all’interno dell’abitato non fornirebbero più alcun valore aggiunto alla difesa complessiva russa".
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La Russia cerca di attirare chi è fuggito durante la guerra, ma offre pochi incentivi

Da quando è cominciata l’invasione su vasta scala dell’Ucraina, tra i 700 mila e il milione e mezzo di russi hanno lasciato la Federazione, sia per opposizione alla guerra sia per evitare di essere mandati al fronte. Un esodo che pesa non solo a livello demografico ma soprattutto economico, visto che i cosiddetti relokanti sono giovani e istruiti. Un popolo che Mosca sta cercando di riportare a casa con ogni mezzo, senza però ottenere risultati soddisfacenti.

La macchina della propaganda per fare rientrare gli emigrati in patria

Lo scorso giugno, al forum internazionale di San Pietroburgo, Vladimir Putin aveva dichiarato che la metà dei cittadini che avevano lasciato il Paese erano già rientrati. Un controesodo, secondo il presidente russo, ancora in corso. Dichiarazioni che hanno spinto politici e funzionari, tra cui il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, a rinnovare gli appelli per tornare a casa. «I nostri concittadini che restano in Occidente devono essere consapevoli di dove sono andati, cosa hanno trovato e cosa li aspetta», ha scritto Volodin su Telegram. «Visto ciò che sta accadendo, è giusto iniziare finalmente ad essere razionali. Oggi c’è l’opportunità di tornare, ma domani, a causa dell’isteria che si sta scatenando nell’Europa occidentale, potrebbe non esserci più». Una narrazione amplificata dalla propaganda. Il giornalista pro-Cremlino Alexander Kots ha pubblicato sulla Komsomolskaya Pravda la lettera di un presunto specialista It che in Europa ha dovuto affrontare russofobia e mancanza di aiuti. «Sono tornato in Russia e ne sono molto felice», ha scritto il fantomatico autore che secondo molti altri non sarebbe che lo stesso Kots. «Non lascerò più la mia patria. Crescerò mio figlio (o più di un figlio, se Dio vuole) qui e gli trasmetterò tutto questo. E non deluderò la mia patria ora, credimi». Secondo il ministro dello Sviluppo digitale Maksut Shadayev il programma di ritorno per gli specialisti It – che includeva il rinvio del servizio militare – discusso nel 2022 non sarebbe stato necessario perché stavano tornando autonomamente.

La Russia cerca di attirare chi è fuggito durante la guerra, ma offre pochi incentivi
Vladimir Putin (Getty Images).

La minaccia di indagini per tradimento

Per chi rientra, spesso spinto da ragioni economiche e non certo da afflato patriottico, però non sono tutte rose e fiori. I falchi continuano infatti a chiedere punizioni e sanzioni per chi ha lasciato la Russia in tempo di guerra. Lo scorso 21 giugno, il senatore Andrei Klimov, capo della commissione del Consiglio della Federazione per la protezione della sovranità statale e la prevenzione delle interferenze negli affari interni, ha addirittura suggerito di indagare per tradimento chi torna da un Paese occidentale. Il rischio, secondo Klimov, è che sia stato reclutato come agente dalle intelligence “nemiche”.

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Stella, anziana morta legata al letto dalla figlia: arrestata una 60enne

Una terribile scoperta è stata fatta da parte delle forze dell’ordine nelle scorse ore a Stella, paesino in provincia di Savona, dove una donna anziana è stata trovata morta legata al letto. Protagonista del gesto ai suoi danni è stata la figlia, già stata arrestata dalle autorità.

Anziana morta legata al letto dalla figlia

La 60enne Tiziana Olivieri è stata fermata nella giornata di ieri, lunedì 10 luglio, con l’accusa di maltrattamenti aggravati e sequestro di persona. Il motivo? Da tempo teneva l’anziana madre legata al letto di casa affinché non scappasse. Ad avvisare i carabinieri è stata la stessa Olivieri, con una telefonata attraverso la quale ha voluto immediatamente confessare tutto. «Venite, mia madre è morta, è stata colpa mia, solo mia», avrebbe detto la donna al telefono. Immediato l’intervento delle autorità, giunte sul posto insieme al procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro. Una volta arrivati, i militari hanno trovato la casa dove l’anziana era segregata in evidente stato di abbandono. L’anziana legata al letto si ritrovava a vivere, inoltre, all’interno di un’abitazione dalle precarie condizioni igieniche. Quando le autorità sono arrivate scoprendo il corpo ormai esanime della madre di Olivieri si sono subito resi conto della sporcizia del letto dov’era stesa e della quantità di oggetti presenti in ogni dove nella stanza.

La porta della stanza bloccata con una sbarra di ferro

Alle forze dell’ordine, Tiziana Olivieri ha spiegato di aver legato la madre al letto affinché non incorresse in incidenti domestici. La vittima veniva bloccata con cordini e collari canini ed era impossibilitata ad uscire dalla stanza, anche perché la figlia le aveva bloccato la porta con una sbarra di ferro. In base alla ricostruzione dei fatti, sembra che l’anziana avesse provato ad alzarsi dal letto poche ore prima di morire ma che fosse stata bloccata dalla figlia, che le aveva immobilizzato anche le mani.

Depeche Mode, tour 2024 in Italia: come acquistare i biglietti per Milano e Torino

Nel 2024 i Depeche Mode torneranno in Italia. Il tour toccherà prima Torino e poi proseguirà con due date a Milano. In particolare, il gruppo si esibirà il 23 marzo 2024 al Pala Alpitour di Torino e il 28 e 30 marzo al Mediolanum Forum di Milano.

I Depeche Mode di nuovo in Italia nel 2024

L’annuncio arriva a pochi giorni dai tre concerti italiani allo Stadio Olimpico di Roma il 12 luglio, allo Stadio San Siro di Milano il 14 luglio e allo Stadio Dall’Ara di Bologna il 16 luglio. Sono stati gli stessi Dave Gahan e Martin Gore ad annunciare su Instagram gli altri live previsti per il 2024 che riporteranno il Memento Mori World Tour di nuovo in Europa e in Italia. Le tappe invernali ripartiranno il 22 gennaio 2024 dalla O2 Arena di Londra e termineranno il 5 aprile toccando 22 città. Il tour si sta dimostrando uno dei più grandi a livello mondiale del 2023, con oltre due milioni di biglietti venduti e il sold out in Nord America e in Europa.

Dave Gahan e Martin Gore (Getty Images).

I biglietti saranno in vendita a partire dal 13 luglio

I Depeche Mode sono da oltre 40 anni sulla scena musicale internazionale e durante la loro carriera hanno venduto oltre 100 milioni di album, un successo che non conosce arresti come ha dimostrato il Memento Mori World Tour che ha portato in giro per il mondo non solo i più grandi successi della band ma anche i pezzi dell’ultimo album, Memento Mori. Il 15esimo della band e il primo dopo la scomparsa di Fletch. A partire da giovedì 13 luglio, intanto, sarà possibile acquistare i biglietti per gli iscritti a My Live Nation dalle ore 10.00, mentre la vendita generale partirà da venerdì 14 luglio, dalle 11.00, quando sarà possibile comprare i ticket in prevendita su ticketmaster.it, ticketone.it e vivaticket.com.

Marina Suma: età, biografia e vita privata dell’attrice italiana

Marina Suma, nata a Napoli il 4 novembre 1959, è un’attrice e una ex modella. Nella sua carriera ha vinto un Nastro d’Argento e un David di Donatello nel 1982 per la sua interpretazione nel film Le occasioni di Rosa.

Marina Suma: biografia e carriera

Dopo un passato da modella, ha esordito al cinema con il film che le è valso ben due dei premi italiani più importanti, diretta da Salvatore Piscicelli. Il successo dell’attrice è arrivato però con Sapore di mare di Carlo Vanzina, cui hanno fatto seguito altre commedie come Dio li fa poi li accoppia accanto a Johnny Dorelli e Sing Sing al fianco di Adriano Celentano. Con Un ragazzo e una ragazza, insieme a Jerry Calà, si è definitivamente affermata nel mondo della commedia italiana. Nel 1987 l’attrice è passata al thriller con Una donna da scoprire di Riccardo Sesani e Caramelle da uno sconosciuto di Franco Ferrini. Altri film dove ha recitato sono Infelici e contenti di Neri Parenti al fianco di Ezio Greggio e Renato Pozzetto (1992), Fiori di zucca di Stefano Pomilla (1998) e The skitour di C.M. Faudan (2000).

Cosa fa Marina Suma oggi
Marina Suma (Facebook).

Negli Anni 90 è tornata a fare la modella fino a quando nel 2003 Arnolfo Petri le ha proposto di recitare in Yerma come protagonista. Nel 2007 è stata nel cast nella fiction Donne assassine, in onda su Fox Crime, e l’anno seguente ha partecipato alla trasmissione I migliori anni. Nel 2009 è stata in tournée teatrale in 40 città italiane come protagonista di Pene d’amor perdute di William Shakespeare con la regia di Stefano Artissunch. Tra i suoi ultimi lavori, si ricordano Io è morto del regista romano Alberto de Venezia, film presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti del 2013 e Ballando il silenzio di Salvatore Arimatea del 2015.

Marina Suma: la vita privata

Per quanto riguarda il privato, pare che l’attrice abbia un compagno da circa 15 anni, ma non ha mai reso noto il suo nome. In passato ha avuto una relazione con Angelo Cannavacciuolo, regista che l’ha diretta nella sua opera prima, Malesh – Lascia che sia. Dopo il film Sapore di mare inoltre, c’erano dei rumors che la vedevano come compagna di Jerry Calà, ma i due sono sempre stati amici. Attualmente si è allontanata dalla televisione e ora si dedica alla creazione di gioielli in cartapesta, tra le altre attività.

Aerei spia Usa nei cieli della Corea del Nord, Pyongyang minaccia «conseguenze scioccanti»

La Corea del Nord ha accusato gli Stati Uniti d’aver violato il suo spazio aereo durante un volo di sorveglianza, minacciando di ricorrere ai sistemi antiaerei se episodi analoghi continueranno a verificarsi. Kim Yo-jong, sorella di Kim Jong-un e uno dei massimi funzionari della politica estera di Pyongyang, ha spiegato che il velivolo di Washington è stato prontamente allontanato dai caccia del Paese eremita, aggiungendo però che potrebbero esserci «conseguenze scioccanti» se gli aerei Usa non cesseranno di volare a est della penisola coreana.

Aerei spia degli Stati Uniti nei cieli della Nord Corea, Pyongyang minaccia «conseguenze scioccanti» in caso di episodi analoghi.
Un aereo RC-135 statunitense (Getty Images).

Kim Yo-jong ha denunciato otto episodi di questo genere nel solo mese di luglio

Kim Yo-jong ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno violato la zona economica esclusiva nordcoreana in almeno otto occasioni tra il 2 e il 9 luglio tramite i voli di ricognizione dei loro aerei spia, in particolare con aerei RC-135, U-2S e droni Rq-4B. Un portavoce anonimo del ministero della Difesa nordcoreano, citato dall’agenzia di stampa ufficiale Korean Central News Agency ha dichiarato lunedì 10 luglio che le «azioni provocatorie» degli Stati Uniti stanno spingendo la Penisola coreana verso un conflitto nucleare. «Non esiste alcuna garanzia che incidenti straordinari come l’abbattimento di un aereo da ricognizione strategica della forza aerea Usa non avverranno in futuro».

Aerei spia degli Stati Uniti nei cieli della Nord Corea, Pyongyang minaccia «conseguenze scioccanti» in caso di episodi analoghi.
Kim Jong-un e la sorella Kim Yo-jong (Getty Images).

Washinton respinge le accuse, Seul stigmatizza le minacce di Pyongyang

Gli Stati Uniti hanno respinto le accuse della Corea del Nord, esortato il Paese guidato da Kim Jong-un a evitare qualsiasi atto o dichiarazione che aumenti le tensioni. «Gli Usa, come sempre, rimangono impegnati a volare, navigare e operare in modo sicuro e responsabile ovunque consentito dal diritto internazionale e al fianco dei nostri alleati e partner», ha detto Sabrina Singh, vice addetta stampa del Pentagono. Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha affermato che gli Stati Uniti hanno esortato la Corea del Nord ad astenersi da uscite del genere o peggio ancora da azioni che potrebbero portare a un’escalation, invitando Pyongyang a impegnarsi in una seria diplomazia. Anche la Corea del Sud ha stigmatizzato le dichiarazioni dei vicini del Nord, spiegando che gli Stati Uniti stavano conducendo attività di ricognizione standard in coordinamento con l’esercito di Seul.

Sifilide in aumento: nel 2020 oltre 7 milioni di casi nel mondo

La sifilide per decenni è stata considerata in declino ma ancora oggi continua a costituire una minaccia. L’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato nel 2020 7,1 milioni di casi a livello globale, in continuo aumento. Particolarmente colpito il Canada, dove si è registrato un + 389 per cento delle infezioni fra 2011 e 2019. Non va meglio negli Usa, in Brasile e nel Regno Unito che nel 2022 ha toccato il picco di contagi dal Secondo Dopoguerra. Sebbene sia in parte evitabile con l’utilizzo di profilattici e curabile, la malattia preoccupa in quanto simbolo di un crollo della sanità pubblica. Senza dimenticare le disparità nei trattamenti per ragioni di razzismo, come testimoniano alcuni casi fra Stati Uniti e Brasile.

Record di casi di sifilide fra 2020 e 2021 in Usa, Canada, Brasile e Giappone. Per gli esperti è simbolo di una crisi della sanità pubblica.
Un cartellone negli Usa in cui si chiede attenzione alla sifilide (Getty Images).

Sifilide in aumento: i numeri nel mondo, dal Canada agli States

Fra 2020 e 2021, gli Usa hanno registrato un aumento del 32 per cento delle infezioni, la crescita maggiore in 70 anni. Particolarmente diffusa la sifilide congenita, in cui una madre, dopo averla contratta dal partner, la trasmette al figlio durante la gravidanza. «Circa 20 anni fa credevamo di essere sul punto di debellare la malattia», ha spiegato alla Bbc Leandro Mena del Centers for Disease Control and Prevention. «I numeri però ci testimoniano il contrario». Oltre 200 le morti infantili nel Paese, specialmente in Mississippi dove dal 2016 al 2021 le infezioni sono aumentate del 900 per cento. Un fenomeno che in particolar modo colpisce le donne afroamericane o di origine ispanica, oltre a senzatetto e tossicodipendenti. «Iniquità e razzismo sono ancora diffusi nella sanità  e nelle infrastrutture», ha sottolineato la dottoressa Maria Sundaram.

Record di casi di sifilide fra 2020 e 2021 in Usa, Canada, Brasile e Giappone. Per gli esperti è simbolo di una crisi della sanità pubblica.
Un cliente acquista un pacco di profilattici in farmacia (Getty Images).

Non va meglio nella contea californiana di Kern, dove nel 2018 si è registrato il 17 per cento dei casi di sifilide dell’intero Stato. La metà riguardava donne di origine latina, entrate clandestinamente nel Paese. Discorso simile anche per il Brasile, dove i tassi di sifilide più elevati si riscontrano nelle donne nere con bassi livelli di scolarizzazione. Molto spesso, infatti, le persone meno abbienti faticano ad accedere agli screening di prevenzione oppure a un’adeguata assistenza nella gravidanza. Particolarmente evidente poi l’aumento delle infezioni di sifilide in Canada. Uno studio della Public Health Agency ha evidenziato possibili collegamenti con la pandemia da Covid-19, che ha influenzato la domanda di accesso ai servizi e ai test di prevenzione. Un calo di attenzione nella popolazione cui la sanità non ha saputo porre freno.

Il caso del Giappone e il legame con le app di appuntamenti

Infine, particolare è il caso del Giappone dove uno studio del 2019 ha collegato l’aumento dei casi di sifilide all’utilizzo delle app per appuntamenti. Sempre più spesso gli abitanti del Sol Levante ricorrono a tali servizi per avere rapporti sessuali non protetti con le prostituite, che a loro volta non si sottopongono a test e controlli medici. «La maggior parte di loro preferisce il guadagno alla salute», ha spiegato Sasaki Chiwawa, che si occupa di cultura giovanile in Giappone. «Se contraggono la malattia o contagiano i loro clienti, parlano di sfortuna». Consultare un medico non è sempre facile, in quanto la sifilide rappresenta ancora un tabù non solo nel Sol Levante, ma in tutto il mondo. «Bisogna liberarsi da questo disagio», hanno concluso gli esperti. «Dobbiamo parlarne come di un semplice raffreddore».

Andrea Evans morta a 66 anni: addio all’attrice di Beautiful

È morta all’età di 66 anni l’attrice Andrea Evans, diventata negli anni un volto molto celebre del piccolo schermo per aver partecipato a soap opera del calibro di Beautiful e di Una vita da vivere.

Andrea Evans è morta: da tempo lottava contro il cancro

A confermare il decesso dell’attrice, avvenuto domenica 9 luglio, è stato l’ex manager Don Carroll, con una dichiarazione in esclusiva rilasciata al magazine People. Successivamente, a parlare della morte della sua assistita è stato anche il suo attuale manager Nick Leicht, che sempre a People ha dichiarato: «Ho lavorato con Andrea negli ultimi 7 anni. Aveva un talento davvero eccezionale, è stato un piacere lavorare con lei».

Malata di tumore da tempo, Andrea Evans è morta all'età di 66 anni. Nel suo curriculum anche le note soap Beautiful e Una vita da vivere.
Andrea Evans (Getty).

Evans era nota in particolare per aver interpretato il ruolo di una tormentata teenager (Tina Lord) nella serie Una vita da vivere e quello di Patty Williams in Febbre d’amore. Parlando alla rivista, in ogni caso, Carroll ha tenuto a sottolineare: «Le persone spesso pensavano che fosse molto simile al personaggio che interpretava in tv. Ma in realtà per la gran parte del tempo che abbiamo passato insieme stava senza trucco, con i capelli legati, e un semplice cappello da baseball quando girava per Disneyland con la figlia Kylie». Andrea Evans, morta dopo una lunga battaglia contro il cancro, è inoltre stata ricordata dall’ex collega di Febbre d’amore Robin Strasser come «una donna super tenace e calorosa».

La carriera di Andrea Evans

L’attrice era nata in Illinois nel 1957. I primi passi nel mondo dello spettacolo li mosse da giovanissima, partecipando ad alcuni concorsi di bellezza. Dopo essere stata assunta come comparsa nel film The Fury di Brian de Palma, Evans ottenne importanti ruoli in film del calibro di A Low Down Dirty Shame o ancora Ice cream man. Negli ultimia anni, in ogni caso, era diventata una star delle telenovelas. Tra i suoi ruoli più importanti ricordiamo anche quello di Tawny Moore in Beautiful. Proprio per il ruolo interpretato in Una vita da vivere, tra le altre cose, l’attrice aveva ricevuto una prestigiosa nomination agli Emmy Awards 1988, subito prima di ritirarsi dalle scene per una decina di anni a causa di uno stalker che la tormentava.

Campo San Martino, ragazzo di 27 anni morto annegato nel Brenta davanti alla moglie

Voleva passare un pomeriggio spensierato in compagnia della moglie e di un gruppo di conoscenti sulla spiaggetta di Via Basse, inconsapevole che quel tuffo nel fiume gli sarebbe stato fatale. È morto così un ragazzo di 27 anni originario della Tunisia, inghiottito dalle acque del fiume Brenta che non gli hanno purtroppo lasciato scampo.

Ragazzo morto annegato nel fiume Brenta

Il dramma si è consumato lunedì 10 luglio 2023 a Campo San Martino, in provincia di Padova. In località Ponte, dove si è verificata la tragedia, erano già in passato avvenuti eventi simili, con persone molto giovani che avevano trovato la morte tuffandosi nelle pericolose acque del corso d’acqua. L’uomo si era a quanto pare immerso nel fiume intorno alle ore 17.30, non riuscendo però più a tornare a galla. Immediato l’allarme lanciato dalla compagna della vittima e da alcuni amici, che hanno chiamato sul posto le autorità. Poche ore dopo, intorno alle 19.30, i sommozzatori hanno effettuato la tragica scoperta del corpo dell’uomo, ormai esanime. A nulla, dunque, è servito l’intervento pur repentino dei carabinieri, dei vigili del fuoco provenienti da Venezia e da Cittadella e del personale medico del Suem 118.

Chi era la vittima

Il 27 enne morto annegato si chiamava Arbi Hadfi ed era probabilmente inconsapevole di quanto fosse rischioso farsi un bagno in quel particolare punto del fiume, dove la balneazione era proibita proprio alla luce dei numerosi incidenti passati. In quel tratto, in modo specifico, sono infatti presenti, come riporta Il Gazzettino, diverse buche, numerose chiuse e una corrente impetuosa che si può facilmente trasformare in una trappola mortale. Dopo il ritrovamento del cadavere e dopo il nullaosta del pubblico ministero di turno, la salma di Hadfi è stata trasportata all’istituto di Medicina Legale di Cittadella, dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Gianna Scarpelli, chi è l’ex moglie di Carlo Verdone

Gianna Scarpelli è stata per tanti anni la segretaria personale dell’ex marito Carlo Verdone. La sua data di nascita non è nota, così come se la donna abbia attualmente un compagno.

Gianna Scarpelli e Carlo Verdone

La coppia si è sposata nel 1980 ed è stata insieme per ben 16 anni. I due hanno vissuto un matrimonio tra alti e bassi, costruendo una famiglia composta anche dai due figli Giulia e Paolo, nati rispettivamente nel 1986 e nel 1988. Gianna non è mai stata affascinata dal mondo dello spettacolo e ha sempre mantenuto la sua privacy, distaccandosi sempre anche dagli eventi mondani. La donna non è un personaggio famoso ed è conosciuta dal pubblico solo per essere la madre dei figli del noto attore e regista. Secondo quanto riportato da Vanity Fair, la separazione tra Scarpelli e Verdone sarebbe stata legata al poco tempo che l’attore passava in famiglia, tutto dedicato al suo lavoro: «Per due anni mi sono chiesto come non perdere la battaglia: non parteciparci. Mi sono preso due anni sabbatici e ho viaggiato con i miei figli Giulia e Paolo, abbiamo girato il mondo e me li sono goduti. Là hanno capito che avevano un papà che si occupava di loro». Cosa molto particolare, sembra che dopo l’udienza di separazione l’ex moglie abbia stupito Verdone chiedendo di partire con lei e i loro figli per una vacanza in Sardegna.

I due sono rimasti in buoni rapporti

Anche se la coppia è separata, ma non ancora divorziata, dopo il matrimonio finito è rimasta in buoni rapporti. Gli ex coniugi hanno messo da parte i rancori e hanno costruito un rapporto sereno e amichevole, trasmettendo la giusta serenità ai figli.

Pio e Amedeo: componenti e storia del duo comico italiano

Pio e Amedeo sono i componenti di un celebre duo comico italiano. La coppia è formata da Pio D’Antini, nato a Foggia il 25 agosto 1983, e Amedeo Grieco, nato nella medesima città il 20 agosto 1983. I due hanno fatto le prime esperienze da comici nel cabaret e nei villaggi turistici.

Pio e Amedeo: la storia del duo

Il duo ha esordito in televisione su Telefoggia nella trasmissione Occhio di bue, per poi approdare a Radionorba dirigendo la fascia oraria 15:00 – 17:00 e su Telenorba con la trasmissione U’ Tub, famosa per le candid camera. Nel maggio 2011 hanno fatto un provino per la Rai e sono stati assunti per i programmi Stiamo tutti bene e Base Luna su Rai 2. L’anno seguente hanno cambiato emittente, andando a Mediaset, prima come inviati di Zelig e poi nel 2013 come inviati de Le Iene. Nel 2014 è uscito il loro primo film, Amici come noi, e a Natale dello stesso anno hanno recitato in Ma tu di che segno 6? con Massimo Boldi, Gigi Proietti, Vincenzo Salemme e Ricky Memphis.

Pio e Amedeo, storia del duo comico
Pio e Amedeo (Facebook).

Dal 2016 il duo comico ha potuto portare sullo schermo il programma Emigratis, in onda su Italia 1 e proseguito fino al 2018, anno in cui hanno iniziato la loro tourneé teatrale con lo spettacolo Tutto fa Broadway. Nel 2019 i due sono entrati nel cast della trasmissione Amici di Maria De Filippi e hanno iniziato un altro tour teatrale intitolato La classe non è acqua. Nell’aprile 2021 hanno esordito in prima serata su Canale 5 con il loro Felicissima sera. L’anno seguente poi, sono ritornati con una nuova edizione di Emigratis, questa volta su Canale 5. Sempre nel 2022 hanno recitato in Belli ciao, regia di Gennaro Nunziante.

Pio e Amedeo: la vita privata

Per quanto riguarda la vita privata, Pio D’Antini è sposato con la modella Cristina Garofalo dal luglio del 2016 e nel dicembre dello stesso anno è diventato padre della sua prima figlia Chiara. Amedeo Grieco, invece, è sposato con Maria Finizio dalla quale ha avuto due figli, Federico nato nel 2015 e Alice nata nel 2018.

Meteo, le previsioni di Giuliacci sul picco del caldo: quando tornano le piogge

Come ampiamente previsto, in questa seconda settimana di luglio le temperature in tutta Italia sono aumentate in maniera evidente, portando alcune città a raggiungere picchi anche superiori ai 40 gradi – con un’afa insopportabile peggiorata come di consueto da un alto tasso di umidità. Sono dunque tanti gli italiani a chiedersi quando il caldo concederà una tregua. A rispondere a questa domanda è stato il colonnello Mario Giuliacci, intervistato da Fanpage.it.

Le previsioni meteo di Giuliacci: al Nord anticiclone fino al 20 luglio

A causare questo importante rialzo delle temperature recente è stato l’arrivo di un anticiclone africano che persisterà sull’Italia, stando alle stime di Giuliacci, almeno fino al 20 luglio: tuttavia, a partire da questa data e fino al 25 luglio, il vortice bollente inizierà a indebolirsi gradualmente, provocando così un abbassamento delle temperature quasi ovunque. Ci si aspetta, dunque, un picco del caldo per i prossimi giorni: secondo Giuliacci al Nord la colonnina di mercurio raggiungerà i 33/35 gradi fino al 12 luglio, con punte di 37 su alcune aree dell’Emilia Romagna. Il primo calo delle temperature è però già previsto per il 13 e il 14 luglio, con perturbazioni e precipitazioni a corredo. Diverso, in generale, è il discorso per le coste, dove le temperature non dovrebbero mai superare i 32 gradi. Bisognerà però resistere al caldo ancora per qualche giorno: dal 15 al 19 luglio le temperature torneranno a salire, con nuove punte di 35 gradi o persino di 37 (sempre per quanto riguarda l’Emilia Romagna). Anche il Centro si dovrebbe preparare a un importante rialzo delle temperature, dai 35 gradi fino addirittura ai 37 per quanto riguarda in particolare il Perugino, il Fiorentino e l’Aretino. Non è inoltre da escludere che, tra il 16 e il 19 luglio, in queste zone (oltre che nel Viterbese) si possano addirittura raggiungere i 40 gradi.

Attesi 40 gradi in Sicilia

Secondo Giuliacci la situazione non cambierà molto per quanto riguarda il Sud e le isole. Si prevedono a proposito temperature in rialzo fino a 35 gradi con punte di 37/40 per il 14 luglio (importanti aumenti sono previsti anche i tra il 18 e il 19 luglio su Puglia e provincia di Matera). Tra il 20 e il 25 luglio ci sarà un lieve calo delle temperature anche in queste zone: tuttavia è fondamentale ricordare che l’anticiclone africano si indebolirà semplicemente, senza sparire del tutto. Per il resto, in Sicilia le temperature aumenteranno fino a 33/35 gradi con punte di 38 gradi in alcune zone interne. Sono inoltre previsti 40 gradi sulle province di Catania, Siracusa e Trapani fra il 15 e il 19 luglio. Temperature in rialzo anche in Sardegna nei prossimi giorni, fino a 35/37 gradi sia nelle zone interne che in quelle di Alghero e Olbia (fino al 14 luglio). Nei giorni successivi, almeno fino al 16 luglio, si prevedono infine temperature più miti causate dall’arrivo di correnti fresche in zona, che porteranno anche qualche rovescio.

Carlo Verdone: moglie, figli e film dell’attore comico

Carlo Verdone, nato a Roma il 17 novembre 1950, è un attore, regista e sceneggiatore comico. Figlio di Mario Verdone, critico cinematografico, ha sempre vissuto in questo mondo e si è diplomato in regia al Centro sperimentale di cinematografia di Roma.

Carlo Verdone: biografia e carriera

Prima di debuttare al cinema, Verdone l’ha fatto a teatro, più precisamente al Teatro Alberichino con lo spettacolo Tali e quali, proponendo una serie di personaggi che hanno subito coinvolto il pubblico. A vederlo anche il regista televisivo Enzo Trapani che lo fa esordire sul piccolo schermo insieme ad altri comici nel varietà Non stop. Il debutto di Verdone alla regia è nel 1980 con il film Un sacco bello, ad aiutarlo dandogli consigli di regia, Sergio Leone. L’anno seguente è la volta di Bianco, rosso e Verdone e in seguito ha collaborato e recitato accanto ad Alberto Sordi in due film importanti: In viaggio con papà (1982) di Sordi e Troppo forte (1986), diretto da Verdone.

Carlo Verdone, tra carriera al cinema e vita privata
Carlo Verdone, Anita Caprioli, Monica Guerritore and Max Tortora al Festival del Cinema di Roma nel 2021 (Getty Images).

Tra i film di successo degli Anni 80 e 90 si citano Compagni di scuola (1988), Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Al lupo al lupo (entrambi del 1992) e Viaggi di nozze (1995). Il suo più grosso incasso al cinema è stato con Il mio miglior nemico nel 2006. Quanto infine agli Anni 2000, tra le pellicole più note vi sono Grande, grosso e… Verdone (2008), Io, loro e Lara (2010), Posti in piedi in paradiso (2012) e Sotto una buona stella (2014). Nel 2013 Verdone ha anche partecipato al film di Paolo Sorrentino La grande bellezza in cui è stato co-protagonista insieme a Toni Servillo.

Carlo Verdone: la vita privata

Carlo è il fratello di Luca e Silvia Verdone, quest’ultima sposata con Christian De Sica. Insieme a quest’ultimo ha girato tre film, ovvero Borotalco, Acqua e sapone e Compagni di scuola. Dal 1980 al 1996 è stato sposato con Gianna Scarpelli, dalla quale è legalmente separato ma non divorziato. Con lei ha avuto due figli: Giulia (1986), apparsa in un cameo in Al lupo al lupo e in Viaggi di nozze, e Paolo (1988), apparso in un cameo in Grande, grosso e… Verdone, in Io, loro e Lara e, in un ruolo più rilevante, in Posti in piedi in paradiso.

Guerra in Ucraina, sarebbero circa 47 mila i soldati russi morti al fronte

Secondo uno studio realizzato dai giornali russi indipendenti Meduza e Mediazona, insieme con un ricercatore dell’università tedesca di Tubinga, dall’inizio della guerra in Ucraina nel febbraio del 2022 sarebbero circa 47 mila (la stima dell’analisi va da 40 a 55 mila) i soldati di Mosca caduti al fronte. Una cifra ben distante da quella comunicata dal Cremlino, che a settembre aveva parlato di 5.937 soldati russi morti in quella che continua a definire ancora «operazione militare speciale». Difficile ci sia stata da allora un’escalation: più probabile che la Russia abbia comunicato numeri al ribasso, fin dall’inizio del conflitto.

Guerra in Ucraina, sarebbero 47 mila i soldati russi morti al fronte. I dati dello studio indipendente sul conflitto.
A settembre, per il Cremlino, in Ucraina erano caduti meno di 6 mila soldati (Getty Images).

In 10 anni di guerra in Afghanistan morirono 15 mila soldati sovietici

in I giornalisti di Meduza e Mediazona, con l’aiuto dello statistico Dmitry Kobak, hanno messo insieme i dati provenienti dai necrologi pubblicati in Russia, quelli sulla mortalità comunicati dal servizio di statistica nazionale e sulle richieste di eredità. Poi li hanno confrontati con quelli relativi agli anni precedenti l’invasione dell’Ucraina. È emerso che nel periodo in esame (24 febbraio 2022-31 maggio 2023) sono morti molti più uomini di età inferiore ai 50 anni, cioè arruolabili per combattere in Ucraina, rispetto al passato. In 15 mesi di combattimenti sarebbero dunque morti tre volte più soldati russi di quelli sovietici in 10 anni (1979-1989) di guerra in Afghanistan.

Guerra in Ucraina, sarebbero 47 mila i soldati russi morti al fronte. I dati dello studio indipendente sul conflitto.
I documenti di un soldato russo morto in Ucraina (Getty Images).

I numeri dello studio sono in linea con quelli dell’intelligence degli Stati Uniti

Kobak non è nuovo a indagini statistiche sulla Russia. In passato ha infatti già realizzato uno studio per calcolare i decessi per Covid nel Paese, mostrando che le cifre ufficiali del governo erano molto inferiori alla realtà. Anche in quel caso aveva considerato necrologi, dati sulla mortalità e richieste di eredità. La stima dello studio è in linea con quella dell’intelligence degli Stati Uniti, che qualche mese fa – in un documento riservato che era stato però pubblicato sui media – aveva stimato tra i 189 e 223 mila le perdite russe in Ucraina, tra morti e feriti, individuando in 43 mila il numero delle vittime.

Giappone, piogge torrenziali e alluvioni nel Sud del Paese

È di almeno sei morti e tre dispersi il bilancio provvisorio delle pesanti alluvioni che stanno colpendo il sud del Giappone. Piogge torrenziali hanno infatti imperversato per una settimana a Kyushu, una delle quattro isole maggiori, facendo straripare i fiumi e provocando numerose frane. Registrati danni ai servizi di trasporto, soprattutto i treni ad alta velocità, e alla rete idrica nonché alle strade. «È la pioggia più intensa mai vista», ha spiegato al Guardian Satoshi Sugimoto, funzionario dell’agenzia meteorologica. «È necessario garantire la sicurezza delle persone, molte vite sono in pericolo». Sebbene il peggio dovrebbe essere alle spalle, si consiglia ancora cautela per il rischio di ulteriori inondazioni. Per gli scienziati, il fenomeno è conseguenza della crisi climatica e del relativo surriscaldamento globale, che ha intensificato la formazione di tifoni e temporali nell’area.

Giappone, i danni maggiori si registrano a Fukuoka e Kurume

Secondo l’agenzia meteorologica, a Kurume sono caduti oltre 40 centimetri di pioggia in appena 24 ore tra domenica 9 e lunedì 10 luglio, il dato più alto mai registrato. Un uomo di circa 70 anni è morto dopo che una frana ha travolto sette abitazioni in cui vivevano 21 persone. Sei sono riuscite a uscire sulle proprie gambe, mentre le forze dell’ordine ne hanno estratte altre nove e sono al lavoro per salvare le ultime cinque. Il quotidiano locale Yomiuri Shimbun ha confermato il decesso di un altro uomo nelle risaie adiacenti un fiume che ha rotto gli argini ed è esondato nelle campagne vicine. «È stato orribile», ha raccontato Takashi Onizuka, residente non lontano da Kurume. «Le raffiche di vento erano incredibilmente forti».

Sei morti e tre dispersi a Kyushu, nel sud del Giappone, per le piogge torrenziali e le seguenti alluvioni. Danni a trasporti e rete idrica.
Una veduta aerea di un villaggio sull’isola di Kyushu (Getty Images).

Quattro i morti nella prefettura di Fukuoka. Una donna di 77 anni non ha fatto in tempo a lasciare la sua abitazione prima che il fango la inghiottisse durante una piena. Illeso invece suo marito, che è stato portato in ospedale per controlli. Un uomo è invece deceduto nella sua auto, trascinata dalla corrente di un fiume in piena. «Abbiamo ricevuto segnalazioni di esondazioni e frane in varie zone del Paese», ha spiegato il capo segretario di gabinetto Hirokazu Mastuno. «Il governo sta facendo del suo meglio per adottare le misure di sicurezza necessarie alla tutela della popolazione». Il primo ministro del Giappone Fumio Kishida ha ordinato l’istituzione di una task force per coordinare le attività.

Eleonora Giorgi: età, compagno, figli e film dell’attrice

Eleonora Giorgi, nata a Roma il 21 ottobre 1953, è un’attrice italiana. Negli Anni 70 è stata una sex symbol e nella sua carriera ha vinto un David di Donatello per la sua interpretazione in Borotalco nel 1982.

Eleonora Giorgi: biografia e carriera

Dopo aver debuttato come attrice nel film erotico Storia di una monaca di clausura nel 1973, l’anno seguente ha recitato nella pellicola Appassionata in coppia con Ornella Muti e in altri film della commedia sexy italiana. In seguito ha iniziato a ricoprire ruoli più impegnati, tra cui quelli in L’Agnese va a morire (1976), Una spirale di nebbia (1977) e Un uomo in ginocchio del 1979. Famosi anche i suoi film in coppia con i più grandi interpreti della commedia all’italiana degli Anni 80 come Renato Pozzetto (Mia moglie è una strega del 1980), Carlo Verdone (Borotalco del 1982), Johnny Dorelli e Adriano Celentano, con cui ha girato Mani di velluto (1979) e Grand Hotel Excelsior (1982).

Eleonora Giorgi, carriera al cinema e vita privata
Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro ai Nastri D’Argento del 2006 (Getty Images).

Negli Anni 80 Giorgi ha condotto alcuni programmi televisivi tra cui Un disco per l’estate nel 1983 e Sotto le stelle nel 1984. Ha inoltre continuato a recitare comparendo in film come: Mani di fata di Steno (1983), Sapore di mare 2 – Un anno dopo di Bruno Cortini (1983), Vediamoci chiaro di Luciano Salce (1984) e in Compagni di scuola, nuovamente con Carlo Verdone (1988). Tra gli Anni 90 e 2000, la sua attività di attrice si è concentrata maggiormente in televisione e ha recitato in alcuni sceneggiati come Morte di una strega, Lo zio d’America e I Cesaroni. Nel 2016 Giorgi è tornata a recitare in due film, My Father Jack di Tonino Zangardi e Attesa e cambiamenti di Sergio Colabona. Nella sua carriera, ha anche diretto due pellicole, ovvero Uomini & donne, amori & bugie (2003) e L’ultima estate (2009).

Eleonora Giorgi: la vita privata

Per quanto riguarda il provato, nel 1979 è stata sposata con l’editore Angelo Rizzoli e nel marzo 1980 è nato il suo primo figlio Andrea. Rizzoli e Giorgi divorziarono nel 1984 e, dopo la separazione, l’attrice si è legata all’attore Massimo Ciavarro, conosciuto sul set di Sapore di mare 2 e sposato nel 1993. Dalla loro unione nel 1991 è nato il secondo figlio Paolo. Dopo il divorzio da Ciavarro, nel 1996, è stata fidanzata fino al 2007 con il romanziere Andrea De Carlo.

Emanuela Orlandi, spunta la pista dello zio Mario Meneguzzi. Pietro: «Senza vergogna»

A distanza di oltre 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, continuano a susseguirsi piste e ipotesi su quello che potrebbe essere accaduto il 22 giugno 1983, giorno in cui della cittadina vaticana si persero per sempre le tracce. Dopo la pista del rapimento collegato al terrorismo internazionale e quella del coinvolgimento della banda della Magliana, spunta una nuova ipotesi che vede coinvolto un familiare di Emanuela. Si tratta in particolare dello zio Mario Meneguzzi, oggi defunto, che secondo il Vaticano potrebbe aver avuto un ruolo nella sparizione della nipote.

Le presunte molestie dello zio alla sorella di Emanuela Orlandi

Meneguzzi era il marito di Lucia Orlandi (sorella di Ercole, padre di Emanuela) che inizialmente tenne i rapporti telefonici, per conto della famiglia, con le persone che sostenevano di aver sequestrato la ragazza. La sua figura è stata più volte sondata nel corso degli anni, ma ora compare in un carteggio consegnato dalla procura della Santa Sede a quella di Roma. Nello scambio in questione, di cui ha dato notizia il TgLa7, si fa riferimento a presunte molestie da parte di Mario a Natalina, sorella maggiore di Emanuela. In particolare, l’allora segretario dello Stato pontificio Agostino Casaroli scrisse una lettera a un sacerdote inviato in Colombia, a lungo confessore degli Orlandi, chiedendo conferma del fatto che Natalina gli avesse rivelato di essere stata molestata dallo zio. Questa la risposta ottenuta dal religioso: «Sì, è vero. È stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata. Le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, l’aveva fatta assumere qualche tempo prima».

La pista familiare venne esclusa tempo fa dalla magistratura italiana

L’ipotesi è dunque che l’uomo possa aver riservato lo stesso trattamento a Emanuela, ma la pista familiare è già stata vagliata ed esclusa diversi anni fa. In un primo momento Meneguzzi, come altri parenti della 15enne, venne monitorato dalla Polizia e successivamente ascoltato dagli inquirenti, ma il coinvolgimento dei parenti venne scartato quando Papa Wojtyla parlò prima pubblicamente di rapimento e poi in privato di pista del terrorismo internazionale.

Pietro Orlandi: «Una carognata, voglio incontrare il Papa»

Indignata la reazione di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, alla notizia. «Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Non siamo stati chiamati dalla procura di Roma da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato», ha dichiarato all’Adnkronos aggiungendo di voler chiedere un incontro col Pontefice. E ancora, su Facebook: «Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna, senza vergogna, mi fanno schifo». Ha quindi annunciato l’organizzazione di una conferenza stampa, in programma per oggi (11 luglio) alle 16 presso l’Associazione della Stampa Estera a Roma, per chiarire il punto di vista della famiglia in merito alle nuove notizie. Sarà presente anche la stessa Natalina.

Marta Fascina sfrattata da Arcore: ha tre mesi per lasciare Villa San Martino

Marta Fascina, la “quasi moglie” di Silvio Berlusconi, è stata sfrattata insieme al padre da Arcore. Lo scrive Dagospia, spiegando che la deputata di Forza Italia dovrà «accantonare il sogno di vivere da castellana a Villa San Martino» e che ha 90 giorni di tempo per fare i bagagli. L’indiscrezione, come si legge su Repubblica, ha trovato conferma in «ambienti importanti» del partito fondato dal Cav.

Fascina sfrattata da Arcore: tre mesi per lasciare Villa San Martino. La “quasi moglie” di Berlusconi dovrà trasferirsi prima di ottobre.
Marta Fascina e Silvio Berlusconi (Getty Images).

Fascina avrà i 100 milioni del testamento, la famiglia Berlusconi non si opporrà

La donna che è stata al fianco di Berlusconi negli ultimi anni otterrà 100 milioni di euro, come stabilito dall’ex premier nel suo testamento. La famiglia, a partire da Marina e Pier Silvio, lo ha accettato. Nessuna intenzione di impugnarlo, nonostante qualche dubbio sulla validità del documento. Ma in cambio Fascina e il padre Orazio dovranno lasciare Villa San Martino, che tra l’altro nei suoi giardino ospita il mausoleo sono deposte le ceneri di Berlusconi, senza discussioni o strascichi di alcun tipo.

Fascina sfrattata da Arcore: tre mesi per lasciare Villa San Martino. La “quasi moglie” di Berlusconi dovrà trasferirsi prima di ottobre.
Barbara, Pier Silvio e Marina Berlusconi insieme con Marta Fascina al funerale dell’ex premier (Imagoeconomica).

Le frizioni con la famiglia e con il partito: la doppia “scalata” tentata da Fascina

La famiglia Berlusconi intende evitare che Fascina prenda il controllo della villa di Arcore, dove al momento ha la residenza. Sullo sfondo c’è poi la lotta per il futuro di Forza Italia. L’ultima compagna di Berlusconi avrebbe avuto l’intenzione di scalare le gerarchie del partito, avanzando anche pretese sul logo, circostanza questa da lei stessa già smentita. Più probabile invece un ridimensionamento nell’immediato futuro. «È cominciata una seconda fase e Fascina non può pensare di essere la prima nella linea di discendenza», è il ragionamento attribuito a un alto dirigente del partito, raccolto da Repubblica. «I figli, chiaramente, vogliono il loro spazio pur rispettando le volontà del Cavaliere. E, nel partito, Marta non si deve meravigliare se trova davanti un clima non esattamente collaborativo». Intanto, come scrive Dagospia, Pier Silvio (che disertò le nozze morganatiche con il padre) le «ha dato tempo fino a ottobre per inscatolare borse, scarpe e sciarpine di cachemire e lasciare la residenza di Arcore».

Chiara Spoletini: biografia e carriera dell’attrice

Chiara Spoletini, classe 1986 e nata a Roma, è un’attrice, autrice televisiva e teatrale, giornalista e conduttrice. Ha conseguito un Master in drammaturgia e sceneggiatura presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico in Roma.

Chiara Spoletini: biografia e carriera

Conclusi gli studi, Chiara ha iniziato a collaborare come attrice, ma anche come co-agente e supervisore alle sceneggiature, insieme all’agenzia di spettacolo Cda Studio Di Nardo. È stata finalista alla X Edizione del Festival delle lettere nonché vincitrice del premio del pubblico al concorso TheatrAgon. Per la sua attività di sceneggiatrice ha inoltre vinto il primo premio della prima edizione del Club dei Narrautori. Nel 2009 ha ottenuto la menzione speciale per il personaggio di Isabella alla V Edizione del Festival Internazionale di Teatro di Varsavia. Tra gli spettacoli teatrali in cui è apparsa vi sono il musical Chiedo scusa se parlo di Gaber di Anselmi, Siddharta di H. Hesse, Icaro dove sei, LineaZ e Acta General, tutti e tre di Milesi. Come drammaturga, la Spoletini ha ricevuto anche la menzione speciale presso il Salone internazionale del libro di Torino 2015 nel concorso Inedito, il Camaleonte, con il testo teatrale Shottery Road.

Chiara Spoletini è un'attrice, ma anche sceneggiatrice
Chiara Spoletini e il resto del cast sul red carpet di Ti Presento Sofia al Festival del Cinema di Roma nel 2018 (Getty Images).

Per quanto riguarda il cinema, dopo aver recitato nel 2018 in Ti presento Sofia, film di Guido Chiesa, è stata scelta dallo stesso regista per prendere parte anche alla pellicola per il grande schermo Cambio tutto nel 2020. Finora ha lavorato con grandi nomi del cinema e del teatro, tra cui Emma Dante, Pierpaolo Sepe, Giancarlo Sepe, Matteo Tarasco e Pier Francesco Favino. Nelle vesti di attrice ha vinto anche il Premio come miglior attrice presso il Primo Festival Antimafie.

 

Voucher prestazioni occasionali: torna la vendita in poste e tabaccai

Non con poche polemiche, nel mercato del lavoro italiano tornato i voucher per le prestazioni occasionali e, così come avveniva in passato, potranno essere acquistati alle Poste o dal tabaccaio. Tutto è figlio del decreto lavoro che ha reintrodotto questo metodo di pagamento aumentando anche la soglia massima dei voucher a 15 mila euro per le aziende del settore terme, fiere eventi e parchi divertimento.

I voucher per le prestazioni occasionali

La soglia resta invece a 10 mila euro per tutte le aziende che operano in altri settori e che sono autorizzate a pagare i dipendenti con questa modalità. Si tratta, più nello specifico, di tutte le imprese che hanno meno di 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Anche in questo caso, tuttavia, è prevista una deroga per il settore fieristico, delle terme e dei parchi divertimento che potranno utilizzare i voucher per le prestazioni occasionali se hanno fino ad massimo di 25 dipendenti a tempo indeterminato.

Dove comprare i voucher

Per quel che riguarda l’acquisto dei nuovi voucher per le prestazioni occasionali, questi potranno essere reperiti dagli utilizzatori in diverse modalità, dal tabaccaio così come negli uffici postali o sulle piattaforme informatiche dell’Inps. In passato, per l’acquisto in tabaccheria dei voucher, era previsto che il committente mostrasse all’esercente la tessera sanitaria e la carta d’identità elettronica. Una volta presi i voucher, prima dell’inizio della prestazione di lavoro occasionale, sempre il committente doveva comunicare una serie di dati, quali:

  • il proprio codice fiscale;
  • la tipologia di committente/tipologia di attività;
  • i dati del prestatore (nome, cognome, codice fiscale);
  • il luogo di lavoro; la data di inizio e di fine della prestazione.

Per la nuova procedura d’acquisto, invece, si attendono conferme da parte dell’Inps che arriveranno nel corso dei prossimi giorni.

Bonus Sud 2023: cos’è, a chi spetta e come fare domanda

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto la proroga per i bonus Sud, ovvero per tutta quella serie di incentivi rivolti alle imprese con sede nel Meridione d’Italia. Si tratta, più nello specifico, di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Sardegna e Sicilia. Dallo scorso 8 giugno e fino al fino al 31 dicembre 2024, le realtà interessate possono presentare la domanda per ottenere i benefici, nella forma del credito di imposta, per le spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali ad un miglioria della produzione.

Bonus Sud 2023: cos’è e come funziona 

Il bonus Sud 2023 è, come detto, rivolto alle imprese del Meridione che svolgono degli investimenti per beni funzionali ad un miglioramento della propria attività produttiva. Il credito d’imposta, più nello specifico, viene concesso nella misura minima del 20 per cento e massima del 45 per cento della spesa sostenuta. La differenza nelle agevolazioni è data dalle caratteristiche delle imprese richiedenti e dalla zona di ubicazione della struttura produttiva. Si ricorda inoltre che, così come previsto dalla Legge di bilancio 2016, all’interno del bonus Sud vengono comprese anche le realtà economiche collocate in aree del Paese in difficoltà, non per forza del Meridione. Si tratta delle cosiddette zone sisma del Centro Italia, le Zes (Zone economiche speciali) e le Zls (Zone logistiche semplificate).

Bonus Sud 2023: a chi spetta

Così come previsto dalla normativa, il bonus Sud 2023 può essere richiesto dalle piccole, medie e grandi imprese ubicate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna, Abruzzo, nella zona Sisma e nelle Zes che acquistano beni strumentali nuovi destinati alle strutture produttive. A tal punto è necessario ricordare che la zona Sisma include i comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016, mentre nelle Zes troviamo le regioni geografiche con particolari problemi nello sviluppo economico. Infine, nelle Zls ci sono le aree portuali delle regioni più sviluppate che hanno dei porti compresi nella rete transeuropea dei trasporti (Ten-T). Vi sono poi determinate tipologie di aziende che sono escluse a priori dall’agevolazione. Si tratta delle realtà che operano nei settori dell’industria siderurgica e carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia, delle infrastrutture energetiche, creditizio, finanziario e assicurativo. Solo per le zona Sisma e Zes è prevista anche l’esclusione dei soggetti operanti nei settori dell’agricoltura, della pesca e acquacoltura.