Bagnaia ha corso tutta la gara di Valencia senza sapere della caduta di Martin: “Ho avuto paura”


Pecco Bagnaia ha corso l'intera gara del GP di Valencia della MotoGP 2023 senza sapere di essere già campione del mondo dal 6° giro: il pilota italiano non sapeva della caduta del suo unico avversario Jorge Martin e fino alla bandiera a scacchi ha fatto i conti con la paura che un errore gli avesse potuto far perdere il titolo iridato.
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I conti a orologeria dell’Inter tra debito, scadenze e proprietà di Suning in bilico

L’orologio che ticchetta, il timer che scorre. È un’immagine ansiogena quella scelta dal sito di approfondimento sportivo The Athletic per descrivere la situazione finanziaria dell’Inter, che tra l’altro ha appena rinnovato il contratto dell’amministratore delegato dell’area sport, Giuseppe Marotta, fino al 2027. Sul campo continua a vivere un momento di salute e va a giocarsi la testa della classifica allo Stadium contro la Juventus. Ma al di fuori del rettangolo di gioco deve fare i conti con un debito imponente e scadenze che mettono in dubbio la continuità della proprietà cinese. Cose che per l’analista italiano non sono una novità, poiché si tratta di una situazione nota da tempo così come nota è la volontà, da parte di Suning, di non mollare la società nerazzurra e di sperimentare qualsiasi soluzione per riuscire nell’intento. Ma vedere la situazione narrata con toni così clamorosi e da una testata così importante fa tutt’altro effetto. E pone una questione che non soltanto per il mondo nerazzurro, ma per tutto il calcio italiano è un vero elefante nella stanza.

Mentre affrontano la sfida scudetto con la Juventus, fuori dal campo i nerazzurri sono alle prese coi soliti guai finanziari. L'esposizione nei confronti del fondo americano Oaktree è salita a 330 milioni di euro. Zhang ha un contenzioso da 250 milioni di dollari con la China Construction Bank. E la tentazione di vendere è forte. Un elefante nella stanza per tutto il calcio italiano.
La delusione di Steven Zhang dopo la finale di Champions persa contro il City (Getty).

Il giro d’Europa del debito: Everton, Barcellona, Lione, Hertha…

La società nerazzurra si trova in ottima compagnia. L’articolo di The Athletic è infatti la terza puntata di una serie di cinque. Le prime due sono state dedicate all’Everton, che si è appena visto penalizzare di 10 punti in classifica dalla Premier League per violazione delle regole fair play finanziario, e il Barcellona che continua a vendersi pezzi di futuro per finanziare al spesa corrente. Le prossime due puntate prenderanno invece in esame le situazioni del Lione, che dopo essere stata una grande d’Europa sta conoscendo lo sfascio sotto una nuova proprietà statunitense, e l’Hertha Berlino che è in orbita di 777 Partners (il fondo proprietario del Genoa), ma non ancora sotto il suo pieno controllo e intanto è sprofondato in B.

La Cina sembrava il nuovo colosso del calcio, ma poi è arrivato il Covid

Fra queste storie di grave sofferenza economico-finanziaria troviamo quella dell’Inter, vittima del combinato disposto generato dal riflusso cinese in materia di investimenti calcistici e dall’impatto devastante che la pandemia ha avuto sul gruppo Suning. Riguardo a entrambi gli elementi la storia è nota. L’investimento nell’Inter da parte della proprietà cinese avviene nel momento della massima ubriacatura calcistica cinese, il biennio in cui pareva che la Cina potesse essere la nuova frontiera esattamente come nell’estate 2023 è successo con l’Arabia Saudita. Ma quella fase durò lo spazio di un biennio, oltre il quale il partito-Stato ha impresso una stretta agli investimenti esteri sul calcio.

Mentre affrontano la sfida scudetto con la Juventus, fuori dal campo i nerazzurri sono alle prese coi soliti guai finanziari. L'esposizione nei confronti del fondo americano Oaktree è salita a 330 milioni di euro. Zhang ha un contenzioso da 250 milioni di dollari con la China Construction Bank. E la tentazione di vendere è forte. Un elefante nella stanza per tutto il calcio italiano.
Steven Zhang stringe la mano a Sergio Mattarella sotto gli occhi del patron della Fiorentina Rocco Commisso (Imagoecomomica).

L’impero Suning ha dovuto ridimensionare i conti per la pandemia

A ciò è seguito l’effetto che il Covid-19 ha avuto sull’impero di Suning, che si basa sulla vendita di beni di largo consumo e dunque è più esposto di altri settori gli effetti della crisi. Il contraccolpo per le finanze nerazzurre è stato pesante, poiché gli investimenti impiegati dalla proprietà cinese nella prima fase erano rilevanti né si poteva prevedere una circostanza straordinaria come la pandemia. Che quando arrivò costrinse la proprietà nerazzurra e il management a ridimensionare i conti, senza che questo fosse però sufficiente ad ammortizzare le esposizioni già contratte.

Il prestito contratto col fondo Oaktree con scadenza 20 maggio 2024

Il punto centrale della questione è il prestito contratto col fondo statunitense Oaktree con scadenza 20 maggio 2024. Si tratta di 275 milioni di euro a un tasso d’interesse esorbitante: 12 per cento. Ciò che ha già prodotto effetti pesanti sui conti degli ultimi esercizi annuali: 21,1 milioni di euro nel 2021, 37,5 milioni di euro nel 2022 e quelli che andranno a maturazione da qui a maggio 2024. L’esposizione della società nerazzurra nei confronti di Oaktree è dunque salita a quasi 330 milioni di euro. Né le voci del debito si fermano qui. Va tenuto in conto anche il bond da 415 milioni di euro, con tasso del 6,75 per cento e scadenza nel 2027. C’è poi il contenzioso fra Steven Zhang, giovane presidente del club nerazzurro, e China Construction Bank (Ccba) che reclama la restituzione di un prestito da 250 milioni di dollari. Il contenzioso ha assunto un respiro internazionale, essendosi spostato fra le corti di Hong Kong e New York. Gli avvocati di Ccba stanno provando ad attaccare il patrimonio personale di Zhang e la controversia è in pieno corso.

Un destino in stile Elliott come nel caso del Milan?

L’articolo di The Athletic si pone la prospettiva già abbondantemente presa in considerazione in Italia: è in vista per l’Inter la medesima traiettoria andata a compimento nel caso del Milan? Anche allora c’era in ballo una proprietà cinese (per quanto meno trasparente rispetto a Suning) che non riuscì a ripagare il debito contratto con Elliott Management. Che così ha assunto il ruolo di proprietario del club e ha compiuto un’avveduta opera di risanamento prima di cedere. Sulle intenzioni di Oaktree verso l’Inter, nessuno per il momento è in grado di pronunciarsi. Allo stesso modo, ci sarà da vedere cosa escogiterà Suning per tenere l’asset di maggior valore del suo impero. La prospettiva di rifinanziamento del debito è quella maggiormente prospettata, ma comporterebbe ulteriore peso finanziario. Quanto all’idea di fare entrare un socio di minoranza, è già scivolata fuori scena. Non rimane che tornare alla dimensione di campo. Buon Juventus-Inter a tutti.

Hamas ha liberato altri 14 israeliani

Hamas ha consegnato altri 17 ostaggi alla Croce Rossa: 14 sono israeliani, tra cui nove bambini, e tre thailandesi. Una delle persone liberate, rende noto l’organizzazione palestinese, ha cittadinanza russa. Si tratta, spiega Hamas, di una «risposta agli sforzi del presidente russo Vladimir Putin» e di un «riconoscimento della posizione della Russia a sostegno della causa palestinese». Nell’ambito dell’accordo mediato dal Qatar, Israele si prepara a liberare 39 detenuti. L’Autorità Palestinese per gli Affari dei Prigionieri e degli Ex-Detenuti ha annunciato che sono tutti minorenni, la maggior parte provenienti da Gerusalemme.

Netanyahu: «Noi andiamo fino in fondo, fino alla vittoria»

«Noi andiamo fino in fondo, fino alla vittoria»: lo ha affermato Netanyahu durante un sopralluogo fra le forze armate dislocate nel nord della Striscia di Gaza. «Niente ci fermerà. Siamo convinti di avere la forza, la potenza, la volontà e la determinazione per raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, e così faremo». Gli obiettivi, ha ribadito il premier dello Stato ebraico, sono «la distruzione di Hamas, il recupero di tutti i rapiti e la garanzia che Gaza non possa più rappresentare una minaccia per Israele».

Hamas ha liberato altri 14 israeliani. Rilasciati anche tre thailandesi. Gli aggiornamenti sul Medio Oriente.
Veicoli della croce Rossa in Medio Oriente (Ansa).

Hamas ammette l’uccisione di diversi leader dell’organizzazione

Hamas ha rilasciato un comunicato in cui ammette che Israele ha ucciso diversi leader dell’organizzazione terroristica, tra cui il comandante della divisione regionale dell’organizzazione nel nord della Striscia Ahmed Randour, e il capo della divisione dei lanci di missili Ayman Siam. Nella nota diffusa dall’ala militare di Hamas, le Brigate Az ad-Din al-Qassam, si legge che Randor e Siam, insieme ad altri leader” dell’organizzazione, «sono saliti a posizioni di eroismo e onore nella battaglia di ‘Bol al-Aqsa».

Intercettati missili diretti verso l’aeroporto di Damasco

Israele ha attaccato l’aeroporto internazionale di Damasco, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa siriana Sana, citando l’esercito nazionale. Stando a quanto riferito, Israele ha lanciato un attacco missilistico, che ha comportato la chiusura dell’aeroporto internazionale della capitale siriana. La maggior parte dei missili sarebbero stati intercettati.

Le brigate di Hezbollah irachene aderiscono al cessate il fuoco

Le brigate di Hezbollah irachene, una milizia filo-iraniana, hanno fatto sapere di aderire al cessate il fuoco tra Israele e da Hamas: smetteranno di attaccare le basi e i soldati Usa in Iraq fino alla fine della tregua.

Hamas ha liberato altri 14 israeliani. Rilasciati anche tre thailandesi. Gli aggiornamenti sul Medio Oriente.
Camion di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza (Ansa).

Blinken per la quarta volta in Israele dal 7 ottobre e arriva anche Musk

Antony Blinken è atteso in Israele. Lo riporta Haaretz. Sarà la quarta visita del segretario di Stato americanoin Israele nel giro di un mese e mezzo. Anche Elon Musk sarà lunedì 27 novembre nello Stato ebraico, dove vedrà il primo ministro Netanyahu e il presidente Isaac Herzog. Il magnate, criticato per aver elogiato un post contenente retorica antisemita, ha annunciato nei giorni scorsi che X invierà tutto il denaro ricavato dalla pubblicità e dagli abbonamenti associati alla guerra a Gaza agli ospedali in Israele, alla Croce Rossa e Mezzaluna Rossa nella Striscia.

Un libro per bimbi accanto al corpo di Giulia Cecchettin, lo strano ritrovamento tra i venti reperti


Un oggetto che apparentemente potrebbe sembrare fuori luogo è stato rivenuto tra gli altri reperti trovati vicino al corpo di Giulia Cecchettin nei boschi tra il lago di Barcis e Piancavallo. Si tratta di un testo intitolato “Anche i mostri si lavano i denti”, elencato dal Procuratore nella convalida di sequestro degli oggetti rinvenuti sul posto.
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Nichi Vendola torna in politica: è il nuovo presidente di Sinistra italiana

Nichi Vendola è il nuovo presidente di Sinistra italiana. Per l’ex presidente della Regione Puglia, eletto per acclamazione durante il congresso del partito, si tratta del ritorno alla politica attiva. Ma, come lui stesso si è affrettato a precisare, in vista non c’è alcuna candidatura.

Vendola morde il freno: «Non mi candido a niente»

«Non mi candido a niente, è un ritorno attivo alla politica, questo sì», ha detto il neo presidente di Sinistra italiana a chi gli chiedeva se il nuovo ruolo potesse aprire a una candidatura, magari alle elezioni europee del 2024. Nicola Fratoianni, rieletto segretario del partito, ha detto che Vendola «ha scelto di non misurarsi con le istituzioni fino a quando non avrà risolto nel modo migliore, e certamente sarà così, una vicenda giudiziaria che lo riguarda».

L’elezione di Vendola è avvenuta per acclamazione

La proposta di Vendola presidente è stata fatta proprio da Fratoianni, che ha conquistato il terzo mandato da segretario all’unanimità con un astenuto e nessun contrario. L’elezione di Vendola, fondatore di Sinistra ecologia e libertà ed ex presidente della Regione Puglia, è avvenuta per acclamazione, con un lungo applauso e un coro che scandiva il suo nome.

MotoGP, Bagnaia si conferma campione del mondo

Francesco Bagnaia su Ducati bissa il titolo mondiale della stagione scorsa e si laurea campione iridato nella MotoGP anche nel 2023: la certezza è arriva con la caduta e il ritiro di Jorge Martin (Pramac) al sesto giro del Gran Premio di Valencia, ultima gara della stagione. Certo del titolo, Pecco ha poi vinto la corsa.

Prima della gara, Bagnaia aveva 14 punti in più di Martin, il quale si era aggiudicato la gara sprint del sabato. Il pilota italiano, secondo nelle qualifiche, è partito dalla pole position dopo la penalizzazione dello spagnolo Maverick Vinales, retrocesso di tre posizioni in griglia per non aver osservato la bandiera neroarancio nel warm up per una fumata al motore della sua Aprilia.

Solo quattro italiani hanno vinto più di un titolo nella classe regina 

Fin da subito Martin ha rischiato il tutto per tutto, cadendo al sesto giro nel tentativo di sorpasso a Marc Marquez. Per Bagnaia è il secondo titolo nella classe regina e il terzo complessivo con l’alloro nella Moto2 conquistato nel 2018. Insieme a Umberto Masetti, Giacomo Agostini e Valentino Rossi è uno dei quattro italiani capaci di aggiudicarsi più di un titolo nella top class del Motomondiale.

MotoGP, il pilota della Ducati Francesco Bagnaia si conferma campione del mondo. Al sesto giro del GP di Valencia la certezza aritmetica.
Francesco Bagnaia in sella alla Ducati a Valencia (Getty Images).

Sul podio di Valencia con Bagnaia anche Di Giannantonio e Zarco

Questo l’ordine di arrivo del GP di Valencia:
1. Pecco Bagnaia 40:34.064
2. Fabio Di Giannantonio +0.120
3. Johann Zarco +0.400
4. Brad Binder +2.210
5. Alex Marquez +4.338
6. Raul Fernandez +4.619
7. Franco Morbidelli +4.822
8. Aleix Espargaro +7.713
9. Luca Marini +9.098
10. Maverick Viñales +10.180

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