C’è chi scatta foto davanti alla casa di Filippo Turetta, il sindaco di Torreglia: “Chiediamo rispetto”


Il piccolo comune di Torreglia, in provincia di Padova, dove si trova l'abitazione della famiglia di Filippo Turetta, il 22enne accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin e ora detenuto in carcere a Verona, sta diventando meta di un assurdo pellegrinaggio. Raccontano i residenti: "Fanno foto come se fosse il set di un film".
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Scritte antisemite su murales del Memoriale della Shoah a Milano

Scritte antisemite sono state lasciate sui due murales della serie “Binario 21, I Simpson deportati ad Auschwitz” dell’artista aleXsandro Palombo visibili sui muri del Memoriale della Shoah di Milano, già danneggiati altre due volte nel corso dell’anno. Nel primo murale, dove le stelle di David appaiono cancellate, è stata aggiunta la scritta «merde» sul volto di Homer Simpson, mentre nella seconda opera c’è scritto «schifo». A denunciare l’accaduto è l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) di Milano. «Non esiste più un luogo che sia rimasto immune dall’antisemitismo, dai social alla strada stiamo assistendo allo sdoganamento del male assoluto e questo maremoto antisemita che sta travolgendo con inaudita violenza gli ebrei di tutto il mondo non risparmierà nessuno, ci travolgerà tutti», ha dichiarato l’artista Palombo.

Istat, occupazione record a ottobre: il tasso sale al 61,8 per cento

A ottobre 2023 l’occupazione continua a crescere. Il numero degli occupati si attesta a 23 milioni 694 mila e registra, rispetto a ottobre 2022, un aumento di 455mila dipendenti permanenti e di 66mila autonomi. Il numero dei dipendenti a termine risulta invece inferiore di 64 mila unità. Lo comunica l’Istat. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 61,8 per cento. Un livello così alto non si era mai registrato nelle serie storiche. Il tasso di disoccupazione totale sale invece al 7,8 per cento (+0,1 punti rispetto al mese precedente), quello giovanile al 24,7 per cento (+1,5 punti).

Lodi, falso malato dal 2018: ai domiciliari collaboratore scolastico

I finanzieri del Comando provinciale di Lodi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di un dipendente pubblico, assente dal lavoro da oltre cinque anni con certificati medici falsi, che ha percepito indebitamente la retribuzione per circa 108 mila euro. Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lodi con il coordinamento procura lodigiana hanno accertato che il collaboratore scolastico di un istituto lodigiano era ininterrottamente assente dal lavoro, quantomeno dal 2018, sulla base di certificazioni mediche fasulle, che gli hanno consentito di continuare a percepire per intero la retribuzione.

È scattata la denuncia per falso in atto pubblico

L’uomo è stato denunciato per falso in atto pubblico commesso dal privato, false attestazioni e certificazioni che giustificano l’assenza del pubblico dipendente dal servizio e truffa aggravata ai danni di un ente pubblico. Il gip l’ha quindi posto ai domiciliari. Nei suoi confronti erano già state svolte indagini della Guardia di finanza di Lodi in relazione all’indebita percezione di assegni di invalidità civile. Quell’importo era stato sequestrato nel 2022.

Enrico VIII, in vendita per 2,3 milioni di euro la residenza di caccia dove corteggiò Anna Bolena

La celebre residenza di caccia nel Sussex appartenuta a re Enrico VIII, il castello di Bolebroke, è in vendita per 2 milioni di sterline, equivalente a circa 2,3 milioni di euro. Il castello del fondatore della Chiesa anglicana risale al 1480 e si trova nel pittoresco villaggio di Hartfield. Fu qui che il re corteggiò Anna Bolena, damigella di corte della sua prima moglie Caterina d’Aragona. Anna Bolena, che all’epoca aveva solo 20 anni, catturò l’attenzione del re che voleva assolutamente l’erede maschio che la prima moglie, madre della futura regina Maria I, non era riuscita a dargli. Tuttavia, la fortuna non sorrise alla nuova coppia: nemmeno Anna Bolena, sposata dopo l’annullamento delle prime nozze, non diede a Enrico VIII ciò che voleva. Tre anni dopo le nozze, Anna Bolena fu giudicata colpevole di tradimento, adulterio e incesto con il fratello, condannata a morte per decapitazione.

Enrico VIII, il castello in cui corteggiò Anna Bolena in vendita per 2,3 milioni di euro
Il castello di Enrico VIII (Wikipedia).

Trecento metri quadri immersi nel verde

Il castello ha subito nei secoli notevoli trasformazioni. Come recita l’annuncio pubblicato dall’ agenzia immobiliare Hamptons, la residenza ha quattro camere da letto, tre bagni e quattro saloni. Inoltre, include un suggestivo parco e si trova nelle vicinanze del pittoresco villaggio di Hartfield, celebre per essere l’ambientazione del bosco dei 100 acri nelle storie di Winnie the Pooh. Nel corso del tempo, la proprietà è stata ampliata con nuovi edifici, e attualmente occupa oltre 300 metri quadrati. Il piano terra ospita un ampio soggiorno con soffitto a volta e travi a vista con un imponente camino in mattoni, il secondo più grande in tutto il Regno Unito. Grandi porte finestre si aprono verso l’esterno e i giardini. Sempre al piano terra, si trovano uno studio e una sala giochi, due camere matrimoniali e due bagni, insieme alla cucina. Un arco conduce alla parte storica dell’edificio, dove c’è una sala da pranzo e una scala che porta ai livelli superiori e alle stanze situate nelle due alte torri ottagonali in mattoni, con accesso tramite una scala a chiocciola in rovere.

Lecce, detenuto evade durante una visita medica

Giovedì mattina, 30 novembre, un detenuto dell’istituto penitenziario Fazzi, a Lecce, ha tentato di evadere mentre si trovava all’ospedale per una visita medica. Si tratta di Geovani Bernia Castillo, 29enne di origine cubana e accusato di un omicidio avvenuto a Bitonto. Il detenuto ha eluso i controlli e ha tentato la fuga, ma è stato preso poco dopo dagli agenti della polizia penitenziaria.

Il detenuto si è nascosto sotto una vettura nel parcheggio dell’ospedale

Dopo essere riuscito a fuggire ai controlli Castillo si sarebbe recato nel parcheggio dell’ospedale Dea, provando a far perdere le proprie tracce nascondendosi sotto a una delle macchine parcheggiate. Nel frattempo, sono stati bloccati gli accessi alla struttura e sul posto sono sopraggiunti sia gli agenti della polizia di Lecce sia i carabinieri, per rinforzare le ricerche del 29enne, che è stato trovato poco dopo proprio sotto una vettura.

Shannen Doherty, il tumore si è esteso alle ossa: «Non ho finito di vivere»

Shannen Doherty, nota al grande pubblico come la Brenda di Beverly Hills 90210, lotta dal 2015 contro un tumore che l’ha inevitabilmente costretta a prendersi del tempo per se stessa e per le cure. In un’intervista alla rivista People, l’attrice ha detto che il cancro si è esteso anche alle ossa ed è arrivato al quarto stadio, sottolineando però che quest’aspetto non le impedisca di continuare a lottare.

La separazione dal marito e la scelta di non avere figli

«Non ho finito di vivere», ha detto Shannen Doherty. «Non ho finito di amare. Non ho finito di creare. Non ho ancora finito di sperare di cambiare le cose in meglio. Semplicemente non ho finito, il mio ricordo più grande deve ancora arrivare». Poi l’attrice ha parlato anche del recente divorzio con Kurt Iswarienko, lasciato dalla donna dopo 11 anni a causa di un tradimento. In quell’occasione Shannen Doherty aveva scritto sui social: «Le uniche persone che meritano di essere nella tua vita sono quelle che ti trattano con amore, gentilezza e rispetto totale». Nell’intervista a People ha affrontato il tema anche in relazioni alle scelte prese dalla coppia, che avrebbe valutato in passato la possibilità di avere dei figli, ipotesi poi allontanata per via dell’età avanzata della donna e della sua malattia. «Non voglio che mia figlia, a 10 anni, debba seppellire sua madre», ha detto l’attrice. «La verità è che ho sempre voluto un figlio. Ma forse è destino che io debba essere madre in un altro modo».

Shannen Doherty
Shannen Doherty (Getty Images).

Il percorso della malattia: la remissione e il ritorno del cancro

Come detto, Shannen Doherty aveva rivelato al mondo nel 2015 di essere malata, con la diagnosi iniziale che era stata di cancro al seno. Per rimuovere lo stesso aveva subito una mastectomia e si era sottoposta a chemioterapia e radiazioni. Due anni dopo, nel 2017, tramite Instagram aveva detto di essere andata in remissione, ma nel 2019 il cancro è tornato con l’attrice che qualche tempo dopo aveva informato i fan della sua diagnosi di cancro metastatico al quarto stadio. A giugno 2023 la donna è stata sottoposta a un intervento di chirurgico per rimuovere un tumore al cervello. Così Doherty su questo tema: «Ha dovuto essere rimosso e sezionato per vedere la sua patologia. È stata sicuramente una delle cose più spaventose che abbia mai vissuto in tutta la mia vita».

«Quando ti chiedi: perché mi sono ammalato di cancro?»

Uno dei passaggi più significati dell’intervista è quello in cui Shannen Doherty parla dei suoi momenti di fragilità vissuti nel corso di questi ultimi otto anni e delle riflessioni che ha fatto per interrogarsi sul senso della vita: «Quando ti chiedi: perché io? Perché mi sono ammalato di cancro? Perché il cancro si è ripresentato? Perché sono al quarto stadio. Questo ti porta a cercare lo scopo più grande nella vita». E ancora: «La gente presume semplicemente che ciò significhi che non puoi camminare, non puoi mangiare, non puoi lavorare. Ti mettono al pascolo in tenera età. Noi siamo vivaci e abbiamo una visione molto diversa della vita. Siamo persone che vogliono lavorare, abbracciare la vita e andare avanti». Infine il desiderio dell’attrice che, attraverso la sua popolarità e l’aver sempre reso pubblico ogni aspetto della malattia, spera che «possano aumentare i fondi per la ricerca sul cancro e la visione della malattia presso l’opinione pubblica».

Covid Italia, la variante Eris al 52 per cento

La variante EG.5, nota come Eris (come la dea greca della discordia), è da tempo la forma dominante di Covid in molti Paesi. Tra cui l’Italia, dove il 52 per cento dei casi di contagi in Italia è dovuto proprio alla variante Eris, come evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità.

Covid Italia, la variante Eris al 52 per cento. Cresce anche Pirola. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità.
Test rapido Covid (Imagoeconomica).

Cresce anche la variante Pirola, decuplicata rispetto all’ultima rilevazione

Eris nell’ultimo rilevamento risulta in leggero aumento rispetto all’indagine precedente: è stimata al 52,1 per cento contro il 51 per cento. A seguirla nel trend di ascesa c’è Pirola (BA.2.86), decuplicata rispetto all’ultima rilevazione: ora è al 10,8 per cento contro l’1,3 per cento della precedente indagine, con un range Regionale/PA compreso tra 0 per cento e 60 per cento. In relazione alle evidenze disponibili, Eris e Pirola non sembra essere associata a rischi addizionali rispetto agli altri lignaggi del virus Sars-CoV-2 co-circolanti. Si continua a osservare poi la circolazione della variante sotto monitoraggio DV.7 (discendente di BA.2.75), sebbene con valori di prevalenza complessivamente stimata in diminuzione (2,6 per cento contro 4,1 per cento della precedente indagine).

Covid Italia, la variante Eris al 52 per cento. Cresce anche Pirola. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità.
Test Covid in laboratorio (Imagoeconomica).

Eris è veloce e quindi molto contagiosa, ma non più pericolosa di altre varianti

«Nell’attuale scenario è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria», scrive l’Iss. Veloce e quindi molto contagiosa, ma non più pericolosa di altre varianti, Eris ha una sintomatologia variabile, che può andare dalla forma paucisintomatica a una accentuata con febbre alta e perdita di olfatto/gusto. In alcuni casi può impegnare le vie respiratorie.

Sassari, un’ispettrice e due agenti aggrediti in carcere

Un’ispettrice e due agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti nel carcere di Bancali, a Sassari, da un detenuto che non gradiva un controllo nella sua cella. L’uomo si è scagliato prima contro i poliziotti e poi contro l’ispettrice intervenuta per riportare alla calma il recluso. Strattonati e colpiti, gli agenti hanno riportato contusioni non gravi. Ad aver denunciato l’episodio è stato il segretario nazionale del sindacato Consipe, Roberto Melis: «Ennesima aggressione nei confronti del personale di polizia penitenziaria».

Melis: «Necessario inviare un segnale ai detenuti»

«Un fatto che ha procurato danni fisici ai poliziotti, ma la cosa ancora più grave è che in tutta questa brutta vicenda è stata aggredita, spintonata e strattonata, una donna, l’ispettrice», ha affermato Melis. «Il Consipe che rappresento insieme con il segretario regionale Sardegna, Gianluca Ghisaura, ha inviato una lettera ai vertici penitenziari chiedendo che siano applicate le disposizioni dipartimentali e l’immediato allontanamento del recluso che si è reso protagonista di tale vile gesto», ha continuato Melis. Poi il segretario nazionale del sindacato ha concluso: «Ovviamente, questa non è la soluzione al problema, certo è che se quanto disposto dal dipartimento fosse applicato, celermente, ogni qualvolta che si materializza un evento che mina la sicurezza e l’incolumità dei poliziotti, forse si invierebbe un segnale chiaro che in molti casi farebbe desistere i reclusi da mettere in atto questi tipi di comportamenti».

Fine mercato tutelato luce e gas, la Lega insiste su proroga. Si tratta con l’Ue

La fine del mercato tutelato su luce e gas, prevista dal Decreto energia approvato martedì 28 novembre dal Consiglio dei ministri, continua a creare tensioni nella maggioranza. Il vicepremier Matteo Salvini insiste sulla necessità di prorogare ancora il regime in cui prezzi e condizioni contrattuali erano definiti da Arera e non dalla concorrenza, e tiene così il punto sul fronte delle bollette: «Conto che con il dialogo si riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo».

Foti, FdI: «Ci vuole un’autorizzazione europea»

«Dovete chiedere al vicepremier Salvini, non a me», ha tagliato corto il ministro degli Esteri azzurro Antonio Tajani ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sull’argomento. Più morbido invece Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha chiarito: «Se tecnicamente è possibile oggi fare una proroga di un anno sicuramente il governo la farà. Ma ci vuole un’autorizzazione europea». E secondo ambienti di Palazzo Chigi dei contatti informali con Bruxelles sarebbero in corso. Ma quello su cui si sta lavorando è comunque una norma di transizione graduale tra mercato tutelato e mercato libero. Secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza, se non si riuscisse a prorogare di qualche mese le scadenze del 10 gennaio (gas) e del primo aprile (elettricità), si sta studiando la possibilità di dilatare i tempi delle aste per l’assegnazione del servizio a tutele graduali ai clienti domestici. Lo riferisce SkyTg24.

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Matteo Salvini e la segretaria Dem Elly Schlein, all’assemblea Cia degli agricoltori italiani (Imagoeconomica).

Sulla proroga insistono anche le opposizioni

Sul tema anche le opposizioni spingo per una proroga. «Mi pare che altre modifiche al Pnrr le abbiano fatte, ma questa no, noi chiediamo che si discuta con Bruxelles e che si blocchino le aste», ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. Azione e +Europa ricordando invece che il voto sull’uscita dal mercato tutelato avvenne ai tempi dei governi Conte II e Draghi: «La sinistra non può imputare alla Meloni quello che abbiamo votato noi nel governo Draghi, compresa la Lega. Il tema ora è come andare alla Commissione europea tutti insieme e come trattare», ha dichiarato Carlo Calenda.

Ciclista travolto e ucciso in provincia di Milano

Un ciclista è morto investito da un’auto nella tarda serata del 29 novembre a Solaro, in provincia di Milano. L’uomo, un 50enne di origini sudamericane, per cause all’esame dei carabinieri di Rho è stato travolto da una Mercedes ed è morto sul colpo. Sul posto i soccorritori del 118 che, però, hanno solo potuto constatare la morte del ciclista.

Le indagini per comprendere la dinamica 

Sulla vicenda indagano i carabinieri di Rho che stanno cercando di comprendere la dinamica dello scontro per determinare le responsabilità dei soggetti coinvolti. L’intera comunità di Solaro, nel frattempo, è rimasta fortemente colpita dalla vicenda ed ha deciso di riunirsi per commemorare la vittima e manifestare il proprio cordoglio.

Avellino, morta la figlia del direttore sportivo Perinetti: aveva 33 anni

Emanuela Perinetti, figlia primogenita di Giorgio Perinetti, attualmente direttore sportivo dell’Avellino, è morta a soli 33 anni a causa di una malattia. Attiva nel campo dello sport, come suo padre, la manager aiutava brand, club e atleti a raggiungere obiettivi di marketing digitale, innovazione e sostenibilità. La 33enne, inoltre, nel 2018 era stata inserita nella classifica delle 150 donne più influenti del digital italiano.

Perinetti perde la figlia dopo la scomparsa della moglie nel 2015

In veste di Influencer Marketing Manager, Emanuela Perinetti si era affermata come una giovane donna di riferimento nel settore, oltre a essere la figlia maggiore di uno dei dirigenti calcistici più noti in Italia. Giorgio Perinetti ha ricoperto questo ruolo in numerose squadre dalla metà degli Anni 80 in poi, includendo esperienze con il Palermo, il Genoa, Venezia e Siena. Tuttavia, è stato soprattutto dirigente a Roma e Napoli, partecipando alla gestione societaria durante l’epoca di Maradona. Il direttore sportivo dell’Avellino ha recentemente lasciato la città per raggiungerla a Milano, dove era ricoverata in ospedale. Perinetti si trova ora ad affrontare un altro momento difficile dopo la perdita della moglie Daniela nel 2015 a causa di una grave malattia.

Da tempo picchiava la compagna, arrestato dai carabinieri a Valmontone

I carabinieri della Stazione di Valmontone e i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Colleferro hanno arrestato un 38enne romeno, residente a Valmontone, gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia. I militari sono intervenuti, nella notte, presso un’abitazione di Valmontone, a seguito di una richiesta d’aiuto pervenuta al 112 da parte di un giovane romeno che segnalava l’aggressione in atto della mamma in balia del compagno convivente ubriaco.

La donna ha denunciato le continue aggressioni da parte del compagno

Sul posto i militari hanno trovato la donna, una 32enne romena, che, dopo essere stata trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Colleferro, per essere medicata per delle lievi lesioni riportate, guaribili in dieci giorni, si è recata presso la stazione dei carabinieri di Valmontone ed ha trovato la forza per denunciare le continue aggressioni da parte del compagno, specie quando era alterato per l’assunzione smodata di alcool, che la inducevano a temere per la propria vita. I militari erano intervenuti presso la medesima abitazione, nel mese di giugno scorso, per analogo evento in cui la donna riportava lesioni giudicate guaribili in 15 giorni ed in quella occasione, nonostante fosse stata invitata in caserma, aveva deciso di non denunciare. Per questo motivo, i Carabinieri, su disposizione della Procura della Repubblica di Velletri, hanno arrestato l’uomo e lo hanno condotto presso il carcere di Velletri.

Filippo Turetta, spuntano nuovi messaggi a Giulia: «Passi più tempo a casa con i tuoi che con me»

Gli avvocati della famiglia di Giulia Cecchettin, Stefano Tigani e Nicodemo Gentile, stanno preparando una memoria da depositare ai magistrati all’interno della quale verranno inclusi i messaggi che Filippo Turetta inviava alla sua ex fidanzata, in una vera e propria escaltion di possessività, imposizioni e lamentele. I legali sostengono che dai messaggi di Turetta si capirebbe anche l’aumentare dello stato di paura di Giulia, non soltanto perché lui minacciava di uccidersi se lei non fosse tornata con lui, ma anche perché la seguiva e non le lasciava vivere la sua vita.

Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin (X).

Le chat e i messaggi vocali assillanti

Anche dopo che la relazione con Giulia era conclusa, il ragazzo le inviava tanti messaggi, sia scritti che vocali. In uno di questi, ad esempio, diceva alla ragazza: «Stai con me, non con le tue amiche». In un altro: «Passi più tempo a casa con i tuoi piuttosto che con me». Frasi che lasciano comprendere la possessività e l’ossessione del ragazzo nei confronti di Giulia, tanto da non poter accettare che lei trascorresse del tempo con le sue amiche e i suoi cari. In un’altra conversazione, più un monologo in realtà, Turetta aveva tempestato Giulia di messaggi e chiamate perché lei non gli rispondeva. Era ad un concerto con la sorella Elena. Poi gli incontri casuali, come dice Turetta, alla fermata del pullman e un’insistenza di fondo che, sempre più, terrorizzava Giulia Cecchettin.

La sindrome del molestatore assillante

I comportamenti descritti e provati dalle chat, farebbero pensare ai consulenti degli avvocati della famiglia Cecchettin che Turetta avesse sviluppato la sindrome del molestatore assillante. È questa la strategia legale dell’accusa, ovvero spingere la procura a valutare l’aggravante dello stalking, anche se né Giulia né la sua famiglia avevano mai avanzato una denuncia formale contro il ragazzo. In particolare si vorrebbe riuscire a dimostrare che l’omicidio sia stato il risultato di un’escalation di pressioni e minacce, e non un’azione isolata e improvvisa come l’ha descritta Turetta nelle sue dichiarazioni spontanee al giudice. Per la famiglia Cecchetin e i suoi avvocati ci sarebbe stata una premeditazione, con il rancore del ragazzo per l’essere stato lasciato che si sarebbe trasformato in volontà di uccidere e accanirsi contro il corpo della ragazza.

Delmastro: «Non mi dimetto, sono orgoglioso di quanto ho fatto»

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio nel caso dell’anarchico Alfredo Cospito, in una intervista al Corriere della Sera ha rivendicato quanto fatto annunciando che non si dimetterà dal suo incarico. Il 31 gennaio, durante la discussione alla Camera sull’istituzione della commissione Antimafia, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha fatto riferimento alla visita di alcuni parlamentari del Partito democratico a Cospito, in regime di 41 bis, sulla base di documenti teoricamente secretati.

Delmastro: «Non ho passato alcuna carta»

Il sottosegretario non si aspettava il rinvio a giudizio: «Resto orgoglioso di quello che ho fatto. Non ho passato alcuna carta. Ho risposto alla domanda di Donzelli, cosa che è mio dovere fare e faccio con qualsiasi parlamentare. Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 4.1 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia». E sulla richiesta di dimissioni da parte delle opposizioni risponde: «Intendo continuare a esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia. Così come mi è stato chiesto dai tanti che in questo momento mi stanno testimoniando solidarietà per questo inconsueto rinvio a giudizio. Aspetto con serenità il dibattimento che inizia il 12 marzo per poter dimostrare che non ho compiuto alcun reato», ha detto Delmastro al quotidiano.

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