Kyrgios si ritira da Wimbledon a poche ore dall’esordio: brutta scoperta in allenamento
Clamoroso forfait di Kyrgios a Wimbledon a poche ore dal suo esordio in tabellone contro Goffin. Problema fisico dell'ultim'ora.
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Stasera 2 luglio 2023 su Rai 1, alle ore 21.25, andrà in onda la prima puntata della fiction Scomparsa. Si tratta di una serie composta da 12 episodi dalla lunghezza di 50 minuti che è stata realizzata da Endemol Shine con protagonista Vanessa Incontrada. È incentrata sulla sparizione di una ragazza, Camilla, che viene cercata con insistenza dai suoi genitori e in particolare dalla madre, che fa di tutto per avere indizi su di lei. La fiction sarà disponibile in streaming e on demand anche sulla piattaforma Rai Play.
Siamo a San Benedetto del Tronto, poco prima dell’inizio di una nuova stagione estiva. Nora Telese (Vanessa Incontrada) è una psichiatra che si è trasferita da poco in questa nuova località insieme a sua figlia Camilla (Eleonora Gaggero). Le due hanno un rapporto molto stretto come madre e figlia e si considerano amiche. Infatti, nonostante la differenza di età, si parlano spesso e si raccontano la loro giornata. Camilla è una ragazza responsabile e anche abbastanza matura ma le cose cambiano improvvisamente quando decide di andare a una festa accompagnata dall’amica Sonia (Pamela Stefana). Infatti, dopo il party le due giovani scompaiono nel nulla. Non si hanno più tracce di loro e l’unico indizio della loro presenza è la borsa di Camilla, ritrovata in un campo a diversi chilometri di distanza dal luogo della festa e da San Benedetto del Tronto.
La polizia, dopo essere stata allertata, si mette subito sulle tracce delle due ragazze. A coordinare le indagini ci pensa il vicequestore aggiunto Giovanni Nemi (Giuseppe Zeno), che si interfaccia con Nora e allo stesso tempo cerca costantemente indizi per ricostruire la vicenda. La storia delle due giovani scomparse colpisce l’intera comunità che si attiva per poter dare una mano a Nora a ritrovare la figlia. Diversi personaggi cercano di fare la loro parte nelle ricerche, dal ristoratore Amir (David Sef) al maestro di windsurf (Simon Grechi). Tuttavia la vicenda farà scoprire a Nora che la giovane le nascondeva molti segreti. Allo stesso tempo, anche coloro che fanno parte della comunità hanno molti segreti e a poco a poco verranno fuori tutti i loro scheletri nell’armadio.
Protagonista principale di questa fiction è l’attrice e conduttrice di origini spagnole Vanessa Incontrada. Dopo il grande successo come conduttrice ha deciso di lanciarsi in questa nuova carriera ,e prima di tale fiction, aveva recitato anche nel film Non c’è Campo di Federico Moccia. Al suo fianco, nel ruolo di sua figlia, c’è la giovane attrice Eleonora Gaggero, conosciuta dai più giovani principalmente per il suo ruolo nella sitcom targata Disney Channel Alex & Co. e per il piccolo ruolo nel film Fratelli Unici con Raoul Bova. Ha grande importanza nella fiction anche il personaggio interpretato da Giuseppe Zeno, il vicequestore Giovanni Nemi. L’attore non è nuovo a fiction di questo genere visto che nel corso della sua carriera ha preso parte a opere come Incantesimo, Il paradiso delle signore, Un posto al sole e L’onore e il rispetto.
Nel cast della serie recita anche l’ex concorrente del reality show Grande Fratello Simon Grechi, protagonista in altre fiction come Carabinieri e Le Tre Rose di Eva. Tra gli altri membri del cast ci sono Pamela Stefana, Federico Russo, Romano Reggiani, Saul Nanni, Fabio Camilli, Euridice Axen, Marco Cocci e Alberto Molinari. Per i fan di Un posto al sole c’è anche una sorpresa, visto che potranno riconoscere tra i membri del cast la bella Clotilde Sabatino.
Dopo ore di paura e di apprensione, Brenda Cuomo, la 23enne scomparsa venerdì dalla frazione Capriglia di Pellezzano (Salerno), è stata ritrovata. La ragazza era alla guida della sua automobile, una Clio Bianca, rintracciata a Napoli nel primo pomeriggio di oggi, domenica 2 luglio, da una pattuglia dell’ufficio prevenzione generale della questura di Napoli in via Firenze, angolo corso Novara, direzione piazza Garibaldi. Le forze dell’ordine, dopo il riconoscimento, hanno accompagnato Brenda a casa.
L’ultima ad aver avuto un contatto con la giovane era stata la madre. Brenda l’aveva chiamata nel primo pomeriggio di venerdì 30 giugno per avvisarla che non sarebbe andata al lavoro perchè si stentiva stanca, poi più nulla. Al momento del rientro a casa da parte della madre, nessuna traccia della figlia. Immediato l’allarme alle forze dell’ordine che hanno provveduto ad attivare i servizi di ricerca in collaborazione con carabinieri e Polizia di Stato. Alcuni degli amici più cari avevano riferito di averla vista turbata negli ultimi tempi.
Non si conoscono i motivi che hanno portato Brenda Cuomo ad allontanarsi da casa, anche se l’ipotesi più accreditata è quella di un gesto volontario. Proprio nella serata di sabato la madre, Monica Iannicelli, aveva scritto un post alla figlia: «Mi basta sentire solo la tua voce, ti prego, anima mia, non lasciarmi così! Qualsiasi cosa la sistemiamo insieme come sempre… chiamami, ti scongiuro».
«Dobbiamo soddisfare tutti i tipi di persone, siano essi miliardari, appartenenti alla classe media, o a quella più bassa. Se non ci rivolgiamo a tutte le persone non possiamo avere successo». L’obiettivo di Tadashi Yanai è sempre stato ambizioso: competere con i grandi gruppi del fast fashion, come H&M, Zara, Gap e Mark & Spencer, ma rivolgendosi a una clientela più ampia possibile. Con il fine ultimo di diventare il numero uno al mondo nel settore dell’abbigliamento. Yanai, classe 1949, non è più un giovane imprenditore di belle speranze. Ha costruito un impero sulla vendita di vestiti e così è diventato l’uomo più ricco del Giappone, con un patrimonio netto stimato tra i 34 e i 38 miliardi di dollari. È fondatore e presidente della Fast Retailing, il gruppo che controlla il gigante dell’abbigliamento Uniqlo e altri marchi, tra cui J Brand, Helmut Lang, Theory, Comptoir des Cotonniers, Princess tam.tam.
Oggi Mr. Tadashi vive in una casa di 1.540 metri quadrati, dal valore di 50 milioni di dollari, nei boschi fuori Tokyo, possiede un’altra casa da 74 milioni di dollari nel quartiere di Shibuya, nel cuore della capitale giapponese, e due campi da golf alle Hawaii, dove ogni estate vi trascorre tre settimane per cimentarsi nel suo hobby preferito. È passato tanto tempo quando, da giovane, in un Paese devastato dalle follie nazionaliste post Seconda guerra mondiale, abitava sopra il negozio di abbigliamento maschile del padre, a Ube, in una piccola città nella prefettura di Yamaguchi. Kanichi Yanai era un sarto e gestiva il Men’s Shop Ogori Shoji, che negli Anni 70 avrebbe aperto altri negozi in diverse località. Il giovane Tadashi si è laureato in economia e scienze politiche presso la Wasada University nel 1971. «All’epoca avrei preferito non lavorare per tutta la vita. È così che ero. Mio padre mi ha chiesto di trovare lavoro e purtroppo ne ho trovato uno», ha raccontato. Ha iniziato a vendere utensili da cucina e abbigliamento maschile in un supermercato della catena Jusco per poi, dopo un anno, entrare nell’azienda del padre.
La carriera di Yanai è dunque iniziata in maniera quasi casuale. Col tempo, il futuro re dell’abbigliamento asiatico è diventato presidente della catena Men’s Shop Ogori Shoji. Nel 1984 ha fondato una sua creatura, Unique Clothing Warehouse, abbreviata in Uniqlo, e aperto il primo negozio a Hiroshima. Qualche anno dopo, nel 1991, ha cambiato il nome dell’azienda del padre in Fast Retailing, per riflettere la strategia di espansione della catena di abbigliamento. La strada era tracciata. Nel 1996, Yanai aveva già aperto più di 200 negozi Uniqlo in tutto il Giappone. Nel 1998, a Tokyo se ne contavano 2 mila. Il ritmo di espansione era pazzesco, arrivando persino alle 300 aperture all’anno. Per capire l’entità del fenomeno, nel 1998 un giapponese su quattro aveva acquistato il prodotto più popolare del marchio: una giacca in pile da 15 dollari. Si trattava di un successo enorme, che nel 2001 spinse Yanai ad avventurarsi all’estero. Al momento ci sono più di 2.400 negozi in 25 Paesi. L’inconfondibile scritta rossa su sfondo bianco è apparsa anche nelle strade delle grandi città europee. Per la cronaca, Uniqlo ha aperto il primo (e al momento unico) negozio in Italia nel 2019, a Milano, in piazza Cordusio.
Uniqlo ha saputo trasformare la sua immagine iniziale, quella di una catena a basso prezzo che aveva costruito la sua reputazione su prezzi economici vestiario. «Non mi interessa essere il più economico. Voglio essere apprezzato per aver offerto bei vestiti. Essere conosciuti per essere a buon mercato è triste», ha affermato Yanai. Ci sono infatti differenze sostanziali tra Uniqlo e le concorrenti del settore. Il brand giapponese non segue i calendari di vendita degli altri marchi di fast fashion; al contrario, la sua programmazione viene guidata dallo sviluppo dei prodotti anziché dalle tendenze del momento. Punta sullo stile minimale e funzionale dei capi. Produce abiti semplici, efficienti e intrisi di innovazione tecnologica, tre caratteristiche tipiche del made in Japan. Lo stile, invece, è pensato per adattarsi e migliorare ogni ambito della vita, ed è per questo che Uniqlo ha sposato il concetto di Lifewear, ossia abbigliamento per la vita.
La grande svolta dell’azienda è arrivata nel 2004, con la nuova Dichiarazione di qualità globale, una promessa di smettere di produrre prodotti a basso prezzo e di bassa qualità. «Uniqlo non è un’azienda di moda. È un’azienda tecnologica», ama ripetere il fondatore. Da quel momento in poi, ha iniziato a produrre cashmere e la biancheria intima termica Heattech, ancora adesso due delle sue categorie di maggior successo. Oltre che per la sua coloratissima maglieria in cashmere e merino, Uniqlo è diventata famosa per i suoi piumini leggeri, il suo denim giapponese, realizzato con tecniche tradizionali e, sempre di più, per le sue camicie. L’azienda ha inoltre rafforzato la collaborazione con il gigante dell’innovazione Toray per creare tessuti tecnologicamente capaci di soddisfare le esigenze climatiche e pratiche. «Non sono mai veramente soddisfatto di niente perché questo mondo è in continua evoluzione. Se continui a salire, vedrai un’altra montagna più alta. Sali su quella vetta e ne vedi un’altra. Alla fine morirò perché questa è la vita. Ma sto scalando montagne perché mi piace farlo», ha ammesso Yanai, pronto a scalare un’altra montagna.
Max Verstappen vince il Gran premio d’Austria di F1 a Spielberg, decima tappa stagionale del mondiale. Sul podio anche la Ferrari di Charles Leclerc e l’altra Red Bull di Sergio Perez che si guadagna il terzo posto. Per il pilota Verstappen si tratta della 42esima vittoria in carriera, nonostante Leclerc non gli abbia reso le cose facili. Al terzo mondiale, Super Max sembra ormai non avere rivali. Sarà possibile vedere la replica della corsa della F1 sul tracciato del Red Bull Ring sul canale 8 del digitale terrestre a partire dalle ore 19.
Si è spento il 29 giugno, Francesco De Bartolomeis, antifascista dichiarato e decano dei pedagogisti italiani, considerato un innovatore, oltre che cultore della materia. Uno degli apporti più importanti che diede al mondo della scuola fu il metodo dei laboratori scolastici e del tempo pieno. La notizia della morte, avvenuta all’età di 105 anni, è stata data dalla nuora, l’ex senatrice del Pd Vittoria Franco, a esequie già avvenute.
De Bartolomeis è stato docente di pedagogia all’Università di Torino dal 1956 al 1988. Appassionato della sua materia, la pedagogia, negli anni Cinquanta e Sessanta si adoperò per far conoscere anche in Italia i più importanti studiosi europei e nordamericani, riuscendo anche a farli pubblicare dagli editori con cui collaborava come Loescher e Nuova Italia. Tra le sue numerose pubblicazioni vi sono La pedagogia come scienza (La Nuova Italia, 1953), La ricerca come antipedagogia (Feltrinelli, 1969) e Il sistema dei laboratori (Feltrinelli, 1978).
Nel 1972, all’Università di Torino, inizia la sperimentazione dei laboratori per mettere a punto una strategia di sviluppo per apportare delle innovazioni nella scuola ordinaria. Il sistema dei laboratori da lui elaborato diventò l’ossatura del tempo pieno a scuola. Nel 1975 il Partito Comunista torinese lo candida come indipendente in Consiglio comunale. In accordo con l’assessore all’istruzione Gianni Dolino avvia l’iniziativa del tempo pieno e delle mense scolastiche nelle scuole torinesi.