Bonus Sud 2023: cos’è, a chi spetta e come fare domanda

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto la proroga per i bonus Sud, ovvero per tutta quella serie di incentivi rivolti alle imprese con sede nel Meridione d’Italia. Si tratta, più nello specifico, di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Sardegna e Sicilia. Dallo scorso 8 giugno e fino al fino al 31 dicembre 2024, le realtà interessate possono presentare la domanda per ottenere i benefici, nella forma del credito di imposta, per le spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali ad un miglioria della produzione.

Bonus Sud 2023: cos’è e come funziona 

Il bonus Sud 2023 è, come detto, rivolto alle imprese del Meridione che svolgono degli investimenti per beni funzionali ad un miglioramento della propria attività produttiva. Il credito d’imposta, più nello specifico, viene concesso nella misura minima del 20 per cento e massima del 45 per cento della spesa sostenuta. La differenza nelle agevolazioni è data dalle caratteristiche delle imprese richiedenti e dalla zona di ubicazione della struttura produttiva. Si ricorda inoltre che, così come previsto dalla Legge di bilancio 2016, all’interno del bonus Sud vengono comprese anche le realtà economiche collocate in aree del Paese in difficoltà, non per forza del Meridione. Si tratta delle cosiddette zone sisma del Centro Italia, le Zes (Zone economiche speciali) e le Zls (Zone logistiche semplificate).

Bonus Sud 2023: a chi spetta

Così come previsto dalla normativa, il bonus Sud 2023 può essere richiesto dalle piccole, medie e grandi imprese ubicate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna, Abruzzo, nella zona Sisma e nelle Zes che acquistano beni strumentali nuovi destinati alle strutture produttive. A tal punto è necessario ricordare che la zona Sisma include i comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016, mentre nelle Zes troviamo le regioni geografiche con particolari problemi nello sviluppo economico. Infine, nelle Zls ci sono le aree portuali delle regioni più sviluppate che hanno dei porti compresi nella rete transeuropea dei trasporti (Ten-T). Vi sono poi determinate tipologie di aziende che sono escluse a priori dall’agevolazione. Si tratta delle realtà che operano nei settori dell’industria siderurgica e carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia, delle infrastrutture energetiche, creditizio, finanziario e assicurativo. Solo per le zona Sisma e Zes è prevista anche l’esclusione dei soggetti operanti nei settori dell’agricoltura, della pesca e acquacoltura.